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Il Disinformatico: avventurette in auto elettrica

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2023/09/17

Foto del Pranzo dei Disinformatici, beneficenza e avventuretta elettrica

Ultimo aggiornamento: 2023/09/18 11:25. 

Come è ormai tradizione felicemente consolidata, pubblico la foto ufficiale (scattata da Qarboz) del Pranzo dei Disinformatici tenutosi ieri in Località Segreta, dotando ogni partecipante (quadrupedi esclusi) dei notissimi Censurex® 3000, i sofisticati dispositivi anti-stalking complottista.

Grazie a tutti per le chiacchiere, le parole (anche scritte) di sostegno, il bel regalo (che adesso dovrò farmi firmare almeno da “Lewis Coates”); è sempre bello stare in vostra compagnia, conoscervi meglio e parlare di cose che magari non è possibile raccontare online. Grazie anche per la fantastica adesione all’asta di beneficenza, che ha fruttato ben 500 euro, che ho devoluto oggi a Medici senza Frontiere (il cambio sarebbe stato 478 CHF e spicci, ma ho arrotondato). 

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Aggiungo una breve annotazione dell’avventuretta in auto elettrica legata a questo Pranzo; non è particolarmente drammatica, ma la includo per completezza e per ricordare che per ora non è sempre possibile ottimizzare e sfruttare le pause naturali di un viaggio, come riesco a fare di solito, perché a volte capita di andare per due volte di fila in posti dove non ci sono colonnine locali o a distanze ragionevoli. E quando non si possono sfruttare quelle pause naturali, i tempi di ricarica incidono, e questo non va nascosto.

La Dama del Maniero e io siamo partiti da Lugano alle 10:45 con il 100% di carica e siamo arrivati alla Località Segreta (alla periferia di Milano) alle 12:42 (c’era una fila interminabile in dogana e dopo la dogana per i soliti cantieri). L’ideale sarebbe stato ricaricare durante il Pranzo, ma la colonnina più vicina era ben oltre la distanza percorribile a piedi in tempi accettabili (una ventina di minuti a piedi, zero trasporti), per cui TESS è rimasta semplicemente parcheggiata fino alle 17:06, quando siamo ripartiti alla volta di un’altra Località Segreta nella quale si teneva un Raduno Segreto di altro tipo al quale non potevamo mancare (c’erano anche i Men in Black, e non sto scherzando).

Abbiamo scelto di percorrere la A7, in modo da sfruttare il comodissimo Supercharger di Dorno, che è uno dei pochissimi punti di ricarica Tesla italiani situati lungo un’autostrada invece che fuori da qualche casello. Il pianificatore di bordo ci ha permesso di ottimizzare le soste di ricarica, per cui ci sono bastati pochi minuti a Dorno (18:06-18.20) per essere sicuri di arrivare alla destinazione torinese, procedendo alla massima velocità consentita dai limiti. Diluviava, per cui mi sono infradiciato per collegare il cavo all’auto (ma una tettoia proprio no?), ma se non altro ho dimostrato concretamente che si può maneggiare tranquillamente un cavo di ricarica anche sotto la pioggia più intensa. Non sono sicuro di aver riconosciuto i Teslari che erano anche loro sotto carica a Dorno e che ci hanno salutati (e noi abbiamo ricambiato). Se leggete questo blog, fatevi vivi :-) [Aggiornamento: si sono fatti vivi :-)]

Siamo arrivati a Torino alle 19.45, con il 13% di carica residua, come previsto, dopo 290 km, con una deviazione non prevista perché abbiamo sbagliato strada (il Luogo Segreto era molto ben nascosto). Anche qui, niente colonnina nelle vicinanze, per cui è stato di nuovo impossibile ottimizzare caricando durante la Riunione Segreta. A fine Riunione (00:20 circa) siamo ripartiti e dopo una ventina di km siamo arrivati al Supercharger di Moncalieri con un risicato ma previsto 3% di carica residua, alle 00:43, e abbiamo caricato per 32 minuti (fino alle 1:16).

Ne abbiamo approfittato per un power nap e per arrivare ad avere carica sufficiente per una tappa successiva al Supercharger di Dorno, dove arriviamo alle 2:25 dopo 125 km con il 12% di carica residua. Alle 2:53 siamo arrivati al 56% di carica (e ci siamo intanto rimpinzati di focaccia, grazie a chi l’ha portata al Pranzo!), e l’auto ci ha detto che era sufficiente per tornare a casa, e così siamo ripartiti e arrivati a casa alle 4.22 con il 16% residuo, dopo 242 km e una simpatica deviazione in giro per Como perché l’autostrada a cavallo del confine è stata completamente chiusa per lavori.

Avremmo potuto fermarci per la notte in albergo (era una delle opzioni previste, con valigia pronta in auto), ma alla fine abbiamo preferito tornare a casa. Abbiamo usato solo i Supercharger perché lì abbiamo la carica gratuita, ma non sarebbe cambiato nulla neanche se avessimo usato le colonnine rapide lungo l’autostrada: avremmo dovuto fermarci comunque. 

Abbiamo inoltre spezzato il viaggio con due tappe di ricarica invece di farne una sola lunga a Moncalieri, perché man mano che la batteria si avvicina al “pieno” la potenza di carica si riduce e quindi due soste fatte quando la batteria è molto scarica durano meno di una sosta lunga che la carichi quasi completamente: è la strategia di carica nota come “biberonaggio” (che però conviene solo quando le colonnine sono lungo il percorso e quindi non si perde tempo in deviazioni per raggiungerle e rimettersi in strada). Infatti TESS, arrivando così scarica, inizia la carica con un picco di 114 kW che per lei è molto raro (le auto più recenti caricano anche a 300 kW di picco). Infatti portare la batteria al 100% necessario per fare Moncalieri-Lugano avrebbe richiesto un’ora e mezza, mentre due ricariche fatte quando la batteria era molto scarica e portandola solo al 50-60% hanno richiesto un’ora in tutto.

In sintesi: un viaggio di 540 km, fatto con un’auto che ha 350 km di autonomia, nelle condizioni di ricarica meno favorevoli, ha richiesto tre soste: due di mezz’ora e una di 15 minuti. Mezz’ora vola quando ci si gode focaccia, si risponde a qualche mail e si chiacchiera. Considerato che abbiamo perso 45 minuti in coda per via dei cantieri, forse i tempi di ricarica non sono tutto sommato un dramma. E se qualcuno osserva che ho perso un’ora e un quarto di tempo, posso sempre rispondere che quel tempo è la somma di tutti gli “esco cinque minuti a far benzina” che non ho fatto in questi anni, e che inganno il tempo di ricarica pensando agli oltre 5000 euro che ho risparmiato fin qui in carburante (anche questi 540 km mi sono costati esattamente zero, visto che l’indomani ho caricato gratuitamente al Supercharger vicino al Maniero). E che mezz’ora in compagnia della Dama e di una dose di focaccia stracciano cinque minuti passati ad aspirare benzene svenandosi.

2023/07/28

(AGG 2023/08/09 12:30) Avventurette in auto elettrica: Lugano-Spotorno-Lugano per Scienzafantastica.it, ma non in Tesla. Forse

Ultimo aggiornamento: 2023/08/08 10:20.

Tess, l’auto elettrica che la Dama del Maniero ed io usiamo solitamente per i viaggi lunghi, è KO in attesa che arrivi il parabrezza nuovo che rimpiazzi quello danneggiato dalla grandine. Probabilmente il ricambio non arriverà in tempo per il prossimo viaggio che dobbiamo fare, che è da Lugano a Spotorno e ritorno per partecipare a Scienza fantastica il 4 agosto con una conferenza pubblica sulla protezione planetaria (protezione della Terra dalle eventuali contaminazioni aliene e degli altri pianeti dalla contaminazione biologica terrestre).

Andare in treno in questa stagione caldissima e affollatissima rischia di essere una bolgia, fra coincidenze e cambi, e non abbiamo più l’agilità e la resistenza di un tempo. E così stiamo esplorando l’idea di andare comunque a Spotorno in auto elettrica, ma noleggiandone una.

Prevengo la domanda inevitabile: no, andarci con ELSA e i suoi 100 km di autonomia a 90 km/h non mi sembra proprio il caso, anche se la Dama del Maniero me l’ha proposto. A parte i tempi di viaggio lunghissimi, mancano colonnine CHAdeMO lungo il tragitto.

Fare il viaggio con un’elettrica a noleggio sarebbe la prima avventuretta di mobilità elettrica per la quale non avremmo tutti i privilegi e le comodità di Tesla, prima fra tutte l’incredibile facilità d’uso della sua rete di ricarica (attacchi l’auto e via, senza tribolare con app e tessere), e sarebbe una buona occasione per provare un’auto elettrica differente e vedere in concreto come vive l’altra metà del mondo della mobilità elettrica, ossia chi ha un’auto elettrica di una marca che non dispone di una propria rete di ricarica e quindi deve destreggiarsi con i vari gestori delle colonnine.

Noto con piacere che sul sito svizzero di Europcar la differenza di prezzo fra auto elettriche e auto termiche è minima, e la corrente ci costa molto meno che la benzina equivalente (e non è neanche necessario restituire l’auto carica), per cui stiamo pensando di noleggiare una VW ID.3 da 58 kWh per due giorni (circa 315 CHF).

EV-database dice che quest’auto ha un’autonomia autostradale reale di circa 325 km, e da Lugano a Spotorno (deviando sulla A26 per evitare il grande traffico) sono circa 290 km, per cui con una guida ragionevolmente morbida dovremmo riuscire a fare il viaggio senza doverci fermare a caricare; all’arrivo, l’albergo dovrebbe avere una presa di ricarica (gli organizzatori di Scienza Fantastica stanno verificando la disponibilità).

In ogni caso, lungo la strada c’è una colonnina veloce Free to X direttamente in autostrada, all’autogrill Stura Ovest (dopo 220 km), per cui potremmo fermarci lì comunque per una pausa e per provare come funzionano le ricariche rapide non-Tesla su un’auto non-Tesla (in tutti questi anni di guida elettrica ne ho fatte pochissime). 

Possiamo anche usare la rete Tesla, visto che ovviamente ho l’app Tesla e alcune stazioni sono abilitate anche alle auto di altre marche (per esempio Vado Ligure, a 280 km dal Maniero); questo avrebbe il vantaggio non trascurabile di non costare nulla grazie ai referral. La mappa delle colonnine Tesla è consultabile qui.

Per il ritorno, c’è per esempio una stazione Free to X sull’autostrada (sempre la A26), a Occimiano (Autogrill Monferrato Est), dopo 130 km di viaggio, oppure il Supercharger Tesla a Vicolungo, dopo 177 km, che è abilitato anche alle auto non-Tesla.

Ho la tessera Enel X e la tessera ChargeMap, per cui dovrei poter caricare senza troppi problemi, sempre che la stazione di ricarica abbia una colonnina libera quando ci arriviamo. Staremo a vedere.

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2023/08/03 22:10. Il centro riparazioni Tesla locale (la Automek di Mezzovico) sta facendo acrobazie logistiche per sistemare almeno il parabrezza in tempo per la partenza per Spotorno di domani. Sul parabrezza sono montati lo specchietto e le telecamere frontali, per cui è un intervento complesso. Forse alla fine riusciamo ad andare con TESS nonostante tutto!

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2023/08/08 10:20. Alla fine ce l’abbiamo fatta: la Automek ha sostituito il parabrezza in tempo. Ho ritirato l’auto la mattina della partenza, l’ho messa sotto carica fino al 100% a casa e siamo partiti insieme a nostro figlio Liam alla volta di Spotorno, percorrendo la A26 invece della A7 (che è più breve ma è molto più trafficata). Abbiamo colto l’occasione di una delle soste fisiologiche per fare una breve ricarica a una colonnina non-Tesla, quella di Free to X presso l’autogrill Stura, sulla A26, dopo 214 chilometri, fatti alle velocità autostradali massime consentite, con pochissimo traffico e solo qualche breve coda per i cantieri. 

Ho usato la tessera di EnelX, che la colonnina ha accettato subito: niente perdita di tempo o complicazione con app varie, cosa oltretutto utile visto che pioveva (sì, si può caricare un’auto elettrica anche sotto la pioggia).

Abbiamo caricato a 50 kW, che non è il massimo ma si trattava comunque un biberonaggio (si chiama così il rabbocco breve ed estemporaneo, fatto mentre si fa altro, approfittando dell’occasione non prevista). Non ne avevamo necessità: era soprattutto un’occasione per provare in pratica le colonnine non-Tesla, che non mi capita mai di usare. Devo dire che avere le colonnine di ricarica agli autogrill, direttamente in autostrada, senza dover uscire come succede quasi sempre con quelle Tesla, è una comodità davvero notevole. Parcheggi, attivi la carica e te ne vai a fare altro, poi quando hai finito riparti. Zero perdite di tempo. Le colonnine erano piuttosto affollate di turisti: buon segno.

Da lì siamo arrivati a Spotorno con ampia riserva di carica. Ho fatto la mia conferenza sulla protezione planetaria (e anche una scenetta di Star Wars improvvisata con due Sith; sì, esiste un video della serata, spero di poterlo pubblicare presto) e bevuto una buona birra con gli amici che ci hanno raggiunto (grazie a tutti per le dosi massiccie di focaccia!).

L’indomani mattina ho fatto una Colazione Galattica con i giovanissimi di Spotorno, chiacchierando di alieni e improvvisando con Liam (che è illustratore) un identikit degli alieni immaginati dai bambini e dalle bambine presenti. Non abbiamo caricato in loco durante la notte, perché per ora a Spotorno non ci sono colonnine, ma tanto avevamo carica più che sufficiente per arrivare al Supercharger di Varazze, cosa che abbiamo fatto dopo un ottimo pranzo in riva al mare e un test drive di Tess per l’organizzatore.

A Varazze ci siamo fermati per ricaricare e intanto riposare un momento (io sono raffreddatissimo, come avrete forse sentito dal podcast, ed eravamo tutti stanchissimi dopo le corse per organizzare la riparazione di Tess e un paio di emergenze di famiglia felicemente risolte). Da lì siamo andati verso casa, sempre lungo una A26 deserta (è un piacere guidare in queste condizioni, nel silenzio, chiacchierando e ascoltando buona musica), con un biberonaggio veloce (un quarto d’ora) durante una pausa per pipì e acquisti di cibarie all’Autogrill Monferrato Est.

Da lì siamo andati velocemente a casa. Abbiamo percorso in tutto 580 chilometri, consumando 111 kWh (consumo medio 192 Wh/km) e spendendo... boh, mi è morto il telefono e devo reinstallare l’app di EnelX su quello d’emergenza per scoprirlo. Datemi tempo.

(qualche minuto dopo) Fatto, ma l’app di EnelX non mi indica i costi (mostra solo i kWh). Il “pieno” a casa mi è costato circa 14 CHF. La prima carica in viaggio, all’andata, è stata di 9,79 kWh in 12 minuti; la seconda, al ritorno, è stata di 10,92 kWh in 14 minuti; in totale ho speso 19,52 euro (ho una tessera EnelX Pay per Use Basic, per cui i pochi kWh che consumo li pago cari, oltre 80 centesimi l’uno). La carica di ritorno al Supercharger è stata gratuita (grazie ai referral) e lo è stata anche la carica dopo il ritorno, fatta anch’essa al Supercharger vicino al Maniero. Fare 580 km con 35 euro di energia non è male.

2023/08/09 12:30. È arrivata via mail la fattura di EnelX, per cui ho aggiunto i dati di spesa qui sopra.



2023/07/22

(AGG 2023/08/03 22:00) Ci vediamo oggi a Torano Nuovo per un TEDx, nonostante Tess danneggiata dalla grandine?

Come avevo preannunciato, oggi alle 16 sarò ospite del TEDxToranoNuovo, al Palazzo Ducale Della Montagnola di Corropoli, in Abruzzo, per parlare di fake news pilotate con l’intelligenza artificiale. L’elenco completo dei relatori partecipanti è qui. Tutte le informazioni su come raggiungere il luogo dell’evento e partecipare sono sul sito www.tedxtoranonuovo.it.

Il viaggio di 620 chilometri in auto elettrica da Lugano a Torano Nuovo ha avuto un grosso contrattempo di natura non elettrica: ieri siamo rimasti bloccati in coda in autostrada intorno a Milano e, come tanti altri automobilisti, siamo stati travolti da una violentissima grandinata.

La Dama e io stiamo bene, anche se un po’ scossi, ma Tess, la nostra auto, ne è uscita parecchio malconcia: parabrezza incrinato in più punti e carrozzeria piena di ammaccature ovunque.

Ci siamo fermati al Service Center Tesla di Peschiera Borromeo per verificare che fosse ancora in grado di affrontare il viaggio. Sarà un’impresa ripararla (è completamente assicurata), ma è marciante.

A parte questo e il traffico molto intenso, il viaggio è andato bene: abbiamo fatto tappa per un pranzo leggero al Supercharger di Modena, caricando più che a sufficienza per arrivare al Supercharger di Fano un paio d’ore più tardi. Dopo una pausa per caffè e bombolino e un giretto per i negozi, siamo ripartiti per Torano, anche qui con molta più carica del necessario. A destinazione c’è una colonnina di ricarica. Non abbiamo speso nulla di “carburante”: le ricariche sulla rete Tesla per noi sono gratuite grazie ai referral. Spero di vedervi oggi!

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2023/07/25 9:30. Siamo alle prese con le conseguenze del danno a Tess e della nuova grandinata che ha colpito la zona del Maniero stanotte, per cui faccio solo un breve aggiornamento per dire che il TEDx è andato benissimo, con interventi molto interessanti e spesso poetici e con una cena fra relatori e pubblico che è stata insolitamente ricca di occasioni di scambi di conoscenze personali e professionali (spero un giorno di potervi raccontare un episodio che ci ha fatti restare... di sasso). Ora le riprese devono essere vagliate e preparate da TED; vi aggiornerò non appena verranno pubblicate.

