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Il Disinformatico

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1998/12/22

[IxT] Internet via satellite in Italia (22 dicembre 1998)

Giusto una dritta veloce se siete in vena di esperimenti: presso www.saturno.it potete trovare un kit per collegarsi a Internet via satellite. I dati da inviare alla rete viaggiano come al solito sulla linea telefonica, ma i dati di ritorno (di solito molto più abbondanti) arrivano via satellite.

Il kit costa circa un milione e si paga il traffico ricevuto, a tariffe che variano fra 950 e 1450 lire al megabyte.

[Fonte: Commercio Online, Sole 24 Ore, pag. 265]

 

Questo articolo è una ripubblicazione della newsletter Internet per tutti che gestivo via mail all’epoca. L’orario di questa ripubblicazione non corrisponde necessariamente a quello di invio della newsletter originale. Molti link saranno probabilmente obsoleti.

1998/12/15

[IxT] 100 link al mese (15 dicembre 1998)

Vi segnalo un'ottima mailing list, intitolata "100 Links al mese", creata e gestita da Davide Ruda.

E' una semplice ma accurata lista commentata di siti dedicati di volta in volta a un tema specifico. Trovate i dettagli di come iscrivervi (gratuitamente) presso

http://www.100links.com/

oppure mandando un e-mail a Davide Ruda presso davide@100links.com

Emulatori di telecomandi cercansi

Un recente articolo di Cnet (www.cnet.com) conferma quello che sospettavo: è effettivamente possibile emulare qualsiasi telecomando a infrarossi usando la porta a infrarossi di cui sono dotati molti PC e organizer come il PalmPilot e Cassiopea.

Ci sono usi legali e meno legali di questa tecnologia. Ad esempio un mio amico ha aperto una Renault 5 semplicemente intercettando il codice emesso dal telecomando. Per fortuna la Renault 5 era la mia (che da allora ho cambiato!) e da allora i costruttori di automobili si sono fatti un po' più furbi.

Su un versante meno ladresco e più pratico, il PC può diventare il telecomando di riserva per gli elettrodomestici di casa.

Ora che anche gli impianti stereo hanno il telecomando, quando si guasta o si perde uno di questi aggeggi è una tragedia.

Certo, ci sono i telecomandi universali, ma sono macchinosi e in più se si scaricano le batterie avete perso tutto.

Faccio il mio caso di collezione di telecomandi:

-- lo stereo

-- due televisori

-- due videoregistratori

-- due ricevitori TV satellitari

Insomma, sette telecomandi, molti dei quali non reperibili sul mercato (apparecchi vecchi o introvabili). Procurarsi un telecomando universale per ciascuno di questi aggeggi mi costerebbe una cifra e programmare ogni singola funzione richiederebbe una vita.

Allora domando e dico: qualcuno conosce un sito Internet dove trovare un buon programma di emulazione di telecomandi? L'ideale sarebbe un programma che memorizza e salva su disco le varie funzioni di un telecomando.

Fra l'altro, creare un database con i comandi di tutte le marche non dovrebbe essere un problema per un ambiente collaborativo come Internet. Pensate alla comodità di avere tutti i comandi già memorizzati e prelevabili da Internet....

Inoltre un programma di questo genere potrebbe espandere le funzioni dell'elettrodomestico. Si potrebbero creare macro di comandi (accenditi, sintonizzati su Italia Uno, registra Aldo, Giovanni e Giacomo, poi alle 24.00 accendi il satellitare, sintonizzalo sulla BBC, accendi il videoregistratore e commutalo sulla Scart 2; intanto accendi il microonde, scalda l'abitacolo della macchina e spegni l'antifurto in casa...).

Se qualcuno ha informazioni in merito, le girerò volentieri agli altri lettori.

 

Questo articolo è una ripubblicazione della newsletter Internet per tutti che gestivo via mail all’epoca. L’orario di questa ripubblicazione non corrisponde necessariamente a quello di invio della newsletter originale. Molti link saranno probabilmente obsoleti.

