di Paolo Attivissimo
© 1999-2006 Paolo Attivissimo (http://www.attivissimo.net). Questo documento è liberamente distribuibile purché intatto.
Il World Wide Web, o semplicemente il Web, è una delle risorse più potenti di Internet eppure è una delle più facili da usare. Il segreto della sua potenza è semplice: chiunque può pubblicare una "pagina" su un qualsiasi sito Internet al mondo, e tutti gli utenti del globo possono leggerla e interagire con il suo contenuto. Le singole pagine del Web, o più brevemente pagine Web, sono raccolte in siti Web (l'equivalente Internet di un volume cartaceo). Si forma così una colossale biblioteca di pubblicazioni digitali alla quale contribuisce l'intera collettività di Internet, dal privato cittadino alla grande multinazionale al governo.
L'informazione così pubblicata è consultabile da chiunque abbia un apparecchio in grado di accedere a Internet. Tutti possono pubblicare e tutti possono leggere quanto pubblicato dagli altri. Insomma, la funzione fondamentale del Web è la massima condivisione delle informazioni.
Le pagine Web usano uno standard valido per tutti i computer, indipendentemente dalla loro marca, dal modello, o dal sistema operativo. Il costo di una pagina Web è insignificante rispetto a quello di una tiratura di una pubblicazione cartacea: diventa possibile per chiunque distribuire informazioni in massa ad una platea vastissima.
Non solo: essendo redatta in forma elettronica, una pubblicazione sul Web può essere aggiornata con una tempestività e con costi che nessuna pubblicazione su carta può sperare di ottenere.
Il Web batte il libro anche in un altro senso: è multimediale. In altre parole, nelle pagine Web potete includere animazioni, suoni, filmati e programmi, informazioni personalizzate in base alle esigenze dell'utente e molte altre cose impossibili in una pubblicazione su carta.
Per partire al galoppo con la prima esplorazione del Web dovete imparare ad usare il programma che vi consente di consultarne le pagine, cioè il browser.
Tutti i browser hanno un'impostazione grosso modo simile: una serie di pulsanti nella parte superiore della finestra e, al di sotto di questi pulsanti, la finestra in cui compaiono le pagine del Web.
La cosa più importante da trovare in un browser è il punto in cui si immettono i nomi dei siti Web che volete visitare. Solitamente si tratta di una casella rettangolare bianca molto allungata.
I comandi di un browser (Internet Explorer). Immagine cortesemente fornita da "fulvio" (effemmedi@iname.com).
I browser hanno una caterva di funzioni supplementari che hanno l'obiettivo (non sempre raggiunto) di rendere ancora più facile e piacevole la vostra esplorazione delle pagine del Web. Ma queste amenità possono aspettare. Non molto, ma possono aspettare.
Adesso dobbiamo fare conoscenza con l'altro protagonista della navigazione: il link. Questo oggetto misterioso non fa parte del browser: è un elemento contenuto nelle pagine Web di Internet.
Un link è un punto di una pagina Web che la collega ad un'altra pagina. "Link" significa infatti "collegamento", e molte versioni italiane dei browser lo chiamano appunto collegamento. Basta cliccare su un link per essere trasportati a un'altra pagina, situata magari su un altro sito Internet dall'altra parte del mondo. Non occorre compilare il nome del sito o della nuova pagina: il link fa tutto da solo.
Molto bello, direte voi, ma che aspetto ha un link? Risposta: può assumere una forma qualsiasi. In una pagina Web, qualsiasi elemento grafico o testuale può essere un link: per esempio, cliccate su una foto di Lenny Kravitz e passate a una pagina contenente la sua discografia. Il trucco per riconoscere un link è spostare il puntatore (la freccina che si muove sullo schermo quando spostate il mouse o usate il telecomando). Se il puntatore prende la forma di una manina o cambia aspetto in qualche modo, cliccando in quel punto attiverete un link.
Per fortuna non occorre vagare con il puntatore per tutta la pagina alla ricerca dei link. Infatti i link di testo sono evidenziati quasi sempre da una sottolineatura, da un cambio di colore o da entrambi. I link grafici, invece, spesso non danno alcun indizio visibile della loro esistenza, però molti creatori di pagine Web vi rendono la vita più facile scrivendo "Clicca sulla foto" o altre spiegazioni molto intuitive.
I link grafici esistono anche in una forma più evoluta chiamata mappa: l'elemento grafico è uno solo, ma il link vi trasporta a pagine diverse a seconda di quale zona cliccate.
Le manine indicano un link grafico e un link di testo.
Certo che cliccare alla cieca così non è un gran divertimento. Sarebbe più pratico sapere dove andremo a finire cliccando su un link, non vi pare? Questo concetto non è sfuggito ai creatori delle pagine Web, che di solito infatti descrivono la funzione e la destinazione di ciascun link ("Vai alla pagina successiva", "Clicca qui per prelevare il programma", eccetera).
Cosa più importante, il concetto è stato affrontato con saggezza anche dagli autori dei browser, che infatti indicano sempre, da qualche parte nella schermata del browser, l'indirizzo del sito al quale verrete teletrasportati se cliccate sul link sul quale si trova in quel momento il puntatore. In genere questa preziosa indicazione sta da qualche parte in basso nella finestra del browser oppure compare se lasciate il puntatore fermo qualche istante sopra un link.
Un browser (Netscape) indica la destinazione di un link di interesse strategico nazionale.
Adesso possiamo tornare a scoprire a cosa servono i pulsanti dei browser. Funzionano all'incirca come quelli di un telecomando per la tivù o per il videoregistratore. Hanno forme e nomi molto variabili, ma la loro funzione è grosso modo identica in tutti i browser. Alcuni contengono una dicitura, altri un'immagine almeno teoricamente esplicativa (icona), altri includono entrambi o sono personalizzabili. Comunque sia, la solfa non cambia: dietro etichette diverse trovate sempre le stesse funzioni di base.
Netscape inglese
Netscape italiano
Opera
Internet Explorer
Tante variazioni sul tema dei pulsanti per comandare un browser. Immagini create con il contributo di Emanuele Scalici (e.scalici@mclink.it), "Michele" (michele53@iol.it), Luca Libanore (fox@piw.it).
Durante una sessione di esplorazione del Web, il browser tiene traccia dei siti che visitate. Se avete bisogno di tornare a una pagina Web che avete visitato, basta usare il pulsante Indietro oppure Back per ripercorrere all'indietro la strada che avete fatto. Il pulsante complementare, Avanti o Forward, vi consente di procedere in senso inverso.
Se vi imbattete in una pagina che richiede un tempo interminabile per la ricezione o che non vi interessa ricevere, c'è un pulsante che potete cliccare per interrompere la ricezione dei dati e passare ad altro, oppure visualizzare la parte di pagina che avete già ricevuto. In genere si chiama Stop oppure Termina.
Ogni tanto il browser o Internet si incasina e riceve male una pagina Web. In tal caso potete ricorrere al pulsante Aggiorna o Reload (o simile) per chiedere al browser di cominciare da capo. Questo comando è molto utile anche per le pagine che vengono aggiornate in tempo reale, tipo quelle contenenti le notizie d'agenzia o le quotazioni di borsa.
L'altro pulsante che probabilmente vi servirà molto presto è Stampa o Print. Probabilmente avrete intuito a che serve: per stampare le pagine Web.
Quando visitate un sito, potete registrare il suo indirizzo in un elenco personalizzato, in modo da poterlo visitare in seguito senza doverne riscrivere il nome. Per accedere a quest'elenco usate un pulsante solitamente denominato Preferiti o Bookmarks.
Gli altri pulsanti servono per un uso più avanzato del browser, che probabilmente non vi occorrerà mai; sono comunque al di fuori della portata di questo testo introduttivo. Se v'incuriosisce sapere a cosa servono, la guida in linea (chiamata anche help) del programma dovrebbe spiegarvi tutto.
C'è un altro motivo per cui non mi dilungo con la spiegazione dettagliata del funzionamento degli altri comandi dei browser: questi programmi vengono aggiornati continuamente, quasi ossessivamente, per cui i dettagli dei loro comandi diventano subito obsoleti. Fate prima a leggervi la guida in linea della versione che avete a disposizione.
Armati di queste semplici nozioni, e possibilmente di una buona lista di pagine o siti Web da visitare, siamo pronti per navigare.
Sicuramente vi capiterà di imbattervi in pagine Web che vi piacerebbe conservare (in gergo informatico, quest'operazione si chiama salvare; da che cosa ci si debba salvare, non si sa, ma ormai l'espressione è entrata nell'uso comune). Purtroppo il metodo che conoscete bene se usate un computer, cioè scegliere il menu File e la voce Salva con nome, come si fa in tutti i normali programmi per salvare un documento o un'immagine, non sempre funziona con i browser.
Infatti se lo usate, in genere salverete sul vostro computer solo il testo della pagina: niente grafica, niente animazioni, niente immagini. Bella fregatura.
Questo problema si verifica perché una pagina Web è composta da un insieme di file separati: il testo è un file a parte, così come lo è ciascuna delle immagini, dei suoni, delle animazioni e degli altri elementi che trovate nella pagina. Alcuni browser sono in grado di registrare l'intero contenuto di una pagina Web, includendo grafica, suoni e animazioni, ma se non state attenti disseminano file per ogni dove; vi conviene fare qualche prova per vedere come si comporta il vostro browser e scoprire se dispone di questa pratica funzione.
Qualunque sia il vostro browser, potete comunque salvare facilmente una parte a scelta della pagina. Se trovate un'immagine che vi interessa conservare, per esempio, basta mettere il puntatore sopra di essa e poi cliccare in modo speciale (in genere usando il pulsante destro del mouse). Comparirà un menu dal quale potrete scegliere una voce che consente di salvare quell'elemento.
Sappiamo benissimo che Internet è un immenso deposito d'informazioni: tutti i giornali non fanno altro che ripetercelo fino alla nausea. Su Internet c'è questo, su Internet c'è quello... Ma spesso si dimentica che anche la più grande quantità d'informazioni diventa inutile se non è organizzata. Se non sappiamo trovare quello che cerchiamo, perché non c'è ordine, tanto vale che quell'informazione non esista.
È come andare in una biblioteca dove il bibliotecario è stato colto da raptus, ha cambiato di posto tutti i libri e poi ha usato lo schedario dei titoli per farne aeroplanini di carta; i libri sono lì, ma trovarli è un'impresa impossibile. Internet è stata, fino a poco tempo fa, proprio in queste condizioni.
Non vi sorprenderete dunque se il primo sito che vi consiglio di visitare è dedicato proprio alla ricerca delle informazioni su Internet. Nel gergo di Internet, siti come questi si chiamano indici o motori di ricerca.
