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Il Disinformatico: gennaio 2003

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2003/01/31

[IxT] #2003-007 (31/1/2003). Antibufala Classic, truffe Bancomat, Chioccioline

Antibufala Classic: il telefonino gratis offerto da Nokia e Ericsson

Sin da marzo-aprile 2000 circolano due bufale parallele: una promette un telefonino Nokia se mandate il messaggio ad altri dieci utenti, l'altra, per non essere da meno, dichiara di provenire dalla Ericsson, specificamente da Anna Swelund, Capo Ufficio Promozioni di Ericsson, e promette un telefonino (Ericsson, ovviamente) se inviate il messaggio ad altri utenti. Per battere Nokia, Ericsson si accontenta di otto utenti anziché dieci e offre un telefonino Wap.

Questa strana coppia di bufale è ormai diventata un classico, ma vale la pena di documentarla, perché ogni tanto fa capolino. Il dossier antibufala completo è presso

http://www.attivissimo.net/antibufala/cellulari_gratis.htm

ma la sostanza è questa: non esiste, e non è mai esistita, un'offerta del genere. Né esiste o è mai esistita in Ericsson una Anna Swelund, neppure come addetta a dipingere i numerini sulle tastiere dei cellulari, figuriamoci come Capo Ufficio Promozioni. La Ericsson ha pubblicato una nota di smentita, datata 16 ottobre 2000, che trovate presso

http://www.ericsson.com/about/publications/kon_con/contact/cont16_00/briefo.shtml

Lo stesso aveva fatto Nokia, pubblicando per qualche tempo una smentita sul proprio sito, ma ora non ce n'è più traccia. Peccato, perché di gente che abbocca, nonostante i modelli citati siano ormai vecchiotti, ce n'è ancora in abbondanza. E' sorprendente quanto la promessa di un oggetto in regalo possa far mettere da parte il buon senso.

La cosa comica di questi due appelli è che si rinforzano a vicenda. Quello di Ericsson cerca di autenticarsi facendo riferimento all'altra “offerta promozionale” altrettanto bufalina, al punto che molti utenti, vedendo le due bufale, credono che siano autentiche proprio perché una sembra confermare l'altra.

Antibufala: la truffa Bancomat

Il racconto è di quelli che speriamo di non dover vivere mai in prima persona. “Volevo raccontarvi una cosa che mi è accaduta lo scorso sabato e di cui sarebbe meglio voi foste a conoscenza, visto che la polizia mi ha detto che si tratta della truffa del momento. Ho inserito il bancomat nello sportello per ritirare i soldi e lo sportello sembrava non riconoscere la carta, tanto che la schermata iniziale non si modificava.”

Così inizia l'appello che sta imperversando in questi giorni (ha iniziato a circolare, secondo le mie indagini, nella seconda metà di gennaio). Il malcapitato prosegue la narrazione descrivendo la sua reazione violenta e distruttiva: “Ho lottato circa 10 minuti per riavere la carta, schiacciando tutti i tasti e dando botte allo sportello. Solo alla fine la carta è venuta fuori ed insieme alla carta si è rovesciata anche la mascherina nera con la fessura per infilare la carta. Attaccato allo sportello ho notato un'altra mascherina nera (quella vera).”

Insomma, il Bancomat è truccato. L'appello spiega anche il meccanismo della truffa: “In sintesi la truffa si svolge in questo modo. La mascherina falsa viene attaccata sopra quella vera (e non si vede per niente). Attaccata alla mascherina falsa c'è una banda nera magnetica che va ad oscurare (una volta che la carta è inserita) tutte le cifre della carta: in questo modo lo sportello non riesce a leggere la carta e si blocca.”

Dulcis in fundo, compare uno stereotipo delle truffe: il Falso Buon Samaritano. “Mentre tu lotti per riavere la carta, un tizio ti si avvicina e ti domanda cosa sia successo. Quando tu rispondi che il sistema si è bloccato, lui prima ti consiglia di provare a digitare il codice (e nel frattempo lo memorizza) e poi - saggiamente - ti dice di ripassare il giorno dopo direttamente in banca e di ritirare la carta. Tu ti allontani e lui sfila la seconda mascherina con tutta la carta.”

Il malcapitato (anzi, la malcapitata, come si scopre adesso) conclude con un epilogo ammonitore: “Quando sono andata a denunciare la cosa, la polizia mi ha detto che si tratta della truffa del momento. State attenti: se la carta si impalla, prima di andare via controllate la seconda mascherina Per fortuna nel mio caso la tessera è uscita per cui non mi è successo nulla.

Ironia a parte, pur essendo priva di qualsiasi riferimento a posti o date che consentano di autenticarla in qualche modo, e pur essendo estremamente vaga nei suoi contenuti, non me la sento di classificarla come bufala fatta e finita. Dopotutto ha un certo valore come monito: truffe di questo genere accadono veramente, come riportato da alcuni giornali, che cito nel dossier antibufala completo che trovate qui:

http://www.attivissimo.net/antibufala/truffa_bancomat.htm

Certo che l'ingenuità di chi digita il proprio codice Bancomat in presenza di un estraneo, addirittura in modo che l'estraneo possa vederlo e memorizzarlo, meriterebbe qualche commento caustico, ma mi trattiene dal farlo l'attenuante dell'angoscia che proviamo tutti quando siamo di fronte a una macchina ottusa e mettiamo in gioco quel pezzetto di plastica così vitale per la nostra vita frenetica.

Se questo appello aiuta a svegliare gli ingenui e renderli un po' meno imprudenti, ha una sua utilità e una sua lezione di base: se vi si incastra la tessera del Bancomat, non digitate il vostro PIN. E non fidatevi degli sconosciuti!

Chioccioline

Deriva dei continenti. Nella speranza che l'uso della forza in Iraq non sia necessario, mi auguro caldamente che le mappe del Pentagono siano un po' più precise di quelle della CNN. Grazie alla segnalazione di un lettore (il cui nome ho smarrito, dannazione), posso indicarvi una strepitosa svista cartografica della famosa emittente televisiva statunitense. Guardate qui:

http://www.interactivepublishing.net/works/news/weblog.php?article_id=516

cartina sbagliata CNN

Se per caso non notate niente di strano, è perché evidentemente avevate seri problemi di geografia a scuola, allo stesso livello di quelli dei cartografi della CNN. Vi arrendete? La soluzione è in fondo a questa newsletter.

La storia del browser superveloce. Ha destato una certa sorpresa, e l'interesse di alcuni lettori della newsletter, l'annuncio che un sedicenne irlandese, Adrian Osmani, avrebbe realizzato un browser che velocizza la navigazione del 600% e per questo ha vinto un premio come “giovane scienziato irlandese dell'anno”.

La storia va presa con le pinze, perché in realtà queste prestazioni non sono state verificate indipendentemente, neppure dai giudici incaricati di assegnare il premio. Come se non bastasse, il sedicenne già che c'era avrebbe integrato nel browser anche un lettore DVD e un editor HTML e WAP. Giusto per non strafare.

Scava scava, salta fuori la spiegazione. Osmani non ha scritto un browser tutto da solo: ha semplicemente aggiunto un'estensione a Internet Explorer. Non è tutta farina del suo sacco, insomma. Tuttavia la giuria non è stata imbrogliata, né ha peccato di eccessiva fiducia: ha premiato Osmani perché ha sviluppato un algoritmo che velocizza la gestione delle informazioni all'interno del browser.

In altre parole, il suo browser (che non è suo, ma è quasi tutto di Microsoft) accelera la visualizzazione delle pagine Web, ma non accelera gli scaricamenti dei dati. Se la vostra connessione è a 56 kbps, resta a 56 kbps, e se adesso ci mettete un minuto a scaricare un megabyte, continuerete a metterci un minuto anche con il superbrowser: però i dati, una volta ricevuti, compariranno sullo schermo più rapidamente. Tutto qui: nessuna rivoluzione. Trovate tutti i dettagli in questo articolo di Wired:

http://www.wired.com/news/infostructure/0,1377,57393,00.html

Linux nello spazio. La Nasa intende usare i protocolli Internet per gestire le comunicazioni fra il personale a terra e gli astronauti e le sonde automatiche, al posto del costoso miscuglio di vecchi sistemi proprietari che usa attualmente. Praticamente, il monitoraggio da terra avverrà tramite un semplice browser. Attenzione, si parla di “monitoraggio”, non di “controllo”: quindi non fatevi venire il panico pensando che qualche aggressore possa far prendere il controllo dello Shuttle e farvelo cadere in testa.

La navetta Columbia è in orbita in questo momento e sta collaudando la tecnologia Internet: la navetta è diventata a tutti gli effetti un nodo della Rete, che usa un PC dotato di processore a 233 MHz, di 128 mega di RAM e di un disco rigido allo stato solido da 144 mega. Prestazioni modestissime, rispetto ai computer che abbiamo in casa, ma sufficienti a gestire una funzione così delicata. Fa riflettere sull'avidità di risorse del software elefantiaco che usiamo quotidianamente, vero?

Dimenticavo: il computer usa Linux, per la precisione la distribuzione Red Hat.

Tutti i dettagli sono qui (in inglese):

http://news.bbc.co.uk/2/hi/technology/2709875.stm

Trucchetto per OpenOffice.org. Forse sapete che esiste un'alternativa gratuita a Microsoft Office che si chiama OpenOffice.org. E' il programma che uso per scrivere questa newsletter e le mie pagine Web e gran parte dei miei libri e articoli. OpenOffice.org è software open source che viene sviluppato dalla comunità degli utenti, e chiunque può partecipare alla sua crescita, ad esempio realizzando i dizionari per il controllo ortografico per la versione italiana.

A differenza dei prodotti Microsoft, usa un formato (XML) pubblicamente documentato. E' uscita da poco una versione intermedia, la 1.0.2, che è molto più veloce nel caricarsi (la lentezza di avvio è sempre stato un problema di questo software), e gli utenti che hanno adottato OOO, come lo chiamano i fan, sono ormai sei milioni.

