Un blog di Paolo Attivissimo, giornalista informatico e cacciatore di bufale
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2005/09/30
Guerre Stellari, scene tagliate: prime immagini dal DVD di Episodio III
Ain't It Cool News segnala le prime immagini tratte dalle scene tagliate di Guerre Stellari Episodio III: Grievous uccide una Jedi di fronte a Obi-Wan Kenobi; Obi e Anakin tagliano il pavimento con le spade laser per crearsi una via di fuga; Obi e Anakin finiscono in una vasca di liquido (secondo i miei libri, è un serbatoio di carburante o simili); e Yoda arriva su Dagobah.
Mancano, per il momento, scene ben più clou, che so che sono state girate ma mancano dal film: il momento in cui Palpatine spiega ad Anakin chi è il suo vero padre, per esempio... come, non lo sapete?
Il DVD esce il primo novembre.
Mancano, per il momento, scene ben più clou, che so che sono state girate ma mancano dal film: il momento in cui Palpatine spiega ad Anakin chi è il suo vero padre, per esempio... come, non lo sapete?
Il DVD esce il primo novembre.
2005/09/29
Elogio della Pirateria
Dal Corsaro Nero agli hacker, dieci storie di ribellioni creative
Vi segnalo uno dei pochi libri d'informatica in italiano che mi è capitato di leggere ultimamente: Elogio della Pirateria - dieci storie di ribellioni creative. E' un testo ben documentato e pieno di idee provocatorie sulla cosiddetta pirateria disco-cinematografica. Idee che non sempre mi sono trovato a condividere, ma che mi sono piaciute abbastanza da scrivere una prefazione, anche perché Carlo Gubitosa, l'autore, è amico di posta elettronica da una vita.
Un altro motivo per cui segnalo il testo è la licenza con la quale è distribuito: la Creative Commons "Attribution-NonCommercial-NoDerivs 2.0", consultabile in Rete. E' insomma un libro libero, che può essere riprodotto e distribuito, con ogni mezzo fisico, meccanico o elettronico, a condizione che la riproduzione del testo avvenga integralmente e senza modifiche, ad uso privato e a fini non commerciali.
Il libro è in vendita nelle librerie a 9 euro o acquistabile online. Il suo codice ISBN è 8889385375. L'editore è Terre di mezzo . Comunque la pensiate sulla pirateria, vi garantisco che dopo aver letto questo libro avrete molto su cui riflettere.
Guerre Stellari su Internet prima che al cinema: colpa degli addetti ai lavori
Prima di andare a caccia di streghe fra gli utenti, i signori di Hollywood farebbero bene a guardarsi in casa. Ricordate il clamore che fece la distribuzione di Guerre Stellari Episodio III nei circuiti P2P prima ancora che uscisse al cinema? Be', è colpa di un addetto ai lavori di una casa di post-produzione. Uno che per il cinema ci lavora, insomma.
Come riferisce la Associated Press, il 27 settembre scorso sono state accusate formalmente otto persone. Secondo la ricostruzione depositata in tribunale a Los Angeles, il ventottenne Albert Valente ha preso una copia del film dal centro di post-produzione dove lavorava e dove venivano preparati gli screener (le copie su DVD date in anteprima ai critici) e l'ha data a un amico. Quest'amico l'ha data a un suo amico, che poi l'ha passato a tre amici, uno dei quali ne ha fatto una copia per il cugino, che poi l'ha prestata a Marc Hoaglin, 36 anni, di Huntington Beach, che è colui che ha messo il film su Internet il 18 maggio.
Valente è accusato di violazione volontaria del diritto d'autore per aver distribuito la propria copia del film e rischia fino a un anno di carcere, come gli altri componenti dell'informale catena di distribuzione. Hoaglin è accusato di aver pubblicato il film su Internet e rischia fino a tre anni di galera.
Episodio III ha raccolto incassi per 380 milioni di dollari soltanto negli USA, secondo l'Internet Movie Database. Una cifra spettacolare che rende poco plausibili le pretese perdite dovute alla pirateria cinematografica.
Fra l'altro, Dan Glickman, capo della MPAA, dice che i responsabili sono stati identificati grazie a segni univoci nascosti nelle varie copie d'anteprima del film destinate ai critici.
Mi sa che non hanno ancora capito, là a Hollywood, che chi guarda un film scaricato da Internet non sarebbe mai andato al cinema a pagare il biglietto, né tanto meno l'avrebbe comperato o noleggiato in DVD; quindi non è un cliente perduto.
L'altra cosa che andrebbe forse capita è che i critici, invece di starsene comodi a casa a vedersi i film in DVD in anteprima, farebbero bene a prendere il loro augusto sedere e ficcarlo nella poltrona di un cinema, come tutte le persone normali. Così non solo si chiuderebbe la falla degli screener, ma i critici potrebbero anche avere la reazione autentica del pubblico in sala.
Andare alla prima assoluta di Episodio III, gremita di fan sfegatati (in costume!!), e vederli uscire in imbarazzato silenzio a fine film è molto più illuminante di qualsiasi recensione scritta nello splendido isolamento di una redazione. Ve lo garantisco per esperienza.
Come riferisce la Associated Press, il 27 settembre scorso sono state accusate formalmente otto persone. Secondo la ricostruzione depositata in tribunale a Los Angeles, il ventottenne Albert Valente ha preso una copia del film dal centro di post-produzione dove lavorava e dove venivano preparati gli screener (le copie su DVD date in anteprima ai critici) e l'ha data a un amico. Quest'amico l'ha data a un suo amico, che poi l'ha passato a tre amici, uno dei quali ne ha fatto una copia per il cugino, che poi l'ha prestata a Marc Hoaglin, 36 anni, di Huntington Beach, che è colui che ha messo il film su Internet il 18 maggio.
Valente è accusato di violazione volontaria del diritto d'autore per aver distribuito la propria copia del film e rischia fino a un anno di carcere, come gli altri componenti dell'informale catena di distribuzione. Hoaglin è accusato di aver pubblicato il film su Internet e rischia fino a tre anni di galera.
Episodio III ha raccolto incassi per 380 milioni di dollari soltanto negli USA, secondo l'Internet Movie Database. Una cifra spettacolare che rende poco plausibili le pretese perdite dovute alla pirateria cinematografica.
Fra l'altro, Dan Glickman, capo della MPAA, dice che i responsabili sono stati identificati grazie a segni univoci nascosti nelle varie copie d'anteprima del film destinate ai critici.
Mi sa che non hanno ancora capito, là a Hollywood, che chi guarda un film scaricato da Internet non sarebbe mai andato al cinema a pagare il biglietto, né tanto meno l'avrebbe comperato o noleggiato in DVD; quindi non è un cliente perduto.
L'altra cosa che andrebbe forse capita è che i critici, invece di starsene comodi a casa a vedersi i film in DVD in anteprima, farebbero bene a prendere il loro augusto sedere e ficcarlo nella poltrona di un cinema, come tutte le persone normali. Così non solo si chiuderebbe la falla degli screener, ma i critici potrebbero anche avere la reazione autentica del pubblico in sala.