Gli indici (in inglese si chiamano directory) sono siti che ospitano un catalogo di informazioni presenti su Internet, ordinate in base agli argomenti. In pratica si tratta di una sorta di "pagine gialle" della Rete.
Un indice si basa in genere sul contributo di ciascun proprietario di una pagina su Internet; in pratica, ogni creatore di un sito Web invia all'indice una descrizione delle proprie informazioni affinché vengano catalogate. Per fare un'analogia, immaginate che l'autore di un libro scriva una scheda descrittiva della propria opera e la spedisca a ogni biblioteca. I creatori dell'indice (i bibliotecari di Internet) esaminano le descrizioni e il sito corrispondente e, se le ritengono adatte e utili, le includono gratuitamente nel proprio catalogo.
Purtroppo per voi, tutti i più grandi indici parlano inglese, perché è questa la lingua più utilizzata in Rete e nel mondo; le categorie sono definite in questa lingua, e se non la masticate può essere molto impegnativo trovare la sezione giusta sfogliando un dizionario. Uno degli indici più completi al mondo è Yahoo (http://www.yahoo.com). Tuttavia, se a voi interessa esplorare soltanto la parte italiana di Internet (che non è poca cosa), potete provare gli indici italiani, come Yahoo Italia (http://www.yahoo.it), Virgilio (http://www.virgilio.it) e Lycos Italia (http://www.lycos.it).
Un indice: Yahoo Italia.
Potete usare un indice in vari modi: esplorare le categorie del suo catalogo, che sono suddivise in sottocategorie, in sotto-sottocategorie, e così via, fino a trovare la categoria che vi interessa; oppure immettere una o più parole chiave nella casella di ricerca e lasciare che sia l'indice a cercare al proprio interno le categorie che contengono quelle parole chiave.
In molti indici italiani potete scegliere l'ampiezza della ricerca, limitandovi soltanto ai siti italiani oppure estendendo la ricerca a tutta Internet.
L'espressione motore di ricerca è la traduzione letterale e infelice, ma ormai entrata nell'uso, dell'espressione inglese search engine (grosso modo si pronuncia "sérc engian"). Un motore di ricerca è un programma automatico che esplora sistematicamente tutte le parti pubbliche di Internet e ne cataloga il contenuto.
Parti pubbliche? Perché, su Internet esistono delle zone private? Certamente. Si possono infatti creare siti ai quali possono accedere soltanto gli utenti autorizzati (che sono appunto autorizzati perché pagano un abbonamento apposito o fanno parte di una determinata associazione o organizzazione).
Le informazioni contenute in queste zone private di Internet sono inaccessibili ai motori di ricerca; quindi in realtà l'esplorazione condotta da questi programmi automatici non è affatto completa. Ma accontentatevi: la parte pubblica di Internet è comunque immensa e molto ricca.
Ma un momento: anche gli indici catalogano i siti. E allora che differenza c'è? L'intervento umano. Gli indici infatti sono compilati a mano da persone che riassumono e classificano l'argomento di ciascuna pagina Web; i motori di ricerca, invece, catalogano in modo automatico tutte le parole presenti in tutti i siti.
Permettetemi di tornare all'analogia della biblioteca: un indice di Internet equivale allo schedario dei titoli, organizzato per genere letterario (prosa, poesia, letteratura moderna, classici, letteratura straniera, fumetti, film eccetera), mentre il motore di ricerca è un topo di biblioteca dalla prodigiosa memoria ma un po' tonto, che ha letto tutti i libri e vi può dire esattamente quali contengono una parola a vostra scelta ma non capisce nulla di quel che legge.
Usare un motore di ricerca è molto più facile che cimentarsi con un indice. Il problema linguistico, infatti, non si pone. Infatti i motori di ricerca creano un elenco contenente tutte le parole di tutti i documenti presenti su Internet, indipendentemente dalla lingua in cui sono scritti.
Di conseguenza, potete usare un motore di ricerca americano, come AltaVista (http://www.altavista.com) per cercare informazioni in italiano. La figura mostra il risultato di una ricerca della parola calcio in AltaVista.
Il risultato della ricerca di una parola italiana in un motore americano.
Come vedete, funziona benissimo, nonostante la differenza di lingue. In un indice non italiano come Yahoo.com, invece, dovreste conoscere l'equivalente della parola italiana, che in questo caso è soccer. Se non la sapete, siete fritti.
Il problema dei motori di ricerca è che sono troppo generalisti. Date un'occhiata a quante pagine contenenti la parola calcio sono state trovate da AltaVista: più di quattrocentosettantamila. Fra l'altro è stupefacente il ritmo di espansione della parte italiana di Internet: nel 1998, in occasione della terza edizione di Internet per tutti, questa stessa ricerca dava 15.000 pagine.
Quattrocentomila o quindicimila che siano, sono sempre troppe. Visitarle una per una è impensabile. In casi come questi occorre affinare il nostro criterio di ricerca, ossia rendere un po' più preciso quello che vogliamo trovare. Possiamo infatti immettere anche più di una parola nella casella di ricerca del motore. Se aggiungiamo campionato prima di calcio, otterremo un primo risultato: escludere tutti i siti che parlano di calcio nel senso dell'elemento chimico (d'accordo, qualcuno potrebbe aver creato un sito dove spiega come ha campionato il calcio, ma non cominciate a fare i pignoli!).
In molti motori, come in AltaVista, possiamo anche specificare che le pagine ci interessano solo se le parole che cerchiamo ci sono tutte, compaiono in un determinato ordine oppure sono tutte vicine; se non lo facciamo, ci verranno elencate tutte le pagine Web che contengono le nostre parole chiave anche in punti molto distanti dello stesso testo. Sarebbe disastroso, nel nostro esempio, dimenticarsi di specificare che dev'essere presente l'intera frase campionato di calcio: il motore elencherebbe non solo le pagine contenenti campionato e calcio, ma anche tutte quelle che contengono la parola di...
Per affinare la nostra ricerca calcistica, quindi, aggiungiamo campionato di e racchiudiamo il tutto tra virgolette, come in "campionato di calcio", per indicare che ci interessano soltanto le pagine che contengono queste tre parole una dopo l'altra.
Il numero dei siti è sceso drasticamente a 924. Sono sempre tanti, ma come prima scrematura non è male. Potremmo affinare ancora di più la nostra selezione specificando che ci interessa soltanto il campionato italiano o quello brasiliano, per esempio.
Morale della favola: più parole immettiamo in un motore di ricerca, più sarà facile ottenere un elenco di siti che davvero ci interessano.
Un primo affinamento della ricerca precedente.
AltaVista non è certo l'unico motore di ricerca di Internet. Ce ne sono a bizzeffe, ciascuno con qualche particolarità rispetto agli altri, ma grosso modo funzionano nella medesima maniera.
La cosa interessante è che nonostante il funzionamento analogo, non tutti vi restituiscono le stesse risposte. Una ricerca può dare risultati diversi a seconda di quale motore avete usato per eseguirla.
Guardate come hanno risposto alla ricerca di campionato di calcio (specificando che ci interessava avere tutta la frase, non soltanto le singole parole) alcuni dei più quotati motori di ricerca:
Alltheweb (http://www.alltheweb.com) |
1057 |
AltaVista (http://www.altavista.com) |
924 |
Lycos Italia (http://www.lycos.it) |
474 |
Virgilio (http://www.virgilio.it) |
451 |
Infoseek (http://infoseek.go.com) |
254 |
HotBot (http://www.hotbot.com) |
170 |
Excite (http://www.excite.com) |
50 |
Questo esempio non ha certamente il rigore di un'analisi statistica, ma rende il concetto: la differenza fra i vari motori è veramente notevole. Va detto che l'ultimo in classifica, Excite, usa un criterio molto diverso dagli altri motori: a detta dei suoi inventori, è più "intelligente" e selettivo degli altri e quindi vi offre risultati meno numerosi ma più selezionati e pertinenti. Prima che me lo chiediate, ebbene sì, Lycos è lo stesso servizio citato a proposito degli indici: infatti lavora sia come indice, sia come motore di ricerca; è una tendenza sempre più diffusa.
In ogni caso, secondo vari studi sull'argomento e come noterete ben presto usando Internet, nessun motore di ricerca "vede" tutta la Rete; anzi, nessuno si avvicina al 50%. Là fuori, quindi, c'è un'immensità di materiale non catalogato che si raggiunge soltanto per caso o grazie al passaparola. Per cui non considerate mai definitiva la risposta di un motore di ricerca.
Come si ottiene il massimo risultato col minimo sforzo? Ovviamente non ha molto senso consultare manualmente tutti i vari motori di ricerca. Per questo esistono ottimi servizi automatici, come Dogpile (http://www.dogpile.com), che immettono gli stessi criteri di ricerca in una nutrita serie di motori e vi restituiscono una lista ragionata dei risultati. La stessa ricerca eseguita con Dogpile produce 1.003 risultati, una cifra vicina al record di Alltheweb, arricchita dal fatto che molti risultati sono scremati in base a criteri "intelligenti" come quelli di Excite.
Tanto per impratichirvi, divertitevi a cercare qualsiasi cosa v'interessi usando un motore di ricerca. Vi consiglio di evitare singole parole banali, usando invece più parole per ottenere risultati meno sovrabbondanti. È infatti inutile cercare parole come sesso, che vi sommergerà con 38.557 risultati. Non andrebbe affatto meglio su tutt'altro versante, dato che Dio (inteso anche come storico gruppo musicale) compare ben 286.335 volte nelle pagine del Web.
Ma non è ancora niente rispetto alla parola più gettonata del mondo di Internet, che con 792.625 volte sbaraglia il sacro come il profano. A dire il vero non è una parola, ma un'abbreviazione: MP3. È la sigla della musica distribuita via Internet: vi racconterò maggiori dettagli su questo concetto nei capitoli successivi.
Potete divertirvi anche voi a stilare una classifica delle personalità più citate in Rete e trarne le debite considerazioni sui gusti e le opinioni del popolo digitale. Tanto per darvi un'idea, Albert Einstein è a quota 94.254, Rosy Bindi è largamente distaccata a 1.694, mentre Valeria Marini si deve accontentare di 993 pagine. Ma non si diceva che Internet è un covo di maniaci?
Uno degli esperimenti che vi consiglio di fare è immettere il vostro cognome, con e senza nome di battesimo. Potrà sembrarvi sorprendente, ma è molto probabile che si parli di voi da qualche parte su Internet (o che ci sia qualche vostro omonimo). Siamo tutti schedati, per un motivo o per l'altro.
Questa ricerca, fra l'altro, è utilissima per trovare amici e parenti dispersi. Quando ci ho provato io col mio cognome, che a proposito non è uno pseudonimo come hanno insinuato alcuni giornalisti recensendo le edizioni precedenti di Internet per tutti, ho scoperto che qualche oscuro ramo della mia famiglia possiede una cappella nella cattedrale di Bitonto dal 1300 e ho rintracciato una mezza dozzina di Attivissimo sparsi per il globo, fra cui uno a New York e uno a Dundee, in Scozia. Certo che se avete un cognome meno stravagante del mio la ricerca è più impegnativa, ma è sempre fonte di sorprese.
