Un blog di Paolo Attivissimo, giornalista informatico e cacciatore di bufale
Informativa privacy e cookie: Questo blog include cookie di terze parti. Non miei (dettagli)
Prossimi eventi pubblici – Sostegno a questo blog – Sci-Fi Universe
Cerca nel blog
2006/10/17
Alla radio stamattina, consueto appuntamento
Disinformatico radiofonico stamattina
Questo articolo vi arriva grazie alle gentili donazioni di "ingdario" e "francescabi***".
Stamattina, dalle 11 alle 12, c'è il consueto appuntamento radiofonico con il Disinformatico alla Radio Svizzera di lingua italiana. Fra una canzone e l'altra toccherò vari argomenti, dalla traduzione automatica al software libero, e pubblicherò qui in tempo reale i link di approfondimento.
Il programma è ricevibile in streaming (Real Audio) via Internet qui ed ha ora una pagina ufficiale. Per commenti, critiche e segnalazioni, scrivete a disinformatico@rtsi.ch.
Se volete sapere il titolo di una canzone andata in onda, la playlist di Rete Tre è disponibile in tempo reale. I podcast sono già previsti, li segnalerò in questo blog appena diventano disponibili.
Sì, avete visto bene: la foto che vedete qui sopra (cliccatevi sopra per ingrandirla) mi mostra sdraiato su un letto di chiodi da fachiro. Non temete, non è così che mi fanno accomodare durante la trasmissione: è un esperimento che ho fatto durante il recente convegno del CICAP. Trovate altre foto nell'apposita sezione della mia pagina Flickr.
Convincere Skype a parlare italiano: Skype ha un sistema di sintesi vocale integrato, ma parla soltanto inglese. Lo si può indurre a parlare italiano (o qualcosa che gli somiglia, in tono "bellona americana svampita") usando scrivendo le parole italiane usando le regole di pronuncia inglesi. Ecco qualche esempio: ill deasinfor ma tico, key o chow lah, erray tea essay ea, poon tow, chea ah ka (il disinformatico chiocciola rtsi.ch); christian, say un bell woe moe, ma pow low ay rack you (questa la lascio a voi da decifrare); ahttenti, ah lay boo fah lay (attenti alle bufale), ray tay tray (Rete Tre), sow no bel la, ma un poe svam pea tah (sono bella ma un po' svampita). A cosa serve? A niente, fa ridere e basta... suvvia, gli informatici non sono sempre seri!
Traduzione automatica: provate a dare un testo in pasto a Babelfish, Google, Systran (usato da Babelfish), Reverso, e poi farvelo ritradurre per vedere cosa ne viene fuori e capire quanto siano (poco) affidabili i sistemi di traduzione automatica. C'è poco da fare: senza conoscere il contesto, non si può tradurre. Vale anche per i traduttori umani, che ancora inciampano traducendo con mostarda la senape (mustard) nei film. Ma voi avete mai visto qualcuno mettere la mostarda sugli hot dog? Stando ai traduttori, succede in continuazione.
Anatomia di uno spam: per sapere se un messaggio pubblicitario è truffaldino o no, guardate se scrive giusto il nome del prodotto reclamizzato. Se non lo fa, è perché vuole sfuggire ai filtri antispam, che bloccano i messaggi se contengono i nomi di certi prodotti (Viagra, Rolex, mutui, medicinali vari). Occhio anche alla presenza di blocchi di testo apparentemente senza senso in fondo al messaggio: anche quelli servono per ingannare i filtri antispam. C'è un bel grafico degli indizi per riconoscere lo spam presso la BBC.
