Lo strano caso del gatto che fiuta la morte
I giornali si sono buttati a pesce sulla storia del "gatto sensitivo": Oscar, un felino che abita in una casa di riposo del Rhode Island, lo Steere House Nursing and Rehabilitation Center di Providence.
Secondo la notizia, il gatto (foto qui accanto, tratta dalla BBC) "è stato trovato accanto al letto di più di 25 pazienti poco prima della loro morte". Oscar non è particolarmente socievole, ma ha una spiccata tendenza ad accucciarsi accanto ai degenti poco prima della loro morte, racconta la BBC. Da qui la teoria che Oscar sia in grado di percepire infallibilmente l'imminenza della morte dei degenti. Gatto con poteri paranormali? Fiuto per un particolare segnale biochimico emesso dal corpo di chi si sta spegnendo?
Il bello di Internet è che permette di andare alla radice della notizia, che in questo caso è stata pubblicata sul New England Journal of Medicine (volume 357:328-329, 26 luglio 2007, numero 4). Nonostante la fonte autorevole della pubblicazione, la notizia va valutata tenendo presente il modo in cui è presentata: non si tratta di un articolo medico basato su test di laboratorio o controlli in doppio cieco, ma di un semplice aneddoto, riferito come curiosità e non come fatto scientificamente acclarato. Ma la notizia ha tutti gli ingredienti per assumere proporzioni mitiche: tocca un tema di cui tutti abbiamo bene o male timore (la morte), offre un'apparente prova di sensibilità forse ultraterrene che hanno un effetto consolatorio, e parla di un animale carino. In più ha l'avallo apparente di una rivista medica.
Senza scomodare il paranormale, è perlomeno plausibile che Oscar sia particolarmente abile nel fiutare qualche emissione biochimica degli organi in rapido deterioramento. Questo articolo della BBC segnala uno studio del 2004, scritto dal medico John Church, che sembra dimostrare che i cani sono in grado di rilevare il cancro della vescica annusando l'urina del paziente. Ci sono aneddoti di cani che hanno fiutato la presenza di tumori al seno, ai polmoni o alla pelle prima della diagnosi formale. L'abilità dei cani nel rilevare i sintomi precursori di un attacco epilettico è conclamata e viene utilizzata da almeno un ente benefico inglese, Support Dogs.
Considerata la proverbiale condizione disastrosa della sanità britannica (che posso confermare per esperienza personale), ci sarebbe da fare qualche battuta sui cani medici più affidabili di certi medici cani, ma mi trattengo. Il problema della teoria biochimica è che qui si tratta di un gatto, non di un cane. I cani vengono addestrati a segnalare le loro "diagnosi" mediante un meccanismo di premi. Nel caso di Oscar, questo addestramento e questo meccanismo non sono presenti (anche se non si può escludere che Oscar si comporti in questo modo per una sua personale solidarietà interspecie, cosa rara ma non eccezionale).
I fatti, per ora, sono troppo scarsi per poter dire con certezza che Oscar fiuta infallibilmente la morte, checché ne dicano i giornali. L'unico dato relativamente scientifico pubblicato nell'articolo (ripeto, un articolo aneddotico, non uno studio rigoroso) è che Oscar:
finora è stato presente alla morte di oltre 25 residenti del terzo piano [della casa di riposo]. La sua semplice presenza accanto al letto viene interpretata dai medici e dal personale paramedico come un indicatore quasi assoluto di morte imminente, che consente al personale di avvisare le famiglie adeguatamente. Oscar ha anche fornito compagnia a coloro che altrimenti sarebbero morti soli. Per il suo lavoro, è stimato dai medici e dal personale della Steere House e dalle famiglie dei residenti che assiste.
Tutto qui. Non si sa quanto volte si è accucciato accanto a pazienti che poi non sono morti subito e non si sa quale sia il suo tasso d'errore. Forse qui il vero diagnosta è l'essere umano: bisogna infatti tenere presente che le persone tendono a ricordare le coincidenze molto più delle non coincidenze, e il personale medico conosce le condizioni dei vari degenti.
Prima di diventare celebre, se Oscar si accucciava accanto a qualcuno che non moriva, nessuno ci faceva caso, mentre se si metteva vicino a chi poi moriva, la coincidenza rimaneva impressa, e così è nato il mito del suo talento "quasi assoluto". In mancanza di controlli più rigorosi, prima di accettare l'ipotesi dell'odore della morte, occorre tenere presente questa possibilità alternativa, forse meno accattivante e consolatoria ma maggiormente supportata dai fatti.
Una cosa è certa: se mai Oscar finisse per essere cacciato dall'ospedale perché credono che porti sfiga, può venire ad accucciarsi sul mio letto tutte le volte che vuole.
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