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Ho sempre sentito dire che gli uomini d'ogni età quando vedono per la prima volta una cosa bella e grande restano a bocca aperta.
Non per un intimo gusto di contraddizione, ma solamente in onore del vero, io debbo dichiarare che quando a sei anni vidi il mare per la prima volta rimasi tre giorni a bocca chiusa. E non basta, perché, una volta chiuse, le mie piccole labbra si coprirono rapidamente di una cerchia di screpolature sottili fastidiosissime, e quindi di una leggiera crosta che poteva sembrare il sigillo apposto sul fallimento della mia bocca, e che soltanto dopo un paio di settimane poté scomparire del tutto.
Un giorno, una signora col suo figlioletto passava in carrozza per la via di una grande città, allorché i cavalli si spaventarono e si dettero a correre all'impazzata, scaraventando il cocchiere giù dal suo sedile e lasciando i viaggiatori paralizzati dal terrore. Ma un coraggioso giovane, che guidava il furgone di un droghiere, si gettò contro gli animali scalpitanti e riuscì ad arrestarne le fuga, a rischio della propria vita. Riconoscente, la signora si segnò il numero del giovane e, appena giunta a casa, riferì l'atto eroico al marito (il quale aveva letto i libri); questi ascoltò il commovente resoconto con occhi bagnati di pianto e, dopo avere, unitamente ai suoi cari restituiti al suo affetto, reso grazie a Colui il quale non permette che neppure un passero cada a terra ignorato, mandò a chiamare il coraggioso giovane e, messogli in mano un assegno di cinquecento dollari, gli disse:
— Prendete questo in premio del vostro nobile gesto, William Ferguson; e, se mai avrete bisogno di un amico, ricordate che Thompson McSpadden ha un cuore grato.
Impariamo da questa storia che una buona azione non può non recare benefizio a chi la compie, per umile che egli sia.
E' morto all'eta' di 73 anni, nella sua casa di Fiesole, l'editore Giuseppe D'Anna. Assieme al padre e al fratello Guido fu artefice dei grandi successi della casa editrice D'Anna, che negli ultimi 50 anni del Novecento si distinse soprattutto per le pubblicazioni scolastiche assurgendo a importanza di assoluto rilievo. Giuseppe D'Anna era nato a Messina il 27 giugno 1932 e si era trasferito a Firenze per la realizzazione del progetto editoriale nel 1955. D'Anna e' stato anche autore di numerose pubblicazioni di narrativa e poesia ispirate tutte alla Sicilia e alla sua terra natale... ansaweb
L'Olanda conferma la propria fama di Paese tollerante e multiculturale anche grazie all'inedita e bizzarra iniziativa di Jan Krol, direttore della biblioteca di Alman.
Con l'intento di dare una spinta innovativa ai normali servizi di prestito bibliotecario, in un'ottica di apertura alle differenze culturali, Krol ha pensato di dare ai propri utenti la possibilità di portarsi a casa non solo i soliti volumi sottobraccio, ma persone in carne e ossa. La biblioteca di Alman, unica nel suo genere, consente infatti di prendere in prestito per un'ora rom, musulmani od omosessuali.
Quale sia il senso dell'iniziativa lo spiega lo stesso Krol: «Chi viene da noi - dice - può "affittare" un musulmano e rivolgergli tutte le domande che non avrebbe il coraggio di fare incrociandolo per strada». Insomma, chiunque sia incuriosito dalla vita nomade o voglia scambiare quattro chiacchiere sul Corano, per esempio, non deve far altro che chiedere alla biblioteca di Alman Tizio o Caio in prestito.
A disposizione degli iscritti, infatti, ci sono dieci persone di diversa estrazione sociale e di diverso credo. Una, insomma, per ogni curiosità socioculturale che non si accontenti d'essere soddisfatta dai libri, ma desideri l'approfondimento faccia a faccia... da libero.it
Vi è una chiesa nella città di New York, che io ho sempre guardato con speciale interesse, per via di un matrimonio che quando mia nonna era bambina vi fu celebrato in circostanze quanto mai singolari. Volle il caso che la venerabile signora assistesse alla scena, che, da allora in poi, divenne il tema favorito della sua conversazione. Non sono così profondo cultore di antiche tradizioni da poter affermare che l'edificio che ora sorge nello stesso luogo, sia proprio quello cui mia nonna si riferiva, né varrebbe la pena di correggere un sentimentale errore, leggendo la data di costruzione sulla lapide che sormonta la porta. Si tratta di una chiesa maestosa, circondata da un prato del più smagliante verde, sul quale sorgono urne, colonne, obelischi e altri tipi di monumenti marmorei, tributi di privati affetti o più splendide rimembranze di storiche ceneri. A un simile posto, sebbene il tumulto della città corra impetuoso sotto il suo recinto, si è naturalmente propensi ad associare qualche leggendaria tradizione.