Andare alla prima assoluta di Episodio III, gremita di fan sfegatati (in costume!!), e vederli uscire in imbarazzato silenzio a fine film è molto più illuminante di qualsiasi recensione scritta nello splendido isolamento di una redazione. Ve lo garantisco per esperienza.
2005/09/25
[IxT] Antibufala: 3 cent per Alessandra ustionata
Questa newsletter vi arriva grazie alle gentili donazioni di "rpol2", Chiara Facc*** e "mindstream".
Sta circolando un appello che chiede aiuto per una bambina gravemente ustionata (mostrata nella foto accanto, che qui riporto in versione sfocata e ridotta) e promette 3 cent per ogni copia dell'appello inoltrata via e-mail:
"Alessandra a 14 mesi e ha vinto la sua prima lotta con il fuoco. Adesso lotta per il suo futuro. A causa di alta temperatura ha la pelle bruciata e lesione delle ossa di cranio. Non ha mezzo viso. Adesso si trova in ospedale di Krakovia e sta sotto la cura di un cirurgo, specialista di ustioni, Jacek Puchala. La aspettano altre operazioni e lunga reabilitazione alla quale servono i soldi. Ma i genitori non li anno e si sentono impotenti di fronte a questa situazione. Con ogni messaggio mandato ricevono 3 centesimi."Purtroppo si tratta di una bufala soltanto per metà. Il caso della bambina è infatti autentico, ma non è vero che con ogni messaggio mandato i suoi genitori ricevono 3 centesimi. La condizione gravissima della bimba è documentata, per esempio, dal sito della TV di stato polacca, che indica che la bambina non si chiama Alessandra, ma Oleńka Kuczma [anche se, come notano i lettori, Olenka è diminutivo e vezzeggiativo di Aleksandra], e riporta le coordinate presso le quali si possono davvero effettuare donazioni.
Il suo caso è documentato anche da vari siti antibufala, quasi tutti in lingue a me assolutamente sconosciute (ceco e polacco): se qualche lettore è in grado di mandarmi una traduzione da queste lingue delle pagine che cito nella mia indagine antibufala, la pubblicherò volentieri.
La faccenda dei 3 cent per ogni messaggio inoltrato richiama un altro caso, quello di Rachel, la figlia di George Arlington, che gira da anni. A parte la differenza importante che non esiste alcun George Arlington, mentre il caso di Ola/Olenka è autentico, non c'è alcun metodo tecnico che consenta di tracciare un semplice messaggio e-mail inoltrato da una casella all'altra. Pertanto, tutti gli appelli che dicono 'inoltra per donare x centesimi' fanno disinformazione.
Nel caso di Ola/Olenka, inoltre, manca persino un'indicazione di quale ente o organizzazione dovrebbe tracciare e donare questi 3 cent, e come al solito prima di inoltrare bisognerebbe chiedersi perché mai verrebbe organizzata questa sottospecie di 'lotteria della vita', in cui il facoltoso sponsor eroga soldi soltanto se c'è gente che inoltra il messaggio: se per caso non si raggiunge il numero di inoltri necessario, che succede? Lasciano morire la bambina?
La mia indagine antibufala è a vostra disposizione.
Ciao da Paolo.
2005/09/24
Aggiornamento sul caso Platinway
Questa newsletter vi arriva grazie alle gentili donazioni di "chiaramalt***", "f.suffred***" e "pardini".
Il sito Anti-Phishing Italia riferisce un importante aggiornamento a proposito del caso Platinway (la fantomatica società che recentemente ha spammato mezza Italia con un'offerta di lavoro facile e sicuro da svolgere comodamente via Internet da casa): come segnalavo nella newsletter e nel blog pochi giorni fa, dietro quest'offerta c'è il riciclaggio di denaro sporco.
Se avete risposto all'annuncio e avete affidato le vostre coordinate bancarie a Platinway, siete nei guai. Infatti Anti-phishing.it riferisce che una utente, allettata dall'offerta, ha risposto comunicando i propri dati bancari e accettando il contratto. Il lavoro consiste nel ricevere delle somme di denaro sul proprio conto corrente e poi trasferirle altrove, trattenendosi una commissione.
Platinway ha subito inviato una prima somma al conto della malcapitata utente. Il problema è che la somma proveniva, tramite phishing, dal conto di un altro utente italiano, che aveva sporto denuncia per la scomparsa della medesima somma dal proprio conto. Così la neo-collaboratrice di Platinway è diventata complice di un crimine.
Non posso che associarmi al consiglio di Anti-Phishing.it: se avete fornito i vostri dati bancari a Platinway o ad altre società che operano via Internet con lo stesso sistema, tenete d'occhio i vostri conti correnti per verificare se ricevono soldi da sconosciuti; denunciate il problema alla Polizia Postale e bloccate il vostro conto per evitare che i truffatori possano utilizzarlo.
Tutti i dettagli sul caso sono nell'apposita pagina del sito Anti-Phishing.it.
Aggiornamento (21:40 24/9/2005): l'esperto di sicurezza che mi ha segnalato in anticipo il pericolo Platinway mi dice che questa notizia del Sole 24 Ore, datata 3 agosto, è collegata al caso. In sintesi, "un'operazione della Guardia di Finanza di Milano ha portato alla denuncia di 28 persone, sospettate di aver sottratto denaro a 400 titolari di conti correnti online con la tecnica del furto di identità, il cosiddetto 'phishing'... Il denaro sottratto dai malviventi veniva poi dirottato su conti all'estero attraverso la collaborazione di vari intermediari, i quali - intascando commissioni tra il 5% e il 20% - consentivano il transito sui propri conti...Nel corso dell'operazione... sono stati bloccati oltre 1,3 milioni di euro."
Il sito Anti-Phishing Italia riferisce un importante aggiornamento a proposito del caso Platinway (la fantomatica società che recentemente ha spammato mezza Italia con un'offerta di lavoro facile e sicuro da svolgere comodamente via Internet da casa): come segnalavo nella newsletter e nel blog pochi giorni fa, dietro quest'offerta c'è il riciclaggio di denaro sporco.
Se avete risposto all'annuncio e avete affidato le vostre coordinate bancarie a Platinway, siete nei guai. Infatti Anti-phishing.it riferisce che una utente, allettata dall'offerta, ha risposto comunicando i propri dati bancari e accettando il contratto. Il lavoro consiste nel ricevere delle somme di denaro sul proprio conto corrente e poi trasferirle altrove, trattenendosi una commissione.
Platinway ha subito inviato una prima somma al conto della malcapitata utente. Il problema è che la somma proveniva, tramite phishing, dal conto di un altro utente italiano, che aveva sporto denuncia per la scomparsa della medesima somma dal proprio conto. Così la neo-collaboratrice di Platinway è diventata complice di un crimine.
Non posso che associarmi al consiglio di Anti-Phishing.it: se avete fornito i vostri dati bancari a Platinway o ad altre società che operano via Internet con lo stesso sistema, tenete d'occhio i vostri conti correnti per verificare se ricevono soldi da sconosciuti; denunciate il problema alla Polizia Postale e bloccate il vostro conto per evitare che i truffatori possano utilizzarlo.
Tutti i dettagli sul caso sono nell'apposita pagina del sito Anti-Phishing.it.
Aggiornamento (21:40 24/9/2005): l'esperto di sicurezza che mi ha segnalato in anticipo il pericolo Platinway mi dice che questa notizia del Sole 24 Ore, datata 3 agosto, è collegata al caso. In sintesi, "un'operazione della Guardia di Finanza di Milano ha portato alla denuncia di 28 persone, sospettate di aver sottratto denaro a 400 titolari di conti correnti online con la tecnica del furto di identità, il cosiddetto 'phishing'... Il denaro sottratto dai malviventi veniva poi dirottato su conti all'estero attraverso la collaborazione di vari intermediari, i quali - intascando commissioni tra il 5% e il 20% - consentivano il transito sui propri conti...Nel corso dell'operazione... sono stati bloccati oltre 1,3 milioni di euro."
2005/09/16
Antibufala: attenti a Platinway, non è solo spam
Da alcuni giorni sta circolando uno spam piuttosto pesante che reclamizza l'offerta di un'organizzazione che si fa chiamare Platinway Corp. e promette di farvi "diventare manager di una società ed avere una buona paga" e "un profitto sicuro, stabile che riceve ogni mese lavorando su Internet".
Il messaggio di Platinway dice che "tutto quello che Le serve per poter lavorare con noi è: essere residente in Italia, avere un conto bancario in una banca, avere un computer collegato alla rete globale, possedere un po' di tempo libero, e, naturalmente, il desiderio di fare questo lavoro."
Troppo facile per essere vero? La solita fregatura del marketing multilivello? No, stavolta dietro questo spam c'è di peggio. Secondo quanto mi è stato segnalato da un esperto di sicurezza informatica che collabora strettamente con le forze dell'ordine italiane, si tratta di una vera e propria frode (648 bis del codice penale): questi spammer cercano riciclatori, persone comuni e insospettabili attraverso i cui conti far girare soldi derivanti da truffe informatiche e da operazioni di phishing.
Consiglio pertanto di cancellare immediatamente senza approfondimenti questo spam e certamente di non aderire alla loro offerta e neppure di contattare Platinway per saperne di più (il sito citato nello spam, http://www.platinway.com, risulta comunque inaccessibile). Siccome è presumibile che ci sia molta attenzione delle forze di polizia verso Platinway, trovare i vostri nomi fra gli aderenti o interessati potrebbe essere sconveniente.
Il messaggio di Platinway dice che "tutto quello che Le serve per poter lavorare con noi è: essere residente in Italia, avere un conto bancario in una banca, avere un computer collegato alla rete globale, possedere un po' di tempo libero, e, naturalmente, il desiderio di fare questo lavoro."
Troppo facile per essere vero? La solita fregatura del marketing multilivello? No, stavolta dietro questo spam c'è di peggio. Secondo quanto mi è stato segnalato da un esperto di sicurezza informatica che collabora strettamente con le forze dell'ordine italiane, si tratta di una vera e propria frode (648 bis del codice penale): questi spammer cercano riciclatori, persone comuni e insospettabili attraverso i cui conti far girare soldi derivanti da truffe informatiche e da operazioni di phishing.
Consiglio pertanto di cancellare immediatamente senza approfondimenti questo spam e certamente di non aderire alla loro offerta e neppure di contattare Platinway per saperne di più (il sito citato nello spam, http://www.platinway.com, risulta comunque inaccessibile). Siccome è presumibile che ci sia molta attenzione delle forze di polizia verso Platinway, trovare i vostri nomi fra gli aderenti o interessati potrebbe essere sconveniente.
Rimossi tutti i link ai video del Live 8
Da un paio di giorni, AOL ha tolto le pagine che raccoglievano i link ai video dei vari concerti del Live 8. Ora se si digita l'indirizzo della pagina base che fino a pochi giorni fa era dedicata al Live 8 (http://music.channel.aol.com/live_8_concert/home) si arriva a un'altra paginetta che ricorda che "chi vuole rivivere la magia potrà acquistare un cofanetto di 4 DVD del Live 8, che verrà distribuito dalla Capitol Records a partire dal prossimo 8 novembre".
E' stato bello finché è durato. Spero abbiate fatto in tempo a scaricare quello che vi interessava. Io sì :-)
E' stato bello finché è durato. Spero abbiate fatto in tempo a scaricare quello che vi interessava. Io sì :-)
2005/09/15
Antibufala - “Rigenera batterie”, l’indagine in dettaglio
Come promesso, a seguito dei contatti con il rivenditore italiano dei "rigenera batterie" autoadesivi, ho approfondito l'indagine e l'ho pubblicata nell'elenco del Servizio Antibufala. Spero la troviate interessante.
Cerere ha più acqua della Terra?
Secondo HubbleSite, Cerere, il più grande asteroide della cintura degli asteroidi (930 km di diametro), potrebbe avere delle riserve d'acqua dolce immense e addirittura superiori a quelle della nostra Terra.
Con l'aiuto del telescopio spaziale Hubble è stato finalmente possibile determinare la forma di Cerere, che è risultata essere sorprendentemente sferica (di solito gli asteroidi hanno forme molto irregolari), come vedete nell'immagine qui accanto.
Una forma di questo genere, combinata con la sua rotazione su se stesso in nove ore, indica che la struttura dell'asteroide è stratificata. Se non lo fosse, le forze centrifughe l'avrebbero fatto diventare più largo all'equatore che ai poli, secondo Lucy McFadden, che ha partecipato all'indagine.
La cosa interessante è che la sostanza che più plausibilmente consente questa rotondità anomala è proprio l'acqua, situata sotto una sottile crosta esterna di altre sostanze. Secondo le stime, se soltanto il 25% di Cerere è costituito da acqua, l'asteroide contiene più acqua dolce di quanta ne abbia il nostro pianeta.
Se ve lo state chiedendo, no, non so cos'è il puntino bianco. E non cominciate a dire "Non è una luna, quella... E' una stazione spaziale".
Tre lame, quattro lame, CINQUE lame
Ok, ok, non c'entra assolutamente niente con l'informatica e/o Internet, ma questa è la discarica della mia discarica, e quando leggo una notizia demenziale ne tengo traccia qui, anche se non è informaticamente attinente.
Ricordate? In principio c'era il rasoio monolama. Poi arrivò il bilama, seguito dal trilama. Poi Schick tirò fuori il quadrilama (battezzato Quattro in un impeto di creatività sconfinata). E come ti poteva rispondere Gillette in questa gara a chi ce l'ha più dotato? Con un rasoio pentalama. O è esalama?