I motori di ricerca spaziano in tutto il mondo ed è quindi facile valicare i confini dell'italiano e trovarsi di fronte a pagine Web nelle lingue più disparate. Scoprirete ben presto che molti siti offrono le stesse pagine in varie lingue, fra le quali spesso c'è l'italiano. Spesso il motore di ricerca vi porta alla pagina scritta nella lingua principale senza però dirvi che ne esiste una versione tradotta.
A questa manchevolezza si rimedia facilmente con un po' di astuzia. L'indirizzo o URL di un sito Web multilingue ha quasi sempre una struttura del tipo http://www.esempio.com/english/index.html. Spesso basta sostituire english con italian o italiano per rivelare una pagina in italiano che il motore non aveva pescato. Se non è english, può essere en (english abbreviato) e quindi l'equivalente è it, oppure il documento si chiama index_e.html nella versione inglese e index_i.html in quella italiana. Insomma, ci siamo capiti.
Già che stiamo parlando di traduzioni, non fatevi illusioni sulle capacità dei programmi di traduzione automatica. Sono infatti in vendita numerosi programmi che asseriscono di tradurre in italiano qualsiasi pagina Web, e anche AltaVista offre un servizio Translate ("traduci", appunto), ma i risultati sono a dir poco comici. Guardate come AltaVista ha tradotto il paragrafo precedente:
Already that we are speaking about translations, not fatevi illusions on the abilities to the programs of automatic translation. Programs are in fact in sale numerous that they allegate translate in Italian whichever Web page, and also AltaVista offers a Translate service ("translate", exactly), but the result are to say little comic.
Quando poi gli ho chiesto di ritradurlo in italiano, ecco quel che ne è rimasto:
Già che stiamo parlando delle traduzioni, non illusioni di fatevi sulle abilità ai programmi della traduzione automatica. I programmi sono in effetti nella vendita numerosa che allegate traducono in italiano quale Web page ed inoltre AltaVista offre ad un servizio di traduzione ("tradurre", esattamente), ma il risultato deve dire poco comic.
Devo aggiungere altro?
Come avrete notato, la pecca principale dei motori di ricerca (e, in misura minore, degli indici) è l'eccessivo numero di risultati. Troppa scelta, nessuna scelta. Ci vuole qualcosa di più specifico.
Su Internet ci sono centinaia di altri "minimotori di ricerca" dedicati ad argomenti specifici. Di solito si scovano alla fine di estenuanti ricerche tramite i motori tradizionali oppure chiedendo ad amici o colleghi che condividono il vostro stesso interesse per la materia. Ecco qualche esempio.
Audiofind, un motore di ricerca specializzato in musica prelevabile via Internet, trova le canzoni di Madonna.
Una ricerca di indirizzi di e-mail. Toh, guarda un po', ho trovato un altro Attivissimo.
Un motore di ricerca per i newsgroup: Déjà .
Arrivati a questo punto avete tutto quel che vi serve per esplorare il Web in lungo e in largo: sapete usare un browser e avete già fatto conoscenza con i siti chiave di Internet, quelli che servono per trovare tutti gli altri.
Permettetemi però di condurvi in una delle mie navigazioni: coglierò l'occasione per presentarvi qualche altro sito che spero troverete interessante e strada facendo vi mostrerò alcune delle funzioni più sofisticate del Web.
Cominciamo da un argomento che sicuramente sta a cuore a molti italiani e a poche italiane. No, non sto parlando delle donzelle di Penthouse! Mi riferivo allo sport, e in particolare al cosiddetto "sport passivo", nel senso di "sono uno sportivo: leggo la Gazzetta dello Sport tutti i giorni".
Il sito della Gazzetta dello Sport.
Il sito Internet della Gazzetta dello Sport (http://www.gazzetta.it) è guarda caso uno dei più consultati d'Italia e mi offre l'occasione di mostrarvi varie particolarità . Tanto per cominciare, la schermata si suddivide in porzioni indipendenti, chiamate frame (si pronuncia "frèim").
I frame consentono di tenere fissa una parte della pagina, in questo caso l'elenco di sport sulla sinistra e la serie di link in alto (che servono per raggiungere altre sezioni del sito), mentre facciamo scorrere la finestra centrale che contiene le notizie del momento.
Non tutti i siti hanno il buon gusto di far capire chiaramente che usano i frame, delimitando le parti della schermata con una riga come nel caso della Gazzetta dello Sport. Tuttavia il vostro browser vi indicherà sempre la situazione tramite le sue barre di scorrimento, che si moltiplicheranno in base al numero di frame. Le barre di scorrimento sono rettangoli orizzontali o verticali, molto allungati, ai cui estremi ci sono due frecce. Cliccando con il puntatore sopra le frecce, il testo scorre verso l'alto o verso il basso.
Il sito della "rosea" offre non solo immagini a colori e testo aggiornato in continuazione, ma anche un motore di ricerca interno, che consente di accedere alle classifiche, agli annali e a una serie di archivi storici preziosissimi per gli appassionati di tanti sport. Questo è un classico esempio di informazioni autorevoli e ben strutturate che un motore di ricerca generalista non troverebbe.
Può darsi che prima di poter ascoltare un suono o un altro elemento multimediale di una pagina dobbiate disporre di un programma interprete apposito, chiamato plug-in (si pronuncia "plaghìn"), che si integra con il vostro browser.
La maggior parte degli elementi multimediali (immagini, videoclip, suoni, animazioni) di una pagina Web può essere gestita dal browser. Tuttavia ogni tanto, cliccando su un link vi imbatterete in un enigmatico messaggio che vi segnala che il vostro browser non è in grado di gestire i dati che sta per ricevere.
Che fare? Andare di corsa al negozio di computer più vicino e comperare un CD-ROM con tutti i programmi per Internet? Nossignore, ci pensa la Rete. Infatti i browser di oggi sono abbastanza "furbi" da andare a prelevare automaticamente da Internet il programma plug-in più opportuno.
Il browser raggiunge il sito del proprio produttore e da lì, invece di farsi mandare una pagina Web, si fa trasmettere il file contenente il programma. Una volta che l'avete ricevuto sul vostro computer, non dovete fare altro che installarlo.
Già che stiamo parlando di prelevamento di programmi, vi porto a visitare un archivio di programmi. Ce ne sono tanti su Internet, ma uno dei più famosi è Tucows (http://www.tucows.com).
Un archivio di programmi prelevabili da Internet: Tucows.
Avete probabilmente intuito che il sito si chiama "due mucche" (normalmente si scriverebbe two cows, ma permettete ai gestori questa licenza -- ehm -- poetica). Non chiedetemi il perché; è una delle strane forme di umorismo che troverete spesso in Rete. Qui trovate tutti i migliori programmi per Internet e per la gestione del vostro computer.
La maggior parte dei programmi elencati presso Tucows è freeware o shareware. Purtroppo in questo caso le descrizioni dei programmi sono in inglese, ma se sapete come si chiama il programma che vi interessa non dovreste fare fatica.
Una volta trovato il programma, basta cliccare sul link per dire al browser di prepararsi a riceverlo. Il browser lo registra in una cartella a vostra scelta del vostro apparecchio, esattamente come se l'aveste copiato da un dischetto o da un CD-ROM.
Non spaventatevi: non è necessario sapere l'inglese per consultare una valida biblioteca di programmi. Infatti ci sono numerosi siti Internet italiani dedicati alla raccolta e distribuzione di programmi. Uno dei più ricchi e premiati è Volftp (http://www.volftp.it). Il bello è che qui troverete anche molti programmi scritti da programmatori italiani e quindi più adatti di quelli internazionali alle esigenze locali: sono scritti in italiano, il che non guasta, e offrono funzioni che rispecchiano la realtà informatica italiana, come per esempio un "contascatti" che calcola il costo delle telefonate o programmi per i calcoli dell'IVA o delle conversioni dell'euro.
Una biblioteca italiana di programmi liberamente prelevabili: Volftp.
Le biblioteche italiane sono senz'altro molto più facili da consultare, ma non tralasciate quelle straniere. È lì, infatti, che arrivano prima le ultimissime versioni dei vari programmi e giochi di uso internazionale, che vengono pubblicati in inglese molto prima di essere tradotti. Spesso, come nel caso dei cosiddetti driver ("drà iver", piccoli programmi che controllano una stampante, un monitor o un altro accessorio del computer), la traduzione non serve o non viene mai eseguita, per cui li troverete quasi esclusivamente nei motori stranieri.
C'è chi, come me, lo chiama prelevare, chi preferisce scaricare o ricevere; altri vanno per le spicce e si dedicano a tirare giù i programmi da Internet. Insomma, non c'è un termine standard italiano per indicare il trasferimento di un file da un computer di Internet al vostro.
Visto che i siti italiani sono una piccola percentuale del totale, vi conviene tenere presente l'espressione universalmente utilizzata, che è in inglese: download (si pronuncia "dà un-lòod"). Così potrete orientarvi senza problemi anche nei siti esteri.
L'operazione contraria, meno frequente, consiste nell'inviare un file dal proprio computer a un altro di Internet. Anche qui i termini italiani si sprecano e c'è molto disaccordo. Tanto vale adoperare l'inglese come lingua franca e usare upload (pronunciato "à p-lòod").
Questa magnifica possibilità di prelevare programmi mediante un browser ha numerosi vantaggi. Innanzi tutto, una volta che vi siete procurati un browser con metodi "tradizionali" (da un CD-ROM allegato a una rivista d'informatica, per esempio), potete usare il browser medesimo per prelevare da Internet tutti gli altri programmi, come il mailer o il newsreader.
In secondo luogo, i produttori di programmi non devono più sostenere costi di imballaggio, spedizione e distribuzione; questo consente loro di far circolare non solo nuove versioni dei programmi, ma anche di correggere a costo zero gli errori (tutt'altro che rari) delle versioni già distribuite. Le "pezze" che i programmatori mettono alle proprie creature si chiamano patch (si pronuncia "pà cc", con la doppia C di focaccia).
Non prelevate programmi da siti diversi da quelli del produttore originale. I programmi sono il veicolo ideale per far arrivare al vostro computer i virus più micidiali. Tenete sempre e comunque in funzione un antivirus.
Va da sé che non dovreste neppure pensare di prelevare programmi commerciali dai siti Internet pirata. Ci sono molti posti di Internet che offrono all'incauto visitatore copie non autorizzate di tutti i più importanti programmi venduti dalle società di software.
