È disponibile temporaneamente sul sito della Rete Tre della RSI il
podcast
della scorsa puntata del Disinformatico radiofonico. Ecco i temi e i
rispettivi articoli di supporto: l'insuccesso della legge antipirateria francese HADOPI, come
difendersi dalle intrusioni telefoniche
di cui si parla tanto in questi giorni a causa dello scandalo giornalistico
britannico del News of the World (che ora si sta estendendo ad altri
giornali),
Hotmail vieta le password scadenti
e aiuta a salvare gli utenti violati,
Google fa comparire avvisi
secondo i quali certi computer sarebbero infetti, e l'arrivo controverso di Lion, la nuova versione di Mac OS X.
Questi articoli erano stati pubblicati inizialmente sul sito della Rete Tre della Radiotelevisione Svizzera, dove attualmente non sono più disponibili. Vengono ripubblicati qui per mantenerli a disposizione per la consultazione.
Google avvisa se il computer è infetto
La
prossima volta che vi compare sullo schermo del computer, dentro la
finestra di navigazione nel Web, un avviso che annuncia che il vostro
computer è infetto, non ignoratelo pensando che si tratti del solito
trucco per farvi cliccare e comperare un falso antivirus o portarvi
verso siti pericolosi: potrebbe essere un avviso autentico, se è
targato Google.
Google
ha infatti annunciato
che ci sono alcuni tipi di infezione che lasciano una traccia
riconoscibile quando il computer infetto consulta Google. Questa
traccia viene rilevata da Google, che genera un avviso su sfondo
giallo in cima ai risultati di ricerca. Si stima che queste infezioni
affliggano circa due milioni di utenti nel mondo.
Google
dice di essere riuscita ad avvisare dell'infezione alcune centinaia
di migliaia di vittime, ma il problema è che questo avviso va contro
una regola di sicurezza fondamentale, quella di non cliccare e non
credere agli avvisi d'infezione che compaiono durante la navigazione
e di fidarsi soltanto degli avvisi prodotti dall'antivirus installato
sul computer e acquistato o scaricato da fonte affidabile.
La
confusione aumenta se si clicca sull'avviso di Google: si riceve il
consiglio di cercare "antivirus" su Google invece di essere
portati, per esempio, a una lista di rivenditori affidabili. Questo
significa che molti utenti rischiano
di cercare a casaccio in Rete e finire nei siti dei produttori
truffaldini di falsi antivirus.
C'è
anche il timore che i farabutti della Rete imitino l'aspetto
dell'avviso di Google per avere maggiore credibilità e ingannare gli
utenti, ma Google precisa che il suo avviso compare soltanto nella
pagina dei risultati di ricerca di Google stessa, cosa che i
malfattori non possono imitare facilmente.
Il
consiglio è quindi di tenere aggiornato il proprio computer, dotarlo
di un buon antivirus e di non reagire con il panico o con un'alzata
di spalle agli avvisi di sicurezza di qualunque genere che compaiono
sullo schermo, ma valutarli singolarmente e, nel dubbio, eseguire un
controllo antivirus quando appare un messaggio sospetto, senza mai
cliccare sugli avvisi, chiunque ne sia il mittente apparente.
Hotmail vieta le password scadenti, aiuta gli
amici violati
Se
un vostro amico comincia a mandarvi strani inviti a comperare
prodotti o a vedere video che non fanno parte dei suoi interessi, è
molto probabile che sia stato "bucato" o "hackerato":
in altre parole, gli hanno rubato l'accesso alla casella di mail, con
tutti i guai che ne conseguono. È uno dei problemi di sicurezza più
frequenti di questo periodo, e Hotmail ha deciso di scendere in campo
per porre un freno a questi attacchi
Come
segnalato
su uno dei blog ufficiali di Hotmail, molti degli account violati
avevano password deboli e facili da indovinare: "password"
e "123456" sono, secondo Dick Craddock, Group
Program Manager di Hotmail, "paurosamente comuni",
ma anche frasi come "ilovecats" (io amo i gatti) o
"gogiants" (slogan sportivo) sono "condivise
da milioni di persone". Gli aspiranti intrusi tentano quindi
prima di tutto queste password frequenti, e così Hotmail
prossimamente impedirà ai propri clienti di usarle. Chi ha già una
password debole verrà probabilmente invitato a cambiarla.