Sì, cinque lame davanti, più una sul retro, per tagliare le basette e i peli sotto il naso (grazie all'anonimo commentatore che ha chiarito il numero di lame: l'articolo di CNN parlava di cinque lame, non sei; vatti a fidare).
Eh già, perché si sono accorti che più aumenta il numero delle lame, più la testina diventa una sorta di paletta che non arriva più dappertutto. Così cosa ti inventano i geni del marketing? Un monolama. E così il cerchio si chiude, e il borsellino si apre.
Attendo con trepidazione la prossima novità rivoluzionaria, dallo stesso reparto che ci ha regalato lo shampoo col balsamo per poi "innovare" offrendo lo shampoo senza balsamo: i pannolini lavabili di stoffa.
Ricordate? In principio c'era il rasoio monolama. Poi arrivò il bilama, seguito dal trilama. Poi Schick tirò fuori il quadrilama (battezzato Quattro in un impeto di creatività sconfinata). E come ti poteva rispondere Gillette in questa gara a chi ce l'ha più dotato? Con un rasoio pentalama. O è esalama?
Sì, cinque lame davanti, più una sul retro, per tagliare le basette e i peli sotto il naso (grazie all'anonimo commentatore che ha chiarito il numero di lame: l'articolo di CNN parlava di cinque lame, non sei; vatti a fidare).
Eh già, perché si sono accorti che più aumenta il numero delle lame, più la testina diventa una sorta di paletta che non arriva più dappertutto. Così cosa ti inventano i geni del marketing? Un monolama. E così il cerchio si chiude, e il borsellino si apre.
Attendo con trepidazione la prossima novità rivoluzionaria, dallo stesso reparto che ci ha regalato lo shampoo col balsamo per poi "innovare" offrendo lo shampoo senza balsamo: i pannolini lavabili di stoffa.
2005/09/14
Facciamo a pezzi un iPod nano
L'iPod nano, il nuovo lettore audio digitale di Apple, è estremamente attraente per il suo design e per le sue dimensioni incredibilmente ridotte. Tuttavia proprio queste dimensioni minime gli danno un'aria un po' fragile.
Ars Technica ha così provato a maltrattarne uno fino a romperlo, per poi dissezionarlo (garantendo che "tutti gli iPod nano vanno in paradiso"). I risultati sono piuttosto sorprendenti.
Il reportage è in inglese, ma le foto sono molto eloquenti e mostrano anche le altre funzioni non strettamente musicali dell'iPod nano.
Ecco perché eBay ha comprato Skype
The Register spiega le ragioni per cui eBay ha acquisito Skype, citando Meg Whitman, presidente di eBay.
Skype verrà integrato nel sito di eBay, così venditori e compratori potranno parlarsi invece di scambiarsi messaggi via e-mail (ne mandano cinque milioni al giorno), e l'immediatezza della comunicazione vocale dovrebbe rendere più vivaci (e quindi redditizie) le ultime fasi delle aste.
Skype è interessante per eBay anche perché porta con sé circa 54 milioni di utenti a un costo bassissimo (Skype non ha bisogno di infrastrutture, dato che è una rete peer-to-peer) e li espone al marchio eBay.
Inoltre eBay spera, tramite Skype, di creare una nuova fonte di reddito: attualmente eBay fa soldi tramite le commissioni sulle vendite, mentre con Skype potrebbe entrare nel settore della "lead generation", ossia la generazione di contatti. Le aziende grandi e piccole che vogliono vendere prodotti o servizi pagano le società di lead generation per ricevere telefonate di potenziali acquirenti interessati: in altre parole, la lead generation è una sorta di attività di intermediazione per mettere in contatto domanda e offerta.
Secondo Whitman, è una formula molto remunerativa: le aziende USA, dice, pagano da 2 a 12 dollari per ciascun contatto fornito con questa tecnica, ed il mercato vale circa 3,5 miliardi di dollari l'anno.
eBay spera anche di sfruttare Skype nei mercati emergenti, come l'India, dove c'è minore fiducia verso il commercio elettronico e c'è una maggiore tradizione di mercanteggiamento sui prezzi.
Skype verrà integrato nel sito di eBay, così venditori e compratori potranno parlarsi invece di scambiarsi messaggi via e-mail (ne mandano cinque milioni al giorno), e l'immediatezza della comunicazione vocale dovrebbe rendere più vivaci (e quindi redditizie) le ultime fasi delle aste.
Skype è interessante per eBay anche perché porta con sé circa 54 milioni di utenti a un costo bassissimo (Skype non ha bisogno di infrastrutture, dato che è una rete peer-to-peer) e li espone al marchio eBay.
Inoltre eBay spera, tramite Skype, di creare una nuova fonte di reddito: attualmente eBay fa soldi tramite le commissioni sulle vendite, mentre con Skype potrebbe entrare nel settore della "lead generation", ossia la generazione di contatti. Le aziende grandi e piccole che vogliono vendere prodotti o servizi pagano le società di lead generation per ricevere telefonate di potenziali acquirenti interessati: in altre parole, la lead generation è una sorta di attività di intermediazione per mettere in contatto domanda e offerta.
Secondo Whitman, è una formula molto remunerativa: le aziende USA, dice, pagano da 2 a 12 dollari per ciascun contatto fornito con questa tecnica, ed il mercato vale circa 3,5 miliardi di dollari l'anno.
eBay spera anche di sfruttare Skype nei mercati emergenti, come l'India, dove c'è minore fiducia verso il commercio elettronico e c'è una maggiore tradizione di mercanteggiamento sui prezzi.
Antibufala: attenti ai “Rigenera batteria” (*aggiornamento*)
Su segnalazione di un lettore (acuoghi) tocco rapidamente il tema dei cosiddetti "rigenera batteria": dispositivi costituiti da una pellicola adesiva, che a detta dei loro venditori sarebbero in grado di migliorare le prestazioni delle batterie di cellulari e computer semplicemente applicandoli alla batteria.
Aggeggi di questo genere sono in vendita per esempio nel sito indicato dal lettore e vengono descritti in questo modo:
"E' una speciale pellicola-ceramica in grado di accrescere fino al 30 % la durata della batteria agli ioni di litio di un Notebook e cellulare. Questa pellicola adesiva migliora la rigenerazione e lo sfruttamento della capacità elettrica disponibile, e reso possibile dal cosiddetto effetto Cavity Radiation, che rigenera il flusso di ioni nella batteria grazie al sottile strato ceramico esteso sulla superficie."
Questo miracolo viene ottenuto, a detta del venditore, per soli 8,8 euro nel caso dei cellulari e 34,50 euro nel caso dei laptop. Ma la cosa interessante è che una ricerca in Google del termine "cavity radiation" non riporta alcun risultato che abbia attinenza con le batterie. Il termine "cavity radiation" è usato in fisica, ma in un contesto che non c'entra assolutamente nulla con l'elettricità e i flussi di ioni. La descrizione del "rigenera batteria", insomma, è estremamente sospetta.
"Cavity radiation" ha l'aria di essere un termine usato dai venditori di questi aggeggi per darsi arie di scientificità. Infatti provando a cercare "cavity radiation" insieme a "battery" nel fido Google, salta fuori una discussione molto interessante, che rimanda a una dettagliatissima analisi della categoria di prodotti svolta dall'autorevole Tom's Hardware.
L'analisi di Tom's Hardware non lascia molte speranze: "nei nostri test su due notebook differenti, non siamo stati in grado di verificare alcun miglioramento della durata della batteria... sconsigliamo pertanto vivamente di investire nel Battery Activator" (così si chiama la versione del "rigenera batteria" analizzata, basata sullo stesso principio) "un adesivo dai colori vivaci è probabilmente altrettanto efficace e sicuramente costa molto meno". L'articolo di Tom's Hardware cita anche altre verifiche fatte da riviste e siti tecnici, tutte altrettanto negative.
Va chiarito che in casi come questi le esperienze personali e gli aneddoti contano molto poco: non fidatevi di chi vi dice di aver comprato questi aggeggi e di averne notato i benefici. Infatti chi li ha comprati difficilmente vorrà ammettere (anche a se stesso) di aver preso una fregatura, e di certo non li usa in condizioni controllate, per cui i "risultati" sono semplicemente le sue impressioni.
E' la stessa trappola psicologica di chi appende un CD sul lunotto dell'auto perché a suo dire "abbaglia l'Autovelox": non funziona, ma finché lo beccano ha l'impressione che funzioni.
Per farla molto breve: se una cosa è troppo bella per essere vera, è perché non è vera.
Aggiornamento (15/9/2005): Sono stato contattato dalla Microdata Sistemi, la ditta che ho citato nel link, che dichiara che il proprio prodotto "vanta prestazioni certificate e non è assolutamente una bufala." Microdata mi ha fornito una copia del test condotto dalla TUV (disponibile anche sul sito della Batterylife che produce il dispositivo) e una recensione-test pubblicata sulla rivista italiana Chip di luglio-agosto. Ho chiesto ulteriori chiarimenti su alcuni punti dubbi del test TUV (molto limitato) e sul principio di funzionamento del dispositivo, che a quanto risulta non è coperto da alcun brevetto. In attesa di completare l'indagine antibufala e in assenza di una sperimentazione rigorosa, consiglio cautela nell'acquisto.
Aggeggi di questo genere sono in vendita per esempio nel sito indicato dal lettore e vengono descritti in questo modo:
"E' una speciale pellicola-ceramica in grado di accrescere fino al 30 % la durata della batteria agli ioni di litio di un Notebook e cellulare. Questa pellicola adesiva migliora la rigenerazione e lo sfruttamento della capacità elettrica disponibile, e reso possibile dal cosiddetto effetto Cavity Radiation, che rigenera il flusso di ioni nella batteria grazie al sottile strato ceramico esteso sulla superficie."
Questo miracolo viene ottenuto, a detta del venditore, per soli 8,8 euro nel caso dei cellulari e 34,50 euro nel caso dei laptop. Ma la cosa interessante è che una ricerca in Google del termine "cavity radiation" non riporta alcun risultato che abbia attinenza con le batterie. Il termine "cavity radiation" è usato in fisica, ma in un contesto che non c'entra assolutamente nulla con l'elettricità e i flussi di ioni. La descrizione del "rigenera batteria", insomma, è estremamente sospetta.
"Cavity radiation" ha l'aria di essere un termine usato dai venditori di questi aggeggi per darsi arie di scientificità. Infatti provando a cercare "cavity radiation" insieme a "battery" nel fido Google, salta fuori una discussione molto interessante, che rimanda a una dettagliatissima analisi della categoria di prodotti svolta dall'autorevole Tom's Hardware.
L'analisi di Tom's Hardware non lascia molte speranze: "nei nostri test su due notebook differenti, non siamo stati in grado di verificare alcun miglioramento della durata della batteria... sconsigliamo pertanto vivamente di investire nel Battery Activator" (così si chiama la versione del "rigenera batteria" analizzata, basata sullo stesso principio) "un adesivo dai colori vivaci è probabilmente altrettanto efficace e sicuramente costa molto meno". L'articolo di Tom's Hardware cita anche altre verifiche fatte da riviste e siti tecnici, tutte altrettanto negative.
Va chiarito che in casi come questi le esperienze personali e gli aneddoti contano molto poco: non fidatevi di chi vi dice di aver comprato questi aggeggi e di averne notato i benefici. Infatti chi li ha comprati difficilmente vorrà ammettere (anche a se stesso) di aver preso una fregatura, e di certo non li usa in condizioni controllate, per cui i "risultati" sono semplicemente le sue impressioni.
E' la stessa trappola psicologica di chi appende un CD sul lunotto dell'auto perché a suo dire "abbaglia l'Autovelox": non funziona, ma finché lo beccano ha l'impressione che funzioni.
Per farla molto breve: se una cosa è troppo bella per essere vera, è perché non è vera.
Aggiornamento (15/9/2005): Sono stato contattato dalla Microdata Sistemi, la ditta che ho citato nel link, che dichiara che il proprio prodotto "vanta prestazioni certificate e non è assolutamente una bufala." Microdata mi ha fornito una copia del test condotto dalla TUV (disponibile anche sul sito della Batterylife che produce il dispositivo) e una recensione-test pubblicata sulla rivista italiana Chip di luglio-agosto. Ho chiesto ulteriori chiarimenti su alcuni punti dubbi del test TUV (molto limitato) e sul principio di funzionamento del dispositivo, che a quanto risulta non è coperto da alcun brevetto. In attesa di completare l'indagine antibufala e in assenza di una sperimentazione rigorosa, consiglio cautela nell'acquisto.
2005/09/13
Live 8, i concerti “minori”
Ho pubblicato stamattina la lista dei link ai filmati dei concerti 'minori' del Live 8 (Johannesburg, Tokyo, Mosca e Eden Project in Cornovaglia).
Purtroppo mancano moltissimi video, ma non ne ho trovati altri. Se lo fate voi, o se avvistate errori in quest'elenco e negli altri della serie dedicata al Live 8, segnalateli nei commenti qui sotto oppure scrivetemi al solito topone@pobox.com.
Purtroppo mancano moltissimi video, ma non ne ho trovati altri. Se lo fate voi, o se avvistate errori in quest'elenco e negli altri della serie dedicata al Live 8, segnalateli nei commenti qui sotto oppure scrivetemi al solito topone@pobox.com.
2005/09/12
Live 8, i video di Roma
Ho dato una riordinata alla lista pubblicata a suo tempo da Sonician per il concerto di Roma di Live 8 e l'ho pubblicata su Zeus News: se trovate errori, omissioni e semplici strafalcioni (confesso, seguo poco la musica italiana e il tempo è particolarmente tiranno in questo periodo), segnalatemeli scrivendomi al solito topone@pobox.com. Buona visione.
Aiuto, ho perso la chiave di attivazione di XP: Keyfinder
La sicurezza dei sistemi anticopia di Windows non cessa mai di affascinare. Come sapete, Windows XP ha una "chiave di attivazione" o Product Key che dovrebbe servire per scoraggiare la duplicazione abusiva del sistema operativo.
Purtroppo, però, la gestione della chiave è talmente colabrodo che questa "protezione" finisce per essere soltanto una scocciatura per gli utenti onesti che smarriscono la propria chiave, mentre i pirati procedono indisturbati.
Se avete perso la vostra chiave di XP e dovete reinstallare, prima di azzerare tutto provate Keyfinder: un programma gratuito che recupera la chiave dal Registro di Windows. Funziona su Windows 95, 98, ME, NT4, 2000, XP, Server 2003, Office 97 e Office XP.
Sempre a proposito di sicurezza di Windows, se vi dimenticate la vostra password di logon o la lasciate scadere, ci pensa mamma Microsoft a darvi una mano, con istruzioni dettagliate su come aggirare queste protezioni. Istruzioni che possono ovviamente servire anche a chi la password di logon non l'ha dimenticata affatto, ma vuole penetrare nel vostro computer ed ha accesso fisico al vostro PC.
Purtroppo, però, la gestione della chiave è talmente colabrodo che questa "protezione" finisce per essere soltanto una scocciatura per gli utenti onesti che smarriscono la propria chiave, mentre i pirati procedono indisturbati.
Se avete perso la vostra chiave di XP e dovete reinstallare, prima di azzerare tutto provate Keyfinder: un programma gratuito che recupera la chiave dal Registro di Windows. Funziona su Windows 95, 98, ME, NT4, 2000, XP, Server 2003, Office 97 e Office XP.
Sempre a proposito di sicurezza di Windows, se vi dimenticate la vostra password di logon o la lasciate scadere, ci pensa mamma Microsoft a darvi una mano, con istruzioni dettagliate su come aggirare queste protezioni. Istruzioni che possono ovviamente servire anche a chi la password di logon non l'ha dimenticata affatto, ma vuole penetrare nel vostro computer ed ha accesso fisico al vostro PC.
eBay compra Skype
Secondo la BBC, eBay ha raggiunto un accordo per acquistare Skype Technologies per 2,6 miliardi di dollari.
Cosa c'entra un sito di aste online con un servizio di telefonia via Internet? Se lo chiedono in molti. Per ora, le giustificazioni plausibili sono due. La prima è che eBay deve continuare ad espandersi, anche in settori diversi da quello primario, per mantenere il proprio tasso di crescita. In questo senso il suo precedente acquisto di PayPal, società di gestione di pagamenti online, aveva avuto molto senso, dato che un sito di aste ha bisogno di un sistema di pagamento. Skype, invece, c'entra poco con le aste, ma è attualmente una società che fa gola a molti, e così eBay potrebbe aver deciso di acquisirla come attività collaterale.
La seconda giustificazione è che gli utenti eBay potrebbero usare Skype per parlarsi direttamente e quindi creare un'asta "a voce". Staremo a vedere.
Cosa c'entra un sito di aste online con un servizio di telefonia via Internet? Se lo chiedono in molti. Per ora, le giustificazioni plausibili sono due. La prima è che eBay deve continuare ad espandersi, anche in settori diversi da quello primario, per mantenere il proprio tasso di crescita. In questo senso il suo precedente acquisto di PayPal, società di gestione di pagamenti online, aveva avuto molto senso, dato che un sito di aste ha bisogno di un sistema di pagamento. Skype, invece, c'entra poco con le aste, ma è attualmente una società che fa gola a molti, e così eBay potrebbe aver deciso di acquisirla come attività collaterale.
La seconda giustificazione è che gli utenti eBay potrebbero usare Skype per parlarsi direttamente e quindi creare un'asta "a voce". Staremo a vedere.
Scoopt, l’agenzia online per le immagini dei fotofonini
Con l'onnipresenza dei telefonini dotati di fotocamere di qualità più che dignitosa, è abbastanza inevitabile che prima o poi le foto più significative di un evento finiscano per essere scattate non dal fotoreporter, ma dalla gente comune. E' quello che è successo, per esempio, per gli attentati di Londra dello scorso luglio.
Finora le immagini dei fotofonini sono state cedute gratuitamente ai giornali, vista la natura drammatica degli eventi che ritraevano. Ma se vi dovesse capitare di fare una foto a un evento non così drammatico, per esempio a un personaggio famoso incrociato per caso, sarebbe bello poterla rivendere e sfruttare così il colpo di fortuna.
Nasce così Scoopt, un'agenzia britannica che fa da intermediario fra i normali utenti di fotofonino e i giornali e le reti televisive. Scoopt ha già fatto la propria prima vendita importante in occasione di un inseguimento di polizia nella zona di Bristol, vendendo ai giornali la foto dell'auto inseguita, scattata da una persona svelta nell'usare il proprio telefonino con fotocamera incorporata.
Scoopt solitamente chiede un'esclusiva di tre mesi (insieme al diritto di usare la foto senza esclusiva in seguito) e si trattiene il 50% dei proventi della vendita: voi mandate la foto, al resto ci pensano loro. Il sistema di Scoopt è particolarmente comodo perché consente di inviare a Scoopt le proprie foto tramite MMS, a patto di essere già iscritti al servizio. L'iscrizione è gratuita.
Finora le immagini dei fotofonini sono state cedute gratuitamente ai giornali, vista la natura drammatica degli eventi che ritraevano. Ma se vi dovesse capitare di fare una foto a un evento non così drammatico, per esempio a un personaggio famoso incrociato per caso, sarebbe bello poterla rivendere e sfruttare così il colpo di fortuna.
Nasce così Scoopt, un'agenzia britannica che fa da intermediario fra i normali utenti di fotofonino e i giornali e le reti televisive. Scoopt ha già fatto la propria prima vendita importante in occasione di un inseguimento di polizia nella zona di Bristol, vendendo ai giornali la foto dell'auto inseguita, scattata da una persona svelta nell'usare il proprio telefonino con fotocamera incorporata.
Scoopt solitamente chiede un'esclusiva di tre mesi (insieme al diritto di usare la foto senza esclusiva in seguito) e si trattiene il 50% dei proventi della vendita: voi mandate la foto, al resto ci pensano loro. Il sistema di Scoopt è particolarmente comodo perché consente di inviare a Scoopt le proprie foto tramite MMS, a patto di essere già iscritti al servizio. L'iscrizione è gratuita.
Intel “compra” AVG? Non proprio
C'è stato un certo allarme alla notizia, diffusa in Rete, secondo la quale Intel avrebbe "comperato" AVG. Sparirà dunque la versione gratuita di AVG? E' troppo presto per dirlo, ed è quindi prematuro darsi al panico.