Siamo nel 1894: uno scrittore naturalista, intriso di positivismo, ammiratore sfrenato di Verga, Zola, Flaubert (e di Leopardi) si lascia intervistare da Ugo Ojetti, che sta realizzando la sua famosa inchiesta Alla ricerca dei letterati. Ma Federico De Roberto (questo è il suo nome) è spossato dallo «sforzo materiale e mentale» che gli ha inflitto la stesura della sua opera-monstre appena pubblicata: I Vicerè, il capolavoro di respiro europeo che non gli darà alcun successo. L'enorme romanzo gli ha succhiato tutte le energie per raccontare - con spietata lucidità e a un'Italia che non vuole ascoltarlo - la «degenerazione» organica e la permanenza al potere di una stirpe, gli Uzeda. Quasi dei Buddenbrook siciliani (ma in anticipo di sette anni su quelli anseatici di Thomas Mann) che sanno attraversare indenni, con cinico trasformismo tutte le peripezie del risorgimento.
Lo scrittore confida comunque al giornalista il progetto del suo nuovo romanzo: L'Imperio, che dovrebbe sviluppare l'antiepopea della classe dirigente meridionale. La scena si sposterà dalla Sicilia a Roma, il nuovo centro di potere dello Stato unitario, teatro dell'ulteriore ascesa d'un Uzeda, Consalvo, che arriverà fino a sfiorare il governo della nuova nazione. L'anno dopo il romanzo è già annunciato come imminente. Ma non esce... continua su Il Manifesto
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Non è ancora uscito, ma il nuovo, provocatorio romanzo di Michel Houellebecq, La possibilité d'une île, ponderoso excursus fantascientifico del controverso scrittore francese a base di sesso e cloni, si è già imposto come il protagonista incontrastato della rentrée letteraria d'oltralpe, monopolizzando l'attenzione di critici e lettori e scatenando infuocate polemiche. Ecco cosa se ne dice in giro.
Il primo a occuparsene in Francia è stato Le Figaro, che l'ha stroncato per voce del critico Angelo Rinaldi dedicandogli anche un altro articolo molto negativo intitolato Silenzio, si vende!Le Monde ha intervistato Houellebecq, mentre Libération parla di uno Tsunami annunciato, di cui tutti parlano anche se quasi nessuno l'ha ancora letto. L'Express si concentra invece su una acida biografia non autorizzata di Houellebecq (da cui si scopre che il suo vero cognome è, molto banalmente, Thomas) offrendone anche un estratto. Le Nouvel Observateur gli dedica un ritratto, definendolo "lo scrittore della disperazione contemporanea", e passa in rassegna le prime reazioni - contrastate - al romanzo. Le Point infine parla dell'autore come di un barometro sociale.
Interesse anche all'estero. In Gran Bretagna il Timessi sofferma sull'anticipo da un milione e passa di euro pagato per il romanzo, in Spagna il suo amico Fernando Arrabal proclama il suo "amore incondizionato" per il libro su ABC mentre La Segundadescrive una Francia divisa dalla sua uscita. Quanto all'Italia, il Corriereanticipa trama e temi dell'opera e La Stampa si è occupata delle aspre discussioni suscitate dalle modalità di lancio del romanzo volute dal suo editore.
Un Principe era stizzito per essersi adoperato sempre e soltanto alla perfezione delle generosità volgari. Prevedeva strabilianti rivoluzioni dell'amore, e sospettava le sue donne di potere qualcosa di meglio, di questa compiacenza ornata di cielo e di lusso. Voleva vedere la verità, l'ora del desiderio e della soddisfazione essenziali. Fosse, o no, un'aberrazione di pietà, volle. Possedeva almeno un potere umano abbastanza vasto.
Tutte le donne che lo avevano conosciuto furono assassinate. Che strage nel giardino della bellezza! Sotto la sciabola, lo benedirono. Non ne ordinò di nuove. - Le donne riapparvero.
Uccise tutti coloro che lo seguivano, dopo la caccia o le libagioni. - Tutti lo seguivano.
