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Il Disinformatico: 2007

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2007/12/24

Radiodiretta prenatalizia e auguri (*aggiornamento*)

Non sapete cosa regalare ai vostri geek del cuore? Auguri!


Stamattina sarò sulla Rete Uno della Radio Svizzera di lingua italiana (streaming qui, podcast qui) per un paio di collegamenti dai punti vendita ticinesi, con qualche dritta e consiglio per chi si trova come me il 24 mattina a cercare gli ultimi regali, specialmente se il destinatario è un informatico o un bambino a cui piacciono i gadget (ammesso che ci sia differenza fra le due categorie).

I collegamenti saranno intorno alle 9 e alle 9.30; poi tornerò in studio per un'oretta di chiacchierata sul tema dei gadget tecnologici dell'anno a partire dalle 11.

Fatto questo, torno in pausa per qualche giorno. Colgo l'occasione per fare a tutti gli amici e lettori di questo Disinformatico i miei migliori auguri di un buon Natale e di un ottimo 2008.



M3rr¥ (hr1$7m4$ 4nÐ H4pp¥ N3w ¥34r!


Grazie ad Antonio Sofi per la foto, scattata a Firenze a novembre di quest'anno dopo un incontro informatico particolarmente felice e creativo, per il quale ringrazio Franco Bellacci.

Aggiornamento (2007/12/28): podcast prenatalizio


Se vi siete persi la diretta prenatalizia e vi va di sentire cosa ho rantolato nel disperato tentativo di agganciare l'informatica al Natale, l'MP3 della trasmissione è disponibile qui in versione digest, ossia senza musica.

2007/12/18

Disastri informatici (quarta parte)

Troppa fiducia nel computer di bordo uccide 257 persone


L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Il 28 novembre 1979, il volo panoramico Air New Zealand 901 sorvola l'Antartico per mostrarlo ai passeggeri. Il DC-10 utilizzato per il volo usa un sistema di navigazione computerizzato che dirige automaticamente il velivolo secondo una rotta prefissata.

Quello che i piloti non sanno è che le coordinate del sistema di navigazione sono state immesse a mano con un errore di una singola cifra, per cui il volo, invece di sorvolare un'area pianeggiante, passa direttamente sopra il monte Erebus, che si trova a pochi chilometri di distanza dalla rotta prevista. Il monte, in realtà un vulcano, è alto 3800 metri.

Il pilota scende a 600 metri, come previsto, ma il bianco delle nubi si confonde con il bianco delle pendici innevate del vulcano: è un white-out, che disorienta completamente anche i piloti più esperti. Quando il pilota si accorge della situazione per via dell'allarme di prossimità al suolo (GPWS), è troppo tardi. Nello schianto muoiono tutti e 237 i passeggeri e i 20 membri d'equipaggio. Il solo responsabile, chiarirà l'inchiesta, è il software impostato erroneamente. Fonti: The Age, Wikipedia.

Radio: i temi di oggi

Spam, DRM d'epoca, segreterie cellulari fasulle, studente sospeso per Firefox, disastri informatici



Ecco i temi della puntata di stamattina del Disinformatico radiofonico, in onda alle 11 sulla Rete Tre della Radio Svizzera di lingua italiana:

  • Lo spam sta diminuendo? Google pensa di sì, ma altri non sono d'accordo. Qualche cifra sul tormento più comune di Internet.
  • Attenti al cybersquatting: il Disinformatico ne è vittima, perché qualcuno ha registrato il nome di dominio ildisinformatico.info e adesso lo mette all'asta. Nel frattempo, il dominio ildisinformatico.info offre prodotti, come dire, discutibili: il Disinformatico allunga la vita su Internet, non le frattaglie... il dominio vero è disinformatico.info.
  • Prosegue il ciclo dedicato ai disastri informatici.
  • Dal 1923 arriva un caso di "sistema anticopia" davvero originale, che dimostra che il mondo dello spettacolo è un tantinello lento a capire.
  • Attenzione agli SMS che avvisano di messaggi in segreteria: possono costarvi assai caro.
  • Antibufala: ragazzo sospeso in una scuola della Pennsylvania per aver usato Firefox? Non proprio, ma ormai la Rete ha creato un mito.

2007/12/16

Tanti auguri, Arthur Clarke!

Arthur C. Clarke compie 90 anni oggi, mandiamogli gli auguri


L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Il grandissimo scrittore di fantascienza, divulgatore scientifico e inventore del satellite geostazionario festeggia oggi 90 anni.

Se sapete chi è, non ha bisogno di presentazioni; se non sapete chi è, la vostra vita è tristemente incompleta e vi conviene darvi da fare, a partire da 2001: odissea nello spazio, passando per Le guide del tramonto, Incontro con Rama, Terra imperiale, Le fontane del paradiso e tanti altri titoli classici della fantascienza, per non parlare dell'indimenticabile racconto breve I nove miliardi di nomi di Dio. Ma non perdetevi la produzione scientifica di Clarke. Trovate alcuni spunti nella Wikipedia.

Se volete associarvi a me nel mandargli gli auguri, qui c'è il blog apposito che li raccoglie.

Aggiornamento: Clarke su Youtube


Arthur C. Clarke ha registrato pochi giorni fa un messaggio video su Youtube per salutare tutti in occasione del suo compleanno. E' un messaggio al tempo stesso triste, quasi di congedo, perché il peso di novanta orbite intorno al Sole si fa sentire, ma con quella punta di ironia e lucida semplicità che ha sempre contraddistinto i lavori migliori di Clarke.

Lo trovate qui (in inglese). Ho chiesto di ricevere la trascrizione, che tradurrò in italiano appena mi arriva.

Aggiornamento: la trascrizione dei saluti di Clarke



La traduzione in italiano è qui sotto.

Sir Arthur C Clarke: 90th birthday reflections
Text of video address (running time: 9 mins 3 secs) Recorded on 5 December 2007
Available on YouTube at: http://www.youtube.com/watch?v=3qLdeEjdbWE

Hello! This is Arthur Clarke, speaking to you from my home in Colombo, Sri Lanka.

As I approach my 90th birthday, my friends are asking how it feels like, to have completed 90 orbits around the Sun.

Well, I actually don't feel a day older than 89!

Of course, some things remind me that I have indeed qualified as a senior citizen. As Bob Hope once said: "You know you're getting old, when the candles cost more than the cake!"

I’m now perfectly happy to step aside and watch how things evolve. But there's also a sad side to living so long: most of my contemporaries and old friends have already departed. However, they have left behind many fond memories, for me to recall.

I now spend a good part of my day dreaming of times past, present and future. As I try to survive on 15 hours’ sleep a day, I have plenty of time to enjoy vivid dreams. Being completely wheel-chaired doesn't stop my mind from roaming the universe – on the contrary!

In my time I’ve been very fortunate to see many of my dreams come true! Growing up in the 1920s and 1930s, I never expected to see so much happen in the span of a few decades. We 'space cadets' of the British Interplanetary Society spent all our spare time discussing space travel – but we didn’t imagine that it lay in our own near future...

I still can't quite believe that we've just marked the 50th anniversary of the Space Age! We’ve accomplished a great deal in that time, but the 'Golden Age of Space' is only just beginning. After half a century of government-sponsored efforts, we are now witnessing the emergence of commercial space flight.

Over the next 50 years, thousands of people will travel to Earth orbit – and then, to the Moon and beyond. Space travel – and space tourism – will one day become almost as commonplace as flying to exotic destinations on our own planet.

Things are also changing rapidly in many other areas of science and technology. To give just one example, the world's mobile phone coverage recently passed 50 per cent -- or 3.3 billion subscriptions. This was achieved in just a little over a quarter century since the first cellular network was set up. The mobile phone has revolutionized human communications, and is turning humanity into an endlessly chattering global family!

What does this mean for us as a species?

Communication technologies are necessary, but not sufficient, for us humans to get along with each other. This is why we still have many disputes and conflicts in the world. Technology tools help us to gather and disseminate information, but we also need qualities like tolerance and compassion to achieve greater understanding between peoples and nations.

I have great faith in optimism as a guiding principle, if only because it offers us the opportunity of creating a self-fulfilling prophecy. So I hope we've learnt something from the most barbaric century in history – the 20th. I would like to see us overcome our tribal divisions and begin to think and act as if we were one family. That would be real globalisation...

As I complete 90 orbits, I have no regrets and no more personal ambitions. But if I may be allowed just three wishes, they would be these.

Firstly, I would like to see some evidence of extra-terrestrial life. I have always believed that we are not alone in the universe. But we are still waiting for ETs to call us – or give us some kind of a sign. We have no way of guessing when this might happen – I hope sooner rather than later!

Secondly, I would like to see us kick our current addiction to oil, and adopt clean energy sources. For over a decade, I've been monitoring various new energy experiments, but they have yet to produce commercial scale results. Climate change has now added a new sense of urgency. Our civilisation depends on energy, but we can't allow oil and coal to slowly bake our planet...

The third wish is one closer to home. I’ve been living in Sri Lanka for 50 years – and half that time, I’ve been a sad witness to the bitter conflict that divides my adopted country.

I dearly wish to see lasting peace established in Sri Lanka as soon as possible. But I’m aware that peace cannot just be wished -- it requires a great deal of hard work, courage and persistence.

* * * * *

I’m sometimes asked how I would like to be remembered. I’ve had a diverse career as a writer, underwater explorer, space promoter and science populariser. Of all these, I want to be remembered most as a writer – one who entertained readers, and, hopefully, stretched their imagination as well.

I find that another English writer -- who, coincidentally, also spent most of his life in the East -- has expressed it very well. So let me end with these words of Rudyard Kipling:

If I have given you delight
by aught that I have done.
Let me lie quiet in that night
which shall be yours anon;

And for the little, little span
the dead are borne in mind,
seek not to question other than,
the books I leave behind.

This is Arthur Clarke, saying Thank You and Goodbye from Colombo!

The video was produced by Colombo-based production company Video Image (Private) Limited, www.videoimage.tv in collaboration with the non-profit educational media foundation TVE Asia Pacific, www.tveap.org, both of which donated their services to this effort. It is available on YouTube at: http://www.youtube.com/watch?v=3qLdeEjdbWE


Traduzione italiana



Sir Arthur C Clarke: riflessioni del novantesimo compleanno (registrate il 5 dicembre 2007)

Salve! Sono Arthur Clarke e vi parlo dalla mia casa a Colombo, Sri Lanka.

Mentre mi avvicino al mio novantesimo compleanno, i miei amici mi chiedono come ci si sente ad aver completato 90 orbite intorno al Sole.

Be', a dire il vero mi sento esattamente come se ne avessi 89!

Naturalmente alcune cose mi ricordano che in effetti ho maturato lo status di anziano. Come disse Bob Hope, "sai che stai diventando vecchio quando le candeline costano più della torta!"

Sono ora assolutamente contento di farmi da parte e stare a guardare come si evolveranno le cose. Ma c'è anche un aspetto triste nel vivere così a lungo: la maggior parte dei miei contemporanei e dei vecchi amici se n'è già andata. Ma ha lasciato molti ricordi che rievoco con affetto.

Ormai passo buona parte della mia giornata a sognare dei tempi passati, presenti e futuri. Mentre tento di sopravvivere dormendo 15 ore al giorno, ho tempo in abbondanza per godermi sogni molto lucidi. Essere completamente bloccato su una sedia a rotelle non impedisce alla mia mente di vagare per l'universo: anzi, semmai è vero il contrario!

Nel corso della mia vita ho avuto la grande fortuna di vedersi avverare molti dei miei sogni! Crescendo negli anni Venti e Trenta del secolo scorso, non mi sarei mai aspettato di veder accadere così tante cose nell'arco di pochi decenni. Noi "cadetti spaziali" della British Interplanetary Society trascorrevamo tutto il nostro tempo libero a parlare di viaggi spaziali, ma non immaginavamo che ci attendeva nel nostro futuro prossimo...

Ancor oggi faccio fatica a credere che abbiamo appena celebrato il cinquantesimo anniversario dell'Era Spaziale! Abbiamo ottenuto grandissimi risultati nel corso di quel periodo, ma l'"Epoca d'oro dello spazio" è soltanto all'inizio. Dopo mezzo secolo di sforzi finanziati dai governi, stiamo ora assistendo all'emergere del volo spaziale commerciale.

Nel corso dei prossimi cinquant'anni, migliaia di persone viaggeranno fino all'orbita terrestre, e da lì fino alla Luna e oltre. I viaggi spaziali e il turismo spaziale un giorno diverranno quasi comuni come volare verso località esotiche del nostro pianeta.

Le cose stanno cambiando rapidamente anche in molti altri settori della scienza e della tecnologia. Per fare soltanto un esempio, la copertura mondiale dei telefoni cellulari ha da poco superato il 50%: vale a dire 3,3 miliardi di abbonamenti. Questo traguardo è stato raggiunto in poco più di un quarto di secolo da quando fu attivata la prima rete cellulare. Il telefonino ha rivoluzionato le comunicazioni umane e sta trasformando l'umanità in una famiglia globale che chiacchiera ininterrottamente!

Che cosa comporta tutto questo per noi, come specie?

Le tecnologie di comunicazione sono necessarie, ma non sufficienti, affinché noi umani possiamo andare d'accordo l'uno con l'altro. E' per questo che abbiamo tuttora tante dispute e tanti conflitti nel mondo. Gli strumenti della tecnologia ci aiutano a raccogliere e disseminare informazioni, ma ci servono anche qualità come la tolleranza e la compassione per raggiungere una maggiore comprensione fra popoli e fra nazioni.

Ho fede nell'ottimismo come principio guida, se non altro perché ci offre l'occasione di creare una profezia che si autoavvera. Per cui spero che abbiamo imparato qualcosa dal secolo più barbaro della storia: il ventesimo. Vorrei vederci superare le nostre divisioni tribali e cominciare a pensare ed agire come se fossimo un'unica famiglia. Quella sarebbe vera globalizzazione...

Nel completare 90 orbite, non ho rimpianti e non ho più ambizioni personali. Ma se mi fossero consentiti tre soli desideri, sarebbero questi.

Prima di tutto, vorrei vedere qualche prova di vita extraterrestre. Ho sempre pensato che non siamo soli nell'universo. Ma stiamo ancora aspettando che gli E.T. ci chiamino o ci diano qualche segno. Non abbiamo modo di indovinare quando questo potrebbe succedere: spero avvenga presto piuttosto che tardi!

In secondo luogo, vorrei vederci rinunciare alla nostra attuale dipendenza patologica dal petrolio e adottare fonti d'energia pulita. Da oltre un decennio seguo vari esperimenti sulle nuove energie, ma non hanno ancora prodotto risultati su scala commerciale. Il cambiamento del clima ha ora aggiunto una nuova sensazione d'urgenza. La nostra civiltà dipende dall'energia, ma non possiamo permettere al petrolio e al carbone di arrostire lentamente il nostro pianeta...

Il terzo desiderio è più vicino a casa mia. Vivo nello Sri Lanka da cinquant'anni, e per metà di quel periodo sono stato triste testimone di un conflitto amaro che divide il mio paese d'adozione.

Desidero fortemente di vedere lo stabilirsi di una pace duratura nello Sri Lanka il più presto possibile. Ma sono consapevole che la pace non può essere semplicemente desiderata: richiede tanto lavoro duro, coraggio e tenacia.

****

A volte mi chiedono come vorrei essere ricordato. Ho avuto una carriera molto varia come scrittore, esploratore subacqueo, promotore dello spazio e divulgatore scientifico. Di tutti questi ruoli, vorrei essere ricordato maggiormente come scrittore: come qualcuno che ha intrattenuto i propri lettori e, spero, ha anche ampliato i confini della loro immaginazione.

Trovo che un altro autore inglese, che per coincidenza ha trascorso come me la maggior parte della propria vita in Oriente, ha espresso molto bene questo concetto. Per cui permettetemi di concludere con queste parole di Rudyard Kipling:

Se vi ho dato diletto
con alcuna cosa che ho fatto,
lasciatemi giacere silente nella notte
che presto sarà solo vostra;

E per quel breve, breve tempo
per il quale i morti sono tenuti nel ricordo,
non cercate d'interrogarvi su altro
che i libri che lascio dietro di me.

Qui è Arthur Clarke, che vi dice grazie e arrivederci da Colombo!

2007/12/14

Promemoria: stasera alle 21 a Cornate d’Adda parliamo di complotti e bufale: portate le chiavette USB

Stasera alle 21 sono a Cornate d'Adda (Milano), frazione Colnago, alla biblioteca pubblica di via Manzoni 2, per parlare di cospirazioni, cospirazionismo e bufale. Se portate le vostre chiavette USB, vi passerò i miei video antibufala e d'indagine sull'11 settembre, la presentazione che mostrerò stasera sulle scie chimiche, e un po' di altro materiale altrimenti pesante da scaricare. Avrò con me anche qualche copia dei miei libri e qualche oggetto di scena.

Altro promemoria: questa sera è prevista la pioggia di meteore delle Geminidi. Se siamo fortunati, ce la godremo insieme.

A stasera!

2007/12/11

DMCA svizzero, niente panico

Aggiornamento sulla petizione anti-copyright svizzera


Pochi giorni fa ho scritto un articolo sulla petizione promossa da un sito svizzero contro la nuova legge sul diritto d'autore, che vari siti di spicco avevano segnalato come un "DMCA svizzero" liberticida e "brutale" (per usare l'espressione scelta da Boingboing.net).

Ho contattato via e-mail e telefonicamente Florian Bösch, lo sviluppatore web autore della petizione, e Mauro Osenda della SUISA (già ospite telefonico del Disinformatico alla radio la settimana scorsa). Ne è venuto fuori un articolo per The Register che riassumo qui.

Secondo Bösch, il problema sta nel modo in cui è formulato il comma 3 dell'articolo 39a della legge, perché è interpretabile in due modi. Ecco il testo integrale del comma:

3. È vietato produrre, importare, offrire al pubblico, alienare o mettere altrimenti in circolazione, dare in locazione, lasciare in uso, pubblicizzare o possedere a scopo di lucro dispositivi, prodotti o componenti e fornire servizi che:
  1. sono oggetto di un'azione promozionale, pubblicitaria o commerciale volta a eludere i provvedimenti tecnici efficaci;
  2. a prescindere dall'elusione dei provvedimenti tecnici efficaci, hanno solo una finalità o utilità commerciale limitata; o
  3. sono progettati, prodotti, adattati o forniti principalmente allo scopo di consentire o facilitare l'elusione dei provvedimenti tecnici efficaci.

Secondo Bösch, si può intendere che la specificazione "a scopo di lucro" si riferisce a tutte le azioni descritte, e in tal caso non c'è problema: il comma 4 prevede infatti che l'elusione del DRM per scopi legali non è vietata.

4. Il divieto di elusione non può essere fatto valere nei confronti di chi elude i provvedimenti tecnici efficaci esclusivamente allo scopo di procedere a un'utilizzazione legalmente autorizzata.

Resterebbero intatti i diritti del consumatore di eludere qualsiasi DRM per esempio per consentire l'accesso nelle bibloteche e per uso personale (ripping, format shifting) dei propri download digitali, CD e DVD. Continuerebbe ad essere ammesso prendere un proprio DVD ed eluderne i lucchetti digitali per poterlo vedere sul proprio computer o lettore portatile o scaricare una canzone lucchettata da iTunes e craccarla per ascoltarla su un lettore Mp3 di marca diversa da Apple.

Ma c'è anche la seconda interpretazione: sarebbe "vietato produrre, importare, offrire al pubblico, alienare o mettere altrimenti in circolazione, dare in locazione, lasciare in uso, pubblicizzare... dispositivi, prodotti o componenti e fornire servizi", a prescindere dallo scopo di lucro; e separatamente sarebbe vietato anche possederli a scopo di lucro.

Interpretazione cavillosa? Può darsi: ma se venisse adottata, comporterebbe il divieto totale in Svizzera di fabbricare, diffondere o anche soltanto segnalare sistemi o tecniche per eludere il DRM. Persino discutere dei sistemi anticopia sarebbe proibito, e un articolo come questo farebbe di me un criminale. Allora sì che varrebbe l'aggettivo di "brutale".

Faccio un piccolo test: cito dall'articolo un'istruzione per eludere un sistema anticopia e vediamo che succede.

una tecnica incredibilmente semplice per scavalcare gran parte delle protezioni anticopia, che richiede soltanto un pennarello e una mano ferma. In sostanza, nei dischi protetti con sistemi come Cactus Data Shield 100/200 e KeyAudio c'è una traccia, la più esterna, che contiene la chiave della protezione. Inclinando opportunamente il disco si vede a occhio nudo lo stacco fra la traccia esterna e il resto del disco. E' sufficiente coprire questa traccia esterna con un tratto di pennarello scuro indelebile per rendere il disco perfettamente leggibile (e di conseguenza copiabile) in un lettore di CD per computer.

Se vengono ad arrestarmi, portatemi un po' di focaccia in gattabuia, mi raccomando!