A parte il fatto che ci sono molti altri antivirus gratuiti, basta dare una scorsa al comunicato stampa di Grisoft per notare che Intel non ha realmente "comperato" Grisoft, ma si è limitata a investirvi insieme ad altri investitori, ed ha una quota decisamente minoritaria. La quota di Intel è infatti di 16 milioni di dollari sul totale di 52 investiti da Intel e da Enterprise Investors, e quei 52 rappresentano il 65% di Grisoft.
Sembra insomma che Grisoft abbia dato risalto alla cosa più che altro per il prestigio associato al nome Intel.
A parte il fatto che ci sono molti altri antivirus gratuiti, basta dare una scorsa al comunicato stampa di Grisoft per notare che Intel non ha realmente "comperato" Grisoft, ma si è limitata a investirvi insieme ad altri investitori, ed ha una quota decisamente minoritaria. La quota di Intel è infatti di 16 milioni di dollari sul totale di 52 investiti da Intel e da Enterprise Investors, e quei 52 rappresentano il 65% di Grisoft.
Sembra insomma che Grisoft abbia dato risalto alla cosa più che altro per il prestigio associato al nome Intel.
2005/09/07
[Ixt] Phishing Fineco; Live 8, i video di Parigi
Questa newsletter vi arriva grazie alle gentili donazioni di til.ly, esssa e gonpa.
Ieri è toccato a Fineco essere oggetto di un nuovo tentativo di phishing. Il caso non presenta novità significative rispetto ai precedenti, per cui è abbastanza inutile approfondirlo: le raccomandazioni restano sempre le stesse. Se siete correntisti Fineco ma non avete cliccato sul link presente nel messaggio-esca, non correte alcun pericolo. Se avete cliccato, invece, contattate Fineco per decidere come procedere.
Più in generale, i tentativi di phishing stanno diventando così frequenti che d'ora in poi non vale la pena segnalarli uno per uno. Tanto il rimedio è sempre lo stesso: il phishing si combatte semplicemente evitando di obbedire ai messaggi che invitano a immettere codici segreti.
Parlerò ancora di phishing soltanto se c'è qualche novità nel campo: di conseguenza, vi chiedo scusa se non risponderò più individualmente alle tante segnalazioni che mi avete mandato.
In proposito vi posso consigliare la mia piccola guida anti-phishing nel capitolo 13 de L'Acchiappavirus e il neonato sito italiano anti-phishing.it, che ha seguito con prontezza il caso Fineco.
__I video di Live 8 Parigi____
Se vi interessa vedere o rivedere il concerto Live 8 di Parigi, con tanti artisti fra i quali spiccano Zucchero, i Cure, Shakira e Dido, ho pubblicato l'elenco completo dei link diretti ai vari video in un articolo per Zeus News.
[Il link all'articolo era inizialmente sbagliato, ora è OK]
Ciao da Paolo.
Ieri è toccato a Fineco essere oggetto di un nuovo tentativo di phishing. Il caso non presenta novità significative rispetto ai precedenti, per cui è abbastanza inutile approfondirlo: le raccomandazioni restano sempre le stesse. Se siete correntisti Fineco ma non avete cliccato sul link presente nel messaggio-esca, non correte alcun pericolo. Se avete cliccato, invece, contattate Fineco per decidere come procedere.
Più in generale, i tentativi di phishing stanno diventando così frequenti che d'ora in poi non vale la pena segnalarli uno per uno. Tanto il rimedio è sempre lo stesso: il phishing si combatte semplicemente evitando di obbedire ai messaggi che invitano a immettere codici segreti.
Parlerò ancora di phishing soltanto se c'è qualche novità nel campo: di conseguenza, vi chiedo scusa se non risponderò più individualmente alle tante segnalazioni che mi avete mandato.
In proposito vi posso consigliare la mia piccola guida anti-phishing nel capitolo 13 de L'Acchiappavirus e il neonato sito italiano anti-phishing.it, che ha seguito con prontezza il caso Fineco.
__I video di Live 8 Parigi____
Se vi interessa vedere o rivedere il concerto Live 8 di Parigi, con tanti artisti fra i quali spiccano Zucchero, i Cure, Shakira e Dido, ho pubblicato l'elenco completo dei link diretti ai vari video in un articolo per Zeus News.
[Il link all'articolo era inizialmente sbagliato, ora è OK]
Ciao da Paolo.
2005/09/05
Mac: configurare Mail per usare un account Gmail
Nell'ambito del mio lento progetto di scrivere un libro su come migrare da Windows a Mac, ho preparato una breve guida in italiano a come si configura Mail per usare un account Gmail.
Se trovate errori o avete qualche consiglio da aggiungere, ditemelo!
Se trovate errori o avete qualche consiglio da aggiungere, ditemelo!
[IxT] Attenzione ai falsi appelli per Katrina
Questa newsletter vi arriva grazie alle gentili donazioni di alberto.fas***, Rox e giulalam.
Stanno circolando numerosi appelli che propongono raccolte di fondi per il disastro provocato dall'uragano Katrina, ma occorre fare estrema attenzione.
Molti di questi appelli sono falsi e gestiti da truffatori e sciacalli, quindi evitate di inviare denaro a chi vi manda un appello via e-mail, anche se dice di essere o rappresentare qualche ente benefico. Se volete fare donazioni, fatele direttamente agli enti benefici, senza cliccare su eventuali link presenti in appelli di cui è difficile verificare l'autenticità.
Fin qui la raccomandazione di stare attenti può sembrare banale, soprattutto per chi è già avvezzo alla trappola analoga del phishing. Il problema è che nel caso degli appelli di Katrina, i vandali della Rete ne hanno inventata una anche più subdola: falsi messaggi che sembrano bollettini provenienti dalla zona del disastro e contengono un link che dice di portare a un approfondimento delle notizie. In realtà il link conduce a un sito Web che tenta di infettare il computer del visitatore iniettandogli un "trojan horse", un programma ostile che consente al vandalo di prendere il controllo del computer e leggerne i file.
Un esempio di questo tipo di attacco è mostrato dalla società antivirale Sophos. Secondo la documentazione di Websense Security Labs, il sito-trappola (in realtà sono due, uno in Messico e l'altro in USA) impiega del Javascript per far leva su due falle dell'HTML Help che Microsoft ha già corretto con questo aggiornamento.
Questi e-mail infettano soltanto se cliccate sui link che contengono: se li leggete e basta, non correte pericolo. Naturalmente valgono le solite considerazioni di sicurezza generale: aggiornate il vostro antivirus, diffidate degli allegati, non usate Internet Explorer (una cui vulnerabilità è sfruttata da questo attacco), eccetera.
Ciao da Paolo.
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
(C) 2005 by Paolo Attivissimo (www.attivissimo.net).
Distribuzione libera, purché sia inclusa la presente dicitura.