Si divertì a sgozzare gli animali di lusso. Diede fuoco ai palazzi. Si avventava sulla gente e la faceva a pezzi. - La folla, i tetti d'oro, i begli animali continuavano a esistere.
E' mai possibile estasiarsi nella distruzione, ringiovanirsi mediante la crudeltà! Il popolo non mormorò. Nessuno offrì l'assistenza delle proprie opinioni.
Una sera, galoppava superbo. Un Genio apparve, di bellezza ineffabile, anzi inconfessabile. Dalla sua fisionomia e dal suo portamento emanava la promessa d'un amore molteplice e complesso! di una gioia indicibile, anzi insopportabile! Il Principe e il Genio si annientarono probabilmente nella sanità essenziale. Come avrebbero potuto non morirne? Insieme dunque morirono.
Ma quel Principe spirò, nel suo palazzo, a un'età normale. Il Principe era il Genio. Il Genio era il Principe.
La musica sapiente vien meno al nostro desiderio. da Illuminazioni qui il testo in lingua originale
Alberto Caramella, Il libro liberato
Passigli editore, 28 euro isbn 88.368.0949.9
Possibile che solo poche ellissi
avvolgano il ricordo solatio?
Scricchiolerà la chiglia sui ciottoli
la vela si alzerà sul filo salso.
Spinta di vento spingerà
noi che leggiamo nel mare avventura
e da lontano crediamo di amarlo.
Ma sassi per millenni rotolati
di pelle morbida colore fino
come ricordi nella tasca pesano,
se l'albero s'inclina arbusto fermato
e graffia il cielo ad imbrigliare il mare
e lega l'onda che irride e sfonda.
La sabbia sradicata dal deserto
pennella color ocra sulla tolda
il sole che svergogna tra le nuvole.
Fertile
fonde il crogiuolo,
senza curare il fuoco.
Il silenzio delle Sirene (Das Schweigen der Sirenen)
Dimostrazione del fatto che anche mezzi inadeguati, persino puerili, possono servire alla salvezza.
Per difendersi dalle Sirene, Odisseo si tappò le orecchie con la cera e si lasciò incatenare all'albero maestro. Naturalmente tutti i viaggiatori avrebbero potuto fare da sempre qualcosa di simile, eccetto quelli che le Sirene avevano già sedotto da lontano, ma era risaputo in tutto il mondo che era impossibile che questo potesse servire. Il canto delle Sirene penetrava dappertutto e la passione dei sedotti avrebbe spezzato ben più che catene e albero. Odisseo non ci pensò, benché forse lo sapesse. Confidava pienamente in quel poco di cera e in quel fascio di catene, e, con innocente gioia per i suoi mezzucci, andò direttamente incontro alle Sirene.
Ora, le Sirene hanno un'arma ancora più terribile del canto, cioè il silenzio. Non è certamente accaduto, ma potrebbe essere che qualcuno si sia salvato dal loro canto, ma non certo dal loro silenzio. Al sentimento di averle sconfitte con la propria forza, al conseguente orgoglio che travolge ogni cosa, nessun mortale può resistere.
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Lodevole e assai interessante la nuova iniziativa della più grande libreria online: Amazon Shorts è una specie di iTunes letterario, in cui è possibile scaricare a un prezzo più che modico (49 cents) singoli racconti inediti disponibili esclusivamente in formato digitale. Spesso assai famosi gli autori, tra cui James Lee Burke, che propone un racconto noir intitolato The Molester. Dicono ad Amazon: "Amazon Shorts aiuterà gli autori a trovare nuovi lettori e permetterà ai lettori di scoprire autori che ameranno. Speriamo che rendendo la letteratura breve ampiamente e facilmente disponibile, la nostra società possa contribuire alla riscoperta di questo tipo di opera". (Jugo)
Si conta e si racconta un bellissimo racconto a lorsignori: Una volta c'era un re con tre figlie femmine. Alle tre figlie un giorno, a tavola, il padre disse: - Allora, và, vediamo un po' chi mi vuol bene di voialtre.
Gli si rivolge la più grande:
- Papà, vi voglio bene quanto gli occhi miei.
- Papà, vi voglio bene quanto il mio cuore - rispose la mezzana.
La più piccola disse: - Papà, io vi voglio bene quanto l'acqua e il sale.
Il re si offese. - A me, come l'acqua e il sale, me ne vuoi? Presto, chiamate i carnefici, che la uccidano subito!