Ieri, dopo una giornata di riposo e recupero con gli amici di Torano, siamo rientrati al Maniero senza particolari problemi (626 km, 122,6 kWh, 196 Wh/km andando quasi sempre a 130 km/h ove possibile), con due tappe di ricarica gratuita (Fano e Modena), una delle quali ha coinciso, come consueto, con il pranzo ed è stata un’occasione per incontrare un amico. Tess adesso dorme, malconcia, al coperto e sto coordinando le riparazioni.

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Il mio TEDx Talk è stato appena pubblicato. Intanto TESS sta iniziando le riparazioni a partire dal parabrezza.

2023/03/03

Ci vediamo stasera a Poschiavo per parlare di sicurezza bancaria?

Questa sera alle 20 sarò ospite di Banca Raiffeisen Valposchiavo per una serata pubblica sul tema delle banche e della sicurezza informatica dal punto di vista dell’utente e cliente; racconterò le mie esperienze nel settore e presenterò dati e consigli per operare in piena tranquillità con i conti bancari online. 

La serata si terrà al salone "La Torr" a Poschiavo e sarà moderata da Antonio Platz. Al termine della serata seguirà un rinfresco.

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2023/03/05 01:00. La serata è andata molto bene (anche dal punto di vista alimentare, con una cena squisita di specialità locali); aggiungo giusto qualche appunto di viaggio elettrico che forse può interessare ad altri utenti.

La Dama ed io siamo andati a Poschiavo in auto elettrica (con Tess) da Lugano in 3 ore e 10, senza fare soste. La distanza è modesta (solo 150 km), ma il tempo lungo è stato dovuto al fatto che la strada è tutta statale o superstrada e passa per moltissimi paesi, per cui il limite di velocità oscilla fra 50 e 90 km/h; inoltre abbiamo sbagliato strada una volta, perdendo una ventina di minuti (ovviamente abbiamo sbagliato uscita proprio in un punto in cui non c’era modo di tornare indietro per parecchi chilometri). 

All’arrivo non abbiamo caricato, anche se c’era una colonnina libera nel parcheggio davanti all’albergo, perché tanto avevamo ampio margine di carica residua per l’indomani.

Al ritorno siamo partiti alle 10.30 e ci siamo fermati al Supercharger vicino a Sondrio (Forcola) a caricare alle 11.35 con il 30% di carica residua; la stazione di ricarica rapida Tesla è direttamente sulla statale, per cui non ci sono deviazioni da fare per arrivarci. Fra l’altro, è una stazione Tesla aperta anche ai veicoli di altre marche (basta avere l’app Tesla associata a una carta di credito e un’auto/moto con connettore CCS).

Ci sarebbe bastato un quarto d’ora di carica, ma abbiamo fatto una lunga tappa allo spaccio dolciario per fare incetta di golosità e ci siamo presi un caffé, e in meno che non si dica è passata un’ora (non l’avremmo mai detto: ho dovuto controllare gli orari delle foto che ho fatto). Così abbiamo caricato ben più del necessario (fino all’89%) e da lì siamo rientrati a Lugano alle 14.30. Tempo dedicato alla carica: zero. E per di più la carica per noi è gratuita grazie ai referral.

L’unico aspetto tecnico significativo di un viaggio di oltre 320 km è stato che non ho mai fatto un percorso così lungo interamente a bassa velocità, per cui ho potuto vedere effettivamente quanto la velocità (e quindi la resistenza aerodinamica) influenza i consumi. Normalmente a velocità autostradali (120-130 km/h) Tess consuma circa 200 Wh/km; per questo viaggio ha consumato 163 Wh/km. Questo vuol dire che, con una batteria da 62 kWh effettivi usabili, la sua autonomia a velocità autostradale è di 310 km (come ho potuto verificare), ma questa autonomia sale a 380 km a velocità da strada statale. Andare più piano ha un effetto notevolissimo sull’autonomia.

Ovviamente fare 150 km a una media effettiva di 50-60 km/h richiede molto più tempo che fare la stessa strada al doppio di velocità media, ma in questo caso non avevamo scelta. Più in generale, conviene sempre valutare se ci vuole meno tempo totale andando alla velocità massima consentita dai limiti e dal traffico ma fermandosi a caricare, oppure andando leggermente più piano del limite consentito in modo da evitare di far tappa per raggiungere la colonnina e caricare.

2022/03/16

Avventurette in auto elettrica: il traguardo dei primi 100.000 km andando a Losanna per vedere gli astronauti lunari

Ultimo aggiornamento: 2022/03/21 10:10.

Venerdì e sabato sarò con la Dama del Maniero a Losanna per incontrare gli astronauti Apollo Dave Scott e Charlie Duke insieme a tutti gli altri ospiti spaziali dell’evento Legends of Space. Non avrei mai pensato che un giorno sarei andato in auto elettrica a incontrare due persone che hanno usato un’auto elettrica cinquant’anni fa sulla Luna.

Se non avete mai incontrato uno di questi protagonisti della storia dell’esplorazione, non perdetevi quest’occasione. Non capita spesso che siano da queste parti. Ci sono ancora alcuni posti disponibili.

Il viaggio si organizza in fretta: la via più semplice, partendo dal Maniero Digitale a Lugano, è passare per il Sempione e sfruttare il treno-navetta. Il percorso primario proposto da Google Maps, che passa da Berna, è teoricamente un pochino più veloce (10 minuti in meno su 4 ore), ma è lungo 385 km contro 290 e comporta il transito di punti notoriamente difficili e lenti come il tunnel del Gottardo e i vari cantieri aperti lungo la strada.


Per cui proveremo l’ebbrezza del treno (elettrico) che trasporta l’auto (elettrica) e ci fa riposare e risparmiare strada. Il piano è questo:

  • Partenza dal Maniero con il 100% di carica (fatta a casa, di notte).
  • Lugano-Iselle (stazione), 105 km, 1h43m previsti. Nessuna tappa di ricarica necessaria (l’auto, una Tesla Model S con batteria da 70 kWh che chiamiamo Tess, ha circa 330 km di autonomia reale). Poca autostrada, probabilmente molto pittoresca da percorrere.
  • Salita sul treno-navetta e transito fino a Brig (circa 20 minuti; ne parte uno ogni 90 minuti), restando a bordo a riposare al calduccio (essendo elettrica, possiamo tenere acceso il riscaldamento).
  • Brig-Losanna (163 km, 1h 46). Nessuna tappa di ricarica necessaria, ma lungo il percorso la mappa dei Supercharger Tesla (che per noi sono gratuiti) ci dice che possiamo caricare lungo l’autostrada (o nelle sue adiacenze) a Steg-Hohtenn, Martigny e Bussigny (vicinissimo a Losanna).

Per la ricarica sul posto, mentre assistiamo all’evento, Nextcharge mi dice c’è un’ampia rete di colonnine lente, una delle quali è adiacente al SwissTech Convention Center nel quale ci sarà il raduno spaziale.

Dovremmo quindi poter ripartire con il 100% di carica e quindi ripetere il viaggio a ritroso senza nessuna sosta dedicata alla ricarica. Vi aggiornerò sull’esito dell’avventuretta nei prossimi giorni.

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Venerdì 18 aprile. Il viaggio d’andata ha avuto qualche complicazione. Siamo partiti in ritardo di un quarto d’ora (alle 13.15) per via di urgenze di lavoro e abbiamo trovato rallentamenti a causa di un incidente in autostrada, e così nonostante un po’ di guida... vivace (ma entro i limiti) lungo la tortuosissima parte svizzera del percorso fino a Iselle (consigliabilissima per le moto, meno per chiunque soffra di mal d’auto), siamo arrivati alla stazione del treno-navetta poco dopo che era partito quello che avevamo previsto di prendere, per cui abbiamo dovuto aspettare un’ora e mezza fino al treno successivo. Per queste evenienze avevo portato con me il computer portatile e quindi la Dama ed io ci siamo visti, comodamente in auto, un paio di telefilm (Resident Alien e un pezzetto di Star Trek Picard).

La stazione di Iselle è deserta e malconcia, sembra quasi abbandonata nelle pause fra un treno e l’altro, tanto che avevamo l’impressione di essere nel posto sbagliato. Ma alla fine il treno è arrivato, siamo saliti sulla rampa, abbiamo caricato l’auto e ci siamo rilassati in auto intanto che la navetta ci trasportava fino a destinazione. Nessuno ci ha chiesto il biglietto, che avevamo pre-acquistato online (è un biglietto open, da 24 CHF, che si mostra all’arrivo a Brig). Il viaggio dura una ventina di minuti in tutto, ed è un po’ disorientante ma piacevole stare a bordo di un’auto che si muove, e vedere dai finestrini il paesaggio che scorre, senza però dover guidare o prestare attenzione alla strada. Abbiamo proseguito la visione di Picard, ma il treno è molto rumoroso e vibra parecchio, per cui l’esperienza non è esaltante. Però evita comunque di fare il valico in auto e permette di staccare dalla guida per una ventina di minuti avvicinandosi lo stesso alla destinazione.

Arrivati a Brig scendiamo dal treno e il viaggio si fa lungo e tedioso per via del traffico e dei continui cantieri: continuiamo a passare da strade cantonali a pezzetti di autostrada. Il risultato di tutto questo è che arriviamo a destinazione a Losanna alle 19.30, dopo ben sei ore e un quarto. Non è un’esperienza che ripeterei, ma valeva la pena di provarla almeno una volta.