2005/09/02
Il Massachusetts sempre più vicino a mollare i formati Microsoft
Bye bye, Bill
Secondo ElectricNews.net, lo stato del Massachusetts ha proposto di imporre a tutti i propri dipendenti l'uso di formati aperti per i documenti elettronici a partire dall'inizio del 2007. L'iniziativa di questo stato USA potrebbe produrre un effetto domino, inducendo altri stati a mollare i formati proprietari (tipicamente quelli di Microsoft).
La scelta di formati aperti deriva principalmente dalle preoccupazioni dello stato per quanto riguarda la futura accessibilità dei documenti scritti oggi. In parole povere, se un governo o un'amministrazione pubblica oggi scrive un documento in un formato proprietario (per esempio un certificato di nascita o una denuncia in formato Word), come può avere la certezza che quel documento sarà ancora leggibile fra venti, cinquanta, cento anni?. Fra vent'anni Word userà chissà quale formato, e l'unica azienda che sa precisamente com'è fatto il formato Word attuale è Microsoft. Fra venti, cinquanta o cent'anni, Microsoft se ne ricorderà? Microsoft esisterà ancora?
Da qui l'idea di usare formati aperti, la cui struttura è pubblicamente documentata. Fra 20-50-100 anni, un documento elettronico in formato aperto sarà ancora leggibile, perché anche se non dovesse più esistere una versione funzionante sui computer futuri del programma che ha scritto il documento, sarà sempre possibile pagare un gruppo di programmatori per scrivere da capo un programma che legga correttamente il formato del documento. Con un formato proprietario segreto, questo non sarà possibile.
C'è anche da considerare la preoccupazione per il ricatto economico. Se un governo scrive un documento in un formato proprietario segreto, sarà per sempre obbligato a usare programmi specifici per leggerlo. Se un governo scrive in Word, dovrà sempre comperare ogni nuova incarnazione di Word per poter leggere la montagna di documenti elettronici che ha scritto: dovrà comperare Word 2020, Word 2050, Word 2100, e tutti i Word intermedi. A che prezzo?
Microsoft queste cose le sa benissimo e ci tiene che i governi continuino a usare i suoi prodotti, visto che sono una delle fonti principali di reddito di zio Bill e soci. Come riassume Electricnews, nel 2003 l'amministrazione pubblica di Monaco minacciò di mollare Office e Windows perché Microsoft le chiedeva 36 milioni di dollari per l'aggiornamento del proprio software. Pensate a quante pensioni o a quante cure mediche si possono pagare con quella cifra.
Si fiondò a Monaco personalmente Steve Ballmer, numero due di Microsoft, per supplicare di ripensarci. Steve offrì uno sconto del 90%, ma Monaco decise di andare avanti lo stesso. Saggia decisione: più presto ci si libera dei formati proprietari, più presto si comincia a risparmiare i soldi dei contribuenti.
Fra l'altro, il Massachusetts non ha improvvisamente scoperto un sentimento anti-Microsoft. Fu l'unico stato che non raggiunse un accordo in una causa antitrust lanciata dal governo federale USA nel 2002, perché -- diceva il governo dello stato -- Microsoft era ancora impegnata attivamente nello strangolare la concorrenza. La Corte d'Appello USA ha respinto l'argomentazione del Massachusetts l'anno scorso, ma un po' di astio dev'essere rimasto.
In sostanza, non ha importanza il sistema operativo che si usa: ha importanza il formato in cui si scrivono i propri dati. Se il formato non è pubblicamente documentato, i nostri dati saranno sempre ostaggio di chi detiene il segreto e i diritti sul formato in cui sono scritti.
Vi siete mai chiesti perché, per esempio, Microsoft Office non integra la possibilità di salvare in formato PDF ma una suite gratuita come OpenOffice.org lo fa? Semplice: perché se diventa facile salvare in formato PDF (e i documenti governativi sono spesso concepiti per essere soltanto letti, una volta scritti), non è più necessario usare programmi Microsoft per leggere i documenti, e questo è male. Per zio Bill, s'intende.
Il formato PDF, fra l'altro, è proprietario ma pubblicamente documentato, per cui chiunque può scrivere programmi che leggono e scrivono PDF. E infatti non è necessario rivolgersi ad Adobe, proprietaria del formato, per procurarsi un programma che gestisca i PDF.
Meditate, governi e aziende, meditate :-)
2005/09/01
Mac OS X per Intel funziona anche con AMD?
The Inquirer segnala delle foto, di fonte non meglio precisata, che mostrano Mac OS X per processori Intel installato (senza arzigogoli con VMWare, e a quanto pare con tutto funzionante, scheda wireless compresa) su un laptop Voodoo.
Non è la prima dimostrazione di Mac OS X su macchine non-Apple, ma quello che la contraddistingue è il fatto che il laptop ha un processore AMD64, non un Intel.
Non è la prima dimostrazione di Mac OS X su macchine non-Apple, ma quello che la contraddistingue è il fatto che il laptop ha un processore AMD64, non un Intel.
Ricerca istantanea nei documenti OpenOffice.org sul Mac: NeoLight
Mac OS X Tiger include una velocissima e comodissima funzione di ricerca istantanea all'interno dei documenti che si chiama Spotlight. Immaginate di poter usare Google per cercare una parola o una frase in tutti i documenti presenti nel vostro computer: questo è esattamente quello che fa Spotlight.
Il problema è che Spotlight gestisce nativamente un buon numero di formati di documenti (.DOC di Word, PDF, HTML, eccetera), ma non gestisce il formato XML zippato usato da OpenOffice.org, NeoOffice/J e altri programmi.
Per chi usa molto OpenOffice.org e consimili (OOo per brevità), questa è una penalizzazione notevolissima. Ma niente paura: c'è NeoLight, ossia un plug-in scritto da Edward Peterlin che estende Spotlight in modo che possa leggere e indicizzare anche il contenuto dei file in formato OOo (sia il formato 'classico' di OOo, sia quello OpenDocument della versione 2.0 e successive di OpenOffice.org).
Se la cosa vi interessa, trovate le istruzioni di installazione nell'apposita paginetta del mio sito Attivissimo.net.
Il problema è che Spotlight gestisce nativamente un buon numero di formati di documenti (.DOC di Word, PDF, HTML, eccetera), ma non gestisce il formato XML zippato usato da OpenOffice.org, NeoOffice/J e altri programmi.
Per chi usa molto OpenOffice.org e consimili (OOo per brevità), questa è una penalizzazione notevolissima. Ma niente paura: c'è NeoLight, ossia un plug-in scritto da Edward Peterlin che estende Spotlight in modo che possa leggere e indicizzare anche il contenuto dei file in formato OOo (sia il formato 'classico' di OOo, sia quello OpenDocument della versione 2.0 e successive di OpenOffice.org).
Se la cosa vi interessa, trovate le istruzioni di installazione nell'apposita paginetta del mio sito Attivissimo.net.
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