[IxT] Come sarà Internet dopo Natale? Intasata! (15 dicembre 1998)

Chi usa Internet per lavoro si era già posto il dubbio: con tutte queste martellanti campagne pubblicitarie per rifilare Internet a chiunque, non è che poi ci saranno troppi utenti rispetto alle risorse di rete di Telecom e soci? Riusciremo ancora a navigare dopo l'arrivo della nuova orda di utenti?

La risposta e', come avrete intuito, che ci sarà un massiccio rallentamento di Internet dopo Natale. Il servizio clienti TIN sarà sovraccarico -- e ben gli sta, così imparano a pubblicizzare l'accesso a Internet come "facile".

Sto menando gramo? Beh, è una congettura basata sul buon senso e sull'esperienza. Vedremo se ho visto giusto. E poi sono confortato nelle mie previsioni da uno studio pubblicato nei giorni scorsi da Price Waterhouse Coopers LLP [fonte: CNN] e intitolato "Technology Forecast: 1999". al ritmo attuale di crescita di Internet, al quale il traffico _raddoppia_ ogni 100 giorni (pazzesco), il volume del traffico dati supererà quello del traffico voce entro due anni.

Questa non è la solita previsione sull'imminente morte di Internet, perché lo studio riguarda anche le strutture delle società di televisione via cavo e quelle di telecomunicazione. Sono tutte prossime alla saturazione e trovo difficile immaginare che nuove tecniche di compressione riescano a gestire un ritmo di crescita come quello indicato.

Buon divertimento!

 

Questo articolo è una ripubblicazione della newsletter Internet per tutti che gestivo via mail all’epoca. L’orario di questa ripubblicazione non corrisponde necessariamente a quello di invio della newsletter originale. Molti link saranno probabilmente obsoleti.

1998/12/14

[IxT] Ancora musica MP3 legale (14 dicembre 1998)

In genere la tecnologia di compressione MP3 (MPEG Audio Layer 3) viene utilizzata per creare copie pirata di brani musicali. Ma non è sempre così. Servirà a cambiare il modo di comperare musica e darà calci nelle parti molli alle grandi case discografiche.

Il sito MP3.com, ad esempio offre musica in formato MP3 con una formula che la rende legale e consente di rispettare le leggi sul diritto d'autore. Michael Robertson, il gestore del sito, sta diventando una figura di rilievo nel mondo musicale perché combatte il monopolio di fatto delle sei principali case discografiche nel campo della distribuzione planetaria della musica.

Il suo caso mostra con quale velocità le nuove tecnologie e Internet possono scuotere le fondamenta delle attività imprenditoriali apparentemente più solide e radicate.

Credo che troverete condivisibili le parole di Robertson: "i fan sono stufi di pagare 15 dollari [da noi 32.000 lire e passa] per un CD che contiene una sola canzone decente. Gli interpreti sono stufi di firmare contratti capestro che li legano a vita e li lasciano pieni di debiti".

Chi visita il sito mp3.com può prelevare (e comperare) campioni di nuovi brani offerti da oltre 400 interpreti indipendenti, che hanno firmato per la casa discografica "virtuale" di Robertson, la Digital Automatic Music label.

Digital Automatic Music offre circa il doppio di royalty rispetto alle grandi case discografiche, però non ha i loro fondi per il marketing e la promozione. Anche Dionne Warwick ha aderito alla DAM.

Staremo a vedere come finirà questa battaglia sui diritti e contro i monopoli musicali. Nel frattempo tutto il putiferio nato intorno all'MP3 porta a una considerazione di base (che non è mia ma non so chi me l'ha passata): l'album è morto.

La nuova generazione di consumatori di musica, abituata all'MP3 e a scegliersi solo le canzoni che gli piacciono, tollera poco un album con un paio di canzoni carine seguite da fuffa. Si crea la propria compilation e butta via il resto.

Questo è completamente contro il modello economico delle grandi case discografiche, basato sulla vendita di un album contenente 12 o più brani, da prendere in blocco o lasciare.

Quindi o un artista impara a sfornare un intero album di belle canzoni, o si vedrà relegato a comprimario di una compilation.

 

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1998/12/09

[IxT] Tourbus - Shopping telematico: motori di confronto (9 dicembre 1998)

Dall'Internet Tourbus di Patrick Douglas Crispen e Bob Rankin traggo, traduco e riassumo (con l'autorizzazione degli autori).

E' una stagione di boom per gli acquisti via Internet [soprattutto negli USA]. Si evitano la ressa e le code, si sta al calduccio in casa propria e spesso i negozi offrono sconti per gli acquisti effettuati via Internet.

Ma c'e' di meglio: la possibilità di confrontare prezzi fra negozi diversi. Ad esempio, i prezzi per un lettore DVD Sony variano da 389 a 596 dollari, secondo i risultati di una ricerca che potete effettuare tramite MySimon (http://www.MySimon.com).

E' solo uno di una vasta serie di motori di confronto o "agenti intelligenti", che scandagliano i listini prezzi dei negozi online e, in tempo reale, trovano l'offerta migliore.

Un altro esempio è il Product Finder di Excite, presso http://www.excite.com/shopping.

Ma è sicuro lo shopping telematico? Anche se la maggior parte dei browser offre da tempo funzioni per la gestione delle transazioni commerciali sicure, ci sono molti utenti della Rete che tuttora esitano a usare online la propria carta di credito.

Temono che il rivenditore sia disonesto o che qualche hacker si impossessi del loro numero di carta di credito.

Per certi versi si tratta di timori giusti e sensati, ma potete fare acquisti via Internet a mente serena se tenete presente le seguenti raccomandazioni.

-- Prima di includere il vostro numero di carta di credito in un e-mail, pensateci due volte. L'e-mail è sicura quanto una cartolina postale ed è quindi facile per un dipendente di un provider Internet (non necessariamente il vostro ma uno qualsiasi di quelli che veicolano il messaggio) sbirciarne il contenuto.

-- Fate acquisti solo presso siti Web "sicuri". Potete sapere se un sito è sicuro guardando il lucchetto nella zona inferiore della finestra del vostro browser: se è chiuso, siete ben protetti.

Inoltre l'indirizzo deve iniziare con HTTPS al posto di HTTP: in questo modo viene utilizzata una tecnologia di crittografia chiamata SSL (Secure Sockets Layer) la cui efficacia è stata dimostrata ampiamente. Spesso si dice che lo shopping online tramite SSL è sicuro come affidare la propria carta di credito al cameriere del ristorante dove avete mangiato.

-- Non comperate mai nulla da uno "spammer" (quelli che pensano di farsi pubblicità mandandovi messaggi via e-mail o intromettendosi nei newsgroup). La gente che abusa di Internet e scoccia milioni di utenti deve ricevere il vostro disprezzo, non il vostro denaro.

Se questa gente ignora disinvoltamente le regole di comportamento di Internet, è assai probabile che siano altrettanto disinvolti con le leggi del mondo reale.

 

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[IxT] Il mouse compie 30 anni (9 dicembre 1998)

Secondo CNN, il mouse ha compiuto 30 anni il 9 dicembre 1998. Fu presentato nel 1968 ad una conferenza d'informatica, anche se entrò a far parte del corredo comune dei personal computer soltanto verso la metà degli anni 80.

Dettagli in inglese presso

http://cnn.com/cnn/TECH/computing/9812/09/mouse.turns30.ap/index.html

 

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1998/12/08

[IxT] JFAX sbarca in Italia: come ricevere i fax via Internet (8 dicembre 1998)

Ho già parlato del servizio JFAX in un articolo sulla Gazzetta Sportiva: è un convertitore da fax a email. In sostanza, consente di acquistare un numero telefonico in qualsiasi paese d'Europa e negli USA e ricevere, su quel numero, fax e messaggi vocali che vengono poi ritrasmessi gratuitamente alla vostra casella di posta elettronica, ovunque nel mondo.

Ritorno sull'argomento per un motivo fondamentale: il servizio Jfax è finalmente disponibile anche in Italia, con numeri a Roma e Milano.

Il grandissimo vantaggio di questo servizio è che vi consente di avere a basso costo (12 dollari e mezzo al mese) una linea fax, senza dare soldi alla Telecom per l'installazione e il canone di una seconda linea e senza comperare un fax o tenere permanentemente acceso il PC da usare come fax.