OpenOffice.org compie 6 anni: la suite libera e gratuita, nata da un programma orrendo ed elefantiaco come StarOffice di Marco Boerries, festeggia sei candeline con una nuova versione, la 2.0.4, che offre molte migliorie, fra le quali segnalo l'esportazione in LaTex e la generazione perfezionata di PDF. Scaricate OpenOffice.org: è legale. OpenOffice.org è disponibile per Mac, Linux e Windows, è multilingue e legge anche i documenti di Microsoft Office; oltretutto usa un formato (OpenDocument) che è standard ISO, per cui avete la garanzia che non dovrete pagare dazi per leggere in futuro i documenti che scrivete oggi.
Attenti alle false notizie d'agenzia via mail: sta circolando un attacco informatico costitutito da un e-mail che proviene apparentemente da qualcuno che conoscete. L'e-mail contiene una citazione incompleta di una notizia d'agenzia molto importante (ma fasulla), e per proseguirne la lettura occorre cliccare su un link. Il link non porta al sito di un'agenzia di notizie, ma a Liquirizia.biz, sito che da tempo usa espedienti di questo tipo per infettare i visitatori. Qualche tempo fa, come ho raccontato, l'esca era la "spiegazione" del celebre dialogo fra Materazzi e Zidane sfociato in una testata in mondovisione.
Diritto d'autore e musica libera con Creative Commons: l'applicazione tradizionale del diritto d'autore prevede la classica scritta "tutti i diritti riservati": vietata la copia, vietata la diffusione, vietata la conversione o la copia di sicurezza, eccetera. Ma c'è chi non crede in un'applicazione così soffocante della legge e preferisce usare la legge sul diritto d'autore in modo da "liberare" le proprie creazioni e farle conoscere, concedendo maggiori diritti al fruitore. Tutto il contrario dei sistemi anticopia che Hollywood e i discografici ci continuano a cacciare in gola (e in altre parti anatomiche). Per facilitare il lavoro dei creatori di cultura che non vogliono imbavagliare le proprie creature, esistono le licenze Creative Commons: su solide basi legali, adattate a ciascun paese, consentono di tutelare le creazioni dell'ingegno e al tempo stesso consentire la loro condivisione, duplicazione e diffusione. Questo nuovo modo di usare il diritto d'autore ha permesso di creare un enorme deposito di musica, testi e immagini liberamente fruibili. Se volete saperne di più, visitate il sito generale di Creative Commons (in inglese) o quello specifico in italiano.
Questo articolo vi arriva grazie alle gentili donazioni di "ingdario" e "francescabi***".
Stamattina, dalle 11 alle 12, c'è il consueto appuntamento radiofonico con il Disinformatico alla Radio Svizzera di lingua italiana. Fra una canzone e l'altra toccherò vari argomenti, dalla traduzione automatica al software libero, e pubblicherò qui in tempo reale i link di approfondimento.
Il programma è ricevibile in streaming (Real Audio) via Internet qui ed ha ora una pagina ufficiale. Per commenti, critiche e segnalazioni, scrivete a disinformatico@rtsi.ch.
Se volete sapere il titolo di una canzone andata in onda, la playlist di Rete Tre è disponibile in tempo reale. I podcast sono già previsti, li segnalerò in questo blog appena diventano disponibili.
Sì, avete visto bene: la foto che vedete qui sopra (cliccatevi sopra per ingrandirla) mi mostra sdraiato su un letto di chiodi da fachiro. Non temete, non è così che mi fanno accomodare durante la trasmissione: è un esperimento che ho fatto durante il recente convegno del CICAP. Trovate altre foto nell'apposita sezione della mia pagina Flickr.
Convincere Skype a parlare italiano: Skype ha un sistema di sintesi vocale integrato, ma parla soltanto inglese. Lo si può indurre a parlare italiano (o qualcosa che gli somiglia, in tono "bellona americana svampita") usando scrivendo le parole italiane usando le regole di pronuncia inglesi. Ecco qualche esempio: ill deasinfor ma tico, key o chow lah, erray tea essay ea, poon tow, chea ah ka (il disinformatico chiocciola rtsi.ch); christian, say un bell woe moe, ma pow low ay rack you (questa la lascio a voi da decifrare); ahttenti, ah lay boo fah lay (attenti alle bufale), ray tay tray (Rete Tre), sow no bel la, ma un poe svam pea tah (sono bella ma un po' svampita). A cosa serve? A niente, fa ridere e basta... suvvia, gli informatici non sono sempre seri!
Traduzione automatica: provate a dare un testo in pasto a Babelfish, Google, Systran (usato da Babelfish), Reverso, e poi farvelo ritradurre per vedere cosa ne viene fuori e capire quanto siano (poco) affidabili i sistemi di traduzione automatica. C'è poco da fare: senza conoscere il contesto, non si può tradurre. Vale anche per i traduttori umani, che ancora inciampano traducendo con mostarda la senape (mustard) nei film. Ma voi avete mai visto qualcuno mettere la mostarda sugli hot dog? Stando ai traduttori, succede in continuazione.
Anatomia di uno spam: per sapere se un messaggio pubblicitario è truffaldino o no, guardate se scrive giusto il nome del prodotto reclamizzato. Se non lo fa, è perché vuole sfuggire ai filtri antispam, che bloccano i messaggi se contengono i nomi di certi prodotti (Viagra, Rolex, mutui, medicinali vari). Occhio anche alla presenza di blocchi di testo apparentemente senza senso in fondo al messaggio: anche quelli servono per ingannare i filtri antispam. C'è un bel grafico degli indizi per riconoscere lo spam presso la BBC.
OpenOffice.org compie 6 anni: la suite libera e gratuita, nata da un programma orrendo ed elefantiaco come StarOffice di Marco Boerries, festeggia sei candeline con una nuova versione, la 2.0.4, che offre molte migliorie, fra le quali segnalo l'esportazione in LaTex e la generazione perfezionata di PDF. Scaricate OpenOffice.org: è legale. OpenOffice.org è disponibile per Mac, Linux e Windows, è multilingue e legge anche i documenti di Microsoft Office; oltretutto usa un formato (OpenDocument) che è standard ISO, per cui avete la garanzia che non dovrete pagare dazi per leggere in futuro i documenti che scrivete oggi.
Attenti alle false notizie d'agenzia via mail: sta circolando un attacco informatico costitutito da un e-mail che proviene apparentemente da qualcuno che conoscete. L'e-mail contiene una citazione incompleta di una notizia d'agenzia molto importante (ma fasulla), e per proseguirne la lettura occorre cliccare su un link. Il link non porta al sito di un'agenzia di notizie, ma a Liquirizia.biz, sito che da tempo usa espedienti di questo tipo per infettare i visitatori. Qualche tempo fa, come ho raccontato, l'esca era la "spiegazione" del celebre dialogo fra Materazzi e Zidane sfociato in una testata in mondovisione.
Diritto d'autore e musica libera con Creative Commons: l'applicazione tradizionale del diritto d'autore prevede la classica scritta "tutti i diritti riservati": vietata la copia, vietata la diffusione, vietata la conversione o la copia di sicurezza, eccetera. Ma c'è chi non crede in un'applicazione così soffocante della legge e preferisce usare la legge sul diritto d'autore in modo da "liberare" le proprie creazioni e farle conoscere, concedendo maggiori diritti al fruitore. Tutto il contrario dei sistemi anticopia che Hollywood e i discografici ci continuano a cacciare in gola (e in altre parti anatomiche). Per facilitare il lavoro dei creatori di cultura che non vogliono imbavagliare le proprie creature, esistono le licenze Creative Commons: su solide basi legali, adattate a ciascun paese, consentono di tutelare le creazioni dell'ingegno e al tempo stesso consentire la loro condivisione, duplicazione e diffusione. Questo nuovo modo di usare il diritto d'autore ha permesso di creare un enorme deposito di musica, testi e immagini liberamente fruibili. Se volete saperne di più, visitate il sito generale di Creative Commons (in inglese) o quello specifico in italiano.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento