Presso il Museo di Storia Naturale, in Corso Venezia a Milano, ci sarà il 24 maggio quella che credo sia una delle prima risposte formali e scientifiche, in Italia, alle teorie deliranti sulle cosiddette "scie chimiche".
Alle 17, infatti, il chimico Simone Angioni (Università di Pavia), coordinatore del Gruppo CICAP Lombardia, e il geologo e giornalista scientifico Luigi Bignami presenteranno due relazioni, intitolate rispettivamente "Tracce nel cielo: le ‘scie chimiche’" e "Le stranezze della nostra atmosfera". So che nei lavori di preparazione sono stati coinvolti addetti ai lavori a tutti i livelli, per cui sarà un bagno di sangue per i poveri sciachimisti.
Quasi mi dispiace: dev'essere dura, per loro, annunciare in continuazione che le "scie chimiche" sono il segno di un'imminente catastrofe velenifera e poi vedere che ormai da quindici anni (da quando fu "rivelato" per la prima volta il complotto) la suddetta catastrofe non si materializza. Si finisce per fare la figura di quelli che prevedevano la fine del mondo nell'anno mille.
In realtà mi spiace soltanto per le persone che, in buona fede, abboccano a queste teorie perché sono ammantate di una veste pseudoscientifica e fanno leva sulle nostre paure istintive: per i guru dello sciachimismo, che fanno soldi vendendo paccottiglia e si autogratificano mettendo paure inutili in testa alla gente per sentirsi importanti messaggeri di verità, non ho nessuna pietà. La pochezza e vuotaggine della loro esistenza non sono una punizione sufficiente, ma costituiscono un buon inizio.
Se vi interessa partecipare all'incontro al Museo