Mauro Osenda dubita di questa seconda interpretazione. E anche se uno sfigato blogger svizzero a caso pubblicasse un articolo su come eludere il DRM in un blog che ospita pubblicità e quindi potrebbe ricadere nel caso dello scopo di lucro, Osenda ritiene sia improbabile che vi sarebbero conseguenze legali, per via della mancanza di precedenti che facciano giurisprudenza; ma finché non c'è una pronunciamento delle autorità legali, dice, non si può essere assolutamente certi, e la cosa potrebbe richiedere anni.

Anni nei quali, prosegue Osenda, il problema potrebbe essersi risolto da solo, perché l'industria dello spettacolo sta gradatamente abbandonando il DRM. I discografici l'hanno già fatto, sia pure con grande fatica e dopo aver collezionato figuracce; i cinematografici non hanno ancora assimilato il concetto.

Non solo: in virtù della tradizione svizzera di concordare le leggi fra tutte le parti interessate, le associazioni dei consumatori sono state coinvolte nel processo di formazione della legge, che è durato anni. Se ci fossero stati pericoli come quelli descritti dalla petizione, sarebbero emersi già da tempo.

Valida o meno, la petizione è comunque utile, perché ha sollevato la questione del diritto d'autore e dei diritti del consumatore, che finora aveva avuto ben poca attenzione da parte dei media.

Disastri informatici (terza parte)

L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Prosegue la compilation di disastri informatici che vi faranno sembrare inezie quelli che vi capitano nelle vostre interazioni con bit e byte. La prima parte è pubblicata qui; la seconda è qui.


L'assistenza statale britannica ai minori perde 1,4 miliardi di euro


Un miliardo di sterline, pari a 2,3 miliardi di franchi svizzeri, nel 2004 andò in fumo anziché finire nelle tasche dei minori che hanno bisogno nel Regno Unito perché il sistema CS2, del colosso informatico EDS, usato dalla Child Support Agency (CSA), l'ente governativo che coordina l'assistenza ai minori, mandò troppi soldi a 1,9 milioni di persone e non ne inviò abbastanza a circa 700.000.

Una delle ragioni del pasticcio è che il dipartimento governativo che controllava la CSA scelse di riformare la CSA proprio mentre viene attivato il sistema informatico CS2. The Register e Silicon.com riferiscono che il governo britannico stava pagando la EDS un milione di sterline al mese.


Il Millennium Bug


Sembra un lontano ricordo, perché nonostante le previsioni catastrofiche non accadde granché. O meglio, non accadde granché proprio perché le previsioni furono ascoltate e furono spese cifre enormi per evitare disastri.

Per risparmiare, i programmatori degli anni Sessanta memorizzavano le date senza le prime due cifre dell'anno (per esempio "280963"). Ai tempi la memoria digitale costava carissima, per cui risparmiare due byte per ogni record era un vantaggio notevole. Pochissimi, all'epoca (tranne Bob Bemer, nel 1958), obiettarono che la cosa avrebbe causato problemi dopo il 2000, perché la data "280900" sarebbe stata interpretata come "28 settembre 1900". Qualsiasi calcolo basato su quei dati avrebbe fornito risultati sballatissimi.

Il mondo informatico fece finta di niente e andò avanti ad accumulare dati in questo formato bacato. Morale della favola: poco prima dell'arrivo del 2000, moltissimi sistemi informatici non erano pronti a gestire il cambio di millennio (lo so, i pedanti diranno che il millennio comincia nel 2001, ma questa è un'altra storia) e fu necessario correre ai ripari investendo cifre enormi.

Fu quello il vero disastro: la decisione di continuare a usare un formato di data stupido quando non c'era più alcuna giustificazione economica per farlo. Se vi fosse stata una scelta collettiva differente e il problema fosse stato affrontato e risolto quando l'informatica non era ancora così pervasiva, i costi della correzione sarebbero stati drasticamente inferiori. Il costo stimato dell'operazione Millennium Bug è di oltre 300 miliardi di dollari, secondo la BBC.


Laptop esplosivi (2006)


Un laptop Dell prende fuoco durante una fiera in Giappone, e le immagini fanno il giro del mondo: "bruciava, e ha continuato a produrre numerosi scoppi per più di cinque minuti", riferisce un testimone oculare. Un altro laptop, sempre Dell, esplode in un ufficio, e anche i Mac seguono la moda. Fonti: The Inquirer, Gizmodo.com.

Ls figuraccia porta al ritiro di oltre 4 milioni di batterie per portatili e rivela che il guasto era nell'alimentatore surriscaldato, ma Michael Dell accusò alla fine Sony di aver fornito batterie difettose. La scelta di Apple e Dell di far sostituire tutte le batterie della serie difettosa costò a Sony da 20 a 30 miliardi di yen (da 120 a 180 milioni di euro).


I passaporti britannici (1999)


Estate del 1999. L'agenzia britannica dei passaporti si accorge che non riuscirà ad emettere in tempo ben 500.000 documenti perché è stato appena introdotto un nuovo sistema informatico della Siemens, senza collaudarlo adeguatamente e senza formare il personale in modo sufficiente.

Il Ministero dell'Interno (Home Office) è costretto a pagare milioni di sterline di risarcimento e di straordinari. La causa è il sovraccarico del sistema, dovuto a una richiesta anormalmente numerosa di passaporti nuovi: a sua volta, la richiesta nasce da un cambio di legge che obbliga i minori di 16 anni ad avere un proprio passaporto, anziché registrarsi su quello dei genitori, se si recano all'estero. Normalmente questi picchi di richieste venivano gestiti assumendo personale temporaneo e facendo fare gli straordinari a quello permanente; ma stavolta, per via del cambio del sistema informatico, il rimedio è insufficiente. Il disastro costa 12 milioni di sterline.

La lezione è sempre la solita: mai, mai, mai cambiare il software mentre è in corso un altro cambiamento. Fonte: National Audit Office.


Un componente da pochi dollari paralizza 17.000 voli passeggeri (2007)


L'11 e 12 agosto 2007, l'aeroporto internazionale di Los Angeles tiene a terra 17.000 voli passeggeri, perché una scheda di rete difettosa di un computer dell'agenzia delle dogane e della sicurezza di frontiera (Customs and Border Protection), invece di spegnersi, continua a disseminare dati errati sulla rete informatica, e questo paralizza l'intera rete. Per più di otto ore diventa impossibile autorizzare chiunque ad entrare o uscire dagli USA. Fonte: Washington Post.

Niente lucchetto suicida per Vista

Zio Bill toglie un po' di restrizioni all'antipirateria di Vista


Il sistema antipirateria di Windows Vista si allenta un po'. Invece di disabilitare il sistema operativo se ritiene che Vista sia stato installato illegalmente, gli utenti verranno molestati da una gragnuola di avvisi che saranno "chiari e ricorrenti avvertimenti dello stato del loro sistema e del modo in cui procurarsi copie autentiche", dice Mike Sievert di Microsoft.

Quando si acquista Windows Vista o lo si trova preinstallato sul computer, è necessario attivarlo collegandosi a Microsoft: la funzione Windows Genuine Advantage controlla l'autenticità del sistema operativo e può bloccare Vista se il controllo non ha esito favorevole. Il problema è che Windows Genuine Advantage ogni tanto classifica come illegali anche le installazioni legittime, e questo fa andare comprensibilmente su tutte le furie gli utenti onesti.

A partire dal rilascio del Service Pack 1, aggiornamento massiccio di Vista disponibile in versione beta da questa settimana, questo comportamento verrà cambiato: WGA si limiterà ad avvisare insistentemente l'utente che secondo lui l'installazione è illegale, ma Vista continuerà a funzionare come prima.

Antibufala: Bill Gates ti paga se spammi

Se diffondi questo e-mail, Bill Gates ti paga!


Indagine iniziale: 29/5/2002. Ultimo aggiornamento: 18/11/2008.

English Abstract
An e-mail appeal claims that Microsoft and AOL will pay you if you forward the appeal to your friends. This, the appeal says, is part of a scheme to promote the use of Internet Explorer. This is a very old hoax, which dates back to 1997, and for once we know who started it. There is no such promotional scheme and the e-mail appeal is not traced by Microsoft or AOL. Links with further information (mostly in Italian) are provided below.


Il testo dell'appello


Le varianti di questo appello sono numerosissime, ma la falsariga è quella mostrata qui sotto.

Cari Amici

Leggete questa lettera ed agite velocemente. Io vi invio questa lettera, in quanto tale informazione mi è stata inviata da un professionista e caro amico.

La Microsoft e AOL, al giorno d'oggi le piu' grandi compagnie della rete, per assicurare ad Internet Explorer il posto di programma più usato, hanno testato la versione beta di questo programma.

Quando invierete questa lettera ai vostri amici, Microsoft la controllerà (sempre che essi usino Microsoft Windows) per 2 settimane.

Microsoft vi pagherà $ 245 per ogni persona a cui manderete questa comunicazione. Microsoft pagherà $ 243 per ogni vostra lettera forwardata e per ogni terza persona che riceverà la vostra comunicazione, Microsoft pagherà $ 241.

Tra due settimane, Microsoft si metterà in contatto con voi via e-mail vi spedirà l'assegno.

Io all'inizio ho dubitato fino a quando, due settimane dopo che ho mandato tale comunicazione, non ho ricevuto per posta elettronica la comunicazione e alcuni giorni dopo l'assegno di $24800.00.

Dovete assolutamente mandare tale comunicazione prima che termini il test della versione beta di Internet Explorer.

Colui che si può permettere tutto questo è il signor Bill Gates.

Tutte le spese di marketing sono da lui sostenute.

A fine settembre 2005 ha iniziato a circolare una versione convertita pari pari in euro:

Io vi invio questa lettera, in quanto tale informazione mi è stata inviata da un professionista e caro amico.

La Microsoft e AOL al giorno d'oggi le piu grandi compagnie della rete, per assicurare ad Internet Explorer il posto di programma più usato, hanno testato la versione beta di questo programma.

Quando invierete questa lettera ai vostri amici, Microsoft la controllerà (sempre che essi usino Microsoft Windows) per 2 settimane.

Microsoft vi pagherà €245 per ogni persona a cui manderete questa comunicazione. Microsoft pagherà €243 per ogni vostra lettera forwardata e per ogni terza persona che riceverà la vostra comunicazione, Microsoft pagherà €241.

Tra due settimane, Microsoft si metterà in contatto con voi via e-mail e vi spedirà l'assegno. Io all'inizio ho dubitato fino a quando, due settimane dopo che ho mandato tale comunicazione, non ho ricevuto per posta elettronica la comunicazione e alcuni giorni dopo l'assegno di €24800.00.

Dovete assolutamente mandare tale comunicazione prima che termini il test della versione beta di Internet Explorer.

Colui che si può permettere tutto questo è il signor Bill Gates.

Tutte le spese di marketing sono da lui sostenute.


Datazione e origini


Le prime segnalazioni di questo caso sono giunte al Servizio Antibufala a maggio 2002.