Un
altro aspetto ricorrente delle violazioni delle caselle di posta
elettronica è il fatto che gli amici della vittima si accorgono del
problema prima che lo faccia la vittima stessa, perché iniziano a
ricevere mail pubblicitarie o sospette dall'account violato. Così
Hotmail ha attivato una funzione semplice che permette agli amici di
segnalare con un clic che un account altrui è stato rubato. Per
evitare scherzi da parte di utenti che si coalizzano contro un
bersaglio, Hotmail usa anche altri sistemi, come le variazioni
improvvise di comportamento, per verificare che la violazione è
reale e provvede a congelare l'account, bloccandone l'uso da parte
del malfattore.
A
questo punto scatta una procedura che permette all'utente legittimo
di riprendere il proprio account. La procedura, però, dipende molto
dalla possibilità di dimostrare la propria identità, per cui
Hotmail invita gli utenti a fare prevenzione fornendo un indirizzo di
mail alternativo, una domanda e una risposta da tenere segrete e
anche un numero di telefonino al quale inviare SMS.
Le
prime settimane di sperimentazione hanno rivelato "migliaia
di segnalazioni di account compromessi" che sono stati
"restituiti ai legittimi proprietari solitamente entro un
giorno".
Apple: arriva Lion, il nuovo sistema operativo
Il
21 luglio Apple ha messo in vendita Lion, alias Mac OS X 10.7, il
nuovo sistema operativo per i computer con il logo della mela. Offre
maggiore sicurezza e robustezza e introduce oltre 250 nuove funzioni,
costa 24 euro o 29 franchi, un prezzo abbordabile rispetto alle
offerte della concorrenza, ed è preinstallato nei nuovi Mac, ma non
correte in negozio a chiederlo per aggiornare il vostro computer: è
disponibile soltanto scaricandolo dal sito di Apple.
Una
scelta che ha fruttato la vendita di un
milione di copie in ventiquattro ore ma ha suscitato molte
perplessità, visto che non tutti nel mondo possono permettersi di
scaricare ben 4 gigabyte o, se lo possono fare, hanno connessioni
lente. Apple offre la possibilità di scaricare Lion presso gli Apple
Store e ha promesso
che sarà possibile acquistare una chiavetta USB contenente Lion per
una settantina di dollari. L'ansia principale è che senza un DVD di
installazione diventi difficile reinstallare Lion in caso di problemi
se non si ha una connessione veloce a Internet. Apple ha predisposto
una partizione di ripristino sul disco rigido, come fanno già da
tempo i PC Windows, ma ovviamente in caso di danneggiamento del disco
rigido questa soluzione è inutile e bisogna scaricare 4 gigabyte da
Internet, avere accesso a un backup fatto con Time Machine di Apple
oppure avere un DVD di ripristino creato in precedenza usando
un'immagine DMG tratta dal file di Lion scaricato in precedenza.
Lion
non è per tutti: bisogna avere la versione immediatamente precedente
di Mac OS X, Snow Leopard, e un processore recente (Intel Core 2 Duo,
Core i3, i5, i7 o Xeon).
Un'altra
critica che circola in Rete a proposito di Lion è il suo aspetto
sempre più simile ad iOS, il sistema operativo per iPhone e iPad di
Apple: c'è chi teme che il Mac non sia più un personal
computer ma diventi un iPad con tastiera. E c'è anche la dipendenza
sempre più forte dall'App Store, il negozio online di Apple, per
acquistare programmi.
Probabilmente
la novità più controversa e visibile di Lion è lo "scorrimento
naturale", o meglio scorrimento invertito: mentre finora per far
scorrere verso il basso una pagina si muovevano le dita sul touchpad
verso il basso, con Lion bisogna muoverle verso l'alto, come si fa
con gli iPad e gli iPhone. Un cambiamento che porta uniformità nel
mondo dei dispositivi Apple ma è il contrario di quel che fa il
resto del mondo informatico. La funzione è comunque disattivabile.
Come
sempre, prima di installare un aggiornamento importante, fate una
copia dei vostri dati e assicuratevi che le applicazioni che usate
siano compatibili con Lion: RoaringApps ha un'ampia lista
e Adobe segnala problemi
con alcune versioni di Photoshop. Meglio ancora, aspettate qualche
settimana e lasciate che siano gli altri a provarlo e risolverne le
magagne. E anche se non vi aggiornate a Lion, tenete presente che c'è
comunque un aggiornamento
di sicurezza importante per Safari da installare, che porta Mac OS X
alla versione 10.6.8 e risolve
ben 57 vulnerabilità.