La regola per distinguere ciò che è gratis da ciò che non lo è si riassume in poche parole: se nel programma non c'è scritto gratis, free, demo o un altro sinonimo, siete di fronte a un prodotto commerciale non gratuito.
Se lo prelevate, commettete un atto di pirateria informatica punibile dalla legge. Non ci sono scuse che tengano. Dire "lo faccio solo per collezione, tanto non lo uso", "Bill Gates è già l'uomo più ricco del mondo anche senza i miei soldi" oppure "lo uso solo per provarlo, se mi piace lo compro" non ammansirà il giudice.
Se poi vi beccate anche un bel virus, ve lo siete cercato. Non venite a piangere sulla mia spalla.
Ma passiamo a qualcosa di più culturale. S'è fatto un gran parlare di Internet come l'alternativa alla televisione: in effetti, i primi studi compiuti sulla materia sembrano indicare che il tempo trascorso su Internet o davanti al computer è tolto da quello che altrimenti si trascorrerebbe di fronte al teleschermo.
Sia come sia, la televisione adotta un metodo "sequenziale" di dare le notizie, e soprattutto dà soltanto quelle che la testata giornalistica ritiene importanti. È un sistema grossolanamente inefficiente: dovete aspettare che scorra l'intero telegiornale prima di arrivare alla notizia che v'interessa (sempre che la presentino), e sulla tivù non c'è il tasto dell'avanti veloce.
Oltretutto, a causa degli alti costi di produzione, la televisione cerca di soddisfare il maggior numero possibile di utenti, col risultato che lo stato di depilazione delle gambe di Naomi Campbell viene trattato molto più approfonditamente che la deforestazione in Amazzonia (pur essendo due problemi concettualmente analoghi).
Peggio ancora, se vi recate all'estero e non alloggiate in un albergo con la TV via satellite, scordatevi la televisione italiana; troverete forse qualche giornale del giorno prima, ma a cinquemila lire la copia la voglia di leggere dei guai di casa nostra passa in fretta.
Internet elimina questi problemi di sequenzialità , di regionalità e di filtraggio arbitrario e vi libera dalla schiavitù degli orari. Le notizie su Internet ci sono ventiquattr'ore al giorno tutto l'anno, con foto (a colori), approfondimenti e anche filmati, e siete voi a scegliere quali v'interessano.
Uno dei numerosi giornali italiani disponibili in Rete, con la possibilità di ricerca negli archivi: la Repubblica (http://www.repubblica.it).
L'archivio di notizie di un giornale costituisce un patrimonio normalmente difficile da sfruttare. Non è pensabile, per la maggior parte delle persone, andare a sfogliare un archivio cartaceo di una biblioteca per scoprire un'informazione. Se invece l'archivio dei vecchi numeri di un giornale è accessibile via Internet, l'utente può consultarlo nella comodità di casa sua e con l'ausilio dei sistemi elettronici di ricerca, che gli abbreviano il compito di reperire le informazioni che gli servono.
La qualità e attendibilità delle informazioni che trovate sui siti Web gestiti dalle testate che pubblicano riviste e giornali tradizionali (cartacei) sono probabilmente le più alte di tutti i servizi informativi di Internet.
Anche se Internet è il loro principale concorrente, non tutte le televisioni l'hanno snobbata. Alcune, anzi, hanno fatto proprio il detto "se non puoi batterli, unisciti a loro". Così anche la famosa CNN offre un sito Web (http://cnn.com) con numerosi approfondimenti sui temi che normalmente tratta di corsa nei continui notiziari, e offre un bollettino quotidiano gratuito da ricevere via e-mail.
Anche la Rai, Canale 5 e altre testate televisive italiane stanno facendo qualche sforzo. Parecchie reti radio commerciali hanno un sito Internet, magari con una telecamera che diffonde l'immagine del deejay in studio in tempo reale; alcune sono addirittura ascoltabili via Internet da qualsiasi parte del mondo, come Radio 101 (http://radio101.it).
La Rai ha un vasto sito Web dal quale potete ricevere le ultime notizie del Giornale Radio, i programmi della filodiffusione, informazioni su programmi come Mediamente, Golem, Caterpillar e altro ancora. Inoltre potete sfogliare il Televideo e informarvi sui ritardi dei treni, sugli scioperi degli aeroporti, e altre godurie.
Il sito Rai (http://www.rai.it) offre anche delle preziosissime teche, nelle quali trovate un archivio preziosissimo della storia della televisione e della radio in Italia; è parte vitale della nostra memoria. Anche qui trovate un valido motore di ricerca interno che esplora parti della Rete invisibili ai motori generalisti. Canale 5, da parte sua, offre siti di approfondimento per molti suoi programmi, come Target e Striscia la notizia.
Un'immagine dagli archivi Web della Rai. Notare i link audio.
Un altro tipo di "testata elettronica" è costituita dalle Webzine. Si pronuncia "ueb-zìin" ed è una contrazione dell'inglese Web magazine, che significa "rivista pubblicata sul Web". Detto questo il concetto è praticamente già spiegato: si tratta di una rivista che non viene distribuita su carta ma solamente via Internet.
È composta da pagine del World Wide Web, quindi corredate di grafica, animazioni e suoni in aggiunta al testo, e chiunque può leggerla da casa tramite il proprio browser. Molte delle riviste più eccentriche e interessanti che trattano di Internet sono pubblicate in questo modo.
Giusto per citarne qualcuna, considerate Affari italiani (http://www.affaritaliani.it), che è una rivista elettronica generalista, oppure Delos, imperdibile se siete amanti della fantascienza (http://delos.fantascienza.com). Se vivete a pane e computer e masticate l'inglese, attingete al sapere di CNet (http://www.cnet.com), una delle Webzine più autorevoli dedicate all'informatica.
Una quotatissima Webzine italiana: Delos.
Il fatto che non esistano costi di stampa e di distribuzione per le Webzine consente loro di sostenersi soltanto ospitando inserzioni pubblicitarie, senza chiedere abbonamenti. Come avrete notato nelle immagini, quasi tutte le pagine Web che abbiamo visitato contengono almeno uno striscione pubblicitario, chiamato banner ("banna"), sul quale potete cliccare per farvi condurre al sito dell'azienda inserzionista.
Ebbene sì, anche su Internet c'è la pubblicità . Tuttavia le pagine pubblicitarie del Web sono diverse dalle assillanti persecuzioni di slogan beceri cui ci ha assuefatto la televisione.
La pubblicità televisiva o stampata ha requisiti d'efficacia, concisione e immediatezza che non consentono di far arrivare al lettore molte informazioni concrete. Un detersivo lava così bianco che più bianco non si può, ma non c'è tempo per dirvi quanto ne dovete usare a seconda della durezza della vostra acqua.
Internet, invece, permette alle aziende di "pubblicare" informazioni molto più concrete e dettagliate di una foto e qualche slogan a effetto. Il risultato è duplice: non occorrendo grandi investimenti, la pubblicità grava poco sul prodotto e quindi su chi lo compra e permette anche alle piccole aziende di farsi conoscere senza essere stritolate dai grandi gruppi.
In secondo luogo, vedere la pubblicità su Internet richiede un atto volontario dell'utente: come la pornografia telematica, se non gl'interessa, basta che scelga di non andare a sfogliarsela. Perché un utente sia invogliato a visitare una pagina pubblicitaria, quella pagina gli deve fornire qualcosa di più di uno slogan. Infatti le pagine Web promozionali sono ottime fonti d'informazioni sui prodotti.
Giusto per fare un esempio, Omnitel, Wind e Telecom Italia Mobile, società di cui forse avrete sentito parlare, pubblicano gli aggiornamenti delle proprie tariffe e dei propri servizi anche sul Web. In questo modo possono far arrivare con pochissima spesa ai potenziali clienti e agli utenti già acquisiti le informazioni sui loro servizi, che per loro stessa natura sono complesse e articolate e non possono essere riassunte in uno spot di trenta secondi.
Sono in molti a lamentarsi per l'affollamento pubblicitario di Internet. Dopotutto, il banner è un'immagine, spesso oltretutto animata, e quindi richiede tempo per essere ricevuta sul nostro schermo; in altre parole, rallenta la navigazione e incide sulla bolletta telefonica. Sono così nati i programmi adblocker ("ad-blòccher"), che filtrano le pagine Web e bloccano la ricezione dei banner. Uno di questi programmi, WebWash, è disponibile gratuitamente presso nientemeno che la Siemens (http://www.siemens.de/servers/wwash).
Concettualmente, eliminare la pubblicità dal Web è una bella idea, ma senza le inserzioni molti servizi Web preziosissimi dovrebbero chiudere oppure chiedere un canone. Immaginatevi quanto sarebbe complicato navigare in Internet se ogni sito visitato fosse protetto contro gli scrocconi da un codice d'accesso personale che dobbiamo ricordarci ed è diverso per ciascun sito, e se dovessimo ricordarci di pagare una bolletta separata per ogni pagina della Rete.
A proposito di siti preziosissimi, se siete appassionati di cinema quanto lo sono io, vi porto a vedere un sito che vi entusiasmerà : l'Internet Movie Database (http://www.imdb.com), ossia un archivio costantemente aggiornato di informazioni su film vecchi e nuovi, con elenchi completi degli attori, delle curiosità e dei blooper: gli errori che rimangono anche nella versione finale della pellicola, come le antenne TV nella Venezia degli anni 30 in Indiana Jones e l'Ultima Crociata.
Mettiamo alla prova questo sito. Mi è giunta voce che Rowan Atkinson, l'attore diventato famoso anche in Italia grazie al suo irresistibile personaggio Mr. Bean, sia comparso in un film della serie di James Bond. Sarà vero?
Impensabile mettersi a rivedere tutti i film di 007 a caccia di Mr. Bean. Meglio sedersi al computer e interrogare Internet. Raggiunto l'Internet Movie Database, basta digitare il nome di un attore o di un regista (o del più sconosciuto degli attrezzisti) nella casella di ricerca. Dopo una breve attesa, otteniamo l'elenco completo delle sue partecipazioni televisive e cinematografiche. Nel caso di Rowan Atkinson, troviamo anche la sua data di nascita, per cui il 6 gennaio potete mandare gli auguri a Mr. Bean.
Il risultato della nostra ricerca.
Ma torniamo a James Bond. Eccola lì: la risposta al mio dubbio. Rowan Atkinson è davvero stato nel cast di un film di 007, e specificamente Mai dire Mai, con Sean Connery. Sull'IMDB troverete anche la sua (unica) battuta con Connery: lascio a voi il piacere di scovarla.
Se esplorate bene il sito, vedrete fra l'altro che Atkinson non è soltanto Mr. Bean: la sua serie Blackadder, per esempio, è una delle più famose (e irresistibili) della televisione inglese. Purtroppo è intraducibile in italiano, perché è tutta basata sui giochi di parole e sulle battute fulminanti dell'attore.
Ma la cultura non è tutto nella vita: ci sono anche le tasse! Con una cliccata torniamo velocemente al prosaico e vediamo che cosa ci può offrire Internet in questo campo.
A proposito, se vi state domandando come faccio a conoscere tutti questi indirizzi di Internet, la risposta è semplice: mi informo presso chi ne sa più di me. Uno dei metodi migliori per conoscere posti tosti della Rete, particolarmente per chi usa Internet in Italia o in italiano, è la mailing list gratuita 100 link al mese, gestita da Davide Ruda, che vi manda periodicamente via e-mail un elenco tematico e commentato dei siti più interessanti di Internet. Per riceverlo basta visitare il relativo sito Web (http://www.100links.it/) e immettere il proprio indirizzo di e-mail. È a questa mailing list che devo i seguenti indirizzi, che offrono un nuovo modo per perdersi nei meandri della burocrazia italiana.
Il sito del Ministero delle Finanze.
Un altro servizio utilissimo della parte italiana di Internet è costituito dalle Pagine Gialle. Ognuno ha in casa quelle della propria città , ma spesso può capitare di aver bisogno informazioni su aziende, alberghi o servizi situati altrove. Telefonare al servizio informazioni Telecom è un salasso, ammesso che poi trovino quello che state cercando; via Internet si fa prima e si spende meno.
Una ricerca fra gli abbonati telefonici in Pronto.it trova di tutto.
Molte banche e società di servizi, come per esempio la Banca Popolare di Milano (http://www.bpm.it), offrono ai clienti la possibilità di interrogare da casa la propria situazione bancaria e di fare versamenti e pagamenti senza code agli sportelli e senza vincoli di orario.
Non vi basta evitare le code, il traffico, il maltempo e gli scippi? Ambite a qualcosa di più e vedete nel vostro futuro l'esaltazione dei guadagni in Borsa? Allora provate una delle società che offrono la compravendita nella Borsa italiana tramite Internet, come per esempio Directa (http://www.directa.it). Ma attenzione: questo non è un videogioco. I soldi, qui, sono veri e sono i vostri; li potete perdere tutti con la stessa facilità con cui li guadagnate.
Controllare e operare sul proprio conto corrente da casa si può con Internet. I dati non sono i miei.
Compravendita di azioni nella Borsa italiana via Internet.
Naturalmente, visto che appunto si tratta di soldi veri, c'è la questione della sicurezza: Internet è un ambiente che richiede particolari accorgimenti per poterci lavorare senza essere osservati da occhi indiscreti.
Per operazioni di questo genere, il Web offre sistemi di sicurezza a vari livelli: tanto per cominciare, alcune pagine sono protette da password, in modo che soltanto l'utente legittimo possa accedere ai dati.
Faccio un esempio pratico: controllo la mia bolletta cellulare via Internet. Vado al sito Omnitel (http://www.omnitel.it) e accedo alla sezione dedicata ai "Servizi Interattivi". Omnitel mi ha dato un codice d'accesso personale, che immetto nella schermata. Senza il codice giusto, nessun altro può consultare la mia bolletta.
Informazioni riservate, protette da un codice segreto.
Con questo servizio posso consultare la situazione delle mie bollette passate e sapere a quanto ammonterà la prossima prima ancora che mi arrivi. Dallo stesso sito posso inoltre inviare gratuitamente un messaggio di testo a qualsiasi telefonino Omnitel.
Troverete maggiori dettagli sulla scottante questione della sicurezza di Internet nel capitolo Privacy e sicurezza.
Un'altra delle tante opportunità interessanti offerte da Internet è lo shopping telematico. In altre parole, tramite la Rete potete ordinare prodotti che vi verranno spediti a casa, acquistare programmi per computer, sfogliare cataloghi di case in vendita, cercare dischi introvabili...
Ma, direte voi, non è quello che già facciamo con i normali cataloghi di vendita per corrispondenza? Allora dove sta la differenza?
Semplice: nell'accesso planetario. Anche se si tratta di un oscuro negozio di whisky rari nel Kentucky, se offre i suoi prodotti su Internet il suo mercato potenziale è l'intera massa dei duecento milioni di utenti della Rete (tolti gi astemi). Basta che una qualsiasi attività commerciale acquisti una pagina Web e vi metta il proprio catalogo, e tutto il mondo la può vedere.
Questo significa, dal punto di vista di chi compra, che diventa possibile confrontare i prezzi dei prodotti nei negozi di cinque continenti invece che quelli dei vari negozi della sua città per scovare le occasioni migliori. La spedizione tramite corriere e il pagamento con la carta di credito contribuiscono a completare l'annullamento delle distanze.
Un negozio italiano che vende solo via Internet.
Dal punto di vista di chi vende, invece, aprire un negozio virtuale su Internet significa eliminare totalmente le spese per locali aperti al pubblico (non ce ne sono) e ridurre drasticamente quelle per il personale (niente divise, vestitevi come vi pare, tanto non vi vede nessuno), fare a meno di filiali in ogni città e nazione, e restare aperti ventiquattr'ore su ventiquattro, sette giorni su sette. Chiedetelo a Michael Dell, capo della Dell Computer Corporation; è con questo sistema che è diventato dal nulla il numero due nella vendita di computer in tutto il mondo, fatturando nel 1999 la modica cifra di 40.000 miliardi di lire. Non ha ancora quarant'anni ed è già fantastiliardario.
Vendere e comperare sulla Rete ha i suoi pro e contro. Da un lato, vi offre accesso ad offerte che non potreste mai trovare altrimenti: molti prodotti sono in vendita soltanto in alcuni paesi del mondo, o costano molto meno all'estero.
Inoltre le informazioni disponibili sulle pagine Web sono in genere molto complete, e fare confronti fra venditori di un medesimo prodotto è molto facile: basta usare un motore di ricerca.
Dall'altro lato, ci si può perdere nella miriade di punti vendita che reclamano la nostra attenzione, come quando si va in un grande centro commerciale, e non è possibile toccare e provare il prodotto prima di acquistarlo. Anche se qualche imprenditore coraggioso ci sta provando, dubito che sia fattibile comprare scarpe o vestiti via Internet.
C'è anche qui la questione della sicurezza: di solito si paga tramite carta di credito, e c'è sempre il rischio che qualcuno intercetti i dati e faccia acquisti a scrocco. Per ora fate sonni tranquilli: sono comunque problemi che si risolvono con un minimo di accortezza.
Non vorrei che l'esempio precedente, riferito a un negozio di computer, vi desse l'impressione che fare acquisti via Internet significa limitarsi a stampanti, monitor e altre amenità per tecnomaniaci: sulla Rete si vende di tutto, dai libri alle case, dai preservativi a forma di trenino (giuro, presso il premiatissimo sito Condomania a http://www.condomania.com) alle automobili. Ho nell'agenda un paio d'indirizzi di piccolissime case vinicole italiane che fanno affari d'oro anche all'estero grazie a Internet.
Detto questo, torniamo allo shopping: per chiarire come funzionano e quali vantaggi offrono gli acquisti fatti tramite Internet, vi racconto un aneddoto di vita (telematica) vissuta: come ho acquistato un CD via Internet.
Qualche tempo fa cercavo un album della Electric Light Orchestra (se proprio volete saperlo, è la colonna sonora del film Xanadu) e non riuscivo a trovarlo nei negozi e nei cataloghi. Anzi, molti negozianti in Italia mi dissero categoricamente che non esisteva il CD ma soltanto l'album in vinile.
Ma io sono notoriamente cocciuto, e avendo a disposizione Internet feci qualche ricerca all'estero. La prima cosa da fare, ovviamente, era assicurarmi che esistesse la versione su CD della colonna sonora: essendo del 1980, era possibile che non fosse mai stata prodotta.
Una veloce ricerca su AltaVista, dando come parole chiave Xanadu e soundtrack ("colonna sonora") mi fece scoprire una mezza dozzina di siti di appassionati del medesimo gruppo musicale. In uno questi trovai l'informazione fondamentale: CD CSCS 6034, vale a dire il codice d'identificazione della versione su compact disc.
A caccia di dischi rari.
Dunque il prodotto esisteva! Peccato per la copertina in giapponese, ma tanto a me interessava il contenuto più che il contenitore. Del resto, da quando i CD hanno sostituito gli LP in vinile, le copertine degli album non hanno più lo stesso fascino: troppo piccole (sospiro nostalgico).
La caccia continuò con la ricerca di un negozio in grado di procurarmelo. Sempre con AltaVista, mi procurai un elenco di negozi di CD che vendevano per corrispondenza attraverso Internet. Ne trovai uno a Montreal, in Canada, che accettava ordini di dischi rari. Gli mandai via e-mail l'identificativo del CD, e pochi giorni dopo ricevetti la conferma della disponibilità del disco ad un prezzo accettabile. Mandai le coordinate della mia carta di credito al negozio (usando un fax, perché non si deve mai dare il numero di carta di credito in un e-mail) e poco dopo mi arrivò a casa un bel pacchettino contenente l'agognata colonna sonora.
Oltre ad aver permesso di completare la mia collezione musicale, la ricerca su Internet fu divertente come un'indagine da detective. Rovistai nei siti Internet di mezzo mondo, scoprendo archivi di testi di canzoni, negozi che vendono soltanto dischi di vinile, e molte altre chicche.
Da allora le cose sono cambiate parecchio: non è più necessario dedicarsi ogni volta a ricerche labirintiche, salvo i casi più difficili, per i quali il metodo che vi ho descritto è ancora il migliore. Ora si può attingere molto più comodamente all'immenso sapere di CDDB, il motore di ricerca dedicato alla musica, che rimanda direttamente a un negozio che vende il prodotto cercato: Amazon (http://www.amazon.com). Dà meno soddisfazione, forse, ma è più pratico (e costa anche parecchio meno, accidenti).
Il sito di Amazon.com.
Nel breve spazio del suo sviluppo esplosivo, iniziato soltanto nel 1993, il Web ha fagocitato gran parte degli altri servizi della Rete. Ho già accennato al fatto che si può partecipare ai newsgroup passando per il Web, grazie a Déjà , e tornerò sull'argomento nel Capitolo 7: adesso vi racconto come usare il Web anche per l'e-mail.
Il vantaggio di questo approccio integrato è che evita all'utente una quantità enorme di fastidi. Innanzi tutto, non è più necessario procurarsi e installare tre programmi (il mailer, il newsreader e il browser): ne basta uno solo, cioè il browser. Non occorre configurare parametri o fare manutenzione: tutto il software risiede sulla Rete, non sul vostro apparecchio.