Ancora più importante è il fatto che i fax inviati al vostro numero telefonico Jfax vengono inviati alla vostra casella di e-mail senza ulteriori costi. Questo vi consente, ad esempio, di ricevere in Italia e farveli ritrasmettere gratuitamente in un altro paese (come capita spesso a me), oppure di aprire un recapito "virtuale" in un altro paese e ricevere i fax in Italia. In generale, Jfax elimina le spese telefoniche di trasmissione per i fax internazionali. Due società possono scambiarsi fax internazionali spendendo la tariffa urbana se ciascuna apre un numero Jfax nella città dell'altra.

C'e' forte convenienza anche a livello nazionale. Io, ad esempio, ho molti contatti di lavoro a Milano. Invece di farmi spedire i fax in interurbana a massima distanza (e conseguente massima tariffa), ho aperto un numero Jfax a Milano. Così i miei clienti mi mandano i fax a tariffa urbana (2600 lire l'ora contro 13.800 nella fascia oraria in cui sono aperti gli uffici) e risparmiano.

Il servizio Jfax fa anche da segreteria vocale: la voce di chi vi chiama viene trasmessa sotto forma di allegato e-mail come file audio.

Jfax fornisce gratuitamente tutto il software necessario e le spese di attivazione sono modeste (meno di venti dollari una tantum). Il servizio è abilitato entro mezz'ora dalla richiesta.

Unico neo: Jfax parla soltanto inglese. L'assistenza tecnica (a volte necessaria quando si fa l'ordine via Web) parla americano stretto e non mi risulta ci siano disponibili altre lingue.

A parte questo, Jfax è ottimo, affidabile e una delle migliori idee per l'uso pratico di Internet al posto della telefonia tradizionale. I fax arrivano in forma digitale e si possono stampare e archiviare con grande facilità. Come utente di due linee Jfax non posso che dirmi soddisfatto del servizio.

Mi resta solo da indicarvi l'indirizzo Internet: http://jfax.com.

 

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1998/12/03

[IxT] Una buona idea per tutelare i minori in Rete (3 dicembre 1998)

A me l'idea che ogni singolo utente debba dotarsi di un programma per proteggersi (o proteggere i propri figli) dalla pornografia, dalle idee devianti e dalle altre stravaganze presenti in Rete non è mai andata giù. E' inefficiente.

Per queste cose ci vuole una competenza informatica che la maggior parte dei genitori non ha (e non è giusto che sia tenuto ad averla) e che invece la maggior parte dei giovani ha o sa come procurarsi. Insomma, programmi come CyberSitter o NetNanny sono difficili da manutenere (richiedono di prelevare periodicamente i file di aggiornamento con la lista dei siti da "censurare") e facili da scavalcare.

Non prendetemi per bacchettone: il materiale che credo sia meglio non presentare ai bambini non è una banale questione di donne nude, contro le quali non ho nulla da obiettare, eccetto che tutta la perfezione plastica che si vede in fotografia rischia di preparare una gran delusione quando si iniziano le esperienze reali.

Però ci sono idee molto estreme, in Rete, che richiedono una mente matura per essere affrontate e sopportate con serenità. ammetto che dopo aver visto alcune delle cose che ho visto in Rete, come le teorie sulla superiorità della razza di turno e i manuali per l'automutilazione genitale corredati di fotografie, la mia opinione sul genere umano è scesa paurosamente (non era molto alta in partenza, OK, ma questa è un'altra storia).

Il buon senso suggerirebbe che a proteggere i minori in Rete debba essere il loro provider, creando abbonamenti con accesso sorvegliato per i minori e abbonamenti senza limitazioni per gli utenti adulti. E' relativamente facile mettere sui server un filtro di questo tipo. Non sarà a prova di bomba, ma è senz'altro più semplice da usare per l'utente (la manutenzione della lista dei siti censurati la fa il provider).

Il provider Split! di Genova (http://www.split.it) ha usato appunto il buon senso e ora offre una formula, chiamata Kid's Line, dedicata ai minori. Collegandosi a Split con un abbonamento assegnato a un minore, i siti pericolosi risultano semplicemente inesistenti. Collegandosi con un abbonamento normale, invece, si può vedere tutto quel che si vuole. Semplice, pratico e facile.