Parcheggiamo Tess senza poterla caricare come avevamo sperato di fare, perché la colonnina non-Tesla vicina all’albergo è occupata e lo resterà per ore grazie a due simpatici automobilisti elettrici che hanno pensato bene di lasciare lì le proprie auto dopo aver finito di caricare (diversamente dalle colonnine Tesla, in queste colonnine lente generiche non ci sono tariffe di occupazione penalizzanti per chi fa queste cose). Essendo noi arrivati con il 13% di carica residua, metto Tess in power save per la notte per ridurre il consumo notturno (l’auto non è mai “spenta”, in modo da poterla gestire da remoto, per cui consuma qualcosina anche da ferma). Vedremo cosa fare l’indomani o stanotte.

Finalmente verso mezzanotte la colonnina si libera, ma è tardi e dovrei andare a spostare l’auto, a fine carica, alle quattro del mattino circa, per cui soprassediamo. Ci penseremo l’indomani.

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Sabato 19 aprile. La colonnina vicina all’albergo è di nuovo occupata da un altro abusivo. Il guaio è che l’app (Nextcharge) la segnala libera anche quando è in realtà fisicamente occupata, perché all’app risulta che nessuno sta caricando, quindi la colonnina non è in uso, dal suo punto di vista, ma il posto auto per la ricarica è occupato, per cui in pratica non si può caricare. Bella fregatura. Va be’, lasciamo Tess con la batteria molto scarica ancora per qualche ora e intanto ci facciamo un giro per Losanna e una pausa in una creperia decisamente memorabile, insieme a nostro figlio Liam che ci ha raggiunto in treno.

Nel tardo pomeriggio, visto il perdurare dell’occupazione della colonnina vicina all’albergo, andiamo con Tess a un’altra colonnina lenta un po’ meno vicina, ma questa non ne vuole sapere di funzionare, nonostante app e tessere varie, perché un cartello dice che è riservata agli assegnatari (chiunque siano). Peccato che l’app non lo dica e la presenti come liberamente fruibile. Intanto la carica della batteria di Tess sta scendendo a valori un po’ troppo minimi per i miei gusti (sotto il 9%, che significa circa 30 km di autonomia residua), e quindi dopo questa perdita di tempo con la colonnina “pubblica” lasciamo perdere le colonnine lente e facciamo 6 km fino al Supercharger Tesla di Bussigny, dove carichiamo gratuitamente per una mezz’ora fino a portare Tess al 30% (ci sono molte altre Tesla collegate ad altri stalli, per cui Tess assorbe al massimo 60 kW). Però fra tentativo alla colonnina, pellegrinaggio al Supercharger (che sta annidato dietro un Novotel), ricarica e ritorno all’albergo perdiamo almeno un’ora.

Al ritorno abbiamo finalmente un colpo di fortuna: la colonnina accanto all’albergo è stata finalmente liberata e quindi la occupiamo noi. Parcheggio Tess, attacco il connettore di carica, chiedo all’app di avviare la carica e... non succede niente.

Infatti la colonnina è doppia (consente di caricare due auto) e quindi devo scegliere dall’app quale dei due connettori attivare. L’app li indica chiaramente con due numeri differenti: peccato che di quei numeri non ci sia la minima traccia sulla colonnina. Magnifico. Provo allora ad avviare la carica sull’altro connettore, e finalmente funziona. Altra scocciatura e altra perdita di tempo, ma alla fine riusciamo a caricare (a 11 kW) intanto che ci vediamo lo spettacolo di Legends of Space.


Standing ovation e foto di gruppo finale.

A fine spettacolo, Tess è carica al 100% e quindi la spostiamo al parcheggio normale per la notte. Siamo a posto per il viaggio di ritorno dell’indomani, ma non è stata un’esperienza piacevole e indolore. Abbiamo speso 30,76 euro per caricare 48,4 kWh in 5 ore e 16 minuti, ossia 0,63 €/kWh.

Tutta la tribolazione dimostra ancora una volta l’assoluta importanza di avere una rete di punti di ricarica capillare e soprattutto facile da usare e difficile da abusare. Facile da usare nel senso che se vado a una colonnina Tesla non devo fare altro che attaccare il connettore: niente app, niente tessere, niente di niente, perché l’auto e la colonnina si parlano e io non ho bisogno di fare nulla. Difficile da abusare nel senso che se lascio Tess parcheggiata alla colonnina Tesla quando non sto caricando, Tesla mi fa pagare l’occupazione e sa che sto occupando lo stallo, grazie al fatto che l’auto manda telemetria (geolocalizzazione compresa) a Tesla, per cui gli altri utenti non vedono che la colonnina è apparentemente libera ma in realtà inutilizzabile. In altre parole: la rete di ricarica Tesla è un vantaggio enorme e impagabile che le altre marche per ora non hanno, ed è un grandissimo valore aggiunto per chi sceglie di comprare un’auto elettrica di questa marca.

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Domenica 20 aprile. Il viaggio di ritorno è l’esatto contrario di quello d’andata: perfetto. Partiamo alle 9:35 con l’auto completamente carica, facciamo il percorso più lungo (di quasi 100 km) passando a nord (direzione Berna e poi Lucerna), con traffico minimo e senza cantieri e soprattutto con un percorso interamente autostradale, che percorriamo tutto alle massime velocità consentite. 

Dopo due ore e un quarto arriviamo come previsto al Supercharger di Beckenried per l’ora di pranzo, con il 20% di carica residua. Pranziamo (al ristorante Seerausch che si raggiunge attraversando la strada) intanto che Tess si carica (gratis), e come capita spesso l’auto finisce di caricare a sufficienza prima che noi abbiamo finito di pranzare, per cui la lasciamo ancora sotto carica (fino al 94%) in modo da avere tempo di finire il pranzo senza fretta. Ci fermiamo in tutto un’ora e venti minuti.

Da lì, un’ora e tre quarti di guida, sempre senza traffico e con pochissimi cantieri, ci riporta al Maniero, dove arriviamo alle 15 in punto. Da porta a porta, cinque ore e mezza, pausa pranzo compresa, per fare 385 km. A casa metto Tess sotto carica. Guardo il contachilometri: Tess ha appena superato i centomila (100.056 km, per l’esattezza) con il viaggio più riposante che io abbia mai fatto alla guida di un’auto, grazie alla silenziosità di bordo e a un cruise control adattivo che, dopo vari aggiornamenti software, ora si comporta in maniera molto più affidabile e fluida rispetto a quando abbiamo acquistato l’auto.

Prevengo la domanda inevitabile: la batteria di Tess è ancora quella originale (e ho ancora un anno di garanzia residua), non sta dando segni rilevabili di perdita di capacità/autonomia, e non ho fatto nessuna manutenzione all’auto a parte il cambio degli pneumatici, della lampadina di un fanale e del liquido lavavetri. Ho scelto di cambiare il computer di bordo per avere una versione più potente e ho aggiunto i moduli per la compatibilità con le colonnine rapide CCS. A parte questo, tutto fila liscio.

2021/10/18

Avventurette in auto elettrica: Lugano-Mestre-Lugano (723 km, 9,70 €)

È un po’ che non racconto dei miei viaggi in auto elettrica, soprattutto perché c’è poco da raccontare: i viaggi sono diventati normali. Man mano che aumenta l’esperienza con l’auto elettrica diminuisce la necessità di pianificare. 

Sono appena tornato con la Dama del Maniero e un’amica da un viaggio privato a Mestre e Venezia. Stavolta l’unica pianificazione è consistita nel prenotare un albergo dotato di colonnina di ricarica; non abbiamo deciso in anticipo dove fermarci a caricare durante il viaggio e abbiamo lasciato che i tempi di sosta dipendessero dai tempi naturali delle pause pranzo.

Se vi interessa, su Fuori di Tesla News trovate i miei rapidi appunti di viaggio con tutti i dati su costi, consumi, tempi e velocità. Vi anticipo soltanto che a differenza di un certo programma televisivo non ci abbiamo messo 52 ore.

2021/07/08

Avventurette in auto elettrica: Lugano-Firenze-Lugano (790 km). Dati, cifre, trucchetti, piaceri e magagne

Nota: a scanso di equivoci, tutte le foto sono state scattate da me mentre non guidavo. Prima di lanciarsi nelle solite critiche sulle auto elettriche si prega di leggere le risposte alle obiezioni più frequenti su Fuoriditesla.ch. Ultimo aggiornamento: 2021/07/11 00:15.

6 luglio 2021. Dobbiamo andare da Lugano a Firenze e ritorno (circa 790 km), fermandomi una notte, per un mordi e fuggi personale: siamo in tre (io, la Dama del Maniero e un’amica), per cui andarci in treno sarebbe poco conveniente, e in più c’è ancora una pandemia in corso, per cui anche se siamo tutti vaccinati preferiamo non esporci e non stare per ore in treno con una mascherina incollata alla faccia, insieme a gente che non sappiamo se e quanto sia vaccinata.

Inoltre vorrei cogliere l’occasione per fare qualche test: con una berlina elettrica del 2016 che ha una batteria relativamente piccola è possibile fare un viaggio del genere, a velocità autostradali normali, senza assolutamente preoccuparsi dell’autonomia e senza perdere tempo in ricarica? Il pianificatore dell’auto è affidabile? Al Maniero abbiamo abbandonato definitivamente l’auto a carburante oltre un anno fa, ma finora abbiamo avuto poche occasioni di fare viaggi lunghi ed è ora di mettere alla prova dei fatti la nostra scelta.

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Uno dei modi per ridurre o eliminare l’incombenza della ricarica di un’auto elettrica è scegliere un albergo dotato di colonnina di ricarica. Per sceglierne uno a Firenze potremmo usare Booking.com, che ha l’opzione di selezionare gli alberghi in base alla disponibilità di una stazione di ricarica per veicoli elettrici (è nella sezione Servizi di Booking.com), ma c’è un sistema più semplice: avendo  una Tesla (una Model S di seconda mano, soprannominata TESS), possiamo usare il pianificatore online fornito dall’azienda oppure la mappa interattiva delle colonnine Tesla per farci dire quali sono gli alberghi dotati di colonnina Tesla nelle vicinanze della nostra destinazione. Scopro che ce ne sono quattro.

In base alla vicinanza del luogo del Mordi e Fuggi, la scelta si riduce a due: il Classic Hotel e l’UNA Hotel Vittoria, situati in modo da consentirci di fare due passi a piedi o in taxi fino alla nostra destinazione. Non vogliamo complicazioni con ZTL e simili, per cui consulto anche la mappa della ZTL di Firenze. Alla fine scegliamo il Classic: molto tranquillo, con cortile interno, situato in una villa con tanto verde intorno.

Pianifico il viaggio con Abetterrouteplanner (ABRP), che mi propone all’andata 4 ore e 4 minuti di viaggio, compresa una tappa di 21 minuti di ricarica al Supercharger Tesla di Modena, che non pago (grazie ai referral ho accumulato circa 8500 km di carica gratuita) ma richiede una piccola deviazione fuori dall’autostrada (è all’Hotel Real Fini Baia del Re, uscita autostradale Modena Sud della A1) che si aggiunge ai tempi di ricarica e comporta la leggera scomodità di doverla trovare, visto che è la prima volta che la uso (beh, non proprio: l’ho usata nel 2015 per andare a Roma, ma con un’auto non mia). Potremmo caricare alle colonnine presenti all’autogrill di Secchia Ovest, ma non appartengono alla rete Tesla, per cui le pagheremmo: le tengo come Piano B in caso di imprevisti. Lungo il percorso abbiamo comunque una discreta scelta di colonnine rapide Tesla: Melegnano, Piacenza, Campogalliano e Firenze.

Il piano di ABRP (a 120 km/h di velocità massima, senza tenere conto del traffico), in dettaglio:

  • 8:00 Partenza da Lugano con il 100% di carica.
  • 10:33 Arrivo al Supercharger di Modena con il 15% di carica residua, dopo 262 km. Carica per 21 minuti.
  • 10:54 Partenza dal Supercharger di Modena con il 49%.
  • 12:04 Arrivo al Classic Hotel dopo 122 km con il 6% di carica residua.

Il pianificatore di Tesla, invece, basandosi su una Model 3 Standard range Plus (l‘auto attuale la cui autonomia si avvicina maggiormente a quella di TESS), propone un piano assurdo: una tappa di 10 minuti di ricarica a Melide, subito dopo la partenza, e poi una tappa di cinque minuti di ricarica a Firenze (screenshot qui accanto). Non ha senso; lascio perdere.

La previsione più accurata, però, dovrebbe essere quella fatta da TESS stessa, che “conosce” la propria autonomia e i propri consumi. Il problema è che non posso sapere la sua proposta fino al momento in cui partiamo, perché il pianificatore di bordo fa i suoi calcoli sulla base della carica corrente della batteria, e io avrò il “pieno” solo domattina, appena prima di partire. Infatti per allungare la vita operativa della batteria conviene evitare di tenerla carica al 100% senza utilizzarla, per cui ho impostato la carica notturna in modo che termini poco prima dell’orario previsto per la partenza.

In ogni caso, la tratta è ben coperta da colonnine rapide e abbiamo almeno 300 km di autonomia a velocità autostradale, per cui quello che importa sapere è che sarà necessaria una sola tappa da qualche parte e che possiamo permetterci di arrivare a destinazione con la batteria quasi scarica perché siamo certi di poter caricare all’arrivo (abbiamo chiamato l’albergo e avvisato che ci servirà la colonnina).

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7 luglio 2021, 8:00. Partenza con il 100% di carica fatta a casa di notte in garage, monitorando la carica con l’app sul telefono. Costo della carica (circa 48 kWh, l’auto era già parzialmente carica): circa 9,60 CHF (8,85 EUR).

Primo problema: il pianificatore di bordo è rimbambito. Come il pianificatore online, mi propone di fermarmi a caricare dopo 30 km per poi fare una tratta lunga con una tappa ulteriore a Piacenza. Per fortuna l’esperienza acquisita in due anni di guida elettrica mi permette di capire che posso ignorare il suggerimento dell’auto: è assurdo, visto che quando la batteria è quasi piena la carica è molto più lenta. 

Voglio essere comunque prudente, per cui partiamo viaggiando a non più di 120 km/h fino alla tappa di ricarica. In Svizzera 120 km/h è in ogni caso la velocità massima consentita, e so che la differenza di consumi fra 120 km/h e 130 km/h (la massima velocità consentita in Italia) è notevole. La differenza di tempo di viaggio, invece, è modesta: ipotizzando 120 km/h fissi, 383 km si fanno in tre ore e 12 minuti; a 130 km/h si fanno in 2 ore e 56 minuti: teoricamente una ventina di minuti in meno, ma tanto i 130 fissi in autostrada trafficata sono solo un sogno, come vedrete nel riepilogo dei dati.

11:06. A causa del traffico, i 120 o 130 km/h sono appunto un sogno lontano e quindi arriviamo al Supercharger di Modena in tre ore e sei minuti, dopo 268 km, avendo consumato 49,8 kWh (185 Wh/km), secondo i dati indicati dall’auto; la velocità media è stata di circa 90 km/h. Ci resta il 22% di carica: sufficiente, in emergenza, ad arrivare a una colonnina successiva, ma tanto TESS ci ha avvisato che le colonnine sono operative e ce ne sono parecchie disponibili.

Dato interessante: durante il viaggio noto a un certo punto che abbiamo coperto 170 km consumando il 50% di carica, per cui l’autonomia teorica di TESS alle velocità autostradali che abbiamo potuto tenere sarebbe pari a 340 km, ben più di quella che considero prudenzialmente. Con modelli di Tesla dotati di batterie più capienti (ne esistono anche da 100 kWh) l’autonomia sarebbe molto maggiore.

Altro dato interessante, a proposito di capienza: se 49,8 kWh sono il 78% di carica, vuol dire che la capacità di carica effettiva della batteria di TESS è circa 64 kWh. Non sono i 70 kWh indicati dalla targhetta dell’auto: non so ancora se si tratta di un fenomeno dovuto al degrado della batteria o a una limitazione introdotta da Tesla su alcuni tipi di batteria per estenderne la vita. Lo scoprirò prossimamente.

Mettiamo l‘auto sotto carica ed entriamo a fare pausa toilette e bombolone/caffè/mail (necessaria per fisiologia e lavoro, non per autonomia del veicolo) all’Hotel Real Fini Baia del Re, che ospita il Supercharger, come previsto nella pianificazione pre-viaggio. Il Supercharger è appena fuori dal casello autostradale di Modena Sud e si raggiunge in un paio di minuti. TESS carica inizialmente a 88 kW, per poi rallentare man mano che il livello di carica sale (le Tesla più recenti caricano molto più rapidamente, fino a 250 kW).

Il Supercharger di Modena Sud. TESS è la quarta da sinistra.

11:35. Prima che finisca la pausa, TESS ha già caricato a sufficienza per arrivare con ampio margine a destinazione. Il tempo di sosta (29 minuti) è stato dettato dalle esigenze umane. Cinque minuti prima di finire la pausa, attiviamo da remoto tramite l’app il condizionatore, per avere l’auto fresca nonostante sia sotto il sole. Funziona ed è una gran comodità. Ripartiamo, stavolta senza limitazioni di velocità salvo quelle del codice della strada. Ci sono 37°C e il condizionatore lavora intensamente. Anche così, l’autonomia rimane ampiamente sufficiente.

13:10. Arriviamo a destinazione al Classic Hotel dopo altri 126 km autostradali, consumando 25,4 kWh, e ci resta il 23% di carica. Parcheggiamo TESS in uno dei due posti auto dedicati alle auto elettriche (con colonnine da 11 kW), la mettiamo sotto carica e ce ne andiamo in albergo e poi a compiere il Mordi e Fuggi (è una piacevole faccenda personale, vi risparmio i dettagli) intanto che TESS ricarica gratis. Abbiamo percorso in tutto 394 km e consumato in tutto 75,2 kWh, pari a 191 Wh/km. Tempo impegnato dalla ricarica: zero, visto che tanto avremmo dovuto fermarci per motivi non tecnici e abbiamo lasciato che fossero questi motivi a decidere la durata della sosta.