Cosa ancora più gradevole, i servizi di e-mail via Web sono utilizzabili nello stesso modo partendo da qualsiasi apparecchio, ovunque si trovi. Potete andare in vacanza o spostarvi per lavoro senza portarvi appresso un computer; leggerete e spedirete la vostra posta da un Internet café o dal computer di un amico esattamente come se foste davanti al vostro schermo abituale. Anche se non viaggiate ma avete un computer in ufficio e uno a casa, con questo sistema la posta che vedete su un computer è la stessa che vedete dall'altro. Potete usare un computer per Windows, un Mac, un Amiga o un set top box: sullo schermo vedrete sempre e comunque la stessa situazione.
In più l'e-mail via Web è gratuita e facilissima da usare. Basta scegliere un sito che ospiterà la vostra posta, scegliere uno userid e una password, e il gioco è fatto. Niente configurazioni, niente aggiornamenti. Uno dei siti più "caldi" in questo settore è Hotmail (http://www.hotmail.com), con oltre 40 milioni di utenti, ma anche molti fornitori d'accesso italiani offrono servizi analoghi, come per esempio la Free Mail di Italia On Line (http://www.iol.it).
E-mail gestita tramite il Web con Hotmail.
Vi starete forse domandando perché allora sono stato così stupido da assillarvi per un intero capitolo su come configurare un mailer quando c'è una soluzione così elegante e semplice. Fidatevi, ho le mie ragioni e ve le espongo subito.
La prima magagna fondamentale dell'e-mail via Web è appunto che la vostra posta sta su Internet, non sul vostro computer. Se la volete leggere, dovete essere collegati alla Rete; e dovete esserlo anche mentre componete i messaggi in uscita. Per chi ha una connessione permanente a Internet o non paga le telefonate urbane (come in America) questo non è un problema, ma per noi europei che paghiamo ogni singolo accesso a Internet nella bolletta del telefono, usare l'e-mail in questo modo è un salasso garantito.
C'è poi la questione non indifferente della sicurezza. Proprio Hotmail è stata violata a titolo dimostrativo da un gruppo di hacker a fine agosto del 1999, che hanno poi reso pubblico il metodo usato per la dimostrazione. Non era necessaria la password: bastava conoscere lo userid della vittima designata e si aveva accesso immediato alla sua corrispondenza.
Nell'e-mail normale, la posta viene conservata sul vostro computer; una volta che l'avete prelevata, viene cancellata dalla memoria dei computer del fornitore d'accesso. Se il vostro computer è protetto, la vostra posta è blindata. Nell'e-mail via Web, invece, il vostro archivio di posta è sui computer della società che fornisce il servizio. Chiunque riesca a mettere le mani sul vostro userid e sulla password (o riesca a scavalcarla) ha accesso immediato a tutto quello che avete scritto e ricevuto e se lo può leggere con calma da casa propria senza che voi ve ne accorgiate.
In ultima analisi il mio consiglio è questo: se usate l'e-mail per motivi di lavoro, non adoperate l'e-mail via Web. Una comunicazione aziendale riservata che finisse nelle mani sbagliate sarebbe un disastro. Se invece il vostro uso dell'e-mail è puramente personale e non scrivete nulla di troppo compromettente, apprezzate con tranquillità i vantaggi di Hotmail e soci: attenti alla bolletta telefonica, però.
C'è un caso in cui mi sento di consigliare senza alcuna remora l'e-mail via Web: quello in cui volete avere un account di posta personale cui accederete tramite i computer del luogo dove lavorate o studiate, che hanno una connessione permanente a Internet.
In questa situazione, infatti, avete tutti i benefici e nessuno svantaggio. Avete a disposizione un accesso continuo a Internet di cui non pagate la bolletta, per cui comporre i messaggi mentre siete collegati non è un problema. Inoltre gli amministratori dei sistemi informatici non vedono di buon occhio l'utente che vuole installare programmi personali sui computer dell'azienda, ma con Hotmail e simili non occorre installare niente. Col sistema tradizionale, invece, dovreste installare e configurare un mailer solo per voi.
Fra l'altro, un mailer tradizionale conserverebbe la vostra posta personale sui computer dell'azienda. Questo non sarebbe molto corretto, ma lasciamo perdere: il vero problema è che l'amministratore di sistema potrebbe cancellarvela durante una manutenzione o curiosarci dentro a suo piacimento. Sgradevole. Con il sistema via Web, invece, la vostra posta è fuori dalla portata dell'amministratore. Potete fare completamente a meno di un abbonamento personale alla Rete.
Niente riempie d'orgoglio il cuore di un informatico come il possedere una pagina Web personale; è un misto di status symbol, di esibizionismo e di raffinata e paziente costruzione. La gente normale cura il proprio giardino; gli internettari cesellano le proprie pagine Web in notti insonni. Parlo per esperienza: mia moglie è sposata con uno di questi maniaci.
Avere una pagina su Internet non è difficile: potete farlo per vanità personale o per lavoro. Per esempio, se avete un'attività commerciale, può darsi che v'interessi pubblicizzarla sul Web o anche vendere attraverso Internet.
In sostanza, chi vuole pubblicare informazioni in modo da renderle accessibili tramite il World Wide Web non deve fare altro che scrivere dei file contenenti del testo e delle istruzioni d'impaginazione, memorizzarli su un computer facente parte di Internet, e consentire a chiunque di accedervi in lettura.
Le istruzioni contenute in questi file sono scritte in un linguaggio chiamato HTML. A grandi linee, l'HTML è costituito da semplici comandi come <B> e </B> per indicare l'inizio e la fine del grassetto o <TITLE> e </TITLE> per indicare un titolo.
Questa non è la sede adatta per farvi un corso pratico di HTML: troverete tutte le informazioni che vi servono nei libri dedicati specificamente a quest'argomento e, ovviamente, in vari documenti disponibili su Internet. Fra l'altro, ogni pagina Web che visitate è una lezione di HTML: infatti basta salvarla sul proprio disco rigido per esaminarne con calma la struttura e imparare dall'esempio altrui le tecniche di impaginazione più sofisticate.
Per fortuna sta diventando sempre meno necessario scrivere manualmente questi codici arcani: sono disponibili numerosi programmi, fra i quali anche Microsoft Word, nei quali potete comporre le vostre pagine Web senza scrivere una riga di codice HTML, anche se i risultati non sono così efficienti come quelli ottenibili digitando direttamente il codice. La versione elettronica di questo testo, per esempio, è stata composta usando Word in combinazione con l'espansione gratuita Internet Assistant. Praticamente ho composto il testo come consueto e poi Word l'ha convertito in formato HTML.
Gli stessi browser Netscape ed Explorer sono entrambi in grado di comporre pagine Web. Ma c'è un problema: quale HTML usare?
Il formato in cui sono scritte le istruzioni HTML incluse nelle pagine del Web è oggetto di uno standard formale. Tuttavia i creatori delle pagine Web e soprattutto i produttori dei browser si sentono limitati dagli standard e cercano di introdurre varianti e "migliorie" in continuazione.
Sicché esistono varie versioni di HTML non sempre compatibili fra loro: ora siamo arrivati all'HTML 4.0, che è lo standard formale, ma ci sono anche evoluzioni sperimentali dell'HTML chiamate DHTML e XML. Queste sono le versioni "ufficiali". Nonostante questa continua evoluzione, sia Netscape, sia Explorer introducono insistentemente codici HTML nuovi senza attendere che diventino standard a tutti gli effetti.
Il risultato demenziale è che ci sono pagine Web che si leggono correttamente soltanto con Explorer e altre leggibili solamente usando Netscape. È per questo che spesso trovate nelle pagine Web la scritta Best viewed with Internet Explorer o with Netscape (si legge meglio se si usa Explorer o, rispettivamente, Netscape).
Chi ci rimette in questa guerra di standard è l'utente, che viene indotto a usare due browser che fanno regolarmente a cazzotti quando s'incontrano sullo stesso computer. L'obiettivo non dichiarato di queste evoluzioni, infatti, non è migliorare il Web: è far fuori il browser concorrente rendendolo incompatibile. Sono in molti a protestare contro questa inutile guerra: è per questo che nelle pagine Web ben fatte troverete spesso anche la dicitura Best viewed with your eyes (si legge meglio se si usano... gli occhi).
Consiglio pratico: visitate soltanto le pagine compatibili col vostro browser, e se vi imbattete in una pagina illeggibile, lamentatevi con il suo autore. Lo scopo del Web è rendere le informazioni accessibili a tutti, non di creare due schieramenti di opposte partigianerie. Una pagina Web che non può essere letta da qualsiasi browser moderno è un controsenso e viola l'universalità di accesso che è un fondamento della Netiquette.
Non mi riferisco ai disagi della gravidanza, ma al travaglio per l'introduzione della moneta unica europea. L'euro non è ancora materialmente nelle nostre tasche, ma già introduce problemi e incompatibilità da tutte le parti. Anche l'HTML ne risente: infatti è stato necessario introdurre una variante al linguaggio per consentire la visualizzazione del simbolo dell'euro.
Il guaio è che soltanto i browser più recenti sono in grado di gestire questo simbolo: gli altri mostrano sullo schermo un enigmatico "€" che scombina gli incolonnamenti e rende la pagina meno leggibile. Niente di intollerabile, ma comunque un fastidio.
Se componete pagine Web, il mio consiglio è di evitare questo simbolo almeno per un po', visto che là fuori c'è tanta gente che usa vecchi computer (e quindi vecchi browser) per accedere a Internet. Al resto del mondo, poi, dell'euro non gliene potrebbe fregar di meno e sarà difficile che i non europei aggiornino i loro programmi soltanto per vedere bene quella strana E con due barrette che sembra il parente grasso del dollaro. Scrivete "euro" per esteso e vi capiranno tutti.
Se invece state per acquistare un apparecchio per Internet non aggiornabile, come per esempio un supertelefonino o certi set top box e alcune console per videogiochi, assicuratevi che legga bene questo simbolo: è un ottimo sistema per verificare che il prodotto sia recente e di qualità .
La procedura per creare la propria vetrina su Internet è abbastanza semplice. Occorre comperare dello spazio su un disco rigido di un computer collegato in modo permanente alla Rete (cioè su un server), e poi mettere in questo spazio i file che compongono le vostre pagine Web. Quasi tutti i fornitori d'accesso a Internet consentono di acquistare spazio sui loro server a prezzi abbordabilissimi, spesso addirittura gratis.
Una volta siglato il contratto d'affitto del "terreno" virtuale su cui edificherete il vostro ancor più virtuale negozio, non vi resta che scrivere o far scrivere le righe in linguaggio HTML che descrivono la vostra pagina, e poi trasferirle sul computer del vostro fornitore di spazio Web.
Una volta trasferite, sono in genere immediatamente visibili a tutti gli utenti di Internet e potete cominciare a raccogliere ordini via e-mail.
