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Dicevano gli antichi che la poesia è scala a Dio. Forse non è così se mi leggi. Ma il giorno io lo seppi che ritrovai per te la voce, sciolto in un gregge di nuvoli e di capre dirompenti da un greppo a brucar bave di pruno e di falasco, e i volti scarni della luna e del sole si fondevano, il motore era guasto ed una freccia di sangue su un macigno segnalava la via di Aleppo. C. Di Fonzo, «La dolce donna dietro a lor mi pinse/ con un sol cenno su per quella scala» (Par. XXII, 100-101), in «Studi Danteschi», vol 63 (1991 pubblicato nel 1996), pp. 141- 175. |
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l'uomo che fece il nido negli interstizi delle più antiche favole [E. Montale] Pio Rajna, La Materia e la Forma della "Divina Commedia". I mondi oltraterreni nelle letterature classiche e nelle medievali. Introduzione, edizione, commento a cura di Claudia Di Fonzo. Premessa di Francesco Mazzoni, Firenze, Le Lettere, 1998 ("Quaderni degli studi danteschi" 12). Per la prima volta trascritte e studiate, le "paginette" autografe contenenti l’intiero ciclo di lezioni tenute in occasione del primo corso milanese di Pio Rajna (1873 -1874) "La Materia e la Forma della Divina Commedia", epigrafe apposta sul secondo dei 18 fascicoli, di complessive 221 carte (221 scritte più 3 bianche), conservate in Marucelliana con la segnatura Carte Rajna XI C. 7., costituiscono un importante implemento della bibliografia di Rajna esordiente all'Accademia Scientifico-letteraria, e un ulteriore documento delle tendenze storico-culturali che si intersecavano sul nascere della "Filologia" in Italia, quale disciplina a sé. Effettivo argomento del corso sono I mondi ultraterreni nelle letterature classiche e nelle medievali o come scrive Rajna altrove Le leggende dei viaggi oltremondani (in servigio della Divina Commedia"). Nella parte introduttiva Rajna sottolinea come la "visione" fosse Forma connaturata ai tempi di Dante, affronta il problema della conoscenza delle lingue straniere da parte dell’Alighieri, mostra come Dante non sapesse di greco e di ebraico e come invece ben conoscesse le lingue d’oc e d’oil insieme sorelle e rivali del volgare italiano. Segnaliamo in questa sede l'indispensabile raccolta di Scritti di filologia e linguistica italiana e romanza di Pio Rajna a cura di G. Lucchini con una breve Premessa di F. Mazzoni e una Introduzione di Cesare SEGRE, Roma , Salerno Editrice, 1998. 26 maggio 1999
FIRENZE a cura della Società Dantesca Italiana e della Casa Editrice Le Lettere Zygmunt G. Baranski e Francesco Mazzoni hanno presentato il volume Pio Rajna, La materia e la forma della Divina Commedia, a cura di Claudia Di Fonzo (Quaderni degli «Studi Danteschi» 12) ore 17.30 / Biblioteca Marucelliana, Salone di lettura, via Cavour, 43 |
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e ki sa grace nus enveit, vueil en Romanz metre en escrit, si cum li livre le nus dit, en remembrance e en memoire, 'Des Peines de l'Espurgatoire'; qu'a seint Patriz volt Deus muster le liu u l'um i deit entrer. [Marie de France, ed. Warnke] C. Di Fonzo, La leggenda del “Purgatorio di S. Patrizio” nella tradizione di commento trecentesca, Comunicazione tenuta presso il Dipartimento di Italianistica della Sapienza di Roma il 10 giugno 1997 in Dante e il locus inferni. Creazione letteraria e tradizione interpretativa a cura di S. Foà e S. Gentili, «Studi (e testi) italiani» 4 (1999), pp. 53-72. Poi ampliato La leggenda del «Purgatorio di S. Patrizio» fino a Dante e ai suoi commentatori trecenteschi, «Studi Danteschi» LXV (2000), pp. 177-201. |
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