Se siete fra questi sei milioni, vi segnalo una cosa carina che ho trovato girando in Rete: il modo di disabilitare lo splash screen, ossia quell'immagine che compare in mezzo allo schermo durante l'avvio di tanti programmi e vi impedisce di fare altro al PC intanto che attendete che finisca il caricamento (che appunto in OOO è lunghetto).

Nella versione Linux, basta andare nella directory in cui è installato OOO, aprire la directory “program” ed editare il file “sofficerc”, cambiando la riga “Logo=1” in modo che al posto di “1” ci sia “0”. Nella versione Windows (ebbene sì, il programma esiste sia per Linux, sia per Windows, per facilitare la migrazione), basta editare nello stesso modo il file “soffice.ini” che si trova nella sottocartella “program” della cartella in cui avete installato OpenOffice.org.

Nuovo Opera. E' uscita la versione 7 per Windows di Opera, un browser alternativo a Internet Explorer caldamente consigliato dagli smanettoni. E' piccolo e dannatamente veloce, rigorosamente conforme ai veri standard di Internet, e soprattutto immune alla maggior parte delle magagne che affliggono il fratellone di casa Microsoft, tipo la pestifera barra spyware Xupiter che sta impazzando ultimamente e pare si installi da sola e sia difficilissima da estirpare.

Le novità principali, oltre a una veste grafica più ordinata, “skin” incluse, sono un nuovo motore di rendering che visualizza più rapidamente le pagine, un nuovo client di posta integrato e una maggiore compatibilità con quei siti stupidi (tipo quello di Intesa BCI, giusto per non fare nomi) che funzionano soltanto con Internet Explorer. Inoltre c'è integrato un sistema che tenta (non sempre con successo) di prevedere la prossima pagina Web che volete visitare e la precarica, la gestione di account multipli, e un'opzione interessante: lo Small Screen Rendering, che mostra le pagine Web nello stesso modo in cui le vedrete sui cellulari che adotteranno Opera come browser e che consente di consultare Internet senza intasare lo schermo del PC. Fra le opzioni strampalate ce n'è anche una che consente di emulare l'aspetto dello schermo del mitico Commodore 64. Opera è scaricabile gratis da qui:

http://www.opera.com/download/index.dml?platform=windows&version=7.0

Truffa dalla Nigeria: variante molto originale. Avete presente quegli e-mail pestiferi, rigorosamente in inglese, che dicono di provenire da figli di ex dittatori o diplomatici caduti in disgrazia e chiedono il vostro aiuto per sbloccare ingenti somme di denaro da spartire? Grazie agli amici di The Register posso segnalarvi una variante molto interessante, che non traduco per non travisarne il senso. Se sapete l'inglese, leggete, altrimenti passate pure oltre.

IMMEDIATE ATTENTION NEEDED:

HIGHLY CONFIDENTIAL

FROM: GEORGE WALKER BUSH

DEAR SIR / MADAM,

I AM GEORGE WALKER BUSH, SON OF THE FORMER PRESIDENT OF THE UNITED STATES OF AMERICA GEORGE HERBERT WALKER BUSH, AND CURRENTLY SERVING AS PRESIDENT OF THE UNITED STATES OF AMERICA. THIS LETTER MIGHT SURPRISE YOU BECAUSE WE HAVE NOT MET NEITHER IN PERSON NOR BY CORRESPONDENCE. I CAME TO KNOW OF YOU IN MY SEARCH FOR A RELIABLE AND REPUTABLE PERSON TO HANDLE A VERY CONFIDENTIAL BUSINESS TRANSACTION, WHICH INVOLVES THE TRANSFER OF A HUGE SUM OF MONEY TO AN ACCOUNT REQUIRING MAXIMUM CONFIDENCE.

I AM WRITING YOU IN ABSOLUTE CONFIDENCE PRIMARILY TO SEEK YOUR ASSISTANCE IN ACQUIRING OIL FUNDS THAT ARE PRESENTLY TRAPPED IN THE REPUBLIC OF IRAQ. MY PARTNERS AND I SOLICIT YOUR ASSISTANCE IN COMPLETING A TRANSACTION BEGUN BY MY FATHER, WHO HAS LONG BEEN ACTIVELY ENGAGED IN THE EXTRACTION OF PETROLEUM IN THE UNITED STATES OF AMERICA, AND BRAVELY SERVED HIS COUNTRY AS DIRECTOR OF THE UNITED STATES CENTRAL INTELLIGENCE AGENCY.

IN THE DECADE OF THE NINETEEN-EIGHTIES, MY FATHER, THEN VICE-PRESIDENT OF THE UNITED STATES OF AMERICA, SOUGHT TO WORK WITH THE GOOD OFFICES OF THE PRESIDENT OF THE REPUBLIC OF IRAQ TO REGAIN LOST OIL REVENUE SOURCES IN THE NEIGHBORING ISLAMIC REPUBLIC OF IRAN. THIS UNSUCCESSFUL VENTURE WAS SOON FOLLOWED BY A FALLING OUT WITH HIS IRAQI PARTNER, WHO SOUGHT TO ACQUIRE ADDITIONAL OIL REVENUE SOURCES IN THE NEIGHBORING EMIRATE OF KUWAIT, A WHOLLY- OWNED U.S.-BRITISH SUBSIDIARY.

MY FATHER RE-SECURED THE PETROLEUM ASSETS OF KUWAIT IN 1991 AT A COST OF SIXTY-ONE BILLION U.S. DOLLARS ($61,000,000,000). OUT OF THAT COST.

THIRTY-SIX BILLION DOLLARS ($36,000,000,000) WERE SUPPLIED BY HIS PARTNERS IN THE KINGDOM OF SAUDI ARABIA AND OTHER PERSIAN GULF MONARCHIES, AND SIXTEEN BILLION DOLLARS ($16,000,000,000) BY GERMAN AND JAPANESE PARTNERS.

BUT MY FATHER'S FORMER IRAQI BUSINESS PARTNER REMAINED IN CONTROL OF THE REPUBLIC OF IRAQ AND ITS PETROLEUM RESERVES.

MY FAMILY IS CALLING FOR YOUR URGENT ASSISTANCE IN FUNDING THE REMOVAL OF THE PRESIDENT OF THE REPUBLIC OF IRAQ AND ACQUIRING THE PETROLEUM ASSETS OF HIS COUNTRY, AS COMPENSATION FOR THE COSTS OF REMOVING HIM FROM POWER.

UNFORTUNATELY, OUR PARTNERS FROM 1991 ARE NOT WILLING TO SHOULDER THE BURDEN OF THIS NEW VENTURE, WHICH IN ITS UPCOMING PHASE MAY COST THE SUM OF 100 BILLION TO 200 BILLION DOLLARS ($100,000,000,000 - $200,000,000,000), BOTH IN THE INITIAL ACQUISITION AND IN LONG-TERM MANAGEMENT.

WITHOUT THE FUNDS FROM OUR 1991 PARTNERS, WE WOULD NOT BE ABLE TO ACQUIRE THE OIL REVENUE TRAPPED WITHIN IRAQ. THAT IS WHY MY FAMILY AND OUR COLLEAGUES ARE URGENTLY SEEKING YOUR GRACIOUS ASSISTANCE. OUR DISTINGUISHED COLLEAGUES IN THIS BUSINESS TRANSACTION INCLUDE THE SITTING VICE- PRESIDENT OF THE UNITED STATES OF AMERICA, RICHARD CHENEY, WHO IS AN ORIGINAL PARTNER IN THE IRAQ VENTURE AND FORMER HEAD OF THE ALLIBURTON OIL COMPANY, AND CONDOLEEZA RICE, WHOSE PROFESSIONAL DEDICATION TO THE VENTURE WAS DEMONSTRATED IN THE NAMING OF A CHEVRON OIL TANKER AFTER HER.

I WOULD BESEECH YOU TO TRANSFER A SUM EQUALING TEN TO TWENTY-FIVE PERCENT (10-25 %) OF YOUR YEARLY INCOME TO OUR ACCOUNT TO AID IN THIS IMPORTANT VENTURE. THE INTERNAL REVENUE SERVICE OF THE UNITED STATES OF AMERICA WILL FUNCTION AS OUR TRUSTED INTERMEDIARY. I PROPOSE THAT YOU MAKE THIS TRANSFER BEFORE THE FIFTEENTH (15TH) OF THE MONTH OF APRIL.

I KNOW THAT A TRANSACTION OF THIS MAGNITUDE WOULD MAKE ANYONE APPREHENSIVE AND WORRIED. BUT I AM ASSURING YOU THAT ALL WILL BE WELL AT THE END OF THE DAY. A BOLD STEP TAKEN SHALL NOT BE REGRETTED, I ASSURE YOU. PLEASE DO BE INFORMED THAT THIS BUSINESS TRANSACTION IS 100% LEGAL. IF YOU DO NOT WISH TO CO-OPERATE IN THIS TRANSACTION, PLEASE CONTACT OUR INTERMEDIARY REPRESENTATIVES TO FURTHER DISCUSS THE MATTER.

I PRAY THAT YOU UNDERSTAND OUR PLIGHT. MY FAMILY AND OUR COLLEAGUES WILL BE FOREVER GRATEFUL. PLEASE REPLY IN STRICT CONFIDENCE TO THE CONTACT NUMBERS BELOW.

SINCERELY WITH WARM REGARDS,

GEORGE WALKER BUSH

Switchboard: 202.456.1414 Comments: 202.456.1111 Fax: 202.456.2461 Email:

president@whitehouse.gov

Diversamente dagli altri inviti-truffa, l'autore di questa versione è noto: è il professore di geografia Zoltan Grossman della University of Wisconsin, già noto per le sue iniziative in favore dell'ambiente e della pace. La sua presa in giro ha debuttato su Indymedia la settimana scorsa:

http://madison.indymedia.org/front.php3?article_id=9287&group=webcast

Perché non parlo dell'attacco informatico? Alcuni lettori mi hanno chiesto come mai non ho aperto bocca sul recente disastro informatico che ha paralizzato gran parte di Internet e gli sportelli delle Poste italiane. Risposta semplice: perché non c'è nulla di nuovo e significativo da dire. Come già descritto in vari articoli e newsletter precedenti, questo tipo di attacco era largamente prevedibile ed evitabile e lo erano anche le sue cause e conseguenze. Che il software Microsoft fosse pieno di vulnerabilità è cosa stranota; che gli aggiornamenti al suo software (le “patch”) per rimediare alla vulnerabilità sfruttata per questo attacco fossero disponibili da tempo, ma che i responsabili dei sistemi informatici non le abbiano installate per incompetenza, è una situazione altrettanto stranota e stravista. Niente di nuovo sotto il sole, insomma, per cui me ne sto zitto per non ripetermi.