Una volta tanto si sa esattamente da dove è partito quest'appello. Come raccontato in un gustoso articolo di Wired di giugno 2004, il suo autore è Bryan Mack, all'epoca studente nell'Iowa. Rintracciarlo è stato possibile grazie alla diligenza di Martin Miller, studente della University of Houston nonché archivista dilettante di Internet, che aveva conservato ogni copia di quest'appello ricevuta nell'arco di sette anni e aveva pubblicato la propria collezione su Internet. La copia di più vecchia data (18 novembre 1997) contiene appunto il nome di Bryan Mack.

Mack ha ammesso di essere l'autore, e che l'appello è nato come burla fra amici. Un suo collega aveva appena ricevuto uno dei soliti e-mail che promettono metodi improbabili per fare soldi in fretta, e Mack pensò che si potesse fare di meglio. Tre minuti dopo aveva confezionato il testo originale dell'appello:

My name is Bill Gates. I have just written up an email-tracing program that traces everyone to whom this message is forwarded to. I am experimenting with this and I need your help. Forward this to everyone you know, and if it reaches 1,000 people, everyone on the list will receive $1,000 at my expense. Enjoy. Your friend, Bill Gates.

Mack lo mandò ad alcuni amici, i quali si fecero due risate e la diffusero ai loro amici, e così via. In pochi giorni la burla si sparse a macchia d'olio e cominciò a fare le prime vittime, che contattarono Mack chiedendo che fine avessero fatto i soldi promessi, e nacquero le varianti sempre più implausibili. E grazie all'ingenuità degli utenti, continua a circolare ancor oggi.


Perché è una bufala


Come descritto sopra, il messaggio è stato creato per fare una burla. Ma anche senza conoscerne le origini, l'appello ha numerosi indizi che ne rivelano la natura bufalina.

  • Bill Gates non è stupido e non regala soldi a nessuno in questo modo. Se quello che dice l'appello fosse vero, basterebbe mandare l'appello a dieci amici per intascare 2450 dollari (o euro, a seconda delle versioni). Questo dovrebbe essere ovvio anche per il più ingenuo degli internettari, ma evidentemente non lo è, perché l'appello continua a circolare da anni, tipicamente accompagnato dal ragionamento "tentar non nuoce". Invece nuoce: diffonderlo fa fare la figura degli allocchi.
  • Non esiste un programma di tracciamento della posta che funzioni nel modo descritto dall'appello.
  • Non è indicata alcuna data di scadenza del test. Per quel che se ne sa dal messaggio, il test (ammesso che fosse vero) potrebbe essersi concluso anni fa.
  • AOL non ha alcun interesse a sostenere Internet Explorer; anzi, promuove l'uso di un altro browser (Netscape, di sua proprietà dal 1999) e giusto per dirne una fece causa a Microsoft a gennaio 2002, come documentato da News.com.


Varianti e garanti: il consiglio del Consigliere (dicembre 2002)


A dicembre 2002 ha preso a circolare una variante che dichiara di provenire da un non meglio precisato Servizio Clienti Euro System, che afferma di inviare l'appello perché gli è stato inviato "da un professionista e caro amico. o meglio da un nostro Consigliere API, nel contempo Consigliere AICE" ed è completato da una "firma" in calce:

Emilio Bossi, Apimilano - Servizio Estero (29.10.01).

Si tratta quasi sicuramente di una burla applicata alla burla; lo si nota perché la precisazione del Consigliere è stata aggiunta alla versione originale così maldestramente che è rimasto il punto di fine frase tra "e caro amico" (originale) e "o meglio..." (aggiunta). Probabilmente qualcuno voleva fare un dispetto a una persona che ha queste due qualifiche, e che potrebbe essere lo stesso Emilio Bossi.

Fra l'altro, una rapida ricerca in Google con la parola chiave "apimilano" e il nome del Bossi in questione che ho fatto nel 2006 rivela che esisteva davvero una persona alla Apimilano che aveva questo nome. La Apimilano è l'Associazione Piccole e Medie Imprese di Milano e provincia, ed Emilio Bossi era indicato come il suo Responsabile Ufficio Servizio Estero. Volendo, si potrebbe indagare, sempre tramite Google, su chi sia il malcapitato che è consigliere API e nel contempo consigliere AICE, visto che i relativi elenchi sono disponibili online, ma sinceramente non credo ne valga la pena.

Credo sia ovvio, ma lo dico lo stesso per scrupolo, che anche questa variante è una bufala.


Altri garanti involontari: settembre 2005


La versione convertita in euro dell'appello che ha preso a circolare a fine settembre 2005 ha come garante apparente l'Agenzia delle Entrate, nella persona della "Dott.ssa Rosanna Grauso - Ufficio di Roma 2 - Area Controllo - Team 2 Assistenza Legale – Contenzioso Tributario", citata includendo anche i suoi di numeri di telefono e il suo indirizzo di e-mail lavorativo (che non riporto qui come misura antispam).

L'11/10/2005 ho ricevuto dalla Dott.ssa Grauso questa smentita:

Mio malgrado, e non so come, sono stata coinvolta in una sorta di catena elettronica avente ad oggetto l'email a cui si riferisce la quale non è assolutamente partita da me, né dall'Agenzia e che non contiene assolutamente informazioni veritiere (come sicuramente, dal tenore letterale del testo ne è dato desumere!).
PER FAVORE, LO FACCIA PRESENTE A CHI LE HA INVIATO L'EMAIL E A COLORO AI QUALI L'ABBIA EVENTUALMENTE INOLTRATA LEI! Grazie per la collaborazione

È possibile che la Grauso abbia ricevuto e inoltrato l'appello dal proprio posto di lavoro e che il programma di e-mail abbia apposto automaticamente le sue coordinate in calce all'inoltro, come capita molto spesso. In ogni caso, la "firma" della Grauso in calce all'appello non autentica l'appello in alcun modo.


Variante Word (silvia.doc, dicembre 2007)


Intorno ai primi di dicembre 2007, l'appello ha ripreso a circolare con la "firma" della Grauso e dell'Agenzia delle Entrate, ma con una variante: si tratta di un documento in formato Word che per motivi insondabili si chiama silvia.doc. Nelle proprietà del documento si trova il nome Carmelo Emanuele come autore e l'ultimo salvataggio risulta essere stato fatto dall'Azienda Ospedaliera S. Martino. La data di creazione del documento è il 16 marzo 2007, mentre l'ultima stampa risale addirittura al 17 ottobre 2005.


La variante dell'avvocato (ottobre 2008)


Verso la fine di ottobre del 2008 ha preso a circolare questa versione con tanto di avvocato "garante":

Generalmente non invio messaggi di questo genere, ma questo mi è arrivato da un'ottima amica, avvocato, e mi sembra che sia un'opportunità interessante. Lei dice che funzionerà, e FUNZIONA!!! Dopotutto, non c'è niente da perdere!

Ecco qui quello che dice:

Sono avvocato, e conosco la legge. Questo, E' reale. Non sbagliatevi. AOL e Intel manterranno le loro promesse per paura di essere trascinate in tribunale e dover far fronte a una causa di milioni e milioni di dollari. Come quella della Pepsi Cola contro la General Electric, non molto tempo fa.

Cari amici, per favore, NON prendete questo messaggio per un bidone. Bill Gates STA condividendo la sua fortuna. Se lo ignorate, potreste rimpiangerlo più tardi.

Windows rimane il programma più diffuso ed utilizzato nel mondo. Microsoft e AOL sperimentano inviando questo test via messaggio elettronico (e-mail Beta Test). Quando inviate questo messaggio elettronico (e-mail) ai vostri amici, Microsoft può rintracciarvi (se siete un utilizzatore di Microsoft Windows) per 2 settimane.

Ad ogni persona che invierà questo messaggio, Microsoft pagherà 245 euro. Per ogni persona a cui avete inviato questo messaggio e che lo invierà ad altre persone, Microsoft vi pagherà 243 euro. Per la terza persona che lo riceverà, Microsoft vi pagherà 241 euro.

Fra due settimane, Microsoft vi contatterà per la Conferma del vostro Indirizzo Postale e vi invierà un assegno.

(Sinceramente, Charles Bailey, General Manager Field)

Pensavo che questo fosse un imbroglio, o uno scherzo, ma 2 settimane dopo aver ricevuto questo messaggio e averlo riinviato, Microsoft mi ha contattato per conoscere il mio indirizzo postale e mi hanno inviato un assegno di 24.800 euro.

Dovete rispondere prima che questa prova sia terminata; se qualcuno ha i mezzi per fare quest'operazione, è Bill Gates. Per lui, c'è un ritorno commerciale. Se questo vi soddisfa, inviate questo messaggio a più persone possibile.

Dovreste ricevere almeno 10.000 euro. Non li aiuteremmo, inviando questo messaggio, se non ce ne venisse un qualche cosina anche a noi. La zia di un mio caro amico, che lavora per Intel, ha appena ricevuto un assegno di 4543 euro, semplicemente inviando questo messaggio.

Come ho detto prima, conosco la legge, e c'è del vero, Intel e AOL sono in negoziato per una fusione, con la quale diventerebbero la compagnia più importante del mondo nel settore, e per essere sicuri di rimanere il programma più diffuso e utilizzato in assoluto, Intel e AOL sperimentano con questa prova.

Dimitri Gustin
per ulteriori dettagli, ecco il mio numero di telefono: 0032473/404100

Premesso e ribadito che il messaggio è una bufala e non vi arriverà neanche un euro (ma vi arriveranno gli accidenti delle persone alle quali la inoltrate), la cosa buffa è che esiste un "Charles Bailey, General Manager Field", almeno stando a Spoke.com. Il numero di telefono di Dimitri Gustin è belga (prefisso 0032) ed è un cellulare (prefisso 473, rete Proximus), stando ai dati di Applied Language. Ma i ripetuti tentativi di chiamarlo restituiscono un messaggio di numero non valido.

Questa variante dell'appello non è esclusiva italiana: Hoaxbuster ha qui la versione in francese.


Psicologia delle bufale


Come fa una storiella talmente stupida a restare in circolazione per oltre dieci anni? Facendo leva sulle nostre emozioni per mettere in secondo piano la razionalità. Sicuramente una delle ragioni di tanto successo è il suo appello all'avidità, con la tentazione del guadagno facile. Ma c'è anche un aspetto altruista: infatti la si passa agli amici sia per guadagnare personalmente, sia per offrire loro la (inesistente) possibilità di guadagnare a loro volta.

E poi c'è la pigrizia: come racconta l'articolo di Wired, una delle persone intervistate rispose che l'aveva inoltrata perché tanto "non c'era niente da perdere". In aggiunta, per fare un inoltro a tutti è sufficiente un paio di cliccate, mentre per controllare la validità del messaggio ci vuole più fatica, per cui la pigrizia spinge verso l'inoltra a tutti compulsivo.

C'è anche un altro aspetto, rivelato sempre dall'articolo di Wired: l'appello fa leva sulla diffusa percezione che abbiamo di essere sorvegliati tramite la tecnologia. L'affermazione che Bill Gates si permette di controllare se abbiamo inviato o no l'appello è evidentemente ritenuta normale, anzi tristemente plausibile, da molte persone. Questo la dice lunga sul modo in cui la tecnologia, e specialmente l'informatica, viene capita poco e presa con diffidenza. Come sempre, le bufale di successo sono lo specchio dell'anima degli internauti.

25 anni di Commodore 64

C64 forever... anche se io avevo lo Spectrum


Prima della tifoseria Windows contro Mac, prima che molti degli script kiddie di oggi sapessero distinguere un portarotolo da una porta USB, c'era la contesa fra utenti Commodore 64 e utenti Sinclair Spectrum. Io ero un Sinclairiano. Ero povero e invidiavo chi si poteva permettere il C64.

Ma se c'è un pregio della vecchiaia (intendo "vecchiaia" solo in termini informatici), è che stempera le tifoserie, per cui festeggio con piacere la vittoria storica del rivale del mio amato Spectrum. La tavoletta nera coi tasti di gomma sui quali ho mosso i miei primi passi nel personal computing e le notti insonni passate a fare grafica 3D (wireframe, cosa credete) in 80 K di RAM (sì, ottanta) saranno sempre fra i miei ricordi informatici più cari.

All'epoca, lo Spectrum era la macchina per smanettoni; il C64 era considerato troppo da figli di papà (un po' come il Mac di qualche tempo fa e ancora oggi, per alcuni che stanno ancora dormendo). Però il Commodore 64 ha dimostrato di essere una macchina assai più longeva e mitica, e questo va riconosciuto.

Correva l'anno 1982. Il primo PC IBM aveva sì e no un anno, lo smiley era appena stato inventato da Scott Fahlman, una certa Micro-Soft aveva da poco rilasciato una cosa chiamata MS-DOS, il Minitel francese muoveva i primi passi, Arpanet veniva coraggiosamente ribattezzata "Internet", c'era la guerra delle Falkland, Reagan presidente, la DeLorean Motor Company falliva, morivano Gilles Villeneuve e Roberto Calvi, c'era ancora l'Unione Sovietica, dilagava il cubo di Rubik, debuttava il CD. I film dell'anno erano E.T., Star Trek: L'ira di Khan, Tootsie e Ufficiale e Gentiluomo. Supercar era considerato il non plus ultra dell'intrattenimento. Avete inquadrato il contesto? Se non avete annuito con nostalgia ad almeno una di queste citazioni, potete anche non leggere oltre.

Ancora qui? Bene. Allora godetevi questi numeri. Trenta milioni di pezzi venduti. Dodici anni di presenza sul mercato (fino al 1994), e il suo software vive ancora attraverso gli emulatori (qui ce n'è uno in Java). Dal 1983 al 1985, al mondo c'erano più C64 che PC IBM o Apple. Costava 595 dollari dell'epoca al debutto (il doppio del mio Spectrum), ma il prezzo scenderà rapidamente a un terzo.

La grafica? 40x25 caratteri o 320x200 pixel: quella di un telefonino di oggi. Sedici colori. No, non sedici milioni: sedici e basta, ed era meglio di quello che potevano fare i rivali IBM e Apple. Il resto lo faceva la fantasia.

A differenza dei rivali per il mondo professionale, per il Commodore 64 il monitor non era indispensabile: aveva un'uscita composita e un modulatore TV, per cui si attaccava a un qualsiasi televisore sintonizzandolo su un canale libero.

Anche l'audio era straordinario, rispetto alla concorrenza: tre canali separati, otto ottave, quattro forme d'onda, mentre IBM e Apple avevano uno squallido altoparlantino che faceva "bip" e basta.

Memoria: 64 K di RAM (donde il nome). Processore: un megahertz. Avete letto bene. Pensateci, la prossima volta che il vostro mostro di gigabyte e gigahertz annaspa a far girare Vista o Leopard. E il C64 si accendeva subito. Tempo di boot? Zero.

Di dischi rigidi, CD-ROM o roba del genere, manco l'ombra. Non c'era neppure il floppy: o meglio, c'era, ma si comperava a parte e costava un rene. C'erano le cartridge, ma erano rare e venerate come le ragazze ai raduni dei geek (allora più di oggi; è un miracolo che gli informatici non si siano estinti).

Ci si arrangiava, come si faceva del resto con lo Spectrum, con un registratore a cassette (uno dedicato, il Datassette, nel caso del C64, uno qualsiasi nel caso dello Spectrum). Sì, i dati venivano registrati su nastro, a 300 baud. Il procedimento era di una lentezza esasperante e di un'affidabilità che fece scoprire agli informatici nuove vette di sofferenza. Per noi, dopo l'agonia della cassetta, un crash di Windows sarebbe sembrato niente.

A proposito di Windows: Antonio Dini, fra l'altro, segnala nella sua celebrazione del C64 che il BASIC installato nel Commodore 64 era quello di un certo Bill Gates, al quale fu pagato poche migliaia di dollari una tantum per poi essere rivenduto dalla Commodore in milioni di esemplari. Zio Bill imparò la lezione.

Riguardando l'informatica di allora con gli occhi di oggi, sembra davvero un miracolo che ci sia stato un boom basato su trabiccoli di questa natura. Ma era proprio questo il bello: studiare, comperare riviste specializzate (mica c'era Internet!), digitare a mano interi programmi trascrivendoli dai listati delle riviste, scambiarsi trucchi per tirar fuori qualche prestazione in più, essere pionieri.

Essere padroni di quel piccolo mondo, di quei sessantaquattro miseri kappa (che poi erano in realtà di meno), poter creare noi stessi un programma, invece di dipendere da quello che passava il convento, era esaltante e liberatorio, come lo era stato l'avvento delle radio libere o del videoregistratore.

Uno sprite alla volta, sentivamo di poter cambiare il mondo. E alcuni di noi l'hanno fatto: hanno costruito Internet.

2007/12/10

Piccolo test antispam

Voglio farmi spammare, è per la causa... no, è per la TSI


Sto collaborando con la televisione svizzera di lingua italiana a un'indagine sulla situazione dello spam. Per questo ho aperto una casella di posta sacrificale: è massimo.dellapena@pobox.com.

Ne pubblico online le coordinate oggi alle 13.40 per la prima volta. Adesso vediamo quanto tempo ci mette ad arrivare il primo spam nonostante i filtri antispam di Pobox e Google (presso il quale appoggia massimo.dellapena@pobox.com).

Aggiornamento: su consiglio dei commenti, ho registrato anche massimo.dellapena2@libero.it alle 14:50.

Complotti a Cornate d’Adda il 14/12: perché ci affascinano le cospirazioni? Dal Codice da Vinci all'11 settembre

Sono stato invitato a parlare di cospirazionismo e bufale a Cornate d'Adda (Milano) il 14 dicembre prossimo, alla biblioteca pubblica di via Manzoni 2 alle 21. Per tutti i dettagli, contattate s.tamburrini chiocciola sbv.mi.it.

2007/12/07

John Titor, viaggiatore nel tempo, stasera a Radio Zerosei; la bozza del mio libro

No, non c'è lui in persona, purtroppo: ma c'è il mito di John Titor, insieme ai viaggi nel tempo di ogni genere, come tema della trasmissione radio Spazio Zerosei, in onda questa sera a partire dalle 22 a Radio Zerosei e Nuova Spazio Radio e ricevibile anche in streaming.

Della strana storia di Titor (una persona apparsa su Internet a fine 2000 dicendo di provenire dal 2036) mi sono già occupato in passato con due articoli (uno e due) e con una collaborazione con la Televisione della Svizzera Italiana, che ad aprile 2007 ha trasmesso un documentario di circa 45 minuti (guardabile in streaming)* sull'argomento, realizzato da Luca Jäggli recandosi anche nei luoghi descritti da Titor.

* 2022/09. Lo streaming è visibile (almeno in Svizzera) su Playsuisse qui.


Visto che l'interesse per questa storia non sembra diminuire, sto preparando un libro digitale dedicato alla ricostruzione della vicenda, intitolato John Titor - Mito senza tempo, che raccoglierà tutto quello che ho scoperto a proposito di una storia che più che un viaggio nel tempo è un viaggio nella mente. Stanotte, al termine della trasmissione, ne potrete leggere la prima bozza qui.


Aggiornamento


La bozza del libro, una quarantina di pagine, è online come PDF liberamente scaricabile. Contiene un po' di materiale credo inedito, come per esempio la trascrizione (con relativa traduzione in italiano) dell'unica "intervista" radiofonica alla presunta madre di John Titor, che però non fa mai sentire la propria voce: parla tramite il suo avvocato, Larry Haber. E sembra proprio che ci sia lui dietro a tutta questa faccenda: sua, per esempio, è l'intestazione della John Titor Foundation, come risulta dai documenti di costituzione (che trovate nel libro).

Se il progetto vi piace e/o volete collaborare (per esempio con una bella grafica per la copertina), fatemelo sapere via mail o nei commenti e lo amplierò man mano con il resto del materiale che ho già, e poi lo pubblicherò anche in versione cartacea. Se non vi piace, non ditemelo. Per favore.

2007/12/04

Musica classica legale online

Deutsche Grammophon online


Basta il nome, e basta il link. Musica classica a 320 kbps, comprese le opere introvabili su vinile o CD. Tutto legale, e senza lucchetti DRM. Corro a fare la spesa!

Disastri informatici, la compilation (seconda parte)

La compilation dei disastri informatici prosegue


Ispirato dalla lista di disastri informatici pubblicata recentemente da ZDnet, ecco il seguito di una mia compilation personale (iniziata qui) che in parte si sovrappone a quella di Zdnet. Ma la mia è più cattiva.


1985-1987: il software di radioterapia fa quattro morti


Un errore nel software di una macchina per radioterapia Therac-25, fabbricata dalla Atomic Energy of Canada Limited (AECL), sottopose pazienti malati di cancro a sovradosaggi letali di radiazioni, mietendo quattro vittime. I familiari fecero causa, ottenendo sempre risarcimenti extragiudiziali.

Una successiva indagine condotta dagli scienziati indipendenti Nancy Leveson e Clark Turner scoprì che gli errori continuarono anche dopo che la AECL pensava di aver corretto alcuni errori. Un articolo e un successivo approfondimento, entrambi della Leveson, sono pubblicati qui e qui, e Wikipedia offre altre fonti.


1991: i missili Patriot e la guerra del Golfo


Durante la prima Guerra del Golfo, il sistema antimissile americano Patriot intercetta numerosi missili Scud iracheni, ma fallisce frequentemente. Il fallimento più grave consente a uno Scud di uccidere 28 soldati americani a Dhahran, in Arabia Saudita, il 25 febbraio 1991.

Gli errori derivano da un difetto nel software, che introduce uno scarto di 0,34 secondi. Come raccontato da Ivars Peterson in Fatal Defect, il sistema antimissile era concepito per funzionare ininterrottamente per un massimo di 14 ore. Durante l'attacco a Dhahran, la batteria difensiva di Patriot era rimasta in funzione per 100 ore senza interruzioni, per cui gli errori nell'orologio interno del sistema si erano accumulati al punto da rendere inservibile il sistema di tracciamento dei missili da abbattere.

I militari avevano già individuato il problema, ma non riuscirono a trasmettere la correzione in tempo utile. Ne parla il General Accounting Office statunitense in questo rapporto.


1994: Il processore Pentium sbaglia a fare i conticini


Il professor Nicely del Lynchburg College, Virginia, scopre che il processore Pentium fornisce risposte inesatte ad alcune equazioni complicate. In seguito vengono trovati errori di calcolo riscontrabili anche eseguendo semplici moltiplicazioni e divisioni con la Calcolatrice di Windows. Per esempio, 4195835.0/3145727.0 dovrebbe restituire 1.333 820 449 136 241 000, ma il Pentium restituisce 1.333 739 068 902 037 589.

In realtà il baco è infrequente e ha effetti pratici molto modesti, ma la superficialità con cui la Intel (fabbricante del Pentium) reagisce al difetto indigna molti consumatori. Alla fine la Intel è costretta a offrire la sostituzione gratuita di tutti i processori difettosi, al costo stimato di 450 milioni di dollari. Il resoconto aggiornato di Nicely è qui. La Intel ne parla qui.


1995: il software mette in piazza i segreti fiscali


Come racconta il Risks Digest, Il programma MacInTax della Intuit (per Macintosh e Windows), dedicato alla compilazione delle dichiarazioni dei redditi dei contribuenti americani, ha una serie di errori talmente gravi da indurre la Intuit a impegnarsi a risarcire eventuali multe e interessi inflitti dal Fisco statunitense a chi ha usato il software producendo dichiarazioni false o errate.

Uno dei difetti più inquietanti, scoperto a marzo del 1995, è che il codice presente nei file di debug di MacInTax consente agli utenti Unix di accedere al computer centrale della Intuit, dove vengono conservate tutte le dichiarazioni redatte con MacInTax, e modificarle o cancellarle.


1995: aeroporto avveniristico messo in ginocchio dallo smistamento bagagli


Il nuovissimo Denver International Airport doveva essere all'avanguardia, con il suo complesso sistema computerizzato di smistamento dei bagagli e ottomila chilometri di cavi in fibra ottica. Ahimé, dei difetti nel sistema di smistamento finirono per tritare alcune valigie e far schiantare contro i muri i carrelli automatici.

L'aeroporto fu costretto ad aprire 16 mesi dopo la data prevista, con uno sforamento di 3,2 miliardi di dollari rispetto ai preventivi... e con un sistema di smistamento bagagli quasi interamente manuale. La storia è ben raccontata da Scientific American e dal Journal Record.


1999: sonda spaziale si sfracella, usate le unità sbagliate


Il Mars Climate Orbiter e il Mars Polar Lander erano due veicoli spaziali automatici che dovevano studiare il clima marziano: il primo doveva stare in orbita mentre il secondo atterrava (o ammartava?).

Ma il 23 settembre 1999, il Climate Orbiter ebbe un errore di navigazione, per cui penetrò nell'atmosfera marziana a una quota troppo bassa, invece di collocarsi in un'orbita stabile, e finì per distruggersi. La Lockheed Martin, un subappaltatore della Nasa, aveva usato le unità di misura anglosassoni (tuttora utilizzate negli Stati Uniti) invece di quelle del sistema metrico decimale specificate dalla Nasa, per calcolare la spinta dei motori, come racconta CNN. Lo sbaglio costò 125 milioni di dollari.

Non andò meglio al Polar Lander, che non diede mai segni di vita dopo l'arrivo il 3 dicembre 1999: secondo il rapporto della Nasa, le vibrazioni delle gambe d'atterraggio della sonda furono interpretate dai sistemi di bordo come un segnale di contatto con il suolo. Credendosi arrivata a terra quando in realtà era ancora a 40 metri d'altezza, la sonda spense i motori e si sfracellò come un sasso da 165 milioni di dollari, come riferisce Space.com.

La carrellata non finisce qui: la lista è ancora lunga e proseguirà la settimana prossima.

Sconsigli per gli acquisti: Leopard e Vista messi male

I fan si ribellano: il nuovo Mac OS X, dicono, è una ciofeca; e Vista annaspa


Le voci sulla qualità meno che eccelsa di Leopard, la più recente incarnazione del sistema operativo Apple, si accumulano, e ci sono fan di lunga data che si ribellano, come Dave Rosenberg su Cnet.com, che lamenta instabilità, crash di applicazioni fondamentali come Mail, GarageBand e il calendario, a fronte di migliorie tutto sommato non indispensabili (il Dock trasparente si poteva evitare, per esempio) e rallentamenti dell'intero sistema operativo. L'aggiornamento da Tiger a Leopard sembra essere una delle principali cause di problemi.

Ma Windows Vista non sta molto meglio: si merita un posto nella Top Ten dei peggiori prodotti dell'anno: "Qualsiasi sistema operativo che stimola una campagna per la reintroduzione del suo predecessore merita di essere classificato come tecnologia terribile. Qualsiasi sistema operativo che con discrezione dispone di un'opzione per il downgrade all'edizione precedente per i fabbricanti di PC merita di essre classificato come tecnologia terribile."

E i risultati di Vista, secondo Gartner, sono poco entusiasmanti, come racconta The Register: a distanza di un anno dall'introduzione per il mondo business, le aziende stanno facendo slittare la migrazione a Vista da fine 2007 o inizio 2008 a fine 2008 o inizio 2009. Le lamentele degli utenti e degli stessi responsabili Microsoft (insieme al boss di Acer) al debutto hanno evidenziato che Vista crashava troppo e che le cifre di vendita presentate da Microsoft (20 milioni di licenze in un mese) erano del tutto artificiose. Vista, nota Gartner, non era finito al momento del lancio di novembre 2006: 19.000 driver erano pronti, ma ne mancavano altri 12.000, disponibili da scaricare in seguito.

2007/12/03

Svizzera: nuova legge sull’anticopia da abolire?

Petizione contro la nuova legge "pericolosa" sul diritto d'autore in Svizzera


Non capita spesso che la Svizzera balzi agli onori della cronaca informatica, ma è già la seconda volta che la madre di tutti i blog, BoingBoing.net, si occupa della nuova legge svizzera sul diritto d'autore. Anche Slashdot, altro sito di riferimento mondiale degli internauti, ha discusso la questione.

E' stata infatti avviata una petizione (disponibile anche in versione italiana e tedesca) che ambisce ad abrogare, secondo il diritto referendario svizzero, questa nuova legge che promette di essere estremamente controversa.

Non si tratta della solita raccolta di "firme" cara a tanti appelli: la procedura proposta comporta infatti la raccolta di 50.000 vere e proprie firme fisiche, da apporre su moduli cartacei e da far controllare dal comune di residenza dei firmatari.

La petizione propone di abrogare l'attuale legge, "votata il 5 ottobre dal Parlamento e dal Consiglio Nazionale senza praticamente alcuna resistenza", perché (dice la petizione) "aiuta decisamente l'applicazione di misure di protezione dalla copia. Secondo noi, queste misure non hanno nessuna utilità per i consumatori e di fatto finiranno per danneggiare anche i produttori di materiale audio/video".

Sul fatto che i sistemi anticopia siano da contrastare non c'è dubbio: le esperienze di altri paesi dimostrano che sono del tutto inutili come strumento di lotta alla pirateria e soprattutto costituiscono un intralcio ai consumatori legittimi (quando non li infettano direttamente). Non per nulla le case discografiche hanno da tempo sperimentato e poi abbandonato le protezioni anticopia. E non c'è come far infuriare un cliente pagante, che non riesce a vedere il proprio DVD regolarmente acquistato, per spingerlo fra le braccia dei pirati.

Tuttavia il testo della nuova legge svizzera, consultabile come PDF anche in italiano, non sembra coincidere con la contestazione mossa dagli autori della petizione. Secondo la petizione, l'articolo 39a sarebbe liberticida per queste ragioni:

"Questo è il significato delle nuove norme: può essere legale copiare opere se si rientra nei limiti dell'utilizzo legale delle stesse, anche se richiede di aggirare misure di protezione (comma 4). Tuttavia, è illegale distribuire un mezzo per aggirare le misure, e addirittura menzionarlo (comma 3). Come si può pensare che un consumatore possa mettere in atto il suo diritto a copiare un'opera legalmente, se nessuno può aiutarlo ad ottenere i mezzi tecnici per farlo?"

La critica fatta dalla petizione, insomma, è che la legge finirebbe per impedire anche la discussione tecnica legittima. Se per esempio dicessi a un amico o raccontassi in un articolo come ho usato il mio Mac oppure MacTheRipper per copiare un mio CD o DVD protetto da un sistema anticopia, allo scopo di caricarlo sul mio lettore audio/video per uso personale, secondo gli autori della petizione sarei punibile (comma 3). Anzi, questo stesso articolo sarebbe una violazione della legge perché menziona un "mezzo per aggirare le misure".

Un altro esempio: se descrivessi una falla colossale in un sistema anticopia, scoperta da un ricercatore, sarei ancora in volazione della nuova legge svizzera. Questo sopprimerebbe, di fatto, la libera discussione tecnica. Non si potrebbero più smascherare i venditori di fumo anticopia.

Ma è davvero così? L'articolo 39a della legge, infatti, recita (le evidenziazioni sono mie):

Art. 39a (nuovo) Protezione dei provvedimenti tecnici

1 I provvedimenti tecnici efficaci destinati alla protezione delle opere e di altri oggetti protetti non devono essere elusi.

2 Sono considerati provvedimenti tecnici efficaci ai sensi del capoverso 1 le tecnologie e i dispositivi quali i controlli relativi all’accesso e alle copie, i sistemi di criptaggio, i sistemi di distorsione e altri sistemi di trasformazione destinati e atti a impedire o limitare impieghi non autorizzati di opere e di altri oggetti protetti.

3 E' vietato produrre, importare, offrire al pubblico, alienare o mettere altrimenti in circolazione, dare in locazione, lasciare in uso, pubblicizzare o possedere a scopo di lucro dispositivi, prodotti o componenti e fornire servizi che, a prescindere dall’elusione dei provvedimenti tecnici efficaci, hanno solo una finalità o utilità commerciale limitata e che:

a. sono oggetto di un’azione promozionale, pubblicitaria o commerciale volta a eludere i provvedimenti tecnici efficaci; o

b. sono progettati, prodotti, adattati o forniti principalmente allo scopo di consentire o facilitare l’elusione dei provvedimenti tecnici efficaci.

4 Il divieto di elusione non può essere fatto valere nei confronti di chi elude i provvedimenti tecnici efficaci esclusivamente allo scopo di procedere a un’utilizzazione legalmente autorizzata.

Ci sarebbe, insomma, il prerequisito dello scopo di lucro: cosa che in una discussione tecnica, o nella condivisione di informazioni fra amici o colleghi, non avviene. Sono esclusi anche i prodotti (hardware o software) che hanno altre funzioni oltre a quella di elusione, per cui un masterizzatore non è vietato. Non è vietato neanche aggirare i codici regionali dei propri DVD, per poterli vedere sul proprio computer o per vedere quelli acquistati all'estero in zone diverse dalla propria: un lettore multizona non ha lo scopo prevalente di eludere.

Inoltre il quarto comma esclude esplicitamente il divieto di elusione se l'elusione viene fatta per usi legali, e l'ultima volta che ho controllato, in Svizzera era ancora legale copiare un proprio CD per caricarlo sul proprio iPod. In tal caso, non sarebbe affatto vero che "nessuno può aiutarlo [il consumatore] ad ottenere i mezzi tecnici per farlo" come afferma la petizione.

Ma un blog come questo, nel quale compare pubblicità, potrebbe essere considerato fonte di lucro (con Adsense ci pago giusto le bollette di Internet, per cui "lucro" è una parola grossa, ma fa niente), e qui si entrerebbe davvero in un campo minato.

Per questo sto contattando gli esperti di settore per saperne di più: nel frattempo, vale la pena di organizzare una discussione in merito, perché i veri limiti del diritto d'autore e dei diritti dei fruitori sono poco conosciuti, e soprattutto in Svizzera c'è il rischio di credersi pirati quando non lo si è e di esserlo senza saperlo.

Comingsoon TV parla di complotti 11/9

Sono stato invitato telefonicamente a partecipare alla puntata odierna di Siamo Stati Uniti, oggi alle 15 su ComingSoon Television (canale 807 sul decoder di Sky, ricevibile sul digitale terrestre e in streaming via Internet).

L'occasione è l'uscita della quarta versione del video cospirazionista Loose Change, che ho visto in anteprima e che è veramente ben fatto: talmente documentato da essere costretto ad abbandonare le principali teorie alternative ed avvicinarsi alla ricostruzione comunemente accettata degli eventi dell'11 settembre.

È costato, dicono gli autori, duecentomila dollari: niente in confronto ai cinquecentomila euro del concorrente Zero di Giulietto Chiesa, che però al posto della ricerca iconografica e dei filmati d'archivio presenta cartoni animati. Ma questa è un'altra storia.

Una recensione dettagliata di Loose Change Final Cut è pubblicata qui insieme alla trascrizione integrale del video.


Aggiornamento


Mi scuso con gli ascoltatori e con i conduttori di Siamo Stati Uniti per le mie risposte troppo lunghe; non sentivo i loro disperati tentativi di fermarmi e li vedevo solo in ritardo in video (qui in Svizzera ricevo Comingsoon via cavo in digitale, e i ritardi dovuti alle varie ritrasmissioni sono micidiali).

2007/11/30

Scie chimiche (ancora, poi basta): risolvono la calvizie con i peli di plastica

Avete letto bene. Questa, in sintesi la conclusione della seconda puntata di Rebus dedicata al presunto fenomeno delle "scie chimiche" (la recensione alla prima puntata la trovate qui).

Secondo Rosario Marcianò e Massimo Santacroce, i due "ricercatori" del fenomeno, uno degli effetti delle scie chimiche sarebbe la produzione di filamenti di materiale non organico che escono dai bulbi piliferi delle persone contaminate. Peli di plastica, insomma. Cesare Ragazzi, fatti da parte.

E poi ci sono le sfere luminose, che naturalmente non possono essere banale rumore elettronico della telecamera puntata incoscientemente verso il sole oppure Venere (visibile anche di giorno, per chi non lo sapesse; basta sapere dove cercare) o cacchine di mosca sulla finestra o polvere sulla pellicola o sul sensore della fotocamera o uno dei mille altri fenomeni che producono puntini bianchi nelle immagini; ci sono gli aerei rossi con delle cose sotto le ali che, nei filmati sgranatissimi e mossi presentati dai "ricercatori", non possono essere le gondole degli attuatori dei flap, ma sono sicuramente dei dispositivi diabolici.

E c'è anche la polvere intelligente, un computer dentro ogni granello. Ecco perché ogni volta che spolvero, due minuti dopo la polvere si ripresenta. Si è nascosta per poi riposizionarsi col passo del leopardo. Quella non è polvere intelligente, è polvere bastarda.

E infine c'è il brevetto dell'irroratore montato sotto i motori. Brevetto esistente, per carità: ma parla di come spurgare l'olio dai motori. Cosa più importante: a nessuno dei presenti viene il dubbio che pubblicare un brevetto che descrive una tecnologia segretissima, di cui nessuno deve sapere nulla, sarebbe un pochino da imbecilli?

Giuro. Hanno detto tutte queste cose e molte altre che mi sono perso perché ridevo troppo. E' stata un'ora e mezza di vero delirio (in tutti i sensi). Se qualcuno non ci crede, ho la registrazione, e Odeon metterà a breve online la puntata.

Marcianò e Santacroce presentano delle foto in cui questi oggetti sono grandi tre pixel, e loro in quei tre pixel ci vedono tutto un apparato o tutta una sfera luminosa. Io ci vedo tre pixel, e vedo un programma di grafica tirato per il collo per creare artefatti digitali evidenti a chiunque sappia qualcosa di immagini digitali.

I due "ricercatori" non si rendono neppure conto che l'immagine della sfera luminosa doppia, quella a forma di arachide, è semplicemente il risultato del movimento della telecamera. Marcianò, abbia pazienza, ma in due anni e rotti di ricerche ossessive, venti euro per un treppiede della mutua non si potevano trovare?

Non so se le scie chimiche fanno venire il morbo di Morgellons (ovviamente citato nel programma), ma di certo questi filmati fanno venire il mal di mare.


Siamo seri


Magari qualcuno pensa che io stia sfottendo un po' troppo Rebus e i suoi ospiti (c'era anche Tom Bosco, ma lasciamo stare). Allora cercherò di stare serio e di dire due parole conclusive sulla faccenda delle scie chimiche per quanto mi riguarda.

Parliamoci chiaro: se volete dimostrare l'esistenza di un fenomeno, ci vuole ben altro che dei filmatini fatti con il Parkinson e qualche foto sgranata e ritoccata con Photoshop per tirare fuori dettagli inesistenti. Ci vuole ben altro che un'analisi di un campione d'acqua piovana nel quale avranno pisciato tutti gli insetti di Sanremo (dove abita Marcianò).

Portate prove serie, condotte in modo rigoroso e documentato, in condizioni di controllo, in modo da escludere qualsiasi altra possibilità o spiegazione meno fantasiosa, e la comunità scientifica vi abbraccerà, perché una scoperta del genere è il colpo gobbo che bramano anche gli scienziati. E io sarò il primo a darvi ragione, per quel che vale il mio appoggio. Ma fino a quel momento, se continuate su questa strada, riuscirete soltanto a coprirvi di ridicolo.

Comperatevi una fotocamera con un buon teleobiettivo (e un treppiede!), procuratevi le carte aeronautiche che indicano le aerovie, imparate a fare triangolazioni o a ricevere i segnali dei transponder per identificare la vera quota degli aerei, ascoltate le comunicazioni radio degli aerei, annotate ora e luogo di ogni ripresa, e cominciate a dimostrare almeno l'esistenza di questi fantomatici aerei non civili e poi delle loro scie. Raccogliete una massa inoppugnabile di dati, e nessuno potrà ridicolizzarvi.

Un pensiero paranoico potrebbe farsi tentare dall'idea che forse è proprio questo lo scopo: di fronte a un approccio così assolutamente dilettantesco, potrebbe venire il dubbio che Marcianò e Santacroce siano in realtà incaricati da qualcuno di coprire pubblicamente di ridicolo il fenomeno delle scie chimiche, in modo da permettere agli irroratori misteriosi di continuare indisturbati.

Pensateci un attimo. L'idea vi fa rizzare i peli? Controllate che non siano di plastica.

2007/11/28

Scie chimiche, nuova “prova” sbufalata

Straker, sostenitore delle cosiddette "scie chimiche", ha presentato quella che definisce senza mezzi termini "la prova dell'irrorazione chimica" e l'ha perentoriamente linkata nei commenti del Disinformatico a mo' di sfida.

Ecco la "prova" di Straker, tratta da qui:

Alla quale rispondo con questa foto:


Corpo di mille cannoni all'orgone, ho trovato una foto di un aereo chimico e per giunta meno sgranata di quella degli sciachimisti? Un aereo che forma "dense scie... che non hanno origine dai motori"?

Macché: la foto è questa, da Airliners.net, e ritrae un Boeing 767 della Japan Airlines, immortalato in una foto scattata da un altro aereo che gli stava circa 300 metri sotto il 12 luglio 2005 in Estremo Oriente. I puntini bianchi sono cristalli di ghiaccio dispersi nell'aria.

E giusto per rincarare la dose, ecco un aereo che ha quattro motori ma lascia una scia singola centrale:


Anche in questo caso, non si tratta di un "aereo chimico", ma di un normalissimo Boeing 747 della United Airlines, fotografato lo stesso giorno sopra il Giappone a 800 metri di quota in più rispetto all'aereo del fotografo. L'originale è qui.

Foto come queste dimostrano che gli aerei di linea possono lasciare scie che non dipendono dai loro motori ma puramente dalle variazioni di pressione prodotte nell'aria dal loro passaggio. Scie che pertanto non sono vincolate dalle condizioni di quota, pressione, umidità e temperatura tanto sbandierate dai complottisti delle scie chimiche, che non si fanno scrupoli di citare (maldestramente) la Nasa come fonte autorevole per poi accusarla di far parte del complotto.

Allora, cari sciachimisti: tutte qui le vostre "prove"? Quante altre volte volete essere pescati a spacciare fenomeni normalissimi per prove di chissà quale demenziale cospirazione?

La seconda puntata di Rebus sulle scie chimiche si avvicina...


Aggiornamento (2007/11/29)


L'articolo di Straker è stato modificato aggiungendo proprio la foto che ho segnalato. Nella versione usata da Straker, però, è stata rimossa la dicitura che ne rivela l'origine assolutamente normale (il sito Airliners.net) e soprattutto ne indica l'autore.

Non solo: Straker ha aggiunto una didascalia che parla di "goccioline di pioggia", mentre la foto originale specificava che si trattava di cristalli di ghiaccio, sintomo di temperature e condizioni atmosferiche ben differenti da quelle che consentono la sospensione di gocce d'acqua.

Ma soprattutto viene da chiedersi quale strana logica venga seguita nel pubblicare la foto che ho segnalato: dato che questa foto mostra una normale scia di condensazione, perché quella molto simile presentata da Straker dovrebbe mostrare qualcosa di diverso? Boh.

Infine, è interessante notare che Straker, così disinvolto nell'appropriarsi di immagini altrui e cancellarne l'autore senza fornire riferimenti o rimandi, invece ammonisce, nel proprio sito, che "La riproduzione di immagini e testo è concessa solo a seguito di espressa autorizzazione" e che "In ogni caso, si chiede di citare la fonte con link cliccabile!".

Peras imposuit Iuppiter nobis duas...

2007/11/27

Privacy delle ricerche in Google

Come far "dimenticare" a Firefox o Internet Explorer i siti visitati e le parole cercate


Un ascoltatore del Disinformatico radiofonico ha chiesto, in una puntata recente, come si può evitare un fenomeno potenzialmente imbarazzante o comunque sgradevole: quando si naviga in Internet o si cerca qualche cosa, i programmi di navigazione come Internet Explorer o Firefox "ricordano" i siti visitati e le parole cercate e le propongono automaticamente quando si inizia a digitare un nuovo nome o una nuova ricerca.

Per esempio, se avete visitato di recente Playboy.com e poi digitate p nel programma di navigazione perché volete andare a vedere il sito del Parlamento italiano, il programma vi propone diligentemente Playboy.com, come mostrato nell'immagine qui sotto. Fastidioso.


Per evitare quest'inconveniente, impostate il vostro programma di navigazione in modo che non ricordi automaticamente i siti visitati e le parole cercate:
  • In Firefox, scegliete Strumenti - Opzioni (o, se usate il Mac, Preferenze), la scheda Privacy, e disattivate le caselle Salva le informazioni inserite nei moduli e nella barra di ricerca e Ricorda le pagine visitate, e attivate la casella Elimina sempre i dati personali alla chiusura di Firefox. Poi cliccate su Svuota adesso, attivate tutte le caselle e cliccate su Elimina i dati personali adesso.
  • In Internet Explorer 7, scegliete Strumenti - Opzioni Internet, la scheda Avanzate, e assicuratevi che sia disattivata la casella Usa completamento automatico. Poi, sempre nelle Opzioni Internet, scegliete Elimina cronologia esplorazioni e cliccate su Elimina tutto e poi confermate.
Se vi capita di navigare usando un computer altrui, potete purgare le tracce delle vostre esplorazioni in modo molto semplice con Firefox scegliendo Strumenti e poi Elimina i dati personali, attivando tutte le caselle di spunta (in IE7, scegliete Strumenti - Elimina cronologia esplorazioni).

Questo è praticamente obbligatorio se si usa un Internet café, per non lasciare in giro tracce, password e altre chicche golose a chi arriva dopo di voi. Ma attenzione: così facendo annullate anche tutte le informazioni di navigazione del proprietario del computer.

Disastri informatici, la compilation (prima parte)

La compilation dei disastri informatici


Zdnet ha pubblicato una simpatica lista, decisamente consolatoria, dei peggiori disastri informatici della storia, escludendo però quelli che hanno causato morti o feriti. Ma così è troppo blanda, per cui mi sono permesso di aggiungere qualche altro disastro. Ecco un assaggio.

1983: il sistema di difesa antimissile sovietico


Il 26 settembre 1983, un baco nel sistema sovietico di avvistamento avanzato dei missili intercontinentali segnalò erroneamente che gli Stati Uniti avevano lanciato contro l'Unione Sovietica cinque missili con testate nucleari.

Per fortuna l'ufficiale in servizio, Stanislav Petrov (nella foto), all'epoca quarantaquattrenne, ebbe la sensazione che ci fosse qualcosa che non quadrava: perché gli USA avrebbero dovuto attaccare usando soltanto cinque missili?

In realtà era un difetto del software che doveva eliminare i falsi rilevamenti dei satelliti di sorveglianza, che rilevano il bagliore del lancio dei missili ma a volte si fanno ingannare dai riflessi del sole sulle nubi.

Petrov non fu mai premiato dai sovietici per la propria iniziativa, ma anzi fu torchiato per la propria insubordinazione; gli andò meglio in occidente, dove ottennne un riconoscimento dalle Nazioni Unite, ed ora è semplicemente un pensionato come tanti. Ne parlano varie fonti, come per esempio il Washington Post, ed è previsto per il 2008 un documentario che racconta la sua storia, secondo il Malta Star.

1990: collassa la rete telefonica USA


Il 15 gennaio 1990, settantacinque milioni di telefonate in tutti gli Stati Uniti cadono nel vuoto perché una singola centrale della AT&T subisce un piccolo guasto. Sessantamila utenti restano senza la possibilità di fare interurbane per ore. Il software di gestione, aggiornato da poco, contiene una sola riga sbagliata che causa un effetto domino che fa collassare tutte le altre centrali. Ne parlano anche Technology Review e Data Reservoir.

1962: sonda spaziale USA distrutta da un trattino


Il 22 luglio 1962, la sonda automatica Mariner 1 decolla da Cape Canaveral, ma invece di dirigersi verso Venere, subito dopo il lancio piega a sinistra e punta verso il basso. La NASA è costretta a farla esplodere in volo per evitare che causi danni precipitando intera.

Il rapporto pubblicato in seguito dalla NASA ammette che la causa dell'errore è un singolo trattino mancante da una riga di codice Fortran del programma di guida automatica della sonda. Secondo il rapporto, "in qualche modo, un trattino era stato eliminato dal programma di guida caricato sul computer, consentendo ai segnali errati di ordinare al razzo vettore di deviare a sinistra e puntare il muso verso terra... Basti dire che il primo tentativo americano di volo interplanetario è fallito per mancanza di un trattino" ["Somehow a hyphen had been dropped from the guidance program loaded aboard the computer, allowing the flawed signals to command the rocket to veer left and nose down...Suffice it to say, the first U.S. attempt at interplanetary flight failed for want of a hyphen."].

Il vettore e la sonda costavano oltre 80 milioni di dollari, inducendo Arthur C. Clarke (grande scrittore di fantascienza, nonché inventore dei satelliti geostazionari) a battezzare questa missione come "il trattino più costoso della storia" ["the most expensive hyphen in history"]. Ne parlano Data Reservoir, Nasa e Risks Digest.

1996: il vettore Ariane 5 esplode al decollo, danni per 1 miliardo di euro


Il 4 giugno 1996 viene lanciato per la prima volta il vettore Ariane 5, punta di diamante del programma spaziale europeo. Dopo 39 secondi di volo interviene il sistema di autodistruzione, trasformando l'Ariane 5 e il suo carico pagante (quattro satelliti scientifici non assicurati, per un valore di 500 milioni di dollari) in quello che è stato definito "il più costoso fuoco d'artificio della storia".

Non ci sono vittime, dato che il missile non ha equipaggio e i frammenti dell'esplosione cadono in una zona disabitata della Guiana francese, ma i danni economici sono ingentissimi (1 miliardo di euro). Il disastro avviene perché un programma del sistema di navigazione tenta di mettere un numero a 64 bit in uno spazio a 16 bit.

Il sistema, progettato per l'Ariane 4 e riciclato perché dimostratosi affidabile, tenta infatti di convertire la velocità laterale del missile dal formato a 64 bit al formato a 16 bit. Tuttavia l'Ariane 5 vola molto più velocemente dell'Ariane 4, per cui il valore della velocità laterale è più elevato di quanto possa essere gestito dalla routine di conversione, che (a differenza di molte altre routine di conversione a bordo) è priva dei normali controlli che evitano problemi di gestione.

Risultato: overflow, spegnimento del sistema di guida, e trasferimento del controllo al secondo sistema di guida, che però essendo progettato allo stesso modo è già andato in tilt nella medesima maniera pochi millisecondi prima. Privo di guida, il vettore si autodistrugge.

Ironia della sorte, la funzione di conversione difettosa che causa lo spegnimento del sistema di guida non ha alcuna utilità pratica una volta che l'Ariane è partito: serve soltanto per allineare il vettore con le coordinate celesti (l'Ariane ha un sistema di navigazione inerziale). Ma i progettisti avevano deciso di lasciarla attiva per i primi 40 secondi di volo in modo da facilitare il riavvio del sistema se si fosse verificata una breve interruzione nel conto alla rovescia.

Da un articolo di Claudio Borgonovi sul Sole 24 Ore di luglio 1996:

"Appena nove secondi dopo il decollo, le due centrali inerziali già non riuscivano ad avere un allineamento corretto. Al 37° secondo le due centrali si dichiaravano contemporaneamente in situazione d'errore irrecuperabile e lanciavano una procedura di reset (...) realizzabile fino a 40 secondi dal via. (...) veniva assunta come base di riferimento la posizione istantanea del vettore, non coincidente con la posizione verticale sulla base di lancio, e il calcolatore ordinava una brusca correzione di rotta, portando a fine corsa gli ugelli sia dei booster che del motore criogenico. L'improvviso aumento degli sforzi aerodinamici portava a instabilità strutturale ("buckling") e il vettore si rompeva poco al di sotto dell'ogiva. Subito dopo si sono attivati i sistemi automatici di autodistruzione"


2006: il software sbaglia i cablaggi dell'Airbus a due piani


L'Airbus A380, il gigantesco aereo di linea noto per la sua fusoliera a due piani, è assemblato in vari moduli in fabbriche differenti. Ma durante l'unione dei vari moduli per completare l'aereo, salta fuori che i cavi di un modulo non sono nella posizione nella quale se li aspetta il cablaggio dell'altro modulo.

Un disastro che comporta ritardi di oltre un anno, riprogettazioni e penali sui contratti di fornitura già stipulati sui quali nessuno, a quanto risulta, vuole dare una cifra precisa.

Il problema è dovuto al fatto che la fabbrica di Amburgo usa una versione vecchia del software di progettazione e assemblaggio CATIA, mentre quella francese della Dassault Aviation usa quella nuova.

La seconda parte della compilation di disastri informatici è pubblicata qui.
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