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Il Disinformatico: settembre 2011

Cerca nel blog

2011/09/30

Luca Mercalli a Bellinzona stasera

Cambiamenti climatici? Stasera a Bellinzona ne parla Luca Mercalli


Stasera (30 settembre) alle 20.30, presso l'Istituto Cantonale di Economia e Commercio di Bellinzona, il climatologo e giornalista scientifico Luca Mercalli terrà una conferenza intitolata "Prepariamoci" e dedicata alle ricerche sull'evoluzione del clima e dell'ambiente a causa dell'azione umana e ai consigli pratici per prepararsi senza drammi a un futuro prossimo con meno risorse e meno energia.

La conferenza, organizzata dalla rivista "Confronti" e dal Partito Socialista locale, è aperta al pubblico e sarà colloquiale e interattiva.

2011/09/29

Gioco (con premio): il CICAP cerca un nome per il convegno nazionale

CICAP a caccia di un nome per il suo convegno: in palio un premio


Massimo Polidoro, segretario nazionale degli scettici allegri del CICAP, mi segnala che il CICAP è in cerca di un nome formale, conciso e accattivante per il proprio convegno nazionale, che si tiene ogni due anni circa (il prossimo sarà nel 2012) e al quale ho avuto l'onore di partecipare come relatore lunare nel 2009.

Se vi va di partecipare alla caccia al nome, il CICAP ricambierà la vostra spremitura di meningi con un premio: tutti i numeri ancora disponibili della rivista Scienza e Paranormale (una settantina), strapieni d'indagini sui fenomeni più strani, e l'ingresso gratuito al convegno in questione.

Leggete i criteri del gioco e mandate le vostre proposte via mail esclusivamente a convegno@cicap.org: non pubblicatele nei commenti qui sotto, perché c'è il rischio che Massimo non le veda. Buona caccia, e ricordate che se non volete aspettare il 2012, a Torino l'11/11/11 inizierà il convegno organizzato dal Gruppo Piemonte del CICAP, incentrato sulla numerologia e sul fascino dei numeri tra scienza e mistero.

2011/09/28

Mistero e la “vivisezione” delle mummie

Mistero presenta una vivisezione. Di una mummia



Grazie a Maxlax per la segnalazione.

2011/09/27

Quei neutrini velocisti? Forse al Fermilab già visti

Non è la prima volta che i neutrini vengono (forse) colti a correre troppo


La notizia dei neutrini forse più veloci della luce ha comprensibilmente suscitato scalpore e attesa intorno a eventuali conferme o smentite dei risultati sorprendenti dei ricercatori del CERN e dell'INFN. Prima di precipitarsi a parlare di “vittoria” o caduta della relatività di Einstein bisogna verificare tutto con pazienza.

Quest'attesa, in un senso o nell'altro, potrebbe essere più breve di quello che verrebbe spontaneo pensare: TalkingPointsMemo segnala infatti che risultati analoghi erano già stati segnalati nel 2007 negli Stati Uniti ma erano stati trascurati perché rientravano nei margini d'errore.

L'esperimento MINOS del Fermilab a Soudan, nel Minnesota, forse aveva rilevato neutrini superluminali quattro anni fa e ne aveva scritto in questo articolo. Ma i margini d'errore, molto maggiori di quelli dell'esperimento CERN-Gran Sasso, non permettevano certezze. Ora MINOS verrà ripetuto in forma migliorata, con maggiore precisione e più dati. La raccolta dati è già stata fatta e si tratta di misurare con maggiore attenzione i vari ritardi del sistema di rilevamento. I risultati dovrebbero arrivare in “4-6 mesi”, secondo il portavoce di MINOS. Fino a quel momento la prudenza resta d'obbligo.

Questo articolo vi arriva grazie alla gentile donazione di “fabiomalf”.

“Palla di fuoco” dal cielo causa esplosione in Argentina?

Esplosione in Argentina, sensazionalismo spaziale e palle. Di fuoco


Non accenna a calare la febbre da satellite in caduta che sta affliggendo il giornalismo sensazionalista dopo il rientro innocuo del satellite UARS.

A Monte Grande, alla periferia di Buenos Aires, c'è stata un'esplosione che ha causato la morte di una donna e il ferimento di altre otto persone, distruggendo alcune case e automobili. Subito TGCom ha titolato “Argentina, misteriosa "palla di fuoco" dal cielo”, dicendo che “testimoni hanno riferito di aver visto cadere dal cielo una "palla di fuoco"” e parlando senza mezzi termini di “impatto”.

Paid2write (classificato come sito di notizie da Google) scrive senza mezzi termini “Meteorite Cade Sulla Terra In Argentina” e ipotizza subito un insabbiamento (“sembra che ci siano già alcune autorità (chissà perché) che cercano d’insabbiare il tutto e farlo passare come un normale incidente domestico”). Russia Today parla addirittura di “palla di fuoco aliena” (“‘Alien fireball’ blamed for wrecking Argentine town”); per La Tercera si tratterebbe di un relitto spaziale o di un meteorite. Anche l'agenzia AGI titola “ARGENTINA: 'PALLA DI FUOCO' DAL CIELO, UN MORTO E 8 FERITI”.

Ma è tutta una bufala che un briciolo di buon senso e di analisi delle foto e dei video che ritrarrebbero la “palla di fuoco” avrebbero evitato di far montare. Infatti MeteoWeb, dopo aver pubblicato la notizia iniziale, ha segnalato che il testimone della “palla di fuoco” ha confessato di essersi inventato tutto e di aver falsificato la fotografia della scia infuocata (quella mostrata qui sopra), come riferisce anche Infobae.com.

La causa della distruzione è con tutta probabilità molto più terrena, secondo queste ultime fonti: una bombola di gas collegata in modo improvvisato a un forno. Bad Astronomy ha una lista di eventi normalmente banali che l'eccitazione di questi giorni sta attribuendo a satelliti e meteore.

Si conferma, insomma, la sensazione frequente che certi giornalisti credono che il rasoio di Occam sia quello che usa la moglie per depilarsi e vivono secondo un motto che ha ben poco a che fare con la deontologia: mai farsi intralciare dalla verità se c'è una storia ghiotta da raccontare.

2011/09/26

Disinformatico radio, podcast del 2011/09/23

È disponibile temporaneamente sul sito della Rete Tre della RSI il podcast della scorsa puntata del Disinformatico radiofonico. Ecco i temi e i rispettivi articoli di supporto: le password vulnerabili di Mac OS X Lion, la presunta scoperta di neutrini più veloci della luce, il panico da satellite UARS in caduta, le rovine in stile Nazca, visibili solo dal cielo, (ri)scoperte con Google in Arabia Saudita, e le novità di Facebook con l'arrivo della Timeline (solo audio, senza articolo di supporto).

Questi articoli erano stati pubblicati inizialmente sul sito della Rete Tre della Radiotelevisione Svizzera, dove attualmente non sono più disponibili. Vengono ripubblicati qui per mantenerli a disposizione per la consultazione.

Apple, password di Mac OS X Lion vulnerabili

C'è una falla di sicurezza decisamente importante in Lion, la versione più recente del sistema operativo Mac OS X di Apple. È possibile cambiare la password degli altri utenti senza conoscerla e senza essere utenti amministratori. Basta un semplice comando eseguito dentro una finestra di Terminale del computer di cui si vuole prendere il controllo. Lo scenario tipico in cui si sfrutterebbe questa falla è quello del ragazzino che vuole scavalcare i vincoli di navigazione imposti dalla scuola o dai genitori sul computer condiviso, ma ci sono molte altre situazioni analoghe.

La falla sarebbe sfruttabile anche da chi non ha accesso fisico al computer, per esempio via Internet: infatti se un utente amministratore visita un sito contenente una applet Java ostile e, come è normale, lascia che venga eseguita, l'aggressore può cambiare la password dell'amministratore e da lì prendere il controllo completo del computer. Se l'utente non è amministratore, l'aggressore può comunque accedere alle password altrui, comprese quelle degli utenti amministratori, e decifrarle.

In attesa di un aggiornamento che risolva il problema, conviene dare in una finestra di Terminale il comando

sudo chmod 100 /usr/bin/dscl

È inoltre prudente disabilitare il login automatico, cambiare la password del Portachiavi e attivare la richiesta di password quando il computer esce dallo standby o dal salvaschermo.

Fonti: Intego, Defense in Depth.

Più veloci della luce? Prudenza

Un gruppo di ricercatori del CERN e dell'INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare) italiano avrebbe rilevato ripetutamente dei neutrini che viaggiavano a velocità superiori a quelle della luce: se il risultato fosse confermato, si tratterebbe di una riscrittura radicale della fisica da Einstein in poi, ma i ricercatori invitano alla massima prudenza. Dicono semplicemente che non sanno spiegarsi questo fatto e che ritengono di aver tenuto conto di tutti i possibili errori di misurazione, per cui pubblicano i propri dati e metodi affinché tutti i colleghi possano esaminarli e vedere se c'è un errore sistematico particolarmente subdolo o se siamo davvero di fronte a una scoperta di quelle che causano terremoti nella scienza.

Secondo i ricercatori, i neutrini hanno attraversato i 730 chilometri, 534 metri e 61 centimetri di roccia dal CERN di Ginevra fino al laboratorio sotterraneo del Gran Sasso, in Italia, arrivando in media con 60 nanosecondi di anticipo rispetto al tempo che ci vuole per coprire la tratta alla velocità della luce: cosa che attualmente si ritiene impossibile.

Giusto per inquadrare i termini del problema, 60 nanosecondi alla velocità della luce sono circa 18 metri: per dirla in altre parole, la velocità della luce sarebbe stata superata di 20 parti per milione. La raffinatezza di questi strumenti è assolutamente stupefacente: la distanza CERN-Gran Sasso è stata calcolata con una precisione di 20 centimetri e i rilevamenti sono così sensibili da evidenziare lo spostamento della crosta terrestre dovuto al terremoto dell'Aquila.

Anche nella scienza affermazioni straordinarie richiedono prove straordinarie, per cui la prudenza è d'obbligo: oggi dalle 16 alle 18 i ricercatori presenteranno i propri risultati in una conferenza al CERN (webcast.cern.ch). Se la fisica ò il vostro forte, potete ingannare l'attesa leggendo il loro cauto articolo presso Arxiv.

Come sopravvivere al panico da satellite

Angosciati dalla caduta del satellite UARS e dal rischio di essere colpiti dai suoi frammenti? Tranquilli: Internet offre tutte le risorse utili per scansarsi in tempo. Innanzi tutto, presso Heavens-above.com o N2yo.com potete seguire in tempo reale la traiettoria del satellite, così sapete quando mettervi al riparo (precauzione peraltro non necessaria, secondo gli esperti). Su Twitter potete seguire @NASA e @UARS_Reentry per le ultimissime notizie, mentre sul sito della NASA c'è la pagina di riferimento di UARS con bollettini frequenti.

Siete preoccupati per la stima di rischio di danni a esseri umani, indicata come 1 possibilità su 3200? Planetary.org chiarisce che questa stima vuol dire che c'è una possibilità su 3200 che una qualunque persona venga colpita da detriti di UARS. Se la popolazione umana terrestre ammonta a 7 miliardi di individui, la probabilità che una persona specifica (io o voi, per esempio) sia colpita sono 1 su 22.400 miliardi.

Inoltre chi segue i satelliti per lavoro sa che oggetti di peso superiore ai 400 chilogrammi, quindi sufficienti a produrre rottami capaci di arrivare al suolo, precipitano da qualche parte in media una volta la settimana, per cui la caduta di UARS è ordinaria amministrazione.

Sapevate che comunque c'è un precedente di una persona colpita da un rottame spaziale? Lottie Williams, nel 1997, fu presa sulla spalla da un frammento metallico del peso di qualche decina di grammi proveniente da un missile Delta II rientrato. Inoltre pezzi della stazione russa Salyut 7 caddero su Capitan Bermudez, a 400 chilometri da Buenos Aires, nel 1991, e il rientro della stazione statunitense Skylab nel 1979 fece cadere rottami su una città della costa meridionale australiana. In nessuno dei tre casi vi furono feriti, ma in Australia la NASA pagò 400 dollari di multa per abbandono di rifiuti (Aero.org; Fox News).

Misteriose rovine in stile Nazca trovate in Arabia Saudita con Google

È il sogno di ogni archeologo dilettante fare una scoperta clamorosa sfuggita ai professionisti, e oggi grazie all'informatica e in particolare a Google Earth questo sogno può diventare realtà. È successo all'australiano David Kennedy, dell'Università di Perth, che senza neanche spostarsi da casa ha scoperto in Arabia Saudita le rovine antichissime di strutture che somigliano a quelle delle celeberrime linee di Nazca in Perù. La forma di queste rovine saudite, infatti, è apprezzabile soltanto dal cielo, come quelle peruviane. Dal suolo sono sostanzialmente invisibili.

C'è chi si è spinto a dire che si tratta di opere extraterrestri, perché sarebbero impossibili da realizzare senza poterle vedere dall'alto, o perlomeno che si tratta di strutture dedicate a visite di alieni; congetture interessanti ma per ora prive di prove oggettive.

Invece la scoperta di Kennedy è oggettiva ed è anche sostanziosa: circa 2000 siti archeologici, sparsi in tutta la penisola araba, contenenti quelli che Kennedy chiama "aquiloni": strutture in pietra, con una testa grosso modo circolare e una coda lunga centinaia di metri. Ci sono anche forme simili a ruote, con diametri da 20 a 70 metri.

In realtà sarebbe più corretto parlare di riscoperta, perché queste rovine furono viste per la prima volta da un pilota della RAF, Percy Maitland, nel 1927, ma finora nessuno le aveva mai documentate così bene come Google, che al momento è l'unica fonte di immagini ad alta risoluzione delle strutture. Secondo i beduini della zona sarebbero state costruite dagli “uomini antichi”. Stando ad alcune stime archeologiche, risalgono a circa 2000 anni fa, ma potrebbero avere anche 9000 anni.

Nessuno sa, per ora, quale fosse lo scopo di queste strutture, denominate geoglifi. C'è chi ipotizza che gli “aquiloni” fossero delle grandi trappole senza uscita nelle quali venivano convogliati gli animali per la caccia e che le ruote avessero una funzione religiosa. In ogni caso sono testimonianze affascinanti dell'ingegno umano, rese ancora più intriganti dal fatto che si trovano in zone pressoché inaccessibili e quindi visitabili solo virtualmente tramite Google Earth. I dettagli sono nel Journal of Archeological Science di maggio 2011; su New Scientist c'è una galleria d'immagini.

Fonti: CBS News, New Scientist.

Ministero dell'Istruzione italiano: “tunnel tra il Cern ed i laboratori del Gran Sasso” non vuol dire “tunnel che collega materialmente Ginevra con il Gran Sasso”. Eh?

L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Lo so, l'avete già letta e commentata tutti, ma ne voglio tenere traccia storica. Sì, storica, perché questa doppia bestialità attribuita al Ministro dell'Istruzione italiano è davvero spettacolare e merita di essere ricordata e soprattutto rinfacciata per gli anni a venire ai vari boriosi di governo che sistematicamente strangolano la ricerca ma poi ne usano i risultati per farsi belli.

È spettacolare perché ci vuole un talento speciale (o una faccia di bronzo massiccia) per scrivere una scemenza epica e poi riuscire a superarne l'epicità scrivendone una ancora più grossa. Perché quando un Ministro dell'Istruzione pretende di cambiare il senso della parola italiana “tra” pur di coprire la propria castroneria titanica, la diagnosi non è più manifesta incompetenza, ma è delirio di onnipotenza. Di solito queste cose si curano con due infermieri nerboruti e con una bella camicia con tante cinghiette.

Tutto inizia con un comunicato stampa, pubblicato sul sito del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca il 23 settembre scorso, che vedete qui accanto. È ancora pubblicato, al momento in cui scrivo: lo preciso perché il suo contenuto è talmente bizzarro che ha fatto pensare a molti che si trattasse di un falso.

Il comunicato stampa merita una dissezione dettagliata. Inizia precisando che si tratta di una “Dichiarazione del ministro Mariastella Gelmini” e le sue frasi successive sono virgolettate: secondo grammatica si ha quindi il chiaro intento di comunicare che si tratta di parole espresse direttamente dal ministro, non da un subalterno rimbambito da troppe puntate di Mistero.

“La scoperta del Cern di Ginevra e dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare è un avvenimento scientifico di fondamentale importanza” dice il comunicato. “Rivolgo il mio plauso e le mie più sentite congratulazioni agli autori di un esperimento storico. Sono profondamente grata a tutti i ricercatori italiani che hanno contribuito a questo evento che cambierà il volto della fisica moderna.”

Il comunicato considera già assodata la scoperta. Le parole di sensata prudenza dei ricercatori, che hanno invitato ripetutamente a non trarre alcuna conclusione dai dati dell'esperimento in attesa di ulteriori verifiche indipendenti, non contano. La Gelmini, stando al comunicato, ha già deciso ex auctoritate che l'esperimento è valido e incontrovertibile, tanto che cambierà il volto della fisica moderna. Metodo scientifico? Cos'è?

“Il superamento della velocità della luce è una vittoria epocale per la ricerca scientifica di tutto il mondo.” Vittoria di chi? Dei neutrini? Dei ricercatori, capaci di ottenere questi risultati sperimentali nonostante governanti inetti e tagli di fondi? E chi ha perso? Roberto Giacobbo con la sua cintura fotonica sponsorizzata RAI? Il Mago Otelma?

A questo punto arriva la Perla dell'Anno, il capolavoro assoluto della castroneria (il grassetto è aggiunto):

Alla costruzione del tunnel tra il Cern ed i laboratori del Gran Sasso, attraverso il quale si è svolto l'esperimento, l'Italia ha contribuito con uno stanziamento oggi stimabile intorno ai 45 milioni di euro.
Inoltre, oggi l'Italia sostiene il Cern con assoluta convinzione, con un contributo di oltre 80 milioni di euro l'anno e gli eventi che stiamo vivendo ci confermano che si tratta di una scelta giusta e lungimirante.

Avete letto bene: la Gelmini parla della “costruzione del tunnel tra il Cern ed i laboratori del Gran Sasso, attraverso il quale si è svolto l'esperimento”. Parole chiare e inequivocabili, secondo le quali ci sarebbe un tunnel (che sarebbe stato costruito, e quindi non si tratta di un concetto teorico o di una similitudine) che si estende dal CERN al Gran Sasso. Un tunnel di settecentotrenta chilometri che trapasserebbe mezza Italia. Quei poveretti degli svizzeri che stanno tribolando per costruirne uno da 57 chilometri al San Gottardo e quei cialtroncelli francesi e inglesi che hanno penato per costruire 50 chilometri di tunnel sotto la Manica sono dei dilettanti. Per la Gelmini, almeno stando al comunicato stampa del MIUR, c'è un tunnel almeno dodici volte più lungo sotto l'Italia. In confronto il ponte sullo Stretto di Messina è una bazzecola e si fa con quattro stecchini di shanghai.

Questa frase basterebbe per iscrivere il comunicato negli annali delle più grandi scemenze tecniche partorite dai politici. Ci vorrebbe una sezione apposita nel Guinness dei Primati, da dare come lettura obbligata a chiunque si candidi in politica. Ma di fronte al coro di risate e di sberleffi partito in Rete subito dopo la pubblicazione del tronfio messaggio, il MIUR ha saputo comunque superare le alte vette di cretineide già raggiunte.

Il giorno dopo, infatti, il MIUR ha pubblicato un altro comunicato stampa, firmato stavolta dall'ufficio stampa (immagine qui accanto), che “precisa che, ovviamente, il tunnel di cui si parla nel comunicato di ieri, non è per nessuna ragione intendibile come un tunnel che collega materialmente Ginevra con il Gran Sasso. Questo è di facile intuizione per tutti e la polemica è assolutamente strumentale.”

Incalza il comunicato: “Il tunnel a cui si fa riferimento è quello nel quale circolano i protoni dalle cui collisioni ha origine il fascio di neutrini che attraversando la terra raggiunge il Gran Sasso. Alla costruzione di questo tunnel e delle infrastrutture collegate l’Italia ha contribuito con uno stanziamento oggi stimabile intorno ai 45 milioni di euro. Questa polemica è dunque destituita di fondamento ed è assolutamente ridicola.”

In altre parole, il MIUR sta dicendo che la frase “tunnel tra il Cern ed i laboratori del Gran Sasso” non vuol dire “tunnel che collega materialmente Ginevra con il Gran Sasso”, ma “tunnel... nel quale circolano i protoni”. Ossia, presumibilmente, il tunnel circolare del CERN, che sta a Ginevra. Che è come dire che “autostrada tra Roma e Milano” significa in realtà “Grande Raccordo Anulare”. Scemi noi che non l'abbiamo capito.

Sarebbe stato più dignitoso porre rimedio alla prima castroneria scrivendo semplicemente “Scusate, gente, abbiamo scritto una cazzata e adesso la rettifichiamo. Il ministro, per penitenza, donerà il suo prossimo stipendio mensile alla ricerca scientifica e andrà in televisione a chiedere scusa”. Macché: piuttosto che ammettere di aver scritto una bestialità, per ottusità o per boria si pretende di ridefinire il senso di “tra” e si insinua che sia colpa dei cittadini, che non sanno capire il senso della frase “tunnel tra il Cern ed i laboratori del Gran Sasso”.

Una simile crassa, “ridicola” ignoranza degli italiani non può restare impunita: è chiaro che il ministero responsabile deve pagare le conseguenze di aver fallito nel suo compito di educare i cittadini a leggere l'italiano. Uhm, aspettate un momento...

Per questo monumento all'ignoranza e all'arroganza è necessario inaugurare un tag apposito. Capre di guerra.


Aggiornamenti


9:55. Dai commenti prelevo e incornicio questa splendida sintesi: “Ogni mattina, un neutrino si sveglia e sa che dovrà correre più veloce della luce. Ogni mattina, la luce si sveglia e sa che dovrà arrivare al Gran Sasso prima del neutrino. Ogni mattina, non importa che tu sia neutrino o luce, ti toccherà ascoltare le minchiate della Gelmini che si è laureata a 732 km da casa e non riesce ad uscire dal tunnel.”

13:30. Anche al professor Antonio Ereditato, responsabile dell'esperimento CNGS in questione, la frase del primo comunicato pare sbagliata: “Deve essersi trattato di un lapsus, sicuramente”. Ereditato chiarisce che c'è un tunnel, lungo solo un chilometro, che è orientato verso il Gran Sasso (SkyTG24). Anche così, comunque, la frase “tunnel tra il Cern ed i laboratori del Gran Sasso” non è giustificabile. Altrimenti si potrebbe costruire una passerella su uno scoglio al largo di Cagliari e poi vantarsi che c'è “un ponte tra Cagliari e Palermo”.

2011/09/24

Satellitone rientrato senza problemi [UPD 2011/09/25 13:50]

UARS è probabilmente già caduto senza fare danni


9:00. Non ci sono ancora conferme formali da parte della NASA, e il bollettino NASA numero 13 dice solo che l'ente spaziale si sta dando da fare per confermare luogo e ora del rientro. Secondo @UARS_Reentry, il NORAD non invia più dati orbitali, e se il rientro non è già terminato, i dati di traiettoria indicano che il satellite non potrà sopravvivere al suo transito sopra l'Australia. Ci sono segnalazioni non confermate di una caduta sopra il Canada, specificamente in Alberta.

9:30. Pochi minuti fa la Nasa ha comunicato via Twitter che UARS è caduto fra le 11:23 p.m. EDT di venerdì 23 e 1:09 a.m. EDT di oggi. Non ha indicato la zona di caduta.

11:30. La zona di caduta dovrebbe essere l'Oceano Pacifico, secondo NASA/BBC. Attenzione ai video che dicono di mostrare il rientro: per ora si tratta di falsi e/o esche virali.

11:50. Il bollettino NASA #15 dice quanto segue:

NASA’s decommissioned Upper Atmosphere Research Satellite fell back to Earth between 11:23 p.m. EDT Friday, Sept. 23 and 1:09 a.m. EDT Sept. 24. The Joint Space Operations Center at Vandenberg Air Force Base in California said the satellite penetrated the atmosphere over the Pacific Ocean. The precise re-entry time and location are not yet known with certainty.

21:15. La NASA ha pubblicato la ground track dell'ultima orbita di UARS (immagine qui accanto), che probabilmente si è conclusa nel Pacifico, nella zona cerchiata, dopo una discesa avvenuta sopra l'oceano, ma c'è ancora molta incertezza. Le fotografie e i video che circolano (per esempio quelli mostrati al TG2 di stasera) potrebbero essere falsi o riferirsi ad altri oggetti.

22:00. Il bollettino NASA #16 dice:

05:37:25 PM GMT+0200 NASA’s decommissioned Upper Atmosphere Research Satellite fell back to Earth between 11:23 p.m. EDT Friday, Sept. 23 and 1:09 a.m. EDT Sept. 24. The Joint Space Operations Center at Vandenberg Air Force Base in California said the satellite entered the atmosphere over the North Pacific Ocean, off the west coast of the United States. The precise re-entry time and location of any debris impacts are still being determined. NASA is not aware of any reports of injury or property damage.

In sintesi, sembrano piuttosto certi che il rientro sia avvenuto nel Pacifico settentrionale, al largo della costa occidentale degli Stati Uniti.


Spaceflight Now cita le parole di Nick Johnson, chief scientist dell'Orbital Debris Program della NASA al Johnson Space Center di Houston, secondo il quale l'ente spaziale non ha ricevuto alcuna segnalazione credibile di avvistamenti del rientro di UARS.

2011/09/25 13:50. Burloni e imbecilli non hanno saputo resistere alla tentazione e hanno pubblicato falsi video e inscenato ritrovamenti di rottami in Danimarca (Doubtful Newsblog) e anche in Italia, ad Aosta e a Reggio Emilia, finendo (nel caso di Reggio) ricercate per procurato allarme (Aostaoggi; AdnKronos; Gazzetta di Reggio).

2011/09/25 20:40. È stato diffuso il primo video dei danni causati dal satellite: la segnalazione proviene dall'astrofisico Neil DeGrasse Tyson.


2011/09/23

Più veloci della luce?

Esperimento CERN contraddice Einstein? Fermi


L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Adoro quando la scienza si mette in gioco come sta facendo in queste ore: mette in luce la differenza fra i ciarlatani delle pseudoscienze, quelli che annunciano risultati miracolosi con poca fatica ma non vogliono far esaminare le loro invenzioni e cure portentose, e chi studia per anni e lavora per altri anni prima di annunciare che, semplicemente, qualcosa non gli torna, per cui pubblica i risultati e invita tutti a farli a pezzi. Una magnifica lezione di umiltà e trasparenza.

Come avrete letto (Repubblica; Reuters; BBC; Sciencemag; Science 2.0), un gruppo di ricercatori del CERN e dell'INFN avrebbe rilevato dei neutrini che viaggiavano a velocità superiori a quelle della luce: una contraddizione radicale della fisica da Einstein in poi, che poggia sull'idea che la velocità della luce sia un limite invalicabile. I ricercatori non sanno spiegarsi questo fatto e ritengono di aver tenuto conto di tutti i possibili errori di misurazione; così pubblicano i propri dati affinché tutti i colleghi possano esaminarli e vedere se c'è un errore sistematico particolarmente subdolo o se siamo di fronte a una scoperta di quelle che sovvertono la scienza.

Provo a riassumere, da semplice appassionato di fisica, quanto sto leggendo nei siti specialistici. Secondo i ricercatori, i neutrini hanno attraversato i 730 chilometri di roccia dal CERN di Ginevra fino al laboratorio sotterraneo del Gran Sasso, in Italia, arrivando in media con 60 nanosecondi di anticipo rispetto al tempo che ci vuole per coprire la tratta alla velocità della luce. I neutrini sarebbero quindi più veloci della luce: cosa che attualmente si ritiene impossibile. Affascinante.

Il problema è che 60 nanosecondi alla velocità della luce sono circa 18 metri, se i miei conticini e Wolfram Alpha non m'ingannano. Quindi, osserva per esempio l'astronomo Phil Plait, basta che la distanza effettiva fra la fonte dei neutrini a Ginevra e il rivelatore al Gran Sasso sia più corta di soli 18 metri (su 730 chilometri) rispetto a quella calcolata e l'anticipo rivoluzionario va a farsi benedire. O magari gli orologi del CERN e del Gran Sasso non sono sincronizzati più che perfettamente. Ma può anche darsi che il fenomeno sia reale: stiamo parlando di fisici, non di teleimbonitori. Di fisici che si guardano bene dal dire che la relatività è sbagliata e che anche Galileo fu deriso ma poi gli diedero ragione.

Chiunque si occupi di scienza sarebbe contentissimo di veder confermata la realtà della scoperta, ma bisogna essere prudenti. Anche qui, come per i fenomeni paranormali, affermazioni straordinarie richiedono prove straordinarie. Oggi alle 16 i ricercatori presenteranno i propri risultati in una conferenza al CERN (webcast.cern.ch): vedremo cosa ci diranno.

Intanto i ricercatori hanno pubblicato un prudentissimo paper presso Arxiv. È ampiamente al di sopra delle mie competenze, ma segnalo che parla di una distanza di 730,534 chilometri e 61 centimetri, misurata con una precisione di 20 centimetri, e di una sincronizzazione delle basi di tempi pari a 2,3 +/- 0.9 nanosecondi. Già questo livello di finezza mi affascina e stordisce; il grafico in cui si tiene conto dello spostamento dovuto al terremoto dell'Aquila m'inquieta.

2011/09/22

Dagli al satellitone!

Sta per cadere il satellite UARS, preparate i binocoli


Il satellite UARS, stando alle ultime stime della NASA, dovrebbe ricadere nel pomeriggio di venerdì (domani), ora degli Stati Uniti. Non è ancora nota la zona di caduta, ma la NASA esclude gli Stati Uniti. Se ho visto bene, non ci sono passaggi sulla verticale dell'Italia, ma chiedo conferme/smentite agli esperti che mi leggono. Ho aggiornato l'articolo su quest'argomento includendo nuovi link per avere aggiornamenti immediati e un chiarimento sulla probabilità di essere colpiti da un frammento del satellitone.

2011/09/21

Giulietto Chiesa annuncia che mi denuncia: mi querela per umorismicidio

L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale. Ultimo aggiornamento: 2011/09/22.

Giulietto Chiesa ha pubblicato a reti unificate (su Megachip, su Cometa e su Giuliettochiesa) un articolo nel quale annuncia di aver “presentato una denuncia-querela, alla Procura della Repubblica di Roma” contro di me in relazione a questo mio articolo, da lui definito “calunnioso” perché vi ho teorizzato ironicamente che l'unica spiegazione che riesco a trovare per le sue dichiarazioni sempre più bizzarre è che lui sia in realtà un agente del Nuovo Ordine Mondiale mandato per screditare i complottisti.

Questo è un brano di quanto Chiesa dice di aver scritto alla Procura della Repubblica nella sua “denuncia-querela”:

In particolar modo nel testo [sta parlando del testo dell'articolo che ho scritto io (Paolo)] si legge: “Giulietto Chiesa è un agente del Nuovo Ordine Mondiale, infiltratosi tra i ricercatori delle verità alternative per screditarli tramite il ridicolo, scrivendo stupidaggini epiche che scimmiottano le teorie complottiste, e per rubare loro la scena. È mandato dalle banche mondiali e dal Gruppo Bilderberg per ammantare di ridicolo chi ha obiezioni legittime alla gestione della finanza del pianeta”.

È di tutta evidenza la volontà dell’autore di tale scritto di screditare e di sollevare ombre e sospetti sulla credibilità, sull’etica e sull’onestà del sottoscritto.

Tali infondate e lesive affermazioni arrecano un grave pregiudizio a chi come lo scrivente, ha sempre interpretato la propria professione in completa autonomia ed indipendenza dai poteri forti, pagando per questo un prezzo di isolamento rispetto agli orientamenti politico-sociali ed economici di volta in volta dominanti.

Il tenore delle suddette ambigue affermazioni risulta essere oltremodo diffamatorio poiché lascia intendere l’esistenza di un legame basato su un interesse economico tra il sottoscritto e dei non meglio specificati padrini facenti parte di gruppi finanziari e mediatici di potere.

Scrive davvero così (e molto altro: leggete tutto il suo articolo). Meno male che lo slogan di Megachip è “Democrazia nella comunicazione”. In tanta democrazia, noto che dalla citazione del mio articolo sono state rimosse delle frasi cruciali (evidenziate qui sotto in grassetto) che ne rendono ancora più chiaro il senso satirico:

Poiché non me la sento di dare dell'imbecille a Giulietto Chiesa, mi trovo costretto a cercare un'altra giustificazione a questa produzione in serie di cazzate spettacolari. Ce l'ho, ed è lampante. Giulietto Chiesa è un agente del Nuovo Ordine Mondiale, infiltratosi tra i ricercatori delle verità alternative per screditarli tramite il ridicolo, scrivendo stupidaggini epiche che scimmiottano le teorie complottiste, e per rubare loro la scena. È mandato dalle banche mondiali e dal Gruppo Bilderberg per ammantare di ridicolo chi ha obiezioni legittime alla gestione della finanza del pianeta. Oppure è il più sottile satirista della storia dell'umanità.

La prossima volta, magari quando vi racconterò le bizzarre dichiarazioni di Chiesa sull'esistenza del complotto mondiale delle “scie chimiche” (video) o le sue profezie sulla guerra totale USA-Cina nel 2017 (video), starò più attento. Per rendere chiaro anche ai deprivati d'umorismo che sto facendo una battuta, scriverò che è un agente degli uomini lucertola venusiani.


Aggiornamenti


2011/09/22. A proposito di tenore diffamatorio, vorrei ricordare che il 17 agosto scorso Megachip ha pubblicato un articolo di Pino Cabras nel quale sono stato definito "Piero Angela dei poveri" e "massaia linguista di Lugano" e mi è stato dedicato il fotomontaggio che vedete qui accanto (successivamente modificato, ma le tracce dell'originale si possono ancora trovare). Da che pulpito.

Me la sono presa? Certo che no. In Rete gira ben di peggio su di me. Sono modi di fare che qualificano chi li usa, non chi li subisce. I lettori non sono stupidi: sanno che se qualcuno preferisce fare fotomontaggi invece di replicare nel merito, vuol dire che è un tantinello a corto di argomentazioni concrete.

Nel pomeriggio è stata pubblicata un'intervista di Giornalettismo.com a Giulietto Chiesa (aggiornamento: link non più valido) sulla sua querela a me, che per ora è solo presunta: io finora non ho ricevuto nessuna comunicazione legale attinente. Non condivido i metodi e i toni dell'intervistatore, molto marcati nell'audio che è stato pubblicato e poi rimosso, e un po' troppo interrompenti e d'assalti per i miei gusti personali (il giornalismo svizzero è un po' diverso), ma l'intervista è imperdibile.

Se qualcuno vuole darmi una mano con questa querelle, chiederei una trascrizione integrale dell'intervista, da condividere con Giornalettismo.com (aggiornamento: come non detto, è già pronta su Giornalettismo.com), perché Chiesa dice cose davvero illuminanti sulla sua visione del sottoscritto, parlando di “cinque o sei anni di una vera e propria persecuzione sistematica” mia nei suoi confronti.
 
Se la legittima critica degli errori è persecuzione, c'è un modo molto semplice per evitare entrambe: smettere di scrivere errori grossolani. Il “parassita militare” che avrebbe colpito il Pentagono al posto di un aereo di linea, secondo il libro Zero curato da Chiesa, c'era nell'edizione 2007 (pagina 80) e c'è ancora nell'edizione 2011, intitolata Zero2(pagina 144).

Verso sera ho saputo che l'annuncio della “denuncia-querela” è stato addirittura diramato come comunicato stampa, scaricabile pubblicamente qui insieme alla presunta denuncia. Interessante ed eloquente.

La bagatella ha suscitato varie segnalazioni e reazioni online: Il Post, Diarioelettorale, Lucacicca.

Ci vediamo a Milano oggi al Social Media Week?

Oggi alle 14.30 sarò a Milano, all'Auditorium dei Chiostri dell'Umanitaria in via Daverio 7, nell'ambito del Social Media Week, per parlare del mestiere di detective antibufala e di come si fa comunicazione online. Porterò con me qualche copia del mio ultimo libro Luna? Sì, ci siamo andati!, dedicato ai complotti e alle bufale lunari, per chi fosse interessato a comprarlo. L'ingresso è libero. A dopo!


Post eventum: c'è un'intervistina audio su Downloadblog.it.

2011/09/20

11/9, l’FBI pubblica nuove foto dei rottami dell’aereo al Pentagono. Quello che non c’era, secondo i complottisti

L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

L'FBI ha pubblicato una serie di immagini in gran parte inedite dei danni e dei rottami d'aereo al Pentagono. La serie completa è su Undicisettembre.info: qui segnalo solo quelle che mostrano i famosi rottami d'aereo che secondo i complottisti non c'erano (ignorando disinvoltamente le foto di rottami pubblicate subito dopo gli attentati). Allora questi come sono arrivati sul prato del Pentagono? E chi ce li ha messi i brandelli di corpi che si scorgono in alcune delle immagini?

Chiedetelo a Giulietto Chiesa, Massimo Mazzucco e agli altri sostenitori delle tesi alternative. Perché a dieci anni di distanza dagli attentati dell'11 settembre 2001, questi grami mercanti del nulla non sono ancora riusciti a dare una “versione non ufficiale” che spieghi questi dettagli senza sconfinare nel ridicolo. Altre foto già note dei rottami sono raccolte qui su Flickr.

Intanto il mondo va avanti, lasciandosi dietro questi dinosauri, e i veri nodi dell'11 settembre vengono al pettine: i Lloyds hanno avviato una causa contro alcuni cittadini ed enti benefici sauditi, accusandoli, sulla base di documenti ottenuti da Wikileaks, di aver contribuito materialmente al finanziamento di Al-Qaeda. Un argomento sul quale il governo statunitense ha sistematicamente cercato di glissare per non offendere l'Arabia Saudita e gli immensi interessi petroliferi della zona.

Intanto che i complottisti berciavano di aerei fantasma e demolizioni controllate, gli investigatori seri si sono dati da fare a scavare nelle vere zone grigie dell'11 settembre.


Questa fotografia era già stata pubblicata nel libro Pentagon 9/11 (2007).


Un frammento di pneumatico e un cerchione compatibili con quelli di un Boeing 757, vicino alla breccia d'uscita. Dettaglio di un'inquadratura più ampia pubblicata su su Undicisettembre.info.

Rottami con forme e rivettature tipiche d'aereo, vicino alla breccia d'uscita. Dettaglio di un'inquadratura più ampia pubblicata su su Undicisettembre.info.

2011/09/19

Satellite “minaccia” la Terra!! [UPD 2011/09/23]

No, un satellite non “minaccia” il nostro pianeta


L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Titolo decisamente allarmista e fuori luogo, quello del TG1 online, e le sue virgolettature sono una pessima foglia di fico che non copre la caccia al sensazionalismo: Un satellite “minaccia” la Terra. Manco fossimo di fronte ad Armageddon con Minzolini al posto di Bruce Willis.

Infatti il testo dell'articolo stesso chiarisce che si teme che "una ventina di detriti possano cadere sulla Terra". Tutto qui. Le probabilità di esserne colpiti sono modestissime: è più probabile che Roberto Giacobbo abbia nella sua cameretta il poster di Piero Angela.

Per chi volesse informazioni di prima mano e meno drammaticamente gonfiate, il bollettino apposito della NASA è qui: il suo ultimo aggiornamento indica che il satellite, denominato UARS (Upper Atmosphere Research Satellite), dovrebbe rientrare fra il 22 e il 25 settembre. La caduta non è controllata da terra in alcun modo e potrebbe interessare qualunque zona del pianeta compresa fra 57 gradi di latitudine nord e 57 gradi di latitudine sud. L'area di disseminazione dei rottami si estenderà per circa 800 chilometri di lunghezza.

Space.com ha un video che chiarisce il motivo di questi limiti di latitudine e segnala che l'area d'impatto sarà indicabile con più precisione (se “entro un raggio di 10.000 km” si può chiamare “precisione”) solo un paio d'ore prima del rientro.

Il satellite UARS, lanciato nel 1991 e giunto tempo fa al termine della propria attività di ricerca sull'atmosfera, pesa poco meno di sei tonnellate ed è lungo quasi 11 metri e largo quattro e mezzo: ne potrebbero arrivare al suolo alcuni frammenti pesanti fino a 140 chili, ma il grosso si disintegrerà nell'atmosfera, creando uno spettacolo notevole, molto probabilmente visibile a occhio nudo. Il documento NASA di valutazione del rischio è scaricabile qui (PDF). Come sempre, chiunque trovasse frammenti del satellite farebbe bene a non toccarli ma a segnalarli alle autorità.

Se ci saranno novità, le segnalerò qui e via Twitter.

Questo articolo vi arriva grazie alla gentile donazione di “mclcx*”.

Aggiornamenti


2011/09/23. Chi vuole seguire in tempo reale gli aggiornamenti sulla caduta del satellite UARS, che sembra aver scatenato un discreto panico a causa di un'errata percezione del rischio, può evitare i sensazionalismi di certa stampa leggendo queste info:

– gli aggiornamenti via Twitter presso @NASA and @UARS_Reentry (quest'ultimo non è un account ufficiale NASA).
– la pagina UARS Reentry, con molti link a info utili.
– la pagina di riferimento UARS della NASA.
– le fantastiche immagini telescopiche del satellite scattate da Thierry Legault, che ne documentano il rotolamento caotico.
– le info di Planetary.org, che spiega le dinamiche previste per la disintegrazione del satellite e chiarisce che la stima di rischio di danni a esseri umani di 1 su 3200 significa che c'è una possibilità su 3200 che una qualunque persona venga colpita da detriti di UARS. Se la popolazione umana terrestre ammonta a 7 miliardi di individui, la probabilità che una persona specifica (io o voi, per esempio) sia colpita sono 1 su 22.400 miliardi.
Heavens-above.com, che ha un link apposito per il tracciamento della traiettoria di UARS in tempo reale, così sapete quando mettervi al riparo (o, più sensatamente, cogliere l'occasione di vederlo passare). Se ho visto bene, non ci sono passaggi sopra la verticale dell'Italia da ora al pomeriggio di venerdì (ora USA), quando è previsto il rientro secondo le ultime info NASA.
– È notevole anche il tracciamento in tempo reale presso N2yo.com.
Highline.edu ha immagini del rientro della stazione russa Mir, ben più grande di UARS, che ricadde sulla Terra senza far danni ma offrendo uno spettacolo notevole nel 2001.
– Il Corriere ha pubblicato due traiettorie che sorvolano l'Italia: una è venerdì 23, fra le 21:25 e le 22:03, e l'altra è sabato 24 a orario imprecisato.
– Esiste un precedente di una persona colpita da un rottame spaziale: Lottie Williams, nel 1997, fu presa sulla spalla da un frammento metallico del peso di qualche decina di grammi proveniente da un missile Delta II rientrato. Inoltre pezzi della stazione russa Salyut 7 caddero su Capitan Bermudez, a 400 chilometri da Buenos Aires, nel 1991, e il rientro della stazione statunitense Skylab nel 1979 fece cadere rottami su una città della costa meridionale australiana. In nessuno dei tre casi vi furono feriti (Aero.org; Fox News).
– Il comunicato della Protezione Civile italiana è qui :"...Le finestre di interesse per l’Italia sono al momento comprese tra le 21:25 e le 22:03 di venerdì 23 settembre e tra le 3:34 e le 4:12 di sabato 24 settembre coinvolgendo potenzialmente le regioni del Nord Italia (Valle D’Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, Friuli Venezia Giulia e le Province Autonome di Trento e Bolzano)...".
– È molto interessante confrontarlo con il comunicato svizzero: “Il rischio di danni o che la Svizzera venga colpita, è considerato minimo... La popolazione non deve quindi adottare alcuna misura particolare.”

Questa è un'animazione del probabile svolgimento del rientro:


2011/09/23 7:20. La nuova previsione di rientro indica le 1:00 UTC (le tre del mattino ora italiana) del 24 settembre in mezzo all'Oceano Pacifico, ma il margine d'incertezza è ancora di sette ore in più o in meno.

EXCALIBUR!! I Carmina Burana come non li avete mai sentiti

Pareidolia acustica: i Carmina Burana


Se sapete anche solo un briciolo d'inglese, non riuscirete mai più a vedere Excalibur senza ridere.


Oh, four tuna (oh, quattro tonni)
Bring more tuna (porta altri tonni)
Statuary on his knees (statue sulle sue ginocchia)
Some men like cheese (ad alcuni uomini piace il formaggio)
Hot, temperate cheese (formaggio caldo e temperato)
Vimto can taste of kidneys (il Vimto a volte sa di rognone)
Lukewarm two rat (tiepido due ratto)
Bet too cool rat (scommettere un ratto troppo cool)
You don't get cheese or chicken (non avrai formaggio o pollo)
Bend chips all day (piega le patatine tutto il giorno)
Hot and salty (calde e salate)
Dip sore feet (immergi i piedi dolenti)
Good, hot chili (buon chili caldo)
Saucy codpiece (una conchiglia salace)
Get me cod, please (portami del merluzzo, per favore)
Brought up too full, food in me (cresciuto troppo sazio, cibo dentro di me)
Suck juice from moose (succhia il succo dall'alce)
Fun with some goose (divertimento con un'oca)
Second these so rude big knees (favorisci queste grosse ginocchia così volgari)
Open bra top (apri la parte superiore del reggiseno)
Get them loved up (coccolale)
Leaking foot when near cherries (piede che ha perdite se vicino alle ciliegie)
Look there, look good (guarda lì, guarda bene)
Dogs sure look cute (i cani sembrano davvero carini)
Farewell to knees and berries (addio alle ginocchia e alle bacche)
Salsa cookies (i biscotti alla salsa)
Windmill cookies (i biscotti a forma di mulino a vento)
They'll give you gonorrhea! (ti daranno la gonorrea!)
This octopus (questo polpo)
Let's give him boots (diamogli degli scarponi)
Send him a car or pizza (mandiamogli un'auto o una pizza)
Lovely Torah (adorabile Torah)
Send me more of potato soup and chicken (manda ancora zuppa di patate e pollo)
Hot mess all day (pasticcio caldo tutto il giorno)
Sing it, ugly (cantala, bruttona)
Be good for Peace Monkey's sake (sii buona per il bene della Scimmia Pacifista)

Questo articolo vi arriva grazie alla gentile donazione di “david.roman*”.

2011/09/18

Timelapse dalla Stazione Spaziale, per cominciare bene la giornata

L'infinita bellezza del nostro pianeta visto dalla Stazione Spaziale


Loro ne hanno viste, cose che noi umani non potremmo immaginarci. Bagliori delle città che si riflettono come fiamme sui pannelli solari. Lampi colossali che rimbalzano in concerto da una nube all'altra come lucciole perse nella foschia. Il sottile, fragile velo dell'atmosfera. Un mondo che non ha frontiere, visto da un luogo nel quale anche la più possente delle bandiere non può sventolare. Questa è la nostra Terra vista in timelapse dalla Stazione Spaziale.


Una dose di bellezza infinita come questa, di primo mattino, è quel che ci vuole. Grazie a James Drake di Infinity Imagined e a chi rischia la vita per portarci queste immagini potenti.

2011/09/17

Come convertire i siti-slideshow

Deslide converte CNN, Reuters, Life e altri siti che vi fanno cliccare cento volte per una serie di foto


L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Ci sono tanti siti di Internet, non solo di tipo pruriginoso, che presentano serie splendide di fotografie ma hanno il difetto di obbligare l'utente a cliccare ripetutamente per sfogliarle e salvarle una per una. Per risolvere almeno in parte questo problema c'è un sito, Deslide.clusterfake.net, al quale basta dare il link alla pagina iniziale della serie per ottenere una pagina unica contenente tutte le immagini.

Io l'ho provato su questa serie di 25 foto rare del Pentagono pubblicate da Life ed ho ottenuto questo risultato scegliendo l'opzione Show big images + titles, descriptions etc. Splendido.

Aggiornamento (21:00): Deslide non funziona su tutti i siti, ma solo su quelli elencati in fondo alla sua pagina iniziale, che includono Msn, Reuters, Uproxx, Yahoo, Usatoday, BBC, Boston.com, IMD e altri.

Questo articolo vi arriva grazie alla gentile donazione di “f47nk”.

2011/09/16

Disinformatico radio, podcast del 2011/09/16

È disponibile temporaneamente sul sito della Rete Tre della RSI il podcast della scorsa puntata del Disinformatico radiofonico. Ecco i temi e i rispettivi articoli di supporto: ufologi seri a caccia di ragni volanti contro le “scie chimiche”, foto rubate di Scarlett Johansson con Effetto Streisand, social network che si copiano a vicenda, incontri su Facebook che finiscono insolitamente male e lo scherzo che “rompe” Google.

Questi articoli erano stati pubblicati inizialmente sul sito della Rete Tre della Radiotelevisione Svizzera, dove attualmente non sono più disponibili. Vengono ripubblicati qui per mantenerli a disposizione per la consultazione.