I server di Split si appoggiano alla "lista nera" di pagine Web giudicate inadatte che viene compilata e aggiornata continuamente dalla RSAC (Recreational Software Advisory Council), che ha un'ottima reputazione in questo campo.

[fonte: Corriere Multimedia, 23/11/1998, pag. 16]

 

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1998/12/02

[IxT] MP3: IBM, Sony, Warner offrono musica via Internet (2 dicembre 1998)

Se non puoi batterti, unisciti a loro, dice il proverbio. Vale nella vita reale come su Internet.

Visto il dilagare della pirateria musicale via Internet, grazie al formato MP3, a programmi come Audiograbber e ai masterizzatori che consentono di duplicare interi CD e diffonderli in rete in forma compressa, e visto che non esiste alcun metodo pratico per frenare il fenomeno, IBM ha costituito un'alleanza con le maggiori case discografiche per distribuire musica via Internet in modo legale.

Il Madison Project, questo il nome dell'associazione, è stato costituito in forma definitiva a fine novembre 1998 da IBM insieme con Sony, Warner, Emi, Universal e altre case discografiche più piccole.

Il punto forte di quest'iniziativa è che IBM ha messo a punto un sistema di distribuzione, catalogazione e fatturazione che consentirà di ordinare e ricevere via PC un qualsiasi brano presente negli archivi o addirittura di riceverlo a casa su CD.

Le case discografiche sono interessatissime perché Internet consentirebbe loro di scavalcare tutti gli intermediari (cui va gran parte di quelle 35-40.000 lire che sono il prezzo di vendita al pubblico di un CD recente) e raggiungere mercati altrimenti inaccessibili (ad esempio, quanti italiani in America non hanno accesso alla musica italiana? Tower Records a New York vende qualcosina di Eros Ramazzotti e Sanremo, ma il resto è nebbia).

Il primo esperimento pilota avverrà all'inizio dell'anno prossimo, e staremo a vedere: io personalmente ho qualche riserva, perché non vedo come si possa impedire a qualcuno di comperare un brano musicale e poi farne tante belle copie digitali per amici, parenti e utenti della Rete.

[alcune informazioni tratte dal Sole 24 Ore del 27/11/98, pagina 34]

 

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1998/12/01

[IxT] Sciopero anti-TUT: le cifre (1 dicembre 1998)

Si è fatto un gran parlare, e soprattutto un gran passaparola nelle signature degli utenti via e-mail e nei newsgroup, della protesta contro la TUT.

Ho già scritto qui la mia modesta opinione, cioe' che protestare per una cosa che costa 23 lire al minuto a tariffa ridotta e 42 in quella di punta (costi entrambi dimezzati con gli sconti per Internet) è quanto meno un comportamento da bambini viziati, soprattutto considerato che gli utenti in interurbana pagano cifre enormemente superiori e che per loro non si fa niente (a parte l'offerta di accesso a tariffa urbana di TIN tramite numeri 147).

Sinceramente non capisco perché usare Internet sia considerato un "diritto", tanto da esigere che tutti vi abbiano accesso gratis. In cosa si differenzia Internet dagli altri servizi come acqua, telefono, luce?

Vogliamo allora lanciare una campagna "no-ENEL", perché tutti abbiamo il "diritto" di avere gratis la luce elettrica in casa? O una campagna "anti-acquedotti", perché il diritto a bere è insindacabile?

chiudo l'argomento con le cifre dell'ultimo "sciopero", più precisamente un "netstrike" (il tentativo di intasare un server, in particolare quello di TIN), comunicate dalla mailing list Notut (http://www.egroups.com/list/notut/), in particolare da Maurizio Marrocco (ondudtq@tin.it) in un messaggio pubblico.

--begin quote----

E' giusto rendere pubblici i dati del netstrike tenutosi il 27-11: hanno partecipato fra le 500 e le 700 persone, su un totale di 2300...

--end quote---

Detto questo, possiamo ora dedicarci a cose più costruttive?

 

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