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8 luglio 2021, 8:00. Sveglia e avvio da remoto dell’ultima parte di carica di TESS in modo che arrivi al 100% per quando partiremo. Il grosso della carica è già stato fatto durante la giornata di ieri. Un ipotetico “pieno” dallo 0% richiederebbe circa 7 ore, ma ci è bastato parecchio meno. Non so quanto, perché il bello è che non me ne sono dovuto preoccupare: l’auto ha caricato mentre facevamo altro.

10:05. Partenza e guida a 130 km/h di velocità massima, senza risparmiare i cavalli, fino all’ora di pranzo.

12:33. Pausa pranzo, che facciamo mentre TESS si abbevera (sempre gratis) al Supercharger di Piacenza, situato anche in questo caso appena fuori dal casello autostradale. Bonus: incontriamo a sorpresa un famoso utente Tesla di cui per privacy ometto il nome; dico solo che a Modena lo conoscono in tanti. Arriviamo al Supercharger con il 20% di carica residua dopo 241 km percorsi e 48,9 kWh consumati (203 Wh/km).

Le “stazioni di servizio” elettriche sono decisamente più gradevoli di quelle per auto a carburante. Alberi, ombra, niente puzza di gasolio o benzina. La foto è un po’ distorta dal grandangolo.

Pranziamo in una trattoria adiacente al Supercharger e ancora una volta lasciamo che siano i tempi umani, non quelli del mezzo tecnico, a dettare la durata della sosta. Altro dato interessante di questo viaggio: le pause “naturali” si confermano molto più lunghe di quello che si immagina. Ho dovuto ricontrollare gli orari dei log di bordo per rendermi conto che un pranzo leggero ha richesto un’ora e mezza: avrei giurato che ci fossimo fermati in tutto un’ora. Così TESS ha ricaricato fino al 96%, ampiamente sufficiente per arrivare fino al Maniero Digitale con un grosso avanzo.

13:57. Partiamo per il Maniero. Il viaggio è assolutamente normale e privo di eventi significativi.

15:43. Arriviamo al Maniero con il 44% di carica residua, dopo aver percorso altri 154 km e consumato 32,2 kWh (210 Wh/km).

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Tirando le somme, il viaggio è stato molto meno complicato delle mie previsioni: ormai l’ansia da autonomia comincia a scemare, un po’ per via dell’esperienza, un po’ perché l’auto calcola molto correttamente l’autonomia prevista (anche se i criteri di pianificazione delle ricariche sono piuttosto bislacchi). 

Dati riepilogativi:

  • Lugano-Firenze: 394 km, 4h 41m di viaggio (soste escluse), 84 km/h di media (soste escluse), 75,2 kWh, 191 Wh/km
  • Firenze-Lugano: 395 km, 4h 04m di viaggio (soste escluse), 97 km/h di media (soste escluse), 81,1 kWh, 205 Wh/km
  • Spesa di ricarica: 9,60 CHF / 8,85 euro (64,1 CHF / 59,1 EUR se avessi pagato a tariffa normale, 0,41 CHF/kWh, le ricariche Tesla)
  • Spesa equivalente con un’auto a benzina: 107,6 EUR (ipotizzando 12 km/litro e 1,634 EUR/litro, che è il prezzo medio italiano corrente)

Serve comunque un po’ di pianificazione, e in questo senso gli alberghi dotati di colonnina di carica sono una manna dal cielo: poter caricare, anche lentamente, una volta arrivati a destinazione è una comodità enorme che fa tutta la differenza. Albergatori, se volete attirare clienti, dotatevi di colonnine elettriche, anche “lente”.

Avere una rete di ricarica garantita è un altro bonus enorme. Lo stesso vale anche per la facilità d’uso: ai Supercharger non servono app o tessere. Basta parcheggiare l’auto alla colonnina e inserire il cavo di carica nella presa dell’auto. Fine. Nessuna perdita di tempo e nessuna incognita. E per di più, nel mio caso, gratis.

Per contro la segnaletica dei punti di ricarica è pessima, e questo vale per tutte le marche di colonnine. Sui cartelli lungo l’autostrada non c’è alcuna indicazione della presenza di stazioni di ricarica (anche in Svizzera, dove c’è, bisogna aguzzare l’occhio per trovarla). Non ci sono insegne o cartelli indicatori per individuare dove si trova la stazione di ricarica. Per fortuna mi sono informato prima sull’ubicazione di quella di Piacenza guardando le recensioni in Google, perché altrimenti non l‘avremmo mai trovata: dalla strada non si vede nulla.

Se Tesla, Ionity e gli altri fornitori di colonnine rapide vogliono far partire il mercato,  secondo me devono dotarsi di insegne ben visibili come quelle delle pompe di benzina. Non solo per aiutare gli utenti di auto elettriche (che possono comunque sfruttare il navigatore apposito), ma anche per rassicurare chi sta semplicemente pensando di fare la transizione alla mobilità elettrica: se il pubblico non vede che le colonnine ci sono, sono tante e sono ben distribuite, non comprerà mai un’auto elettrica.

Insomma, c’è ancora molta strada da fare, ma già ora un viaggio di questo genere è fattibile anche con un‘auto elettrica che ha già cinque anni di anzianità tecnologica. Ed è un viaggio confortevole, silenzioso e non inquinante, oltre a costare pochissimo (8,85 euro di “carburante” per 790 km). Ma se vi piace stressarvi con rumore, puzze, file alle casse, fretta di arrivare e un Camogli trangugiato in piedi, lasciate perdere l’auto elettrica.

2020/09/06

Avventurette in auto elettrica: 663 km con 35 minuti di pura ricarica

Ora che ho TESS, le avventure e le sfide in auto elettrica si fanno più rare ma più complesse. In effetti avere 330 km di autonomia a velocità autostradali significa che per me la stragrande maggioranza dei viaggi è coperta semplicemente con la carica fatta a casa di notte.

Ma cosa succede quando ci sono due viaggi da fare, uno dopo l’altro? Venerdì la Dama del Maniero ed io abbiamo avuto bisogno di andare a Borgo Ticino e ritorno in serata, per una mia conferenza all’Antica Casa Balsari (secondo Google Maps, 150 km dal Maniero, fra andata e ritorno), e sabato mattina abbiamo partecipato al raduno degli utenti Tesla a Riva del Garda (sempre secondo Google, 560 km fra andata e ritorno). La sfida, quindi, non è solo di autonomia, ma anche di ricarica: c’è da fare il “pieno” fra un viaggio e l’altro e durante il viaggio, visto che oltretutto non ci sono punti di ricarica disponibili nelle due destinazioni.

La prima parte è stata semplice: il viaggio di andata e ritorno (196 km effettivi, fra deviazioni varie) è stato coperto dall’autonomia dell’auto, senza aver bisogno di tappe di ricarica, nonostante la velocità sostenuta: al rientro, per arrivare in tempo per prendere una delle mie figlie in stazione a Lugano, abbiamo viaggiato sempre alla massima velocità consentita e abbiamo accelerato, uhm, drasticamente per evitare alcuni automobilisti afflitti da Sindrome della Corsia della Vergogna e ridimensionare alcuni Sfanalatori Impazienti. Risultato: siamo rientrati al Maniero con la batteria abbastanza scarica. Anche con un’auto aerodinamica come una Tesla Model S, la velocità si paga e i consumi salgono ferocemente quando si corre.

Siamo rientrati all’una di notte, con ripartenza alle otto del mattino: poche ore per ricaricare una sessantina di kWh. Ma non abbiamo avuto bisogno di andare di notte alla colonnina: nel nostro posto auto del condominio in cui abitiamo abbiamo infatti fatto installare una presa industriale trifase e abbiamo un UMC1 (il caricatore portatile di Tesla), che eroga 10 kW se collegato a quella presa. Sì, il nostro contratto domestico regge 10 kW e oltre; in Svizzera è normale e non costa di più. Problema risolto: l’indomani mattina ci siamo trovati con il 94% di carica senza aver perso un minuto di sonno.


Perché non il 100%? Ê intenzionale. Lascio qualche punto percentuale di margine per non stressare la batteria e aumentarne la longevità, e per poter usare la frenata rigenerativa sin da subito e quindi non consumare i freni. Se la batteria è al 100%, infatti, non è possibile usare la frenata elettromagnetica, perché l’energia generata non ha “spazio” dove andare (è come cercare di versare altra acqua in un bicchiere già colmo). Sono le piccole accortezze che si imparano a furia di usare un’auto elettrica.

Siamo partiti insomma con il quasi-“pieno”, ma come noterete dalla foto c’è anche un problema software: i sensori di pressione degli pneumatici non rilevavano nulla. Inoltre ci siamo accorti più in là che il contatore di percorrenza non si incrementava. In realtà era solo un problema di visualizzazione che si è risolto poi con un reboot, ma se notate anomalie nelle foto che seguono, il motivo è quello.