L'unica variante al solito copione è che persino Microsoft è stata colpita dall'attacco perché non aveva installato le proprie patch sui propri computer. Ma se non riescono neppure loro a blindare il proprio software, che speranze abbiamo noi comuni mortali?

Se vi interessa, trovate qui alcuni e-mail gustosi di Microsoft che dovevano restare riservati e sono invece comparsi in Rete e indicano il panico con il quale è stato gestito l'arrivo dell'attacco SQL a Redmond:

http://212.100.234.54/content/56/29073.html

Quiz di geografia. La Svizzera confina con la Polonia? Secondo CNN, sì.

Ciao da Paolo.

 

Questo articolo è una ripubblicazione della newsletter Internet per tutti che gestivo via mail all’epoca. L’orario di questa ripubblicazione non corrisponde necessariamente a quello di invio della newsletter originale. Molti link saranno probabilmente obsoleti.

2003/01/28

[IxT] #2003-006 (28/1/2003). Antibufala Nestlé, PC immortali, Palladium cambia nome

Antibufala: Nestlé vuole 6 milioni di dollari dall'Etiopia affamata

Sta circolando un appello a boicottare la Nestlé perché ha chiesto sei milioni di dollari all'Etiopia. “CONSUMATORE, giovane o vecchio che tu sia, per cortesia, esci dall'apatia!” inizia l'appello. “Spendi un attimo del tuo tempo per leggere questa missiva e se puoi, inoltrala ad altri indirizzi, GRAZIE! Ecco la la goccia che fa traboccare il vaso! Nestlé batte cassa in Etiopia esigendo 6 milioni di dollari come risarcimento dal paese più affamato del mondo.”

Segue un elenco di ditte e prodotti che, stando all'appello, farebbero parte della multinazionale svizzera.

In sintesi, l'appello è corretto nel dichiarare che la Nestlé ha chiesto un risarcimento di sei milioni di dollari all'Etiopia, che è effettivamente scossa da una terribile carestia. Tuttavia il messaggio è ormai da considerare scaduto, perché di fronte all'indignazione pubblica per un comportamento così gretto, il 24 gennaio 2003 Nestlé ha fatto dietrofront e ha chiesto un risarcimento simbolico di 1,5 milioni di dollari, che devolverà immediatamente in aiuti umanitari.

Dettagli e documentazione sono nel Dossier Antibufala che trovate qui:

http://www.attivissimo.net/antibufala/nestle_etiopia.htm

La vicenda è quindi conclusa e non ha più senso boicottare Nestlé per questa ragione specifica. La risoluzione di questa vicenda non influisce sulle altre ragioni per cui circolano altri inviti al boicottaggio della Nestlé, come descritto in un'altra indagine antibufala:

http://www.attivissimo.net/antibufala/boicottaggio_nestle.htm

Fermate la terza guerra mondiale: le varianti

Avete presente l'appello secondo il quale l'ONU raccoglierebbe firme contro la guerra? Ne ho parlato in un'indagine antibufala:

http://www.attivissimo.net/antibufala/fermate_la_guerra.htm

L'appello ha ora subito un paio di mutazioni interessanti. La prima propone l'indirizzo unicwash@unicwash.or, ed è semplicemente il risultato di un errore di ricopiatura (si è persa la G finale dell'indirizzo); quindi per questa versione valgono le considerazioni già presentate nell'indagine sopra citata.

C'è però anche un'altra variante, che invita ad inviare le "firme" agli indirizzi usa@un.int e president@whitehouse.gov. Dato che questi due indirizzi appartengono rispettivamente alla missione USA presso le Nazioni Unite e al Presidente degli Stati Uniti, questa variante non è una bufala a tutti gli effetti: continua a essere falsa l'affermazione secondo la quale l'ONU sta raccogliendo firme via e-mail, ma perlomeno le "firme" raccolte dall'appello vengono recapitate a indirizzi dove c'è una vaga possibilità che qualcuno le noti.

Occorre però tenere presente che le "firme" raccolte in questo modo non hanno alcun valore, dato che chiunque potrebbe scriverle inventandosele di sana pianta, e verranno quindi tenute in ben poca considerazione.

A proposito di astrologia

Grazie a tutti per le segnalazioni di siti astrologici che potrebbero chiarire l'affermazione di un lettore, fatta in risposta alla mia indagine antibufala sul Decimo Pianeta:

http://www.attivissimo.net/antibufala/decimo_pianeta.htm

Secondo il lettore, l'astrologia già tiene conto di ben dodici pianeti e quindi l'annuncio di un "decimo pianeta" non deve essere visto come una sorpresa se non da quei miscredenti degli astronomi. Ho girato in lungo e in largo, e nessuno dei siti astrologici che ho visitato conta dodici pianeti. Ne contano tutti dieci. Santo cielo! Dieci? Non saranno dodici, ma comunque sono dieci: dunque hanno previsto il decimo pianeta citato dall'indagine antibufala. O almeno così pare di primo acchito.

Niente panico: infatti in astrologia anche il Sole e la Luna sono considerati "pianeti" (nel senso antico del termine, ossia "astro che ha un moto proprio nel cielo"), mentre in astronomia la Luna è un satellite e il Sole è una stella; in astrologia la Terra non è un pianeta (in astronomia sì). Naturalmente l'uso dello stesso termine in due modi diversi causa infiniti equivoci. L'insieme di otto dei nove pianeti "tradizionali", del Sole e della Luna porta quindi a dieci il totale dei "pianeti" astrologici. Nulla a che vedere, insomma, con fantomatici decimi, undicesimi o dodicesimi pianeti (nel senso astronomico del termine, che è quello usato dall'appello sul Decimo Pianeta) che l'astrologia conoscerebbe prima dell'astronomia.

Workspot, il PC virtuale che non invecchia mai

Per dieci dollari al mese, Workspot offre una workstation grafica remota, accessibile da qualsiasi PC collegato a Internet, con 100 mega di spazio su disco, applicazioni per ufficio, grafica e e-mail utilizzabili proprio come se risiedessero sul vostro computer. Manutenzione zero, installazione zero, requisiti di sistema minimi. Più che una semplice occasione per provare Linux senza tribolazioni, è finalmente un sistema concreto per trasformare il software in un servizio affidabile alla pari di acqua, luce e telefono.

Io l'ho provato, e ne sono rimasto abbastanza entusiasta da scriverne un articolo: chissà se è questo il futuro dell'informatica.

http://www.apogeonline.com/webzine/2003/01/28/01/200301280101

Ancora sul PC spione spento

Ricordate la notizia del conduttore Rai spiato “anche a computer spento”? econdo le segnalazioni di alcuni lettori, nella bufala è incappato anche il TG3, che come Italia 1 nel riportare la notizia avrebbe sottolineato proprio questo aspetto inquietante (e impossibile). Punto Informatico, nel dubbio, si limita a chiamare quel titolo del Messaggero, che a quanto pare ha scatenato tutto il pasticcio, "una boutade" (http://punto-informatico.it/p.asp?i=42809). Per la cronaca, il computer in questione sarebbe un Mac.

Ricevo oggi da un lettore (Fabio M****za) la segnalazione che il mistero del computer spione anche da spento si è risolta nella maniera più prevedibile: ossia, che la fonte delle minacce non era “un perfido hacker, ma un paranoico vecchietto, vicino di casa... Pare che, per una cornetta appoggiata male dopo una conversazione dal conduttore Rai, il suddetto fosse stato in grado di carpire brandelli di conversazione di casa Visca: da qui la misteriosa capacità, prima addebitata a profondissime capacità informatiche, di essere a conoscenza di particolari privati della vita della vittima.” Nessuna alta tecnologia, nessun complotto di supermaghi dell'informatica capaci come il dottor Frankenstein di ridar vita ai computer spenti, ma una banale cornetta agganciata male.

L'aggiornamento alla notizia, mi dice Fabio, è stato pubblicato su Repubblica di domenica, naturalmente con molta meno enfasi dello strillo iniziale da panico generalizzato, per cui a molti resterà il dubbio di poter essere spiati dal PC spento. E poi mi chiedono perché m'inferocisco quando mi chiamano “giornalista”.

Pazienza: altro materiale per Clarence.com e la sua rubrica “penne rubate all'agricoltura”. Ma porcate giornalistiche a parte, la falsa notizia ha suscitato molti interrogativi. E' davvero possibile fare una cosa del genere, magari approfittando di certe situazioni particolari?

Per esempio, alcuni lettori (come Gbissa) hanno commentato che alcune schede di rete, presenti in certi computer, hanno una funzione denominata "Wake on LAN", che permette di accendere il pc da remoto. Un computer dotato di una scheda di questo genere e configurato in modo da accettare comandi di accensione ricevuti tramite i cavi di rete (opzione di solito disattivata di default), se collegato a Internet tramite quella scheda di rete, potrebbe essere acceso a distanza.

Il problema è che quel computer dovrebbe avere un indirizzo IP fisso, altrimenti l'aspirante intruso non saprebbe come raggiungerlo per mandargli il comando di accensione a distanza, e dovrebbe essere collegato direttamente a Internet senza router o firewall hardware. La maggior parte dei collegamenti a Internet domestici ha invece un indirizzo IP “dinamico”, ossia sempre variabile, che renderebbe impossibile per l'intruso contattare la scheda di rete del PC e “svegliarlo”.

L'altra considerazione da fare è che il computer, una volta acceso, fa rumore (ventole, dischi rigidi) e manifesta l'accensione tramite qualche lucetta sulla tastiera, sul monitor o sul mouse. Certo, alcuni modelli di Mac (come quello della falsa notizia) non hanno ventole e quindi sono estremamente silenziosi, ma il disco rigido prima o poi gira e si fa sentire.

In altre parole, un'intrusione che consenta di accendere a distanza un PC spento richiede una combinazione incredibilmente rara di circostanze: un indirizzo IP fisso, l'assenza di qualsiasi firewall hardware, una scheda di rete configurata per avviarsi se riceve un certo segnale dal cavo di rete, e un computer talmente silenzioso da non riuscire a distinguere se è acceso o spento. Di certo non sono circostanze molto frequenti, per cui dormite sonni tranquilli. I veri pericoli informatici sono altri.

Se proprio siete paranoici, comunque, potete ricorrere a un rimedio estremamente semplice: staccare dal PC il cavo di connessione a Internet quando non lo state usando. Nonostante i progressi dell'informatica, infatti, è ancora estremamente difficile per un intruso entrare in un PC scollegato. E per maggior scrupolo, potete staccare la spina di alimentazione, così non c'è il rischio di lasciare il computer inavvertitamente in standby anziché spegnerlo veramente. Questo, oltre a proteggervi in buona misura dalle intrusioni, vi ripara anche dalle sgradite sorprese che possono capitare in caso di temporale, quando i fulmini generano scariche elettriche nei cavi telefonici e di alimentazione che possono causare notevoli danni al computer.

Chioccioline

Psst, vuole vedere i sorgenti di Windows? No, grazie. Avete presente l'offerta di Microsoft di esaminare il suo codice sorgente (o meglio, “le offerte”, visto che ce ne sono a bizzeffe oltre all'ultima tanto strombazzata)? Be', a quanto pare non si sta formando la coda di curiosi, per usare un eufemismo. Secondo una segnalazione di The Register,

http://212.100.234.54/content/4/28981.html

una delle iniziative di apertura, denominata “Shared Source”, ha attratto ben.... quindici sviluppatori software OEM; a livello accademico, solo centocinquanta istituti in tutto il mondo. I dati provengono da una presentazione di Microsoft Benelux, di cui trovate qui un'immagine:

http://www.foo.be/photo/ms-pres-lux/img_0221r.jpg

Notate che le altre cifre citate nell'immagine parlano di “eligible”, ossia “aventi diritto”, non di partecipanti. Mah!

Kevin ritorna online.... con Windows XP? Secondo questa foto della rivista Wired,

http://www.wired.com/news/images/full/mitnick245_f.jpg

Kevin Mitnick, uno dei più famosi e pluriprocessati intrusi informatici, è tornato online, dopo gli anni di libertà vigilata in cui gli è stato proibito addirittura di toccare un computer. La cosa sorprendente è che lo ha fatto, a giudicare dalla foto, usando Windows XP, che non è quel che si dice il non plus ultra per uno smanettone. Forse gli hanno messo in mano un sistema operativo giocattolo perché volevano essere sicuri che non potesse fare danni.

Palladium cambia nome. Secondo quanto riportato da Cnet:

http://news.com.com/2100-1001-982127.html

Microsoft ha deciso di abbandonare il nome “Palladium” per la sua controversa iniziativa per creare un computer “protetto” (nel senso di “l'utente ci fa solo quello che decidono Microsoft, Hollywood e le case discografiche”). Ora si chiama, in modo assai meno accattivante, “Next-Generation Secure Computing Base”. Ufficialmente il cambio di nome (che era inizialmente per uso interno a Microsoft, come avviene per tanti altri progetti) è dovuto non solo al fatto che il marchio Palladium era già registrato da un'altra azienda, ma soprattutto al fatto che “Microsoft sta accogliendo questa tecnologia nel senso di includerla in Windows per il prossimo decennio”, dice il rappresentante di zio Bill. Se a voi questa non sembra una giustificazione sensata per cambiare il nome, siete in buona compagnia.

I maligni dicono che intorno a Palladium si erano levate talmente tante proteste che l'immagine pubblica del progetto doveva subire un restyling radicale: chiamiamolo con un altro nome e penseranno che è una cosa nuova, insomma. Di certo “Palladium” si prestava meglio agli slogan anti-Microsoft di quanto si presti il nuovo nome: provateci voi a dire “No alla Next-Generation Secure Computing Base!”.

Ciao da Paolo.

 

Questo articolo è una ripubblicazione della newsletter Internet per tutti che gestivo via mail all’epoca. L’orario di questa ripubblicazione non corrisponde necessariamente a quello di invio della newsletter originale. Molti link saranno probabilmente obsoleti.

2003/01/22

[IxT] #2003-005 (22/1/2003). Antibufale, astrologia, PC spenti ma spioni, Pete Townshend

Antibufala: virus NYK per telefonini

Sta circolando un appello secondo il quale “se ricevete una chiamata e sul display del Vostro telefonino appare la scritta NYK... il Vostro telefono verrà infettato da un VIRUS. Questo virus cancellerà sia dalla SIM CARD sia dalla memoria telefono tutte le informazioni IMEI e IMSI rendendo impossibile contattare qualsiasi network (OMNITEL,TIM,WIND ECC. ECC.).”

A questo autentico sconquasso telefonico non ci sarebbe rimedio: “L'unica soluzione” prosegue l'appello “a quel punto è cambiare telefono”. Le fonti, dice l'appello, sarebbero autorevolissime: “Questa notizia è stata confermata sia da Motorola che da Nokia; in questo momento ci sono oltre 3 milioni di telefoni infettati da questo virus negli USA. Potete inoltre trovare conferma a questa notizia nel sito internet della CNN.”

Invece è una bufala, e per essere precisi è una variante di una bufala già ampiamente documentata dal Servizio Antibufala e da vari siti antibufala internazionali, come descritto qui:

http://www.attivissimo.net/antibufala/telefonino_ace.htm

Naturalmente nessuno dei siti citati (quelli di Nokia, Motorola e CNN) riporta alcuna traccia della “notizia”.

Antibufala: astrologi meglio degli astronomi?

In una mia recente indagine antibufala, quella sul Decimo Pianeta, ripresa anche da ZeusNews.it,

http://www.zeusnews.it/news.php?cod=1859

ho criticato l'astrologia chiedendo “adesso che i pianeti conosciuti nel sistema solare sono almeno due in più, come la mettiamo con gli oroscopi, che non ne tengono conto?”

Alcuni lettori mi hanno risposto che “l'astrologia sa e accetta e non da ieri il decimo e l'undicesimo pianeta.”

Un'affermazione che, se vera, sarebbe molto interessante: conoscete qualche testo online a cui fare riferimento? Confesso che la mia frequentazione dei siti astrologici è piuttosto carente, per cui mi occorre il vostro aiuto.

L'affermazione sarebbe interessante per un motivo molto semplice. Se gli astrologi sanno di questi due pianeti in più, presumo sappiano quali sono le loro posizioni, altrimenti come farebbero a calcolarli negli oroscopi? Ma se è così, allora potrebbero essere così gentili da indicare le loro coordinate agli astronomi e risparmiare loro tanta fatica. O sbaglio?

Il PC spento ti spia!

Un conduttore radiofonico di Radiodue dichiara di essere stato spiato in casa tramite il suo computer collegato a Internet, con tanto di minacce di morte da parte dello spione. La notizia è stata riportata da vari telegiornali, fra cui TG5 e Studio Aperto, che avrebbero precisato che lo spionaggio sarebbe avvenuto addirittura a computer spento.

Dello stesso avviso è il Messaggero del 21/1/03, che titola in prima pagina “Attenti, il computer può spiarvi anche se spento”.

http://ilmessaggero.caltanet.it/hermes/20030121/20030121.htm

La descrizione degli eventi è grosso modo questa: l'intruso avrebbe attivato la Webcam e il microfono collegati al PC del conduttore e avrebbe quindi ascoltato le sue conversazioni e osservato le sue attività domestiche. Fin qui niente di insolito: queste cose si possono fare con una miriade di programmi, come il celeberrimo Back Orifice e un po' di ingenuità della vittima. Le ho verificate di persona, beninteso sui miei computer (non su quelli altrui), e sono facilissime da realizzare.

Il vero problema è quella precisazione “anche se spento”, che ha causato panico tra i non esperti ma ilarità tra gli addetti ai lavori. Infatti non esiste assolutamente alcun modo di attivare webcam e microfono di un computer spento. Un computer spento non trasmette nulla e non riceve nulla. Ci sono poche cose certe in informatica, ma di questa potete stare certi. Se davvero i telegiornali hanno ripetuto la notizia e il dettaglio del computer spento, dimostrano la loro tragica incompetenza informatica.

In realtà il testo dell'articolo del Messaggero non parla affatto di computer spenti: dice semplicemente che l'intruso riusciva ad “attivarlo anche da lontano attraverso la sua connessione Internet”. Proprio quello che fa Back Orifice (che è anche in grado di spegnerlo a distanza). La storia del computer spento è quindi, a quanto pare, una infelice invenzione del titolista. Sarebbe gradita una nota di scuse da parte del Messaggero per procurato allarme.

Ripeto: niente panico. Nessuno può spiarvi attraverso un computer spento. E' invece molto facile farlo a computer acceso, specialmente se il vostro PC è dotato di microfono e telecamera. Se avete di questi timori, scollegate il microfono quando non vi serve e mettete un pezzo di cartoncino davanti alla telecamera quando non volete essere visti.

Pete Townshend accusato di pedofilia, la sua “scusa” regge

Ha causato notevole stupore l'accusa di pedofilia online rivolta in Inghilterra a Pete Townshend, celeberrimo chitarrista degli Who, ma ha causato altrettanta perplessità la sua giustificazione, secondo la quale avrebbe scaricato immagini pedofile da Internet "per motivi di ricerca".

La giustificazione è meno campata per aria di quello che può sembrare. Townshend sta effettivamente lavorando da tempo ad articoli e libri sugli abusi dei minori. Il sito The Smoking Gun si è procurata una copia di uno di questi articoli, datato gennaio 2002, che era già in circolazione (sul sito di Townshend, per esempio) ed era stato già citato da un giornalista di Fox News. Non si tratta, insomma, di una cosa scritta di fretta per coprirsi le spalle a cose fatte.

Il sito di Townshend è http://www.petetownshend.co.uk

Se sapete l'inglese, leggete l'articolo di Pete, merita veramente, perché offre un quadro della situazione che difficilmente un utente normale ha modo di acquisire (e vi sconsiglio vivamente di provare a farlo, finireste facilmente nei guai nonostante le vostre intenzioni oneste). E' fin troppo facile trovare pedofilia online anche senza cercarla, secondo Townshend, e alcune comunicazioni personali che ho ricevuto di lettori sembrano confermare questa affermazione. Trovate qui l'articolo di Townshend:

http://www.thesmokinggun.com/doc_o_day/petetownshend3.html

In realtà la polizia inglese lo ha sentito ma non lo ha incriminato: gli ha semplicemente contestato che il numero della sua carta di credito era saltato fuori, durante un'indagine statunitense condotta con l'aiuto della società Visa, in un elenco di numeri di carte che erano state utilizzate per accedere a siti pedofili a pagamento. In particolare, la polizia aveva allestito un sito-trappola, e Townshend vi era incappato.

Townshend ha dichiarato spontaneamente di aver usato la carta per visitare un sito pedofilo, ma di non aver scaricato né conservato immagini, e ha messo subito a disposizione della polizia il contenuto dei propri computer, nei quali la polizia non ha trovato nulla di pedofilo.

http://news.bbc.co.uk/2/hi/uk_news/2651871.stm

http://news.bbc.co.uk/2/hi/uk_news/2656135.stm

Sembra insomma che il nome di Pete Townshend sia stato infangato per una sua leggerezza, non perché è un pedofilo. Il chitarrista avrebbe dovuto contattare la polizia e chiedere il permesso di assistere a una delle loro visite ai siti pedofili, spiegando la ricerca in corso. Suvvia, di fronte a un membro degli Who e a un approccio così onesto, difficilmente gli avrebbero detto di no. Invece ha preferito tentare di farlo di nascosto, e gli è andata buca. Mi raccomando, non imitate il suo esempio, neppure per fare i paladini della giustizia.

Chioccioline

Microsoft offre il codice sorgente di Windows? Operazione di facciata. Se volete saperne di più, Apogeonline ha pubblicato una mia indagine su quali sono le vere conseguenze di questa falsa “apertura” del gigante del software. L'articolo è presso

http://www.apogeonline.com/webzine/2003/01/22/01/200301220101

Il Sudafrica decide di passare all'open source per la pubblica amministrazione. Motivi: risparmio di denaro e indipendenza da una società specifica grazie all'uso di standard pubblici anziché formati proprietari. Microsoft risponde: "Cosa accadrà quando gli sviluppatori che lo trovano oggi entusiasmante domani andranno verso qualcosa che consenta loro di essere pagati?", dimostrando di non aver ancora capito come funziona l'open source: gli sviluppatori scrivono software per passione, non per denaro. Evidentemente un'abitudine così poco diffusa in casa Gates che manco si ricordano che si può creare anche soltanto per il piacere di creare e non solo per diventare milionari. Ne parla anche Punto Informatico:

http://punto-informatico.it/pi.asp?i=42812

http://slashdot.org/articles/03/01/20/2018243.shtml?tid=163

Kevin Mitnick ritorna online: uno dei nomi più controversi della storia della Rete (a causa della sua leggendaria abilità nel penetrare i più sofisticati sistemi informatici aziendali e governativi), incarcerato per cinque anni e in libertà vigilata con il divieto assoluto, fino a poco tempo fa, di toccare un computer, può dal 21 gennaio riaffacciarsi direttamente a Internet, che non frequenta da otto anni. Ora fa il consulente di sicurezza. Kevin ha commesso crimini secondo la legge USA, ma non ha mai tratto guadagno dalle proprie scorribande e nei suoi libri ha spiegato eloquentemente quanto sia vulnerabile e ingenuo il mondo dell'informatica aziendale, educando una generazione di informatici (me compreso). Per festeggiare l'evento, il sito Slashdot raccoglie le domande dei lettori e girerà le migliori a Mitnick. Bentornato Kevin!

http://www.cnn.com/2003/TECH/internet/01/19/tech.mitnick.reut/index.html

http://interviews.slashdot.org/article.pl?sid=03/01/20/1254218&mode=thread&tid=172

Ciao da Paolo.

 

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2003/01/15

[IxT] #2003-004 (15/1/2003). Antibufala: Decimo Pianeta, la saga continua

Dopo la prima pubblicazione della mia piccola indagine antibufala sulla storia del Decimo Pianeta:

http://www.attivissimo.net/antibufala/decimo_pianeta.htm

ho ricevuto numerosi e-mail di protesta, molti dei quali "dimostravano" la fallacia dei miei ragionamenti indicandomi una notizia ANSA e un articolo della rivista New Scientist del 14/12/2002 che, stando ai mittenti delle proteste, confermano l'esistenza del Decimo Pianeta. O per essere più precisi, confermano l'esistenza di un decimo pianeta. Che però non ha affatto le caratteristiche di quello profetizzato dal Borriello, dai sumeri, da Zecharia Sitchin, da Antonello Venditti e dagli altri personaggi citati nell'indagine.

Così ho fatto un po' di ricerche e ho trovato la notizia ANSA, che cita proprio l'articolo di New Scientist. Nella forma riportata dal sito Disinformazione.it, è questa (la riassumo, ma sul mio sito trovate la versione integrale):

ASTRONOMIA: FORSE DIECI I PIANETI DEL SISTEMA SOLARE /ANSA

INDIVIDUATO OLTRE PLUTONE IL PIANETA X, GRANDE COME LA TERRA (ANSA) - LONDRA, 12 DIC - Il sistema solare potrebbe contare dieci pianeti anziché nove, come vuole l'astronomia scolastica. Un gruppo di scienziati argentini e britannici ha scoperto un decimo corpo celeste di considerevoli dimensioni, che gravita oltre l'orbita di Plutone, battezzandolo Pianeta X.

Lo scrive oggi la rivista britannica New Scientist, precisando subito che il Pianeta X - di dimensioni simili a quelle della Terra - si trova ai confini della Fascia di Kuiper, regione periferica del sistema solare, composta principalmente di asteroidi e frammenti di materiale interstellare.

[...] E' convinzione radicata fra gli astronomi che i pianeti si siano formati nel tempo proprio attraverso questo accumulo progressivo di gas, polvere cosmica e materiale interstellare che girando vorticosamente in dischi e fasce tende ad aggregarsi fino a formare una massa solida.

Il Pianeta X si sarebbe dunque formato in questo modo, assestandosi poi su un'orbita quasi circolare.

E' curioso che un corpo di dimensioni tanto grandi non sia stato visto prima poiché, spiega ancora Melita, "si può osservare con i telescopi", anche se "c'è uno spazio immenso da coprire".

[...] Gli astronomi del resto concordano che Plutone, il pianeta ritenuto finora il più esterno del sistema solare, scoperto nel 1930, si sia formato con ogni probabilità all'interno della Fascia. L'orbita di Plutone è tanto eccentrica, che a tratti il pianeta si trova più vicino al sole di Nettuno.

Lo scorso ottobre l'Istituto di Tecnologia della California ha scoperto nella Fascia di Kuiper un oggetto grande la metà di Plutone, battezzato Quaoar, e già allora si era dibattuto se questo si potesse classificare come pianeta. Secondo Stern, la scoperta di Pianeta X sarà seguita da molte altre. [...]. (ANSA).

Avete trovato qualche accenno al fatto che il pianeta verrà a farsi un giretto dalle nostre parti? No, vero? Anzi, l'articolo dice proprio il contrario: il pianeta "gravita oltre l'orbita di Plutone" su "un'orbita quasi circolare". Se ne sta là per i fatti suoi.

In altre parole, questo articolo non conferma in alcun modo le teorie catastrofiche di Borriello e soci: semplicemente annuncia il ritrovamento di un corpo celeste ai confini del sistema solare, uno dei tanti che gli astronomi si aspettavano di trovare e adesso hanno avvistato.

Per chi è scioccato dalla notizia che i pianeti non sono nove come gli hanno insegnato a scuola e si sente turlupinato dalla scienza, mi limito a ricordare che la scienza non pretende di essere depositaria della verità assoluta e definitiva: procede per affinamenti successivi. Pian piano va avanti e compie nuove scoperte. Man mano che si affinano gli strumenti, si aggiorna la mappa del sistema solare: per esempio, si scoprono in continuazione nuovi satelliti di Giove e anche pianeti in orbita intorno ad altre stelle. Non c'è nulla di straordinario.

La scienza, di fronte a dati concreti, non ha alcuna remora a riscriversi e correggersi (però i dati devono essere verificati, mica ci si fida del primo che passa). Sono le pseudoscienze, come l'astrologia, che invece non mutano i loro dogmi. A proposito, adesso che i pianeti conosciuti nel sistema solare sono almeno due in più, come la mettiamo con gli oroscopi, che non ne tengono conto?

Chioccioline

Microsoft annuncia di voler abbracciare lo standard aperto XML in Office e divulgare il codice sorgente di Windows, ma è solo un'operazione di facciata: ne parlo su Apogeonline:

http://www.apogeonline.com/webzine/2003/01/07/01/200301070101

Altro annuncio Microsoft: vuole pagare duemila miliardi di lire di rimborsi pur di chiudere un processo in cui è accusata di aver approfittato del proprio monopolio per far pagare Windows e Office più del dovuto.

http://www.apogeonline.com/webzine/2003/01/14/01/200301140101

Quanto rende la truffa nigeriana, quella dove uno sconosciuto vuole spartire con voi milioni di dollari? Tanto. E in quanti ci cascano? In tanti, secondo i servizi segreti USA, che hanno dato la caccia a 250 sospetti truffatori africani che operavano negli USA l'anno scorso, derubando le proprie ingenue vittime di un totale di ottantacinque milioni di dollari.

http://sfgate.com/cgi-bin/article.cgi?f=/c/a/2003/01/12/BU114885.DTL

Ma chi cavolo è Avril Lavigne? Probabilmente avete ricevuto una mezza dozzina di e-mail che inneggiano a "AVRIL LAVIGNE - THE BEST" e simili. Si tratta di un virus, più propriamente un worm, che si diffonde tramite un allegato sfruttando una falla di Outlook vecchia di un anno e per la quale è già disponibile la correzione. Avril Lavigne è una pattinatrice e cantante canadese. Il virus si chiama Avril-A e apre Internet Explorer sul sito della Lavigne, www.avril-lavigne.com, il 7, l'11 e il 24 di ogni mese.

http://www.sophos.com/virusinfo/analyses/w32avrila.html

Tutti i retroscena del caso Sendo: ossia come (a detta di Sendo) Microsoft ha complottato per causare intenzionalmente il fallimento del proprio partner nel settore dei cellulari (Sendo, appunto), in modo da poter far valere una clausola dell'accordo che le avrebbe consentito di rilevare gratuitamente, e rivendere a chi le pare, tutte le conoscenze tecnologiche di Sendo in caso di fallimento. Non sono dicerie: sono atti depositati in tribunale.

http://www.theregister.co.uk/content/7/28724.html

Zio Bill a corto di idee: l'orologio che riceve le notizie, presentato con tanta enfasi a Las Vegas da Microsoft, non è affatto una novità. Questa è la presentazione del prodotto Microsoft offerta dal Corriere:

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Scienze_e_Tecnologie/2003/01_Gennaio/09/microsoft.shtml

E questo è un sito dedicato al Seiko Message Watch:

http://smasher.com/fun/watch/send.html

che faceva esattamente la stessa cosa dell'orologino Microsoft, e la faceva così tanto tempo fa che il servizio ha cessato di esistere alla fine del 1999. C'è anche un modello della Timex/Motorola:

http://www.beepwear.com

Origami e Guerre Stellari: tutte le istruzioni per creare, con l'arte giapponese della piegatura della carta, veicoli e personaggi della saga di George Lucas. Impressionante.

http://www.happymagpie.com/origami.htm

Ciao da Paolo.

 

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2003/01/14

[IxT] #2003-003 (14/1/2003). Microsoft ActiveSeX

I più nottambuli tra voi, quelli che hanno letto subito il mio precedente, frettoloso messaggio di avviso, avranno avuto il dubbio piacere di essere testimoni della sorprendente gaffe di Microsoft, che si è trovata a invitare gli utenti a visitare un sito porno.

Infatti come dicevo nel messaggio di poco fa, alle due e venti di stamattina (14/1/03, ora italiana) il sito Fark.com ha segnalato che questa pagina autentica del sito Microsoft, dedicata all'assistenza tecnica di Outlook,

http://support.microsoft.com/default.aspx?scid=kb;en-us;257473

conteneva quattro link, il secondo dei quali, Area Code RX (http://www.areacoderx.com), portava a un sito pornografico. Se questo genere di siti vi offende, non apritelo, è veramente spinto. Ecco un'immagine della pagina Microsoft originale:

sito porno Microsoft

Quarantacinque minuti dopo la prima segnalazione, la pagina era stata rimossa, ma non prima che qualcuno ne catturasse una copia, come quella che trovate qui (attenzione: il link porta a un'immagine non adatta a tutti i palati)

http://www.larsontown.com/images/fark/screenshot2.jpg

e che comprende sia la pagina Microsoft originale, sia una delle meno spinte fra le varie pagine pornografiche che si aprivano cliccando sul link presente nella pagina Microsoft.

Notare che negli USA erano le otto di sera, non le due del mattino, quando è successo il fatterello. Quindi nel giudicare la prontezza della reazione di Microsoft occorre tenere conto del fatto che nessuno è stato buttato giù dal letto.

Che cosa è successo? Microsoft è stata "bucata"? Improbabile. E' molto più plausibile che il nome di dominio www.areacoderx.com appartenesse originariamente a una società che realizzava un prodotto utilizzabile con Outlook e per questo citato dal sito Microsoft, ma che poi la società non abbia rinnovato il canone necessario per conservare il nome di dominio e l'abbia invece rilevato il solito pornografo.

Microsoft semplicemente non si è accorta del fatto che un link che prima portava a un sito regolare aveva cambiato padrone. Un peccatuccio, insomma, buono per farsi due risate, ma utile anche come promemoria di quanto sia difficile garantire la sicurezza e che proprio per questo avere un sistema che obbliga l'utente ad accettare automaticamente gli aggiornamenti del proprio software (come indicato nella licenza di Windows Media Player 9, per esempio) significa esporre l'utente a rischi notevoli.

Che succede, infatti, se uno di questi peccatucci si intrufola in un aggiornamento automatico? Il giudice, la moglie, il capo, il cardinale vi crederanno se dite che quelle acrobazie carnali ve le ha messe Microsoft nel PC?

Ilarità a parte, è anche per questo che è importante riferire e documentare questi episodi, affinché ne rimanga traccia: costituiscono un precedente che potrebbe scagionare un innocente.

Ciao da Paolo.

 

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[IxT] #2003-002 (14/1/2003). Speciale antibufala: pornografia Microsoft

Sono le due e venti del mattino ora italiana del 14/1/03, e da Fark.com è appena arrivata una segnalazione molto sorprendente.

Probabilmente quando leggerete questo messaggio la cosa sarà stata sistemata, ma in questo momento, se visitate questo link _autentico_ del sito Microsoft

http://support.microsoft.com/default.aspx?scid=kb;en-us;257473

troverete quattro link: il secondo, Area Code RX (http://www.areacoderx.com), porta a un sito pornografico. Se questo genere di siti vi offende, non apritelo, è veramente spinto.

Non ci sono scherzi, non ci sono trucchi: è tutto autentico.

Attendiamo interessanti spiegazioni da Microsoft. Sarebbe questa l'azienda a cui dovremmo affidare la nostra sicurezza e i nostri dati personali e che dovremmo autorizzare a entrare nel nostro PC per effettuare aggiornamenti automatici?

Ciao da Paolo.

 

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2003/01/05

[IxT] #2003-001 (5/1/2003). Tasse sui CD vergini, Raeliani, Bill e il Parlamento, e Chioccioline

-- Approvata la tassa sui CD vergini

-- Internet spegne 20 candeline

-- Bill Gates in visita al Parlamento italiano, strane coincidenze

-- Speciale Antibufala: i Raeliani hanno davvero clonato. Le bufale

-- Chioccioline: telefonini, decimo pianeta, Linux numero due al mondo

Approvata la tassa sui CD vergini

Ricordate l'appello (autentico) contro la tassa sui CD vergini?

http://www.attivissimo.net/antibufala/afdigitale.htm

Un lettore (sergino75) mi segnala che Il Sole 24 ore del 24 dicembre 2002, pagina 13, riporta questa informazione: "Il decreto legislativo sul diritto d'autore dispone l'aumento da 0,01 a 0,23 euro della quota sui cd vergini che deve essere versata dai produttori dei supporti delle case discografiche a compenso dei minori ricavi che sono provocati per le imprese dalle copie pirata".

Sergino75 mi ha cortesemente inviato una scansione dell'articolo, ma sarebbe interessante mettere le mani sul testo originale della legge, in modo da poterlo aggiungere al dossier antibufala e fare due conti e ragionamenti sulla stupidità del provvedimento (una tassa che punisce anche chi, come me, usa i CD vergini per fare il backup dei propri dati e di certo non per piratare artisti SIAE) e vedere quali altri supporti sono colpiti dalla tassa (si era parlato persino di memory stick per videogame e memorie per fotocamere, sulle quali è obiettivamente difficile concepire che si memorizzino brani musicali).

Purtroppo le mie ricerche presso Governo.it, Interlex.it, Ilsole24ore.com e Italiaoggi.it non hanno trovato nulla. Ho letto il testo della legge finanziaria 2003, ma non ho visto alcun riferimento al rincaro dei CD. Probabilmente ho la vista annebbiata dalle indigestioni di focaccia che sto facendo (in questi giorni sono in Italia).

Se qualcuno può darmi una mano, è ben accetta!

Internet spegne 20 candeline

Piccola nota storica: il primo gennaio 1983, ARPANET, il predecessore di Internet, abbandonò il protocollo NCP (niente a che vedere con un omonimo di Novell) in favore del protocollo TCP/IP che adotta tuttora. Per gli addetti ai lavori, questo arcano dettaglio tecnico è la data di nascita della Rete così come la conosciamo.

Ci vollero poi altri dieci anni perché Internet sbarcasse seriamente in Italia: i primi abbonamenti ai privati furono commercializzati nel 1993. Prima di allora, l'accesso era riservato alle grandi aziende e agli istituti universitari.

Considerato che le basi del TCP/IP furono gettate negli anni Settanta, è un bel traguardo di longevità in un settore come quello tecnologico in cui ciò che funziona è già obsoleto prima di essere messo in vendita, e testimonia la lungimiranza e la solidità del lavoro fatto dai padri di Internet.

Buon compleanno Internet, dunque!

Bill Gates in visita al Parlamento italiano, strane coincidenze

Bill Gates dovrebbe far visita al Parlamento italiano a fine gennaio, stando a The Inquirer:

http://www.theinquirer.net/?article=6891

Il governo italiano aveva previsto un emendamento alla Finanziaria 2003 che sembrava indicare un interesse serio verso l'ipotesi di adottare il software libero nell'amministrazione pubblica, facendo risparmiare a noi contribuenti una bella badilata di soldi in licenze software, sulla scia di provvedimenti analoghi adottati da altri paesi europei ed extraeuropei, fra cui Giappone, Norvegia, Germania, Finlandia, Corea, Thailandia, Filippine, Francia, Messico, Taiwan, Cina e Regno Unito.

Ahimè l'emendamento è misteriosamente scomparso, e per una curiosa coincidenza Bill Gates viene di persona in visita al Parlamento a breve distanza di tempo da questa scomparsa. Sarebbe un caso fortuito se si trattasse di un evento singolo, ma siccome capita sistematicamente che zio Bill faccia visita a un paese proprio quando quel paese annuncia di voler mollare Microsoft, come è successo in India recentemente e nei mesi scorsi in Perù

http://www.apogeonline.com/webzine/2002/07/24/01/200207240102

direi che parlare di coincidenza è una pia illusione; pare più plausibile una vistosa operazione di lobbying, assecondata dal desiderio di compiacere l'ospite illustre, tipico della peggior forma di ospitalità fantozziana.

Resta da vedere se il governo italiano avrà abbastanza spina dorsale da resistere alle tante lusinghe di una società straniera già pluricondannata per concorrenza sleale: sapevate, ad esempio, che i docenti che convincono la propria scuola ad acquistare software Microsoft hanno gratis la licenza di Windows e Office, un valore commerciale di circa 1000 euro?

Visti i precedenti, sarà già un trionfo se l'amministrazione pubblica italiana saprà spuntare uno sconto decente sulle licenze di Windows, IIS e Office come hanno fatto gli altri paesi citati.

Speciale Antibufala: i Raeliani hanno davvero clonato. Le bufale

Normalmente me ne starei zitto su un caso così delirante come quello dei Raeliani, dato che la natura bufalina dell'organizzazione è lampante (basta vedere come si veste Rael, pare una comparsa da filmetto di fantascienza di serie B), ma c'è un aspetto insolito della storia che credo meriti una segnalazione.

Tutta l'attenzione dell'opinione pubblica si è concentrata sull'annuncio di una presunta clonazione umana (o più di una) da parte di una società controllata dai Raeliani, che ha giustamente fatto molto scalpore e generato moltissima pubblicità. Quello che pochi giornalisti hanno avuto l'acume di approfondire è che lo stesso clamoroso annuncio fu fatto da un altro gruppo di pseudoscienziati nel 1978. Se ne sono ricordati quei pignoli del Washington Post

http://www.washingtonpost.com/wp-dyn/articles/A56233-2002Dec30.html

notando che all'epoca saltò fuori, dopo tre mesi di indagini scientifiche, che era una bufala intentata a scopo pubblicitario (per promuovere un libro).

In altre parole, i Raeliani hanno sicuramente clonato qualcosa: la bufala. E in tutti i suoi dettagli.

Nel caso del 1978, infatti, il presunto bambino clonato non fu mai presentato al pubblico, adducendo "il desiderio di proteggerlo da una pubblicità dannosa", e la cosa finì nel dimenticatoio (a parte un processo che durò tre anni e si concluse con la conferma della frode). E ora, guarda un po' che coincidenza, Rael ha dato ordini di non eseguire test del DNA sul presunto neonato-fotocopia annunciato di recente, allo scopo di "proteggere le identità dei genitori":

http://www.cnn.com/2003/HEALTH/01/03/human.cloning/index.html

Suvvia, di cosa ha paura? Che si scopra che tutta la storia è una bufala, e per di più stantia, costruita (proprio come venticinque anni fa) per farsi pubblicità? Impossibile: gli alieni sono con lui, e una razza extraterrestre super-evoluta non affiderebbe mai il proprio Verbo a un contaballe qualsiasi, no?

Ironia a parte, l'articolo del Washington Post spiega anche alcuni dei problemi nel verificare l'affermazione dell'avvenuta clonazione. Non basta fare un prelievo di sangue del bambino e della madre e fare il test del DNA per vedere se sono identici: esistono infatti "giochi di prestigio" che si possono fare sia a livello medico (una trasfusione integrale di sangue dalla madre al neonato, ad esempio, li farebbe sembrare geneticamente identici), sia a livello più banale con un po' di destrezza nello scambiare le provette.

Oltretutto il test del DNA è particolarmente sensibile alla contaminazione incrociata: residui minutissimi di DNA sugli strumenti possono falsare il test. Una verifica realmente affidabile richiederebbe test multipli, condotti da più laboratori (e di certo non dai laboratori dei Raeliani, che sono gli ultimi di cui ci si può fidare) e soprattutto eseguiti sotto l'occhio vigile di prestigiatori che possano verificare che nessuno alteri o scambi il contenuto dei prelievi. Prelievi che per evitare il trucchetto delle trasfusioni dovrebbero essere campioni di tessuto (facilmente acquisibili dalla bocca, senza traumi) anziché di sangue.

Un'impresa notevole, dunque, che ho la sensazione che stranamente si deciderà di non fare adducendo scuse più o meno patetiche, come quella di Rael quando quelli della CNN gli hanno chiesto via satellite se si trattava semplicemente di una bella trovata pubblicitaria: "Non sento bene, l'audio è disturbato".

Non se la caverà così a buon mercato in tribunale: un avvocato americano, Bernard Siegel, ha infatti chiesto alla magistratura della Florida che il bambino, se è davvero clonato, venga tolto ai genitori (al genitore?) e affidato a un tutore meno squinternato e irresponsabile. La richiesta è naturalmente un modo astuto per mettere alla prova il bluff dei Raeliani. Proprio come venticinque anni fa.

Chioccioline

Nasce col nuovo anno questa rubrichetta supplementare in cui raccolgo le chicche e le cose interessanti che trovo in Rete e che non commento più approfonditamente per mancanza di tempo. Buona navigazione!

Libro antibufala MLM

E' uscito un libro dedicato alle truffe del Multilevel Marketing, fra cui quella del "vorresti davvero guadagnare con Internet" che ha imperversato in Internet nei mesi scorsi e che ho già fatto a fettine nel Servizio Antibufala (http://www.attivissimo.net/antibufala/mlm.htm): si intitola "Piramide d’oro - Realtà e miti del multilevel marketing" di R. Giovannini, D. Orecchio, editore Avverbi, 10 euro.

E-book Microsoft bucato

Il formato dell'e-book Microsoft, il Microsoft Reader, è stato "craccato": si è trovato il modo di eliminarne la protezione anticopia. La cosa era già stata fatta qualche tempo addietro, ma in modo piuttosto brutale. Questa è una soluzione più elegante, che dimostra ancora una volta che i sistemi anticopia non funzioneranno mai seriamente. I dettagli (in inglese) sono presso http://www.pocketpcaddict.com/article.php?sid=937 e http://members.lycos.co.uk/hostintheshell

Fotofonini? Un rischio privacy

Se leggete l'inglese, c'è un bell'articolo della BBC sui pericoli dell'onnipresenza dei telefonini con fotocamera: se le telecamere in strada vi irritano, che farete quando qualsiasi cretino potrà farvi un'istantanea e metterla online? E se quel cretino si porterà il telefonino nello spogliatoio della vostra palestra? E' lecito portare un cellulare con fotocamera in un'aula di tribunale e fotografare di nascosto gli imputati o le vittime?

L'articolo è presso http://news.bbc.co.uk/2/hi/technology/2621745.stm

Telefonino.net, intanto, nota che si pensa di vietare appunto i fotofonini negli spogliatoi di fitness club e palestre in Inghilterra:

http://www.telefonino.net/cgi-bin/news.asp?n=7545

Ancora sul Decimo Pianeta

A proposito della bufala del Decimo Pianeta, anche il Cicap ha dedicato all'omonima pubblicazione di Borriello un'analisi molto minuziosa dei "fatti scientifici" presentati in questo inquietante opuscolo, che prevede l'arrivo di un pianeta a maggio 2003 che sconquasserà il nostro globo terracqueo. Manco a dirlo, i "fatti scientifici" di Borriello sono grossolanamente sbagliati, e basta un minimo di ricerca per verificare che lo sono. L'articolo, intitolato “Il mito del pianeta X - Niente fine del mondo nel 2003”, di Albino Carbognani, è presso

http://www.cicap.org/articoli/at101155.htm

Linux diventerà il secondo sistema operativo al mondo entro due anni

Secondo la società di consulenza IDC, Linux diventerà nel 2003 o 2004 il secondo sistema operativo per desktop più diffuso al mondo, scalzando da questa posizione il Mac. Al primo posto, con larghissimo distacco, resterà Windows nelle sue varie versioni.

http://zdnet.com.com/2100-1104-979064.html

Ancora rinvii per 3

Telefonino.net dice che il lancio del servizio UMTS di 3 in Inghilterra slitterà di almeno due mesi e avverrà forse a marzo.

http://www.telefonino.net/cgi-bin/news.asp?n=7551

Inoltre due fonti ben informate mi hanno confermato personalmente che l'hardware e il software dei telefonini sono ancora in alto mare, anche se si susseguono freneticamente gli aggiornamenti: si è arrivati alla videochiamata con video e audio sincronizzati (cosa da considerare un progresso, dato che prima il labiale era addirittura sfasato rispetto alla voce), ma si è lontani dalle prestazioni promesse, al punto che i primi clienti saranno chiaramente avvisati che il servizio è da considerare sperimentale e tenderà a perdere le chiamate con facilità.

L'UMTS, insomma, all'inizio sarà molto virtuale. Qualcosa mi dice che però i soldi chiesti ai clienti non saranno altrettanto virtuali.

Ciao da Paolo.

 

Questo articolo è una ripubblicazione della newsletter Internet per tutti che gestivo via mail all’epoca. L’orario di questa ripubblicazione non corrisponde necessariamente a quello di invio della newsletter originale. Molti link saranno probabilmente obsoleti.

2003/01/01

FAQ: “Paolo, come si diventa autori di libri d'informatica? Potresti mettere una buona parola presso il tuo editore per il mio progetto letterario?”

Lo dico subito: non  ho un editore e non sso nemmeno da che parte si comincia a fare il "raccomandatore".

Posso proporre solo una cosa: esaminate i libri analoghi pubblicati dall'editore che vi interessa e guardate cosa è già stato scritto. Poi redigete un "manifesto" del vostro progetto (scaletta dei capitoli, tema centrale del libro, a chi è destinato, qual è il livello tecnico, quali sono i sistemi operativi trattati, eccetera), aggiungeteci un vostro curriculum (esperienze precedenti, in particolare nel settore informatico e/o letterario).

Preparate un capitolo dimostrativo e mettetelo online, in modo che chiunque (non soltanto un editore) possa valutare il vostro stile, la vostra forma italiana (attenti alle regole tipografiche) e la vostra tecnica di spiegazione.

Infine prendete il tutto e mandatelo all'editore. Su carta, non via e-mail, con una bella presentazione grafica: ma non mandate interi manoscritti non richiesti. Vengono cestinati direttamente. Non per cattiveria, ma sapeste quanti manoscritti inondano gli uffici delle case editrici...

E poi tenete le dita incrociate!

È molto difficile farsi pubblicare se non si è già conosciuti (al pubblico o dall'editore) per qualche motivo. Un curriculum come giornalista o come traduttore d'informatica (è il mio caso) è quasi indispensabile.

Quanto ci si guadagna? Non tanto. Un buon libro d'informatica vende diecimila copie nei casi più felici. I diritti d'autore ammontano al 10-12% del prezzo di copertina se siete bravi a contrattare, altrimenti la media è il 6-8%. Il conto è presto fatto: in Italia, scrivendo libri d'informatica si può arrotondare uno stipendio, ma difficilmente si vive di rendita.

Quali case editrici contattare? Non chiedetemi consigli in questo campo: l'unica è farle passare tutte. In ogni caso, fatevi fare sempre un contratto scritto.

Se c'è altro che volete disperatamente sapere, scrivetemi a paolo.attivissimo@gmail.com e cercherò di rispondervi.

 

FAQ: “Paolo, ho scritto questo racconto/libro/poesia, lo leggeresti per dirmi che ne pensi?”

Mi spiace, ma non posso.

Sono lusingato che mi vogliate come recensore. Purtroppo, però, mi capita spesso di ricevere richieste di questo tipo, e dopo un po’ di volte in cui ho detto di sì, mi sono dovuto rassegnare al fatto che non ho tempo per tutto (e già quello che faccio gratis online porta via molto tempo a famiglia e lavoro).

Così, a malincuore, mi sono imposto la regola di non accettarle.

Niente di personale, ma capirete che se adesso dicessi di sì a voi, farei un torto ai tanti altri ai quali ho detto di no. Confido nella vostra comprensione.

FAQ: “Paolo, sei credente? Come vedi l’Universo?”

Dipende cosa si intende per “credente”: lo vedo razionalmente. Credo in quel che si può verificare, misurare e sperimentare. Ho visto troppi abbagli e inganni per potermi fidare esclusivamente dei miei sensi (ne parlo in questo mio articolo). Non credo a divinità o simili, ma razionalmente non ne escludo l'esistenza. Ho motivi logici per dubitare che queste entità, se esistono, intervengano nelle cose umane o che ci abbiano a cuore o che possano essere blandite attraverso particolari riti.

Questo non mi impedisce di cogliere il fascino e la bellezza dell'universo e di apprezzare il valore della vita e la sua fragilità.

Se si dimostrasse una vita dopo la morte, accetterei il fatto e ne sarei contento (a patto che la nuova vita non sia una forma d'inferno). Sono aperto a dimostrazioni, ma invoco la Legge di Sagan: devono essere dimostrazioni a prova di bomba.

Se mi succede un fenomeno che non capisco, non mi butto subito su spiegazioni soprannaturali, ma mi chiedo se per caso esiste una spiegazione che non confligga con le leggi fisiche conosciute e non richieda di ricorrere a entità ultraterrene. Occam tiene sempre affilata la propria lama, a casa mia.

Mi considero un irrilevanteista, parola che credo di aver coniato in un mio commento a un mio articolo:

L'agnostico non sa se Dio c'è o non c'è. L'irrilevanteista va un po' più in là: considerato che non ci sono prove oggettive dell'esistenza di qualche ente superiore che intervenga concretamente nell'esistenza umana, può benissimo darsi che esista un ente superiore, che però non interferisce e non interviene nelle umane cose. Magari ha creato l'universo, ma non interviene nella propria (ipotetica) creazione. Per cui la sua esistenza è, all'atto pratico, irrilevante nella costruzione di un codice etico o morale.

E' imprudente basare le proprie scelte morali su qualcosa che forse non esiste.

Al tempo stesso, un irrilevanteista è chi accetta le religioni altrui se i precetti di queste religioni, pur partendo da verità rivelate, arrivano comunque a conclusioni etiche e morali compatibili con i diritti umani, senza discriminazioni di sesso o colore o credo.

Irrilevanteismo, insomma, significa "che tu faccia il bene perché te lo dice Gesù, Thor o Ganesh o perché ci sei arrivato da solo è irrilevante; basta che tu faccia del bene".

 

FAQ: “Paolo, perché ti fai chiamare ‘Disinformatico’?”

È un nome scelto dai miei lettori.

Nel 2006 la Radiotelevisione Svizzera di lingua italiana mi chiese di condurre un programma radiofonico dedicato all’informatica allo smontaggio delle bufale e alla disinformazione circolante in Rete e io invitai i miei lettori a trovarmi un bel titolo. Un lettore, giovanni, propose “Disinformatica”, che poi fu cambiato in Il Disinformatico. Tutto qui.

FAQ: “Paolo, perché ti fai chiamare ‘topone‘?”

Me lo chiedono in tanti, per cui mi sono rassegnato a scrivere questo paragrafetto di spiegazione. 

Mia moglie e io ci siamo sempre chiamati affettuosamente "topo" fra di noi. Inoltre la società per la quale ho lavorato per vari anni si chiamava Top One UK Ltd, per cui l'idea di fondere le due cose nel mio indirizzo di e-mail (topone@pobox.com) è venuta da sé.

E poi topone rimane molto più impresso di un banale paolo e rende meglio la mia abitudine all'informalità e a non prendermi troppo sul serio.

Se vi state chiedendo come si pronuncia (all'inglese o all'italiana), ossia se è top one nel senso di "quello che sta più in alto" o di "quello che sta sopra" (molto allusivo) o è topone nel senso di "grosso topo", è lo stesso: vanno bene entrambi. Usate quello che vi piace di più..

 

FAQ: “Paolo, ma ‘Attivissimo’ è un pseudonimo, vero?”

No. Vi potrà sembrare strano, ma è davvero il mio cognome anagrafico.

Questo non ha impedito a molti di scriverlo nei modi più strani:

  • Altissimo (come l'ex ministro)
  • Appilissimo (prenotazione al ristorante)
  • Internet (visto su una busta speditami da una casa editrice)
  • Asalttivis (corrispondenza con British Telecom)
  • Atkinson (molti inglesi)
  • Velocissimo (alcuni conoscenti)

All’inizio della mia carriera di conferenziere questa domanda era così frequente che per anni ho iniziato le mie presentazioni con una slide che includeva una scansione (debitamente mascherata) di un documento d’identità, per superare l’incredulità del pubblico.

 

FAQ: “Paolo, ci dici qualcosa della tua vita personale?”

Ultimo aggiornamento: 2021/10/11.

Anche se mi sembra strano, c'è gente che è interessata a me, a cosa faccio, come vivo, che programmi uso, che musica ascolto e via dicendo. Almeno così pare dalla quantità di e-mail in tal senso che ricevo per colpa dei miei libri e delle mie varie attività su Internet. Per cui pubblico qui alcune informazioni (quelle non compromettenti).

Sono nato a York, Inghilterra, nel settembre del 1963; i calcoli sull'età li lascio fare a voi, se ci tenete. Sono sposato (mia moglie si chiama Elena) e ho tre figli (Simone, Liam e Lisa) e un numero variabile di gatti.

Ho vissuto a lungo in Italia e ho trascorso alcuni anni in Lussemburgo e in Inghilterra, ma adesso vivo in Svizzera, vicino a Lugano. Tuttavia spesso faccio un salto in Italia (in genere nella zona di Pavia). Se volete sapere i motivi della mia scelta di lasciare l'Italia (alcuni seri, alcuni no), leggete qui.

Di mestiere faccio da quasi quarant'anni il traduttore tecnico inglese-italiano/italiano-inglese (sì, ho cominciato presto), il giornalista informatico (con una lunga collaborazione con la Radiotelevisione Svizzera), il conferenziere su temi informatici e ogni tanto scrivo libri d’informatica. 

L'idea di scrivere libri è nata quasi per caso; traducevo libri d'informatica per l'editore Apogeo, al quale è piaciuto il mio stile di traduzione e adattamento. Così mi propose di scrivere qualcosa di mio e nacque "Winword per tutti", seguito poco dopo dall'ormai "storico" "Internet per tutti" (la cui prima edizione è prelevabile gratuitamente in Rete, insieme alla quarta e per ora ultima edizione) e da altri titoli.

Nel frattempo è nata anche una collaborazione con la Gazzetta dello Sport, dove ho pubblicato per vari anni articoli su Internet e relativi problemi. Anche questo materiale è disponibile sul mio sito. Per una decina d’anni ho scritto anche su Le Scienze.

Quando il mio lavoro primario di traduttore me lo consente, tengo consulenze e conferenze su informatica e Internet e scrivo articoli sugli stessi argomenti per varie riviste online e offline.

Uso principalmente Mac sui computer portatili, ma il mio computer fisso primario è Linux e mi capita (molto raramente) di usare anche Windows. Ascolto musica molto pop (l'unica compatibile con il mio lavoro) anni '80. Quando non lavoro ascolto Alan Parsons Project, Pink Floyd, Journey, le colonne sonore di John Williams, Jerry Goldsmith, Bear McCreary, Hans Zimmer; mi piace molto la musica classica, ma ho poco tempo per ascoltarla per bene. Seguo Star Trek da quando ero bambino (lo trasmettevano in Inghilterra). Mi affascinano le idee e gli scritti di Stephen Hawking, Isaac Asimov, Arthur C. Clarke, Carl Sagan, Elon Musk.

 


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