Un'azienda ha bisogno di rendere facilmente memorizzabile l'indirizzo delle proprie pagine Internet. Per queste esigenze esiste la possibilità di comperare un nome di domain, come http://www.lamiafabbrichetta.it, che converrete è senz'altro più pratico da ricordare di http://www.fornitoredaccessoqualsiasi.it/aziende/ospiti/lamiafabbrichetta.html.
Costa un po' di più (non molto), ma ha numerosi vantaggi: oltre ad essere un indirizzo facile da ricordare, vi permette di traslocare i vostri dati da un fornitore d'accesso all'altro senza che i visitatori si accorgano del cambiamento.
Se non avete ambizioni commerciali ma volete semplicemente presentare al mondo intero la foto del vostro gatto o la vostra raccolta di figurine o pubblicare le vostre poesie, potete usare dello spazio Web fornito gratuitamente da varie società connesse a Internet.
Molti fornitori di spazio Web, infatti, regalano spazio sui loro server a scopo promozionale, a condizione che lo spazio non venga utilizzato per fini di lucro o indecenti. Potete richiedere il vostro fazzoletto di terreno virtuale semplicemente compilando un modulo sul Web; entro qualche ora riceverete l'autorizzazione a inviare i vostri file in formato HTML e sarete visibili in tutto il globo terracqueo.
Potreste persino essere proprietari di uno spazio Web e non saperlo! Infatti è sempre più di moda regalare, insieme all'account, anche dello spazio Web (da 10 megabyte in su). È una prassi adottata da molti fornitori d'accesso italiani, fra cui Tin, Infostrada e Tiscali.
Il guaio è che se cambiate fornitore d'accesso per qualsiasi motivo, dovrete traslocare anche le vostre pagine Web, che di conseguenza cambieranno indirizzo. Se avete in mente qualcosa di duraturo, vi conviene rivolgervi a una società diversa da quella che vi fornisce l'accesso a Internet. Le mie pagine Web, per esempio, sono ospitate da anni presso Geocities (http://www.geocities.com), che ormai conta milioni di "inquilini" di tutto il mondo.
Moltissimi di questi cittadini della città virtuale sono italiani. Uno in particolare (Nicola Randone) ha pensato giustamente di rendersi utile ai suoi compatrioti fornendo una traduzione in italiano delle istruzioni per crearsi una pagina Web su Geocities. Il suo indirizzo è http://www.geocities.com/nicolarandone/geoguide.
Geocities è una delle comunità più grandi e longeve, ma non è certo l'unica. Se cercate un servizio che parli italiano come lingua madre, potete provare senz'altro Xoom (http://www.xoom.it), che è un fornitore di spazio Web gratuito italiano. Offre addirittura spazio illimitato, confidando sul fatto che è ben difficile che un sito personale si espanda oltre un certo limite pratico.
Un sito che fornisce spazio Web gratuitamente (xoom.it).
Se penso che solo tre anni fa lo spazio Web in Italia si pagava trecentomila lire l'anno per megabyte, mi viene un travaso di bile. Ma cosa ci guadagna questa gente a regalare spazio sul Web? Pubblicità . Nelle vostre pagine Web vengono infilati automaticamente banner commerciali. Ogni volta che qualcuno clicca su un banner, al fornitore dello spazio Web va in tasca un tot. Alcuni fornitori di spazio arrivano addirittura a condividere questo tot con l'utente.
Mentre tirate il fiato dopo questa purtroppo fugace scorribanda nel ciberspazio, considerate un fatto: quasi tutti i siti che abbiamo visitato erano in italiano. Non c'era traccia dell'inglese, ma di certo non per questo i siti erano poco interessanti: anzi, rispecchiavano situazioni e problemi molto più vicini a noi di quelli americani.
Questo dovrebbe rendere chiaro oltre ogni dubbio che ormai Internet non è più una "cosa" americana che fa moda in quanto straniera: è una risorsa di tutto il mondo, che parla tutte le lingue e offre informazioni utili anche a livello locale.
Probabilmente ci avete già pensato da soli, ma ve lo confermo: potete usare lo stesso collegamento per esplorare il Web e per gestire l'e-mail, senza dovervi scollegare e ricollegare. Per esempio, potete collegarvi, mandare la posta, riceverla, poi girare sul Web, e infine consultare i newsgroup, come vedremo nel Capitolo 7, tutto in un'unica sessione. Anzi, se avete un computer ragionevolmente potente, potete fare tutte queste cose contemporaneamente.
Non esistono due servizi Internet più dissimili della posta elettronica e del Web. L'e-mail è essenziale, scarna al limite del povero, essendo limitata ad usare puro testo, senza neanche una sottolineatura (eccezion fatta per l'HTML mail, che però non è standard). Il Web è invece riccamente multimediale, con colori, suoni, immagini, interattività facile e spontanea.
Tutte queste belle cose, però, hanno un prezzo. Se l'e-mail è la Panda del ciberspazio, il Web è la sua Ferrari: bella, seducente, ricca di sensazioni nuove.... ma molto, molto cara da usare.
Il prezzo dell'uso del Web ovviamente non si misura in termini di chilometri al litro o di bollo e assicurazione. Si misura in termini di tempo di connessione, e questo significa (per noi comuni mortali) tempo telefonico: in altre parole, bollette salate.
In una sessione di posta, vi collegate, mandate i vostri messaggi, e vi scollegate. Per prelevare le risposte fate altrettanto qualche tempo dopo. In una sessione Web, invece, mandate la richiesta di ricevere una pagina e poi dovete aspettare, senza scollegarvi, che la pagina vi arrivi. E intanto il tassametro corre.
Inoltre un messaggio di e-mail occupa in genere meno di mille byte, mentre una pagina Web raramente occupa meno di diecimila byte, cui se ne aggiungono almeno altrettanti per le foto e i disegni. Non stupisce quindi che molti utenti, invece di usare l'espressione World Wide Web, parlino di World Wide Wait ("uòrld uà id uèit", cioè "attesa planetaria").
Quindi se vi piace la multimedialità del WWW, preparatevi a lunghe attese fra una pagina e l'altra; scordatevi di poter fare zapping come fate per cambiare canale con il telecomando della televisione. E rassegnatevi a veder aumentare la vostra bolletta!
Uno dei modi per sopperire alla lentezza del Web è visitare due posti contemporaneamente. A costo di causarvi un certo strabismo mentale, potete infatti aprire più finestre sul Web nel medesimo browser.
Un altro trucco molto spiccio ed efficace è disattivare la visualizzazione delle immagini salvo i casi indispensabili. Infatti il testo della pagina Web è solitamente poca cosa in confronto alla parte grafica e quindi si riceve rapidamente. La zavorra grafica non solo non viene visualizzata, ma non viene prelevata affatto, per cui il risparmio è reale e considerevole.
Ci sono molti altri espedienti per velocizzare l'uso del Web, ma li possiamo affrontare con calma nel capitolo Uso avanzato di Internet.
Uno dei pericoli che si affaccia a Internet, a causa del suo stesso successo, è l'intasamento dovuto al traffico eccessivo di dati.
Se considerate che il traffico di dati su Internet aumenta del 10% ogni mese, è facile intuire che molto spesso si formano ingorghi. Basta che ci sia un solo "collo di bottiglia", magari a metà strada, per rallentare enormemente l'interazione fra voi e il computer remoto.
Finché si tratta di spedire o ricevere e-mail, questo non è quasi mai un problema, dato che comunque prelevate la posta soltanto quando è già arrivata al computer del vostro fornitore d'accesso. Ma se volete esplorare il WWW, vi conviene cercare di sfruttare gli orari in cui il traffico è minore: in genere è meglio evitare di navigare quando è sera dove siete voi o nel continente in cui si trova il sito da visitare.
Per fortuna alcune risorse di Internet, fra cui molte pagine Web, sono duplicate, nel senso che ne esistono copie su vari computer sparsi per il globo. Queste copie si chiamano mirror (si pronuncia all'incirca "mirra" e significa "specchio"). Molte delle più ricche collezioni di programmi e informazioni, come Tucows, sono consultabili sia su computer statunitensi, sia altrove, soprattutto su computer in Europa.
Se le medesime informazioni sono reperibili in posti diversi, conviene sempre cercare di interagire con quello geograficamente più vicino, anche se non mancano le eccezioni (una è l'Italia, dove spesso si passa per Stoccolma per viaggiare da Bari a Cagliari).
Cercare il sito più vicino a noi è anche una questione di Netiquette. Anche se a voi non comporta nessuna differenza di spesa chiamare un computer in America o uno in Svizzera, il codice etico di Internet richiede che ogni utente si dia da fare per causare il minor traffico possibile. Se chiamate un computer a Taiwan, per esempio, impegnate almeno ventimila chilometri di Rete e un numero prodigioso di nodi di Internet per smistare il vostro traffico.
Ma come facciamo a sapere in quale parte del mondo si trova esattamente un sito Internet?
Il nome di un sito è sempre composto di varie sezioni separate da punti. La sezione più importante è l'ultima, chiamata suffisso e costituita da due o tre lettere, che indica il tipo del sito oppure -- ed ecco il punto -- la sua collocazione geografica.
I seguenti suffissi sono "non geografici": in teoria possono indicare siti che si trovano ovunque nel mondo, ma in pratica quasi tutti i siti che li adottano sono situati negli Stati Uniti.
Questi sono i suffissi classici: esistono praticamente da quando esiste Internet. Negli anni scorsi sono stati predisposti altri nuovi suffissi, ma non sono ancora entrati nell'uso. I più importanti sono i seguenti:
Tenete presente che in realtà i nomi di domain non vengono sempre assegnati rispettando rigorosamente le regole. Esistono siti pornografici con il suffisso net e siti italiani con il suffisso com, tanto per fare qualche esempio.
Il resto del mondo, invece, tende ad usare nomi di zona a due lettere che indicano la regione geografica in cui si trova il sito. Per esempio, it è il nome di zona per l'Italia, fr quello della Francia, de quello della Germania, e così via. Quindi per sapere dove si trova un sito basta guardare il suffisso.
Se v'incuriosisce sapere quali sono i suffissi dei vari paesi, qui vi offro una delle versioni più esaurienti della lista completa. Il modo migliore per ottenerne gli aggiornamenti è rivolgersi ad un motore di ricerca, immettendo come argomento le parole domain names, list e Togo (io uso Togo perché qualsiasi lista che include persino il suffisso Internet per quel paese deve essere molto completa).