Rispondo subito alla domanda inevitabile: sì, fare reboot capita spesso sulle Tesla. Sono dei computer ambulanti e funzionano allo stesso modo. A differenza delle auto tradizionali, non vengono quasi mai realmente spente del tutto (anche da ferme, sono in standby, non spente), per cui ogni tanto hanno bisogno di riavviare il loro sistema operativo (Linux). In realtà anche le auto tradizionali fanno reboot tutti i giorni più volte, ma l’utente non ci fa caso: si riavviano infatti ogni volta che si gira la chiave.

Sulle Tesla, il reboot si fa tenendo premuti per alcuni secondi i due pulsanti sul volante (per il reboot light) oppure il pedale del freno insieme ai due pulsanti sul volante (per il reboot hard). La cosa richiede un paio di minuti. Ovviamente lo si fa da fermi, anche se il reboot light in teoria è fattibile anche durante la marcia (non intendo provarci).

Abbiamo fatto una deviazione di qualche chilometro per prendere su due amiche e siamo ripartiti in direzione di Riva del Garda: l’autonomia ci sarebbe bastata per arrivarci, ma non per il ritorno, per cui abbiamo pianificato una tappa di ricarica al Supercharger di Affi, che è letteralmente a ridosso del casello autostradale. Abbiamo detto a TESS di navigare verso il Supercharger e ci ha visualizzato subito lo stato delle colonnine: nove stalli liberi su sedici.


La parte più difficile è stata arrivare al casello, a causa della coda interminabile di persone che ancora oggi si ostinano a voler pagare in contanti invece di usare il Telepass o almeno le corsie FastPay. C’è tanta gente che dice che fermarsi mezz'ora per ricaricare un'auto elettrica in viaggio è intollerabile, ma è dispostissima a fare pazientemente mezz'ora di coda ai caselli pur di non comprare un Telepass da un euro e spicci al mese.

Arrivati finalmente al Supercharger con il 22% di carica residua, abbiamo messo TESS sotto carica (nessuna formalità, nessuna app o tessera: si infila il connettore e si va via), abbiamo chiacchierato con un Disinformatico che abita lì vicino (ci eravamo messi d’accordo) e che ci ha portato della squisita focaccia dolce (grazie!), e siamo andati a pranzo lì vicino.


Non abbiamo aspettato che l’auto finisse di caricare: abbiamo mangiato prendendoci il tempo che ci voleva per un pranzo decente, poco meno di un’ora, e quando siamo tornati alla colonnina TESS aveva già caricato fino al 91%. Gratis, fra l’altro, come vedete sul display centrale, in basso a destra, nella foto qui sotto.


Il tempo del rifornimento, insomma, è stato pienamente integrato nel tempo che ci avremmo messo comunque a mangiare. È stato il pasto a dettare la durata della sosta, non l’esigenza di ricaricare.

Siamo ripartiti verso Riva del Garda, dove dopo una deviazione imprevista (errore mio) siamo arrivati con il 64% di carica residua alla bellissima esposizione di auto Tesla organizzata da Teslari.it, su base puramente volontaria, ossia senza sponsor o altro, ma con una colletta fra partecipanti. Questo è il colpo d’occhio del raduno, visto dal cielo grazie a un drone: una quarantina di Model S, Model X e Model 3, con molti dei rispettivi conducenti a disposizione per le infinite domande del pubblico (se volete approfondire l’argomento, visitate Teslari.it o il mio mini-sito Fuoriditesla.ch). TESS è quella blu in basso.


Siamo poi andati a visitare le affascinanti fortificazioni costruite dentro la montagna prima e durante le due Guerre Mondiali, accompagnati da un’ottima guida, apprezzando la fortuna di poter vedere strutture normalmente non aperte al pubblico...



... e poi abbiamo festeggiato insieme agli utenti Tesla e ai passanti, alcuni dei quali hanno riconosciuto TESS, che ormai comincia ad avere dei follower tutti suoi (grazie, fra l’altro, di avermi inviato le foto).


Il viaggio di ritorno ha incluso l'unica tappa dedicata esclusivamente alla ricarica: il pianificatore di TESS ci ha detto che avremmo potuto raggiungere il Supercharger di Brescia, cosa che abbiamo fatto (non senza fatica, perché non è indicato bene: sta in fondo al parcheggio del centro commerciale Elnòs, in posizione sopraelevata, qui). Ci siamo arrivati con il 14% di carica residua e ci siamo fermati per 35 minuti, portando la carica al 64%. 


Complice un errore di navigazione in autostrada e una deviazione per riportare a casa un’amica, il tragitto di ritorno si è allungato un po', oltre la nostra autonomia, ma è bastato guidare per un tratto di strada a 105 km/h invece che a 130 km/h per veder crescere a vista d’occhio l’autonomia calcolata. Ancora una volta, la velocità si è dimostrata il fattore più importante e più facilmente manipolabile per ottenere autonomia maggiore. Siamo così rientrati al Maniero Digitale senza ulteriori soste, con il 9% di carica residua. Ho rimesso subito sotto carica TESS per averla pronta l’indomani mattina per qualunque evenienza.


In sintesi: abbiamo percorso 663 chilometri in un giorno con una sola pausa di 35 minuti dedicata esclusivamente alla ricarica; l’altra faceva parte delle pause che avremmo fatto comunque. E va considerato che TESS è un’auto con una batteria relativamente piccola (70 kWh teorici) che carica relativamente piano (a circa 90 kW quando è quasi scarica); le auto elettriche più recenti caricano molto più rapidamente e spesso hanno batterie ben più capienti. 

La gestione dei viaggi lunghi, insomma, è fattibile con una pianificazione meno approfondita e paranoica di quella che ho usato in passato per i viaggi con ELSA (la piccola elettrica che uso ormai solo come city car), e con 10 kW per caricare a casa non sono un problema neppure i viaggi lunghi in giorni consecutivi. Merito della capienza della batteria e soprattutto dell’integrazione dell’auto con la rete di ricarica, che è uno dei bonus più importanti di una Tesla rispetto a tutte le altre marche. Vuol dire che l’auto elettrica è già per tutti? No. Però è una realtà praticabile oggi per molta più gente di quel che si immagina comunemente.

La cosa più piacevole di tutto il viaggio, a parte la fluidità della guida senza marce e la ripresa fenomenale quando serve disimpegnarsi nel traffico o c’è da sorpassare un trattore su un rettilineo corto a doppio senso di marcia, è il silenzio. Nessun rumore di motore che sale e scende, nessuna sensazione di sforzo: semplicemente il fruscio del vento e il rotolamento delle gomme. È di gran lunga la mia feature preferita delle auto elettriche ed è quella che maggiormente contribuisce a rendere il viaggio non faticoso.

I problemi, però, non mancano. Il primo è che il navigatore delle Tesla è impreciso e poco chiaro (e, in questa auto del 2016, lentissimo, mentre in quelle recenti è veloce): non zooma agli incroci e alle rotonde e non ha la visuale in prospettiva (presente invece nel secondo navigatore visualizzabile sul cruscotto davanti al volante). La Dama del Maniero, che è l’addetta alla navigazione, lo detesta profondamente. Abbiamo deciso di installare un TomTom che abbiamo già.

Il secondo problema è il cruise control adattivo (CCA). Quando funziona bene è utilissimo e mantiene perfettamente la distanza e la velocità rispetto al veicolo che mi precede, ma in alcune occasioni frena e accelera come un ubriaco. Roba da mal di mare. Bisogna quindi capirne la logica e usarlo con accortezze per nulla intuitive. Ne scriverò un articolo dettagliato, perché credo che questi problemi e potenziali pericoli valgano per qualunque auto moderna dotata di questi accessori di ausilio alla guida, ma accenno un paio di bizzarrie capitate nel viaggio di ieri e in altre occasioni.

  • Sono nella corsia di destra. L’auto davanti a me, che TESS sta seguendo con il CCA, prende la corsia di uscita, che è parallela alla corsia di destra ed è delimitata da una riga bianca (niente guardrail). Quindi la corsia davanti a TESS è libera. L’auto che sta uscendo rallenta... e anche TESS fa altrettanto, e pure bruscamente. Se avessimo avuto dietro qualcuno, ci avrebbe visto frenare senza alcun motivo. Inaccettabile e pericolosissimo.
  • Sono nella corsia centrale e il CCA di TESS sta seguendo l’auto davanti a me. Siccome sta andando piano, più lentamente del limite impostato sul CCA, decido di sorpassarla e quindi metto la freccia per iniziare la manovra. Quando mi sposto nella corsia di sinistra, il CCA dovrebbe “vedere” libero davanti a sé e quindi accelerare fino al limite che ho dato al CCA. Invece esita, rallenta leggermente e poi accelera di scatto. Anche qui, inaccettabile.
  • Se metto l’auto in modalità Standard di accelerazione, lo scatto quando la corsia davanti a TESS si libera è esageratamente violento.
  • Se metto l’auto in modalità Standard di recupero energetico, la frenata del CCA quando si avvicina a un veicolo più lento è assurdamente brusca.

Per ciascuno di questi comportamenti c’è una soluzione, come per esempio cambiare le modalità per ottenere una risposta più morbida, e disattivare il CCA per effettuare i sorpassi, e sottolineo che TESS monta un assistente di guida del 2016, successivamente sostituito nelle Tesla più recenti. Ma questi sono casi inaspettati e non ovvi, che i conducenti di qualunque auto assistita devono imparare a gestire per evitare di causare incidenti e non nauseare i passeggeri.