Hacking telefonico in GB, rischi anche nostrani?
Lo
scandalo delle intrusioni telefoniche che sarebbero state operate dal
tabloid britannico News of the World ai danni di
celebrità, sportivi, politici e vittime di reati, da Hugh Grant a
Jude Law ai
familiari delle vittime degli attentati londinesi del 7 luglio 2005,
ha creato scompiglio nel Regno Unito ma anche confusione e
preoccupazione in altri paesi. Potrebbe succedere la stessa cosa
anche altrove? E come ci si può difendere?
Prima
di tutto occorre capire le tecniche d'intrusione attribuite al News
of the World. A quanto risulta finora, non si tratta di
intercettazioni nell'accezione classica del termine (ascolto di
telefonate), ma di intrusioni nelle caselle vocali dei telefonini
delle vittime, effettuate sfruttando un errore comune degli utenti.
Moltissimi, infatti, lasciano impostato sulla propria casella vocale
il codice d'accesso predefinito, che è noto (spesso è pubblicato
sul sito dell'operatore telefonico), per cui l'intruso non deve fare
altro che chiamare il numero della casella e provare a digitare il
PIN predefinito, con alte probabilità di successo. Per risolvere
questo problema basta cambiare il PIN.
C'è
anche un'altra tecnica più insidiosa: la falsificazione
dell'identificazione del chiamante. Molti sistemi di casella vocale
saltano la richiesta di PIN se la consultazione della casella arriva
dal telefonino corrispondente. Più precisamente, lo fanno se
l'identificativo del chiamante (caller ID) è quello del
telefonino. Ma è facile falsificare quest'identificativo e quindi
entrare nella casella senza neanche dover indovinare in codice
d'accesso. L'unica soluzione è disattivare del tutto la casella
vocale.
Infine
c'è il pinging: la localizzazione di un cellulare (e quindi
del suo proprietario) attraverso il monitoraggio delle antenne della
rete cellulare utilizzate in un dato istante dal telefonino. Questo
si può fare anche quando l'utente non sta telefonando ma ha comunque
il cellulare acceso. Si tratta però di procedure che richiedono la
collaborazione (o, nel caso del News, la complicità) degli
operatori telefonici e delle forze di polizia, ed è principalmente
questo che ha alimentato lo scandalo britannico. Contro quest'ultimo
genere di tracciamento non c'è rimedio: si tratta di una funzione
essenziale per la gestione della rete cellulare e per la sicurezza. O
per meglio dire, una soluzione, c'è, ma è drastica: se non volete
essere tracciati, non portate con voi un telefonino.
Fonti:
The
Telegraph, Gizmodo,
BBC, The
Guardian.
HADOPI, legge francese antipirateria vs legge dei
grandi numeri
La
legge francese HADOPI, che prevede la disconnessione da Internet per
chi viene colto ripetutamente a diffondere materiale vincolato dal
diritto d'autore, è un esperimento che ha riscosso grande interesse
in tutto il mondo. Ma come sta andando la sua applicazione? Non bene,
e questa potrebbe essere una lezione utile per gli aspiranti
imitatori.
Secondo
Ars
Technica, infatti, sono state effettuate finora oltre 18 milioni
di contestazioni, con il risultato di portare il sistema alla
paralisi: le mail di prima notifica d'infrazione inviate dalle
autorità agli utenti sospettati di pirateria sono solo 470.000; le
seconde notifiche sono 20.000. La terza notifica, quella finale, è
stata comunicata a dieci utenti.
Questi
dieci, comunque, non sono stati scollegati, perché prima sono
necessarie due udienze di riesame del caso (una delle quali è di
fronte a un giudice); solo a quel punto può scattare fino a un mese
di disconnessione oppure una sanzione fino a 1500 euro.
Va
chiarito, inoltre, che 18 milioni di segnalazioni non implicano che
un terzo della popolazione francese commette pirateria: uno stesso
utente può essere stato oggetto di più segnalazioni in base al
proprio indirizzo IP. Ma i numeri indicano chiaramente che
l'approccio non sta funzionando né come sanzione, né come
educazione.
Aggiornamento (2011/07/28): A proposito del fallimento di HADOPI, la
BBC ha un
articolo molto
esplicativo sulla sua strategia intimidatoria e su come difendersene.