AD |
Andorra |
AE |
Emirati Arabi Uniti |
AF |
Afganistan |
AG |
Antigua e Barbuda |
AI |
Anguilla |
AL |
Albania |
AM |
Armenia |
AN |
Antille Olandesi |
AO |
Angola |
AQ |
Antartide |
AR |
Argentina |
AS |
Isole Samoa |
AT |
Austria |
AU |
Australia |
AW |
Aruba |
AZ |
Azerbaigian |
BA |
Bosnia-Erzegovina |
BB |
Barbados |
BD |
Bangladesh |
BE |
Belgio |
BF |
Burkina Faso |
BG |
Bulgaria |
BH |
Bahrein |
BI |
Burundi |
BJ |
Benin |
BM |
Bermuda |
BN |
Brunei |
BO |
Bolivia |
BR |
Brasile |
BS |
Bahamas |
BT |
Bhutan |
BV |
Isola di Bouvet |
BW |
Botswana |
BY |
Bielorussia |
BZ |
Belize |
CA |
Canada |
CC |
Isole Cocos (Keeling) |
CF |
Repubblica Centroafricana |
CG |
Congo |
CH |
Svizzera |
CI |
Costa d'Avorio |
CK |
Isole Cook |
CL |
Cile |
CM |
Camerun |
CN |
Cina |
CO |
Colombia |
CR |
Costarica |
CS |
Cecoslovacchia (obsoleto) |
CU |
Cuba |
CV |
Capo Verde |
CX |
Isola di Natale |
CY |
Cipro |
CZ |
Repubblica Ceca |
DE |
Germania |
DJ |
Gibuti |
DK |
Danimarca |
DM |
Dominica |
DO |
Repubblica Dominicana |
DZ |
Algeria |
EC |
Ecuador |
EE |
Estonia |
EG |
Egitto |
EH |
Sahara occidentale |
ES |
Spagna |
ET |
Etiopia |
FI |
Finlandia |
FJ |
Isole Figi |
FK |
Falkland |
FM |
Micronesia |
FO |
Isole Faroer |
FR |
Francia |
FX |
Francia (territori europei) |
GA |
Gabon |
GB |
Regno Unito d'Inghilterra |
GD |
Grenada |
GE |
Georgia |
GF |
Guyana francese |
GH |
Ghana |
GI |
Gibilterra |
GL |
Groenlandia |
GM |
Gambia |
GN |
Guinea |
GP |
Guadalupe |
GQ |
Guinea Equatoriale |
GR |
Grecia |
GT |
Guatemala |
GU |
Guam |
GW |
Guinea Bissau |
GY |
Guyana |
HK |
Hong Kong |
HM |
Isole Heard e McDonald |
HN |
Honduras |
HR |
Croazia |
HT |
Haiti |
HU |
Ungheria |
ID |
Indonesia |
IE |
Irlanda |
IL |
Israele |
IN |
India |
IO |
Territori britannici nell'Oceano Indiano |
IQ |
Iraq |
IR |
Iran |
IS |
Islanda |
IT |
Italia |
JM |
Giamaica |
JO |
Giordania |
JP |
Giappone |
KE |
Kenya |
KG |
Chirghisistan |
KH |
Cambogia |
KI |
Kiribati |
KM |
Comoros |
KN |
Saint Knitts and Nevis |
KP |
Corea del Nord |
KR |
Corea del Sud |
KW |
Kuwait |
KY |
Isole Cayman |
KZ |
Kazachstan |
LA |
Laos |
LB |
Libano |
LC |
Saint Lucia |
LI |
Liechtenstein |
LK |
Sri Lanka |
LR |
Liberia |
LS |
Lesotho |
LT |
Lituania |
LU |
Lussemburgo |
LV |
Lettonia |
LY |
Libia |
MA |
Marocco |
MC |
Principato di Monaco |
MD |
Moldavia |
MG |
Madagascar |
MH |
Isole Marshall |
MK |
Macedonia |
ML |
Mali |
MM |
Myanmar |
MN |
Mongolia |
MO |
Macao |
MP |
Isole Marianne del Nord |
MQ |
Martinica |
MR |
Mauritania |
MS |
Montserrat |
MT |
Malta |
MU |
Mauritius |
MV |
Maldive |
MW |
Malawi |
MX |
Messico |
MY |
Malesia |
MZ |
Mozambico |
NA |
Namibia |
NC |
Nuova Caledonia |
NE |
Niger |
NF |
Isola di Norfolk |
NG |
Nigeria |
NI |
Nicaragua |
NL |
Olanda |
NO |
Norvegia |
NP |
Nepal |
NR |
Nauru |
NT |
Zona neutrale tra Arabia Saudita e Iraq |
NU |
Niue |
NZ |
Nuova Zelanda |
OM |
Oman |
PA |
Panama |
PE |
Perù |
PF |
Polinesia francese |
PG |
Papua e Nuova Guinea |
PH |
Filippine |
PK |
Pakistan |
PL |
Polonia |
PM |
Saint Pierre et Miquelon |
PN |
Pitcairn |
PR |
Puerto Rico |
PT |
Portogallo |
PW |
Palau |
PY |
Paraguay |
QA |
Qatar |
RE |
Reunion |
RO |
Romania |
RU |
Federazione Russa |
RW |
Ruanda |
SA |
Arabia Saudita |
SB |
Isole Solomon |
SC |
Seychelles |
SD |
Sudan |
SE |
Svezia |
SG |
Singapore |
SH |
Sant'Elena |
SI |
Slovenia |
SJ |
Isole Svalbard e Jan Mayen |
SK |
Slovacchia |
SL |
Sierra Leone |
SM |
San Marino |
SN |
Senegal |
SO |
Somalia |
SR |
Suriname |
ST |
Sao Tome e Principe |
SU |
Ex Unione Sovietica (obsoleta ma in uso) |
SV |
El Salvador |
SY |
Siria |
SZ |
Swaziland |
TC |
Isole Turks e Caicos |
TD |
Ciad |
TF |
Territori francesi del sud |
TG |
Togo |
TH |
Tailandia |
TJ |
Tagikistan |
TK |
Tokelau |
TM |
Turkmenistan |
TN |
Tunisia |
TO |
Tonga |
TP |
Timor |
TR |
Turchia |
TT |
Trinidad e Tobago |
TV |
Tuvalu |
TW |
Taiwan |
TZ |
Tanzania |
UA |
Ucraina |
UG |
Uganda |
UK |
Regno Unito d'Inghilterra |
UM |
Isole minori degli Stati Uniti |
US |
Stati Uniti |
UY |
Uruguay |
UZ |
Uzbekistan |
VA |
Stato Città del Vaticano |
VC |
Saint Vincent et Grenadines |
VE |
Venezuela |
VG |
Isole Vergini britanniche |
VI |
Isole Vergini (Stati Uniti) |
VN |
Vietnam |
VU |
Vanuatu |
WF |
Isole Wallis e Futuna |
WS |
Samoa |
YE |
Yemen |
YU |
Iugoslavia |
ZA |
Sud Africa |
ZM |
Zambia |
ZR |
Zaire |
Afganistan |
AF |
Albania |
AL |
Algeria |
DZ |
Andorra |
AD |
Angola |
AO |
Anguilla |
AI |
Antartide |
AQ |
Antigua e Barbuda |
AG |
Antille Olandesi |
AN |
Arabia Saudita |
SA |
Argentina |
AR |
Armenia |
AM |
Aruba |
AW |
Australia |
AU |
Austria |
AT |
Azerbaigian |
AZ |
Bahamas |
BS |
Bahrein |
BH |
Bangladesh |
BD |
Barbados |
BB |
Belgio |
BE |
Belize |
BZ |
Benin |
BJ |
Bermuda |
BM |
Bhutan |
BT |
Bielorussia |
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Bosnia-Erzegovina |
BA |
Botswana |
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Brasile |
BR |
Brunei |
BN |
Bulgaria |
BG |
Burkina Faso |
BF |
Burundi |
BI |
Cambogia |
KH |
Camerun |
CM |
Canada |
CA |
Capo Verde |
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Cecoslovacchia (obsoleto) |
CS |
Chirghisistan |
KG |
Ciad |
TD |
Cile |
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Cina |
CN |
Cipro |
CY |
Colombia |
CO |
Comoros |
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Congo |
CG |
Corea del Nord |
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Corea del Sud |
KR |
Costa d'Avorio |
CI |
Costarica |
CR |
Croazia |
HR |
Cuba |
CU |
Danimarca |
DK |
Dominica |
DM |
Ecuador |
EC |
Egitto |
EG |
El Salvador |
SV |
Emirati Arabi Uniti |
AE |
Estonia |
EE |
Etiopia |
ET |
Ex Unione Sovietica (obsoleta ma in uso) |
SU |
Falkland |
FK |
Federazione Russa |
RU |
Filippine |
PH |
Finlandia |
FI |
Francia |
FR |
Francia (territori europei) |
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GA |
Gambia |
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GE |
Germania |
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Ghana |
GH |
Giamaica |
JM |
Giappone |
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GI |
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Grenada |
GD |
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Guam |
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GT |
Guinea |
GN |
Guinea Bissau |
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Guinea Equatoriale |
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Guyana francese |
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HK |
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Isole Cocos (Keeling) |
CC |
Isole Cook |
CK |
Isole Faroer |
FO |
Isole Figi |
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Isole Heard e McDonald |
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Isole Marianne del Nord |
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Isole Marshall |
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Isole minori degli Stati Uniti |
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Isole Solomon |
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Isole Svalbard e Jan Mayen |
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Isole Turks e Caicos |
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Isole Vergini britanniche |
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ML |
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MT |
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Mauritius |
MU |
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MX |
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FM |
Moldavia |
MD |
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MN |
Montserrat |
MS |
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MZ |
Myanmar |
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NA |
Nauru |
NR |
Nepal |
NP |
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NE |
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Portogallo |
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Qatar |
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Regno Unito d'Inghilterra |
GB |
Regno Unito d'Inghilterra |
UK |
Repubblica Ceca |
CZ |
Repubblica Centroafricana |
CF |
Repubblica Dominicana |
DO |
Reunion |
RE |
Romania |
RO |
Ruanda |
RW |
Sahara occidentale |
EH |
Saint Knitts and Nevis |
KN |
Saint Lucia |
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Saint Pierre et Miquelon |
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Saint Vincent et Grenadines |
VC |
Samoa |
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Spagna |
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Stato Città del Vaticano |
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Sud Africa |
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Tagikistan |
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Taiwan |
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Tanzania |
TZ |
Territori britannici nell'Oceano Indiano |
IO |
Territori francesi del sud |
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Togo |
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Tokelau |
TK |
Tonga |
TO |
Trinidad e Tobago |
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Tunisia |
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Ucraina |
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Uganda |
UG |
Ungheria |
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Uruguay |
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Uzbekistan |
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Vanuatu |
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Venezuela |
VE |
Vietnam |
VN |
Yemen |
YE |
Zaire |
ZR |
Zambia |
ZM |
Zona neutrale tra Arabia Saudita e Iraq |
NT |
E con questo si conclude il breve giro esplorativo del Web. Nel prossimo capitolo vi presenterò in dettaglio la terza risorsa chiave di Internet: i newsgroup.
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- bruch
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- buonarroti
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