Insomma, per guidare un computer su ruote bisogna imparare da capo a ragionare e bisogna cercare di immaginarsi come “pensa” un computer. Non è facile.

 

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2020/08/29

Avventurette in auto elettrica: quando arriva un aggiornamento software

Ultimo aggiornamento: 2020/08/31 23:15.

Domani partirò in auto elettrica per fare Lugano-Spotorno (258 km) e ritornare l’indomani (altri 258 km): parteciperò infatti alla serata finale di Scienza Fantastica. Sarà un‘avventuretta interessante non solo per la distanza (il piano di viaggio è qui sotto) ma anche perché ieri sera mi è arrivato un aggiornamento software dell’auto. Sull’app dell’auto (una Tesla Model S del 2016 chiamata Tess, per chi non lo sapesse) mi è infatti comparso l’avviso della disponibilità di un aggiornamento:



È bello vedere che un’auto di quattro anni fa viene ancora aggiornata con nuove funzioni. È ancora più bello vedere che questo aggiornamento avviene gratuitamente e soprattutto senza dover portare l’auto in officina: Tess è infatti costantemente connessa ai server di Tesla via Internet e quindi sa quando c’è un aggiornamento pronto da scaricare e installare.

Vi racconto come funziona in pratica un aggiornamento di questo genere, che al momento è ancora una rarità nel settore automobilistico e quindi causa angosce a chi non ci è abituato. È sicuro? È obbligatorio? E se ho bisogno dell’auto, la posso usare mentre si sta aggiornando?

La risposta all’ultima domanda è già in questo screenshot: no, l’auto non può essere usata durante l’oretta scarsa richiesta per l’aggiornamento.



Ma se per caso avessi bisogno proprio in quel momento? Semplice: evito di avviare l’installazione in un orario in cui posso aver bisogno dell’auto. Che è esattamente quello che succede quando si pianifica di portare l’auto dal gommista per un cambio gomme o per manutenzione: non ci si va quando si ha bisogno dell’auto. Con la differenza che io qui posso pianificare l’aggiornamento per esempio per la notte, mentre sto dormendo.

Sarà informaticamente sicuro? La sicurezza assoluta non esiste: è questione di livelli. Ma rifletteteci un attimo: secondo voi sono più sicuri gli aggiornamenti che vi fanno alla centralina dell’auto in officina usando il laptop Windows 7 che usano anche per YouPorn, o quelli firmati digitalmente e scaricati direttamente dai server della casa madre su connessione criptata?

È obbligatorio? Assolutamente no. Posso rinviarlo finché mi pare, dal computer o dall’auto (come visibile qui sotto).



Ma se l’aggiornamento è bacato? Estremamente improbabile. Quando viene rilasciato agli utenti comuni come me, vuol dire che è già stato testato sui veicoli degli utenti collaudatori. In più io ho scelto la modalità di installazione Standard, non quella Avanzata, per cui ricevo solo aggiornamenti che sono già stati installati da molti altri utenti (quelli che scelgono l’opzione Avanzata per avere subito le ultimissime novità). Se ci fossero problemi, sarebbero già stati scremati da questi passaggi precedenti.

Per cui ho accettato l’installazione, comandandola direttamente dall’app, e ho lasciato che il software (più propriamente firmware) si installasse durante la notte. Dieci minuti dopo la procedura era già al 60%. Durante l’installazione, le Tesla fanno spesso un “balletto” di luci e suoni: il reboot dell’auto include un diagnostico che prova vari componenti dell’auto, che ovviamente non si muove dal suo posto ma può flettere i muscoli, per così dire.



Stamattina sono andato a vedere quali sono le novità: l’auto me le ha elencate sullo schermo.




La versione 2020.32.3 del software include varie funzioni nuove, elencate integralmente qui; non tutte riguardano la mia configurazione dell’auto (che non ha le otto telecamere, le sospensioni attive e l’hardware potenziato delle Tesla più recenti). Nel mio caso, stando all’elenco che ho sullo schermo principale di Tess, ho queste novità:

  • Notifica se l’auto è lasciata aperta. L’app sul telefonino mi allerterà se rimane aperta per più di dieci minuti una portiera, uno dei due bagagliai, un finestrino o il tettuccio apribile.
  • Cronologia delle notifiche. Ora posso riesaminare le notifiche ricevute in passato.
  • Gestione ricarica con altri operatori. Se vado a caricare l’auto presso una colonnina CCS Combo 2 non-Tesla, il connettore sull’auto si sblocca automaticamente a fine carica. Questo consente di togliere il cavo più facilmente (anche a terzi che ne avessero bisogno).
  • Vari miglioramenti minori e correzioni di bug.

Nuove funzioni nei menu: notifica sull’app se lascio aperta l’auto.

Non so ancora se Tess supporta altri aggiornamenti interessanti, come la chiusura automatica dei finestrini quando si ferma il veicolo oppure le luci d’arresto dinamiche (se si frena bruscamente a oltre 50 km/h, gli stop lampeggiano rapidamente per avvisare gli altri conducenti che si sta frenando fortemente; se ci si ferma, le luci d’emergenza lampeggiano automaticamente).

Per gli utenti delle Tesla più moderne, l’aggiornamento include anche la regolabilità delle sospensioni attive, una maggiore velocità di carica (fino a 250 kW) presso le colonnine Supercharger V3 e il coordinamento con le batterie Tesla per accumulo domestico (le Powerwall).

Un aggiornamento fatto in questo modo, insomma, non comporta alcuna angoscia particolare e mantiene giovane l’auto. Un giorno, forse, tutte le automobili saranno fatte così. Intanto si affacciano già all’orizzonte la versione 2020.32.5 e la 2020.36.

E domani via, verso nuove avventurette! Il Piano A, suggerito da A Better Routeplanner (ABRP), è fare 232 km dal Maniero fino al Supercharger Tesla di Varazze, arrivandoci con circa il 25% di batteria residua, caricare per una ventina di minuti e arrivare a Spotorno; al ritorno, fare una tappa al Supercharger di Dorno per altri venti minuti, fare una deviazione vicino a Pavia per una visita di famiglia e poi andare direttamente fino al Maniero.



2020/08/31 7:45


Il viaggio di andata si è svolto molto regolarmente: siamo partiti con il 95% di batteria, arrivando al Supercharger di Varazze con il 23% di carica residua, leggermente meno della stima di ABRP. Abbiamo caricato per mezz'ora, portandoci al 71% (volevamo fermarci al 70%, ma il tempo vola quando si chiacchiera, ci si sgranchisce e si risponde a qualche mail), e poi siamo arrivati a Spotorno.

Lo scenografico Supercharger di Varazze, a 1,4 km dall’uscita autostradale.

Da lì partiremo intorno alle 10 per tornare al Maniero come descritto sopra. Se volete seguire il viaggio in tempo reale, cercherò di postarlo su Glympse presso Glympse.com/!tess001 (non occorre installare software).


2020/08/31 23:15


Il ritorno è stato di tutto riposo: ABRP si è rivelato molto preciso nelle sue stime. Siamo partiti da Spotorno con il 61% di carica, sufficiente a portarci fino al Supercharger di Dorno (comodissimo, situato proprio sull'autostrada e accanto a un autogrill, ossia come è la norma nel resto d’Europa), a 145 km di distanza. Ci siamo arrivati due ore dopo (causa traffico) con ampio margine (17% residuo) e abbiamo caricato per mezz’ora mentre rispondevo a un po’ di mail e tweet e la Dama del Maniero si sgranchiva un po’.





Durante la coda causata da un incidente sulla tratta Spotorno-Dorno, ho apprezzato moltissimo la funzione di mantenimento automatico della distanza dall’auto che ci precedeva: ogni volta che l’auto davanti a noi avanzava di un paio di metri, Tess faceva altrettanto da sola e poi si fermava quando si fermava l’auto antistante. Tutto senza dover toccare marce, freno, frizione, acceleratore o altro. Se potete, scegliete un’auto (elettrica o a pistoni) con questa funzione: non ve ne pentirete perché toglie tantissimo stress alle code.

Terminata la mezz’oretta di carica a Dorno, siamo ripartiti con il 65% di carica, sufficienti per andare dalle parti di Pavia dai miei genitori e poi rientrare al Maniero (157 km in tutto), dove siamo arrivati con il 17% di carica residua. Ho messo subito sotto carica Tess con il nuovo caricatore UMC1, che permette di caricarla a circa 11 kW direttamente in garage.

Sì, il mio contatore regge 10 kW senza fare una piega. In Svizzera è normale.


I viaggi lunghi, con un minimo di pianificazione e conoscenza del mezzo, sono insomma perfettamente fattibili. Abbiamo percorso in tutto 571 chilometri, consumando 104,7 kWh (183 Wh/km) e spendendo circa 8 euro di energia. Sì, perché ho pagato solo i kWh caricati a casa prima di partire: in Italia i Supercharger in questo periodo non addebitano nulla, per cui ho fatto Varazze-Spotorno-Pavia-Lugano gratis.


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