Ultimo aggiornamento: 2022/03/21 10:10.
Venerdì e sabato sarò con la Dama del Maniero a Losanna per incontrare gli
astronauti Apollo Dave Scott e Charlie Duke insieme a tutti gli altri
ospiti spaziali dell’evento
Legends of Space. Non avrei
mai pensato che un giorno sarei andato in auto elettrica a incontrare due
persone che hanno usato un’auto elettrica cinquant’anni fa sulla Luna.
Se non avete mai incontrato uno di questi protagonisti della storia
dell’esplorazione, non perdetevi quest’occasione. Non capita spesso che siano
da queste parti. Ci sono ancora alcuni posti disponibili.
Il viaggio si organizza in fretta: la via più semplice, partendo dal Maniero
Digitale a Lugano, è passare per il Sempione e sfruttare il treno-navetta. Il
percorso primario proposto da Google Maps, che passa da Berna, è teoricamente
un pochino più veloce (10 minuti in meno su 4 ore), ma è lungo 385 km contro
290 e comporta il transito di punti notoriamente difficili e lenti come il
tunnel del Gottardo e i vari cantieri aperti lungo la strada.
Per cui proveremo l’ebbrezza del treno (elettrico) che trasporta l’auto
(elettrica) e ci fa riposare e risparmiare strada. Il piano è questo:
- Partenza dal Maniero con il 100% di carica (fatta a casa, di notte).
-
Lugano-Iselle (stazione), 105 km, 1h43m previsti. Nessuna tappa di ricarica
necessaria (l’auto, una Tesla Model S con batteria da 70 kWh che chiamiamo
Tess, ha circa 330 km di autonomia reale). Poca autostrada, probabilmente
molto pittoresca da percorrere.
-
Salita sul
treno-navetta e transito
fino a Brig (circa 20 minuti; ne parte
uno ogni 90 minuti), restando a bordo a riposare al calduccio (essendo elettrica, possiamo
tenere acceso il riscaldamento).
-
Brig-Losanna (163 km, 1h 46). Nessuna tappa di ricarica necessaria, ma lungo
il percorso la
mappa dei Supercharger Tesla
(che per noi sono gratuiti) ci dice che possiamo caricare lungo l’autostrada
(o nelle sue adiacenze) a Steg-Hohtenn, Martigny e Bussigny (vicinissimo a
Losanna).
Per la ricarica sul posto, mentre assistiamo all’evento,
Nextcharge mi dice c’è
un’ampia rete di colonnine lente, una delle quali è adiacente al
SwissTech Convention Center nel quale ci
sarà il raduno spaziale.
Dovremmo quindi poter ripartire con il 100% di carica e quindi ripetere il
viaggio a ritroso senza nessuna sosta dedicata alla ricarica. Vi aggiornerò
sull’esito dell’avventuretta nei prossimi giorni.
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Venerdì 18 aprile. Il viaggio d’andata ha avuto qualche complicazione.
Siamo partiti in ritardo di un quarto d’ora (alle 13.15) per via di urgenze di
lavoro e abbiamo trovato rallentamenti a causa di un incidente in autostrada,
e così nonostante un po’ di guida... vivace (ma entro i limiti) lungo la
tortuosissima parte svizzera del percorso fino a Iselle (consigliabilissima
per le moto, meno per chiunque soffra di mal d’auto), siamo arrivati alla
stazione del treno-navetta poco dopo che era partito quello che avevamo
previsto di prendere, per cui abbiamo dovuto aspettare un’ora e mezza fino al
treno successivo. Per queste evenienze avevo portato con me il computer
portatile e quindi la Dama ed io ci siamo visti, comodamente in auto, un paio
di telefilm (Resident Alien e un pezzetto di Star Trek Picard).
La stazione di Iselle è deserta e malconcia, sembra quasi abbandonata nelle
pause fra un treno e l’altro, tanto che avevamo l’impressione di essere nel
posto sbagliato. Ma alla fine il treno è arrivato, siamo saliti sulla rampa,
abbiamo caricato l’auto e ci siamo rilassati in auto intanto che la navetta ci
trasportava fino a destinazione. Nessuno ci ha chiesto il biglietto, che
avevamo pre-acquistato online (è un biglietto open, da 24 CHF, che si
mostra all’arrivo a Brig). Il viaggio dura una ventina di minuti in tutto, ed
è un po’ disorientante ma piacevole stare a bordo di un’auto che si muove, e
vedere dai finestrini il paesaggio che scorre, senza però dover guidare o
prestare attenzione alla strada. Abbiamo proseguito la visione di
Picard, ma il treno è molto rumoroso e vibra parecchio, per cui
l’esperienza non è esaltante. Però evita comunque di fare il valico in auto e
permette di staccare dalla guida per una ventina di minuti avvicinandosi lo
stesso alla destinazione.
Arrivati a Brig scendiamo dal treno e il viaggio si fa lungo e tedioso per via
del traffico e dei continui cantieri: continuiamo a passare da strade
cantonali a pezzetti di autostrada. Il risultato di tutto questo è che
arriviamo a destinazione a Losanna alle 19.30, dopo ben sei ore e un quarto.
Non è un’esperienza che ripeterei, ma valeva la pena di provarla almeno una
volta.
Parcheggiamo Tess senza poterla caricare come avevamo sperato di fare, perché
la colonnina non-Tesla vicina all’albergo è occupata e lo resterà per ore
grazie a due simpatici automobilisti elettrici che hanno pensato bene di
lasciare lì le proprie auto dopo aver finito di caricare (diversamente dalle
colonnine Tesla, in queste colonnine lente generiche non ci sono tariffe di
occupazione penalizzanti per chi fa queste cose). Essendo noi arrivati con il
13% di carica residua, metto Tess in power save per la notte per
ridurre il consumo notturno (l’auto non è mai “spenta”, in modo da poterla
gestire da remoto, per cui consuma qualcosina anche da ferma). Vedremo cosa
fare l’indomani o stanotte.
Finalmente verso mezzanotte la colonnina si libera, ma è tardi e dovrei andare
a spostare l’auto, a fine carica, alle quattro del mattino circa, per cui
soprassediamo. Ci penseremo l’indomani.
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Sabato 19 aprile. La colonnina vicina all’albergo è di nuovo occupata
da un altro abusivo. Il guaio è che l’app (Nextcharge) la segnala libera anche
quando è in realtà fisicamente occupata, perché all’app risulta che nessuno
sta caricando, quindi la colonnina non è in uso, dal suo punto di vista, ma il
posto auto per la ricarica è occupato, per cui in pratica non si può caricare.
Bella fregatura. Va be’, lasciamo Tess con la batteria molto scarica ancora
per qualche ora e intanto ci facciamo un giro per Losanna e una pausa in una
creperia decisamente memorabile, insieme a nostro figlio Liam che ci ha
raggiunto in treno.
Nel tardo pomeriggio, visto il perdurare dell’occupazione della colonnina
vicina all’albergo, andiamo con Tess a un’altra colonnina lenta un po’ meno
vicina, ma questa non ne vuole sapere di funzionare, nonostante app e tessere
varie, perché un cartello dice che è riservata agli assegnatari (chiunque
siano). Peccato che l’app non lo dica e la presenti come liberamente fruibile.
Intanto la carica della batteria di Tess sta scendendo a valori un po’ troppo
minimi per i miei gusti (sotto il 9%, che significa circa 30 km di autonomia
residua), e quindi dopo questa perdita di tempo con la colonnina “pubblica”
lasciamo perdere le colonnine lente e facciamo 6 km fino al Supercharger Tesla
di Bussigny, dove carichiamo gratuitamente per una mezz’ora fino a portare
Tess al 30% (ci sono molte altre Tesla collegate ad altri stalli, per cui Tess
assorbe al massimo 60 kW). Però fra tentativo alla colonnina, pellegrinaggio
al Supercharger (che sta annidato dietro un Novotel), ricarica e ritorno
all’albergo perdiamo almeno un’ora.
Al ritorno abbiamo finalmente un colpo di fortuna: la colonnina accanto
all’albergo è stata finalmente liberata e quindi la occupiamo noi. Parcheggio
Tess, attacco il connettore di carica, chiedo all’app di avviare la carica
e... non succede niente.
Infatti la colonnina è doppia (consente di caricare due auto) e quindi devo
scegliere dall’app quale dei due connettori attivare. L’app li indica
chiaramente con due numeri differenti: peccato che di quei numeri non ci sia
la minima traccia sulla colonnina. Magnifico. Provo allora ad avviare la
carica sull’altro connettore, e finalmente funziona. Altra scocciatura e altra
perdita di tempo, ma alla fine riusciamo a caricare (a 11 kW) intanto che ci
vediamo lo spettacolo di Legends of Space.
Standing ovation e foto di gruppo finale.
A fine spettacolo, Tess è carica al 100% e quindi la spostiamo al parcheggio
normale per la notte. Siamo a posto per il viaggio di ritorno dell’indomani,
ma non è stata un’esperienza piacevole e indolore. Abbiamo speso 30,76 euro
per caricare 48,4 kWh in 5 ore e 16 minuti, ossia 0,63 €/kWh.
Tutta la tribolazione dimostra ancora una volta l’assoluta importanza di avere
una rete di punti di ricarica capillare e soprattutto facile da usare e
difficile da abusare. Facile da usare nel senso che se vado a una
colonnina Tesla non devo fare altro che attaccare il connettore: niente app,
niente tessere, niente di niente, perché l’auto e la colonnina si parlano e io
non ho bisogno di fare nulla. Difficile da abusare nel senso che se lascio
Tess parcheggiata alla colonnina Tesla quando non sto caricando, Tesla mi fa
pagare l’occupazione e sa che sto occupando lo stallo, grazie al fatto che
l’auto manda telemetria (geolocalizzazione compresa) a Tesla, per cui gli
altri utenti non vedono che la colonnina è apparentemente libera ma in realtà
inutilizzabile. In altre parole: la rete di ricarica Tesla è un vantaggio
enorme e impagabile che le altre marche per ora non hanno, ed è un grandissimo
valore aggiunto per chi sceglie di comprare un’auto elettrica di questa marca.
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Domenica 20 aprile. Il viaggio di ritorno è l’esatto contrario di
quello d’andata: perfetto. Partiamo alle 9:35 con l’auto completamente
carica, facciamo il percorso più lungo (di quasi 100 km) passando a nord
(direzione Berna e poi Lucerna), con traffico minimo e senza cantieri e
soprattutto con un percorso interamente autostradale, che percorriamo tutto alle
massime velocità consentite.
Dopo due ore e un quarto arriviamo come previsto
al Supercharger di Beckenried per l’ora di pranzo, con il 20% di carica
residua. Pranziamo (al ristorante Seerausch che si raggiunge attraversando la
strada) intanto che Tess si carica (gratis), e come capita spesso l’auto
finisce di caricare a sufficienza prima che noi abbiamo finito di pranzare,
per cui la lasciamo ancora sotto carica (fino al 94%) in modo da avere tempo
di finire il pranzo senza fretta. Ci fermiamo in tutto un’ora e venti minuti.
Da lì, un’ora e tre quarti di guida, sempre senza traffico e con pochissimi
cantieri, ci riporta al Maniero, dove arriviamo alle 15 in punto. Da porta a
porta, cinque ore e mezza, pausa pranzo compresa, per fare 385 km. A casa
metto Tess sotto carica. Guardo il contachilometri: Tess ha appena superato i
centomila (100.056 km, per l’esattezza) con il viaggio più riposante che io
abbia mai fatto alla guida di un’auto, grazie alla silenziosità di bordo e a
un cruise control adattivo che, dopo vari aggiornamenti software, ora
si comporta in maniera molto più affidabile e fluida rispetto a quando abbiamo
acquistato l’auto.
Prevengo la domanda inevitabile: la batteria di Tess è ancora quella originale (e ho ancora un anno di garanzia residua), non sta dando segni rilevabili di perdita di capacità/autonomia, e non ho fatto nessuna manutenzione all’auto a parte il cambio degli pneumatici, della lampadina di un fanale e del liquido lavavetri. Ho scelto di cambiare il computer di bordo per avere una versione più potente e ho aggiunto i moduli per la compatibilità con le colonnine rapide CCS. A parte questo, tutto fila liscio.