Incontri su Facebook finiti decisamente male

Capita spesso di sentire i genitori che avvisano i figli di fare attenzione ai cattivi incontri su Internet e in particolare nei social network, ma ogni tanto anche i genitori avrebbero bisogno di questo promemoria.

A febbraio scorso il direttore di un supermercato in Belgio ha ricevuto il promemoria nel modo peggiore. Aveva fatto amicizia via Facebook con una donna di nome Katrien Van Loo, che a un certo punto lo aveva invitato a cena nel suo appartamento. Ma quando l'uomo è arrivato all'appartamento di "Katrien" vi ha trovato due uomini che lo hanno sequestrato, imbavagliato e bendato.

Un terzo malvivente, impossessatosi delle chiavi del supermercato che la vittima aveva con sé, si è recato al punto vendita e ne ha saccheggiato la cassaforte. I dettagli della vicenda, con le riprese delle telecamere di sicurezza, sono sul sito della polizia belga.

A Ferndale, nel Galles, la ventitreenne Leah Gibbs aveva scambiato messaggi romantici con il bel ventunenne Adam Minton. Lo scambio è sfociato in una proposta d'incontro, e Leah è andata in auto a casa di Adam. Adam non l'ha fatta entrare, ma le ha chiesto un passaggio al vicino centro commerciale. Certo, che male c'è?

Pochi minuti dopo, potete immaginare la sorpresa della Gibbs quando Adam è uscito correndo dal supermercato con il volto paonazzo ed è balzato in macchina, gridando “Vai, vai, vai!” e portando con sé una grossa borsa, come racconta il Mirror. La donna ha pensato che il suo boyfriend fosse nei guai e lo ha riportato a casa, dove però sono stati raggiunti dalla polizia, che ha arrestato entrambi per rapina. Un impiegato dell'agenzia di scommesse rapinata da Minton aveva preso il numero di targa della Gibbs, che si è trovata così a passare una notte in cella prima di essere rilasciata dopo aver chiarito la propria posizione. Il rapinatore conosciuto tramite Facebook è stato condannato a quattro anni e mezzo di reclusione.

In entrambi i casi, le vittime hanno commesso l'errore fondamentale di dare troppa fiducia a qualcuno conosciuto via Internet. Se proprio volete incontrare di persona uno sconosciuto, fatelo in un luogo pubblico e restate lì, preavvisate un parente o un amico e non scambiatevi l'indirizzo di casa prima di esservi conosciuti per bene.

Ufologi a caccia di ragni volanti contro le “scie chimiche”

Sembra un titolo da film di fantascienza di serie B, ma è una notizia seria: un gruppo di ufologi italiani, il CISU (Centro Italiano Studi Ufologici), è a caccia di ragni volanti e chiede l'aiuto degli internauti.

Una delle tesi di complotto più popolari su Internet è infatti quella delle cosiddette "scie chimiche": le scie lasciate in cielo dagli aerei sarebbero una forma di avvelenamento chimico su scala mondiale, fatto da chissà chi per scopi imprecisati. I sostenitori di questa tesi (sbufalata da tempo da chi in cielo e con gli aerei ci lavora, come i meteorologi e i piloti di linea) affermano che dalle "scie chimiche" precipiterebbero dei filamenti biancastri di natura misteriosa.

Gli aracnologi ribattono che non c'è nulla di misterioso e che le scie degli aeroplani non c'entrano affatto: i filamenti sono prodotti dai ragni migratori, che usano queste bave come vele per farsi trasportare dal vento. Ogni anno questo fenomeno stagionale crea non solo angosce infondate in chi si è fatto sedurre dalle teorie sulle “scie chimiche” ma anche un'ondata di avvistamenti ufologici fasulli, perché le tele s'intrecciano e formano chiazze iridescenti che si spostano in cielo. Così gli ufologi del CISU ne raccolgono campioni e chiedono agli internauti di fare altrettanto o di scattare fotografie, in modo da documentare e quantificare il fenomeno per smentire una volta per tutte le tesi aliene o complottiste.

Se non vi appassionano i ragni, tranquilli: quelli migratori sono piccolissimi e innocui. Le istruzioni dettagliate sono su Photobuster. Buona caccia!

Scherzi informatici: "Guarda! Hai rotto Google!"

C'è una battuta, tratta dalla serie televisiva inglese The IT Crowd, secondo la quale se si scrive "Google" in Google si rompe tutta Internet. Non è vero, per fortuna, ma se lo dite seriamente è facile che troviate qualcuno che ci casca.

Attenzione, però, perché qualcuno potrebbe anche dirvi che è vero e addirittura dimostrarvelo. Infatti esiste un difetto in Google che consente di "rompere" la sua pagina principale immettendovi i caratteri giusti. È molto semplice: cliccate qui, oppure digitate "${" (senza le virgolette) in Google. La pagina del celeberrimo motore di ricerca cambierà aspetto, apparendo tutta allineata a sinistra; sparirà la banda nera superiore e alcune scritte saranno sovrapposte disordinatamente sulle altre.

La cosa può sembrare banale, ma si tratta di un difetto estremamente serio che sta alla base di molte delle recenti violazioni di siti: quello che viene immesso dall'utente non viene filtrato adeguatamente e invece di essere interpretato come una parola da cercare viene accettato come istruzione che altera il codice della pagina o (in alcuni casi) offre accesso ai database privati del sito. Il fatto che una pagina visitatissima e fidatissima come quella di Google, nella quale gli utenti immettono davvero di tutto, abbia un difetto di questo genere non va sottovalutato.

Al momento non è chiaro se questa magagnina possa essere sfruttata per attacchi informatici; la discussione e la sperimentazione in questo campo, se vi intrigano, sono per esempio su Hackernews e StackOverflow.

Foto rubate di Scarlett Johansson: che cos'è l'Effetto Streisand?

Ieri l'universo di Twitter è stato scosso dalla notizia della diffusione su Internet di foto piuttosto private dell'attrice Scarlett Johansson. Si tratta di autoscatti che sarebbero stati sottratti dal suo telefonino perché la Johansson è stata presa di mira da un gruppo di vandali informatici che ha l'hobby di intrufolarsi nei dispositivi digitali delle star.

È una buona occasione per ripassare l'ABC della privacy del telefonino: se non avete voglia di leggere il manuale e impostare il vostro complicatissimo smartphone in modo che non riveli le vostre coordinate geografiche in ogni foto e non permetta a chiunque di accedere alla sua segreteria (come è successo per il recente scandalo delle intercettazioni nel Regno Unito), non fate autoscatti di natura potenzialmente imbarazzante. Non lasciate mai incustodito il vostro telefonino: bastano sei minuti per copiarne il contenuto scavalcandone la password o estraendone la schedina di memoria. Non lasciate attiva e visibile la connessione Bluetooth e non fidatevi degli accessi Wifi pubblici se dovete scambiare dati riservati.

In particolare, non fate come Paris Hilton, il cui telefonino fu violato nel 2005 perché il suo operatore cellulare aveva, come domanda per il recupero della password, “Qual è il nome del tuo animale domestico preferito?" e la Hilton aveva risposto alla domanda dando il nome effettivo del proprio cane, che era facilmente scopribile da chiunque grazie ai siti di gossip.

Scarlett Johansson ha mobilitato il proprio avvocato, diffidando qualunque sito dal pubblicare le immagini rubate, ma questo non ha fatto altro che autenticare le foto e moltiplicare l'interesse e la curiosità per questi scatti. Nel gergo di Internet questo autogol si chiama "Effetto Streisand", perché nel 2003 Barbara Streisand fece causa per 50 milioni di dollari a un sito, Pictopia.com, che aveva pubblicato, fra 12.000 immagini della costa californiana, una foto che includeva la villa della cantante. La villa, fino ad allora, non era conosciuta al grande pubblico e sarebbe rimasta sconosciuta se l'azione legale non avesse richiamato l'attenzione su quella specifica fotografia.

A proposito delle foto di Scarlett Johansson, va segnalato inoltre che c'è il rischio che i malfattori della Rete fabbrichino siti-esca infettanti basati sulla ricerca di queste foto, per cui è sconsigliabile cercarle a casaccio.

Faceboogle+ e Twitbook? I social network convergono

I social network si guardano l'un l'altro e, dicono le malelingue, si copiano a vicenda. Facebook ha annunciato una nuova funzione opzionale, la Smart List, che pemette di definire gruppi di persone con le quali condividere una specifica notizia o una fotografia: una funzione straordinariamente simile alle Cerchie di Google+, social network che a sua volta è stato accusato di aver copiato da Facebook (il pulsante "+1" sarebbe un clone del "Mi piace" di Facebook) e da Twitter (in particolare l'elenco degli utenti consigliati).

Copiature in vista anche nei confronti di Twitter, che ha festeggiato da poco i 100 milioni di utenti; è un social network molto pratico per chi vuole ricevere notizie fresche da siti specifici o celebrità (assolutamente affascinante e un pochino inquietante, per esempio, il flusso Twitter di Flightradar24, che segnala in tempo reale le emergenze a bordo degli aerei di linea; molto divertente quello dell'attrice Kaley Cuoco dal set di Big Bang Theory, serie TV seguitissima dai geek). Su Twitter chiunque può seguire chiunque senza dover aspettare che venga concessa l'amicizia, a differenza di Facebook. Guarda caso, Facebook ha preannunciato il pulsante Subscribe, che permetterà di ricevere notizie pubbliche anche da utenti Facebook che non ci hanno dato l'amicizia.

Intanto si preannunciano tempi duri per Google+: secondo alcuni dati preliminari, il numero dei messaggi pubblici è calato del 41% in un mese. Forse nel mondo dei social network c'è spazio per un solo contendente.

Fonti aggiuntive: The Register.

2011/09/15

Autoscatti privati rubati a Scarlett Johansson finiscono in Rete. C’è gente che non impara mai

L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale. Ultimo aggiornamento: 2011/09/17.

C'è sempre qualcuno che pensa “tanto a me non capita”. Parliamoci chiaro: se siete troppo pigri per leggere il manuale e imparare i rudimenti della sicurezza dei dispositivi che usate, l'unico modo per garantire che vostre immagini di nudo o imbarazzanti o altrimenti private che avete scattato per uso personale finiscano su Internet contro il vostro volere è non farle.

Non sembra un consiglio così difficile da seguire, eppure adesso Scarlett Johansson avrebbe chiamato nientemeno che l'FBI per alcuni autoscatti privati che sono comparsi su Internet poche ore fa.

No, non vi dirò dove andarli a prendere e non pubblicherò gli originali in alta risoluzione senza i provvidenziali felini e non linkerò i siti che dicono dove andarle a reperire. Né ho intenzione di spendere un nanosecondo per sapere se sono vere o false. Se siete messi così male da volerle trovare, arrangiatevi: tanto non mostrano molto più di quello che potete intuire da queste mini-anteprime.

La cosa importante è che episodi come questo (la Johansson, a quanto pare, non è la prima celebrità ad esserne colpita) dimostrano che il primo passo per la gestione della privacy spetta all'utente, che deve informarsi sulla tecnologia che usa e capirne le vulnerabilità. Non può aspettare che ci pensi qualcun altro, men che meno l'FBI o la polizia.

Non ha tempo di farlo? Allora si compri un telefonino che non fa foto. Oppure non si faccia foto personali usando uno smartphone (usi invece una normale fotocamera) e non le custodisca sul computer o sul cellulare, perché ci sono mille modi per sottrargliele.

Chi pensa che questo genere d'incursione richieda competenza da super-hacker farebbe bene a ricredersi. I file cancellati su una penna USB o un disco rigido si possono recuperare. Ci sono software appositi che scavalcano le password degli iPhone, iPod e iPad e scaricano direttamente tutte le foto in pochi minuti mentre l'utente si assenta un momento lasciando incustodito l'aggeggio. Estrarre la schedina di memoria da certi smartphone richiede pochi secondi. I Bluetooth accessibili, specialmente sui treni, non si contano. Creare un honeypot wifi e ascoltarne il traffico è una passeggiata per chiunque abbia un telefonino in grado di fare tethering. La nuova versione di Firesheep intercetta il traffico Web degli utenti sulle reti Wifi e ne ruba le sessioni nei social network, consentendo di accedere anche alle foto private. Tutte azioni illecite, ovviamente: ma prevenire è meglio che curare, specialmente in questo caso.

Come se non bastasse, ci sono tanti utenti che lasciano l'intero computer in condivisione sulla rete locale. Qualche giorno fa ero in un'università del nord Italia e mi è stata offerta la connessione a Internet. Ho collegato il mio laptop al cavo ethernet e sono emerse automaticamente le condivisioni degli altri utenti. È bastato sbirciare un attimo per notare una cartella, denominata password, che conteneva file molto eloquenti. Ho avvisato subito il titolare della cartella.

Spaventati? Dovreste esserlo. Ma mettersi al sicuro è semplice: se non volete che le vostre foto private finiscano in Rete, non fate foto private. Oppure imparate le basi della sicurezza informatica. Punto.


Aggiornamenti


17:30. L'FBI conferma (AFP) che sta indagando su una recente raffica di sottrazioni d'immagini private di celebrità, ma non ne fa i nomi. Sophos sottolinea il rischio che i malfattori della Rete fabbrichino siti-esca infettanti basati sulla ricerca di queste foto e sconsiglia di cercarle.

22:40. Il sito di gossip TMZ segnala che l'avvocato della Johansson, Marty Singer, sta inviando lettere di diffida ai siti che pubblicano le foto (il che fa pensare che siano autentiche). Mai sentito parlare di effetto Streisand?

2011/09/17. Ho aggiunto un paio di frasi per chiarire – soprattutto a chi è arrivato qui troppo arrabbiato per capirlo da solo – che non fare foto private è la soluzione più efficace per chi non vuole studiarsi il manuale del telefonino o social network o altro gingillo digitale, che ognuno è certamente libero di fotografarsi come gli pare e che comunque la sottrazione di immagini private è una violazione del diritto alla privacy, per cui non intendo assolutamente difendere o giustificare chi commette queste violazioni.

2011/09/14

NASA: si va oltre la Luna, ecco il missile gigante per farlo

NASA: ecco il missile per portare astronauti verso gli asteroidi e Marte. Lunacomplottisti: non si può per le radiazioni. Vedremo


Anteprima grafica dell'aspetto dello
Space Launch System. Credit: NASA.
Poco fa la NASA ha annunciato i dettagli del progetto SLS: un nuovo missile gigante (anteprima qui accanto) che entro il 2017 sarà capace di portare da 70 a 130 tonnellate fino all'orbita terrestre e di lanciare astronauti verso gli asteroidi e verso Marte.

Si tratta di un veicolo che avrà oltre quattro volte la capacità di carico dello Shuttle e sarà nella stessa categoria del Saturn V usato per andare sulla Luna.

Cari lunacomplottisti che dite che i viaggi lunari sono impossibili a causa delle radiazioni, la NASA promette di bagnarvi il naso. Sarà molto divertente leggere le loro contorsioni mentali quando chiunque, usando un telescopio o una buona antenna radio, potrà verificare che ci sono degli astronauti nello spazio profondo.

I dettagli tecnici sono su Complotti Lunari.

Utorrent violato, occhio ai download

Infettato un client Bittorrent


Poche ore fa è stato violato Utorrent.com, il sito che ospita µTorrent, uno dei più diffusi programmi client per Bittorrent. Il client è stato infettato con un malware che si spaccia per un antivirus. La situazione è stata corretta, ma chi ha scaricato in queste ore µTorrent per Windows potrebbe trovarsi con una versione infetta. I dettagli sono nel comunicato di Bittorrent. Sophos fornisce altre info e segnala che il suo antivirus riconosce il malware.

L'infezione di un client peer-to-peer popolare è una strategia insolita ma molto potente per la diffusione di questi falsi antivirus. Prudenza, e scandite tutto quello che ricevete da qualunque fonte.

Antibufala: il “mostro marino” scozzese

Mostro marino in Scozia? È solo un globicefalo decomposto


Una lettrice, Cristina, mi segnala questa notizia: “Enorme, verdastro, dalle sembianze di un essere preistorico. Un animale mai visto precedentemente è stato ritrovato su una spiaggia scozzese. Morto. Gli esperti brancolano ancora nel buio nell'identificazione della razza”.

Inizia così l'articolo di Affaritaliani.it, a firma di Fabio Arrigoni, sul “mostro marino” che sarebbe stato trovato in Scozia. La stessa notizia è riportata un po' meno drammaticamente da Express-news.it, che parla di “mostro marino” ma inizia a chiarire che gli esperti non brancolano affatto nel buio.

Infatti basta immettere in Google News i nomi dei protagonisti della scoperta, Margaret e Nick Flippence, per scoprire che la notizia è vecchiotta: risale al 20 luglio e proviene dal Daily Mail e dal Sun britannici, secondo i quali iIl “mostro” sarebbe lungo 30 piedi (circa nove metri). Inoltre il ritrovamento in sé è ancora più vecchio di queste notizie iniziali e la creatura era già stata esaminata dagli esperti, che non vi avevano trovato niente di speciale.

Stv.tv, infatti, riferisce che la carcassa era già stata segnalata a maggio scorso, quando era stata “esaminata dal Dott. Andrew Brownlow dello Scottish Agricultural College, che l'aveva identificata come un giovane esemplare di globicefalo [pilot whale in originale] [...] Quando era stata segnalata inizialmente, la carcassa giaceva in una posizione differente e aveva ancora la mascella. Da allora si è decomposta ulteriormente e la marea l'ha rovesciata sul dorso. La mascella è stata trascinata via dall'acqua, scoprendo il palato duro del globicefalo e facendo pensare alla gente che si tratti della carcassa di una creatura preistorica misteriosa”.

Niente mostro marino, insomma: solo qualche giornalista che non sa resistere alla tentazione di fare sensazione con poca fatica. Per gli appassionati di animali misteriosi, segnalo invece Cryptomundo, sito meno sensazionalista ma molto interessante e interamente dedicato a questo genere di ritrovamenti. È molto educativo per evitare di abboccare alle sparate dei giornalisti a caccia di click facili e per evitare che un globicefalo vi faccia fare la figura del fallocefalo.

2011/09/13

Foto d’epoca convertite in 3D

Fantastico effetto 3D, senza occhiali, applicato a foto d'epoca



Non sono sicuro di aver capito come diavolo hanno fatto a rendere tridimensionali ed esplorabili queste foto d'epoca usando Blender, ma l'effetto è magico (nel senso clarkiano di "qualunque tecnologia sufficientemente avanzata è indistinguibile dalla magia"). Se qualcuno riesce a scoprire come è stato ottenuto questo video, lo scriva nei commenti.

2011/09/12

Podcast Disinformatico del 2011/09/09 e dibattito TV sull’11/9

È disponibile temporaneamente sul sito della Rete Tre della RSI il podcast della scorsa puntata del Disinformatico, dedicata all'allarme su Facebook per "Francesca Capone" (con nuovi settaggi di privacy di Facebook), al worm di nome "Morto", ai 13 anni di Google Inc., al caos di Diginotar che causa aggiornamenti continui e alla trappola della falsa messa in regola di Windows piratato.

Per quanto riguarda il complottismo undicisettembrino, segnalo che la Radiotelevisione Svizzera mi ha intervistato nella trasmissione Il Quotidiano; inoltre ho completato il montaggio e la messa online dei video dell'incontro-dibattito di Lugano, che è disponibile qui. Buona visione, se non vi siete stancati dell'argomento.

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Questi articoli erano stati pubblicati inizialmente sul sito della Rete Tre della Radiotelevisione Svizzera, dove attualmente non sono più disponibili. Vengono ripubblicati qui per mantenerli a disposizione per la consultazione.

Hai piratato Windows? Paga 100 euro e ti metti in regola... forse

La fantasia dei malfattori online è inesauribile e spesso gioca sui sensi di colpa degli utenti. In passato si sono visti attacchi informatici che si basavano su finte accuse di pirateria di musica o film; adesso è il turno di Ransom.AN, che colpisce particolarmente chi ha una copia pirata di Windows. Un disonesto che punisce un disonesto, insomma.

Secondo la segnalazione di Panda Security, Ransom.AN arriva attraverso vari canali, come lo spam o lo scaricamento di software pirata, e fa comparire una schermata nera con il logo Microsoft e un perentorio avviso in tedesco secondo il quale è stata rilevata sul computer una copia abusiva di Windows. L'illecito, dice l'avviso, può essere sanato pagando 100 euro tramite carta di credito; in caso contrario partirà una denuncia alla polizia e verranno cancellati dal computer i dati dell'utente.

Chi ha la coscienza sporca (e anche chi non è sicuro dello stato della propria licenza di Windows) abboccherà facilmente alla trappola e finirà su un sito che sembra legato a Microsoft, immettendovi i dati della propria carta di credito. I malfattori li useranno per prelevare ben più di 100 euro e poi manderanno un codice di sblocco.

Se non abboccate, potete comunque scavalcare la richiesta di codice in modo semplice: il codice è stato infatti divulgato da Panda Security insieme alle istruzioni per rimuovere l'infezione.

Perché ci sono continui aggiornamenti di Firefox e altri programmi?

Nei giorni scorsi molti utenti hanno notato una raffica insolita di aggiornamenti di Chrome, Firefox e Thunderbird. Per quanto irritanti, non vanno ignorati, perché c'è di mezzo una violazione della sicurezza di Internet che è arrivata a compromettere quasi tutta la Rete, toccando anche la CIA, il Mossad israeliano e l'MI6 britannico.

Che sta succedendo? Come segnalato nella scorsa puntata del Disinformatico, l'olandese Diginotar, una certification authority, ossia una delle società abilitate al rilascio dei certificati digitali (i codici che garantiscono l'identità dei siti e la sicurezza delle comunicazioni cifrate su Internet), è stata violata e usata per generare dei certificati fasulli che consentono al possessore di spacciarsi per Gmail e per altri servizi di Google, intercettando per esempio il traffico di e-mail degli utenti.

I produttori di browser hanno reagito al problema pubblicando un aggiornamento dei propri prodotti, ma è emerso che la violazione di sicurezza è più ampia di quanto dichiarato inizialmente. I certificati contraffatti sono, stando agli ultimi conteggi, oltre 500 e permettono di impersonare Mozilla, Yahoo, Skype, Facebook, Twitter, il servizio di anonimizzazione Tor e anche Windows Update.

Anche i certificati digitali dei siti del governo olandese risultano compromessi, e lo stesso vale per quelli dei siti pubblici di CIA, Mossad e MI6. Da qui l'assoluta necessità di aggiornare i programmi che usano questi certificati, revocando ogni accettazione di qualunque certificato firmato Diginotar.

Non sembra trattarsi di un attacco effettuato attingendo alle ingenti risorse tecniche di un governo ostile, come alcuni avevano teorizzato, perché la tecnica di violazione della Diginotar è stata assolutamente banale. La società, infatti, aveva password facili, non aveva un antivirus e non aveva installato gli aggiornamenti del software, secondo un rapporto della società di sicurezza Fox-IT.

Non è finita: l'intruso responsabile dell'incursione si è fatto vivo dicendo di avere ancora accesso ad altre quattro autorità di certificazione, per cui il rischio di ulteriori intercettazioni delle comunicazioni cifrate degli internauti è ancora alto.

Il sistema dei certificati digitali, che garantisce le transazioni via Internet dagli anni Novanta, sembra ormai avere il fiato corto e si pensa a una sua drastica sostituzione. Mozilla non è andata per il sottile e ha intimato a tutte le autorità di certificazione usate dai suoi prodotti (principalmente Firefox e Thunderbird) di certificare entro otto giorni lo stato di sicurezza dei propri sistemi, avvisando di essere disposta a "qualunque misura necessaria per garantire la sicurezza" dei suoi utenti. Prepariamoci, quindi, a una nuova ondata di aggiornamenti indispensabili e aumentiamo la vigilanza sulle nostre transazioni online.

Fonti aggiuntive: ThreatLevel, The Register.

L'assegno che fece nascere Google

Sono già passati tredici anni dal debutto di Google, che ha trasformato il modo in cui usiamo Internet. Molti utenti non hanno mai visto com'era la Rete prima dell'avvento di questo motore di ricerca. Ma com'è nato Google? Con un assegno a una ditta che non esisteva.

È il 1998. Larry Page e Sergey Brin, studenti all'università di Stanford, lavorano già da due anni a un motore di ricerca sperimentale che chiamano inizialmente BackRub (letteramente "massaggio alla schiena") e poi Google, che è un gioco di parole sul termine matematico googol che indica il numero corrispondente a 1 seguito da cento zeri (ma nella Guida Galattica per Autostoppisti di Douglas Adams c'era già un personaggio cibernetico di nome Googleplex). Faticano, però, a trovare finanziatori per il loro servizio.

Google, anche se è ancora in versione beta, piace molto agli internauti, tanto da sovraccaricare la connessione Internet dell'università, e finalmente attira un investitore speciale: uno dei fondatori della Sun, Andy Bechtolsheim, che decide di staccare un assegno da 100.000 dollari a favore del progetto a fine agosto del 1998. Solo che l'assegno è intestato a "Google Inc.", una ditta che Page e Brin non hanno ancora fondato.

Nessun problema: il 4 settembre i due studenti, spinti dal bisogno di trovare il modo d'incassare l'assegno, fondano la Google Inc. in California, aprono un conto corrente a nome della neonata ditta e vi versano i soldi di Bechtolsheim. La creazione della società e il nome prestigioso del primo finanziatore attirano altri investitori, e il resto è storia. Ma senza quell'assegno a nome di una ditta fantasma, oggi Internet sarebbe un posto assai diverso.

Fonti: Google.com, Wired.

Weekend con il "Morto"

C'erano una volta i worm, ossia i virus capaci di diffondersi da soli. Oggi sono diventati rari, un po' perché i sistemi operativi hanno turato parecchie falle che consentivano ai worm di propagarsi ma soprattutto perché il crimine informatico preferisce altre tecniche (come per esempio i trojan).

Ogni tanto, però, fa capolino uno di questi attacchi vecchio stile. Stavolta è il turno del worm denominato Morto, che colpisce i sistemi Windows e si è meritato un livello di allerta "Grave" da parte di Microsoft. Una volta che si è insediato in un computer, tenta di raggiungerne altri sulla sottorete locale per infettarli.

A differenza dei suoi predecessori, usa un canale di accesso insolito, il servizio RDP (Remote Desktop Protocol) usato per la connessione remota di un computer Windows a un altro, e non sfrutta una vulnerabilità di Windows ma approfitta del fatto che molti utenti usano password facili e usano il servizio RDP via Internet senza precauzioni. Morto non fa altro che tentare le password più comuni: un metodo banale ma efficace, a giudicare dalla propagazione di quest'attacco.

Morto è rilevato dai principali antivirus e crea molto traffico sulla porta TCP 3389. È predisposto per il comando a distanza da parte del suo creatore e se riesce a entrare in un computer ne disattiva l'antivirus.

La miglior difesa, come sempre, è la prevenzione, che comincia dall'uso di password robuste. L'elenco di password tentate da Morto è eloquente: se vi trovate la vostra, è decisamente il caso di cambiarla.

!@#$%

%u%12

*1234

000000

111

1111

111111

123

123123

123321

12345

123456

1234567

12345678

123456789

1234567890

1234qwer

168168

1q2w3e

1qaz2wsx

369

520520

654321

666666

888888

aaa

abc123

abcd1234

admin

admin123

letmein

pass

password

server

test

user

Fonti: F-Secure, Eweek, Threatpost.

Allarme su Facebook per "Francesca Capone"

Sono arrivate numerose segnalazioni di un allarme circolante su Facebook a proposito di una “Francesca Capone” che sarebbe pericoloso accettare come contatto. Ecco un esempio del testo in circolazione:

"URGENTISSIMO!!! NON ACCETTARE IL CONTATTO: "FRANCESCA CAPONE" DETTA ANCHE "CHECCA SPAM" PERCHE’ NON E UN UTENTE MA UN VIRUS CHE FORMATTA IL PC E SE LO ACCETTA ANCHE UNO SOLO DEI TUOI CONTATTI LO PRENDI ANCHE TU, ED INOLTRE SI APPROPRIERA' DEI VOSTRI DATI PERSONALI E DI TUTTE LE PASSWORD. FAI COPIA E INCOLLA E INVIALO ANCHE AI NON IN LINEA FALLO… PREGO INSERIRE NELLE VOSTRE BACHECHE… GRAZIE. P.S. LA FONTE ARRIVA DAI CARABINIERI."

Niente panico: il Gruppo Anti Bufale su Facebook segnala che si tratta della “solita bufala che gira dal 2007 cambiando il nome”.

Un appello molto più utile da far circolare riguarda invece le nuove opzioni di privacy di Facebook. F-Secure segnala che se andate nelle impostazioni sulla privacy, potete scegliere se quello che mettete su Facebook è automaticamente pubblico (leggibile da chiunque, anche non iscritto a Facebook) oppure visibile solo ai contatti o addirittura non visibile a nessuno come impostazione predefinita. Questo è molto utile per evitare errori e imbarazzi rendendo inavvertitamente pubblico qualcosa di compromettente.

Nella stessa schermata di impostazioni sulla privacy vale la pena di cambiare anche l'opzione Funzionamento dei tag - Controllo del profilo e attivare questo controllo. In questo modo, infatti, quando vi taggano in una foto o in un post, è necessaria la vostra approvazione prima che questo contenuto compaia nella vostra bacheca.

Le foto e i post taggati con il vostro nome compaiono comunque nel profilo del vostro amico che li pubblica e quindi sono visibili agli amici comuni, ma perlomeno potete evitare che qualche amico buontempone faccia comparire nel vostro profilo foto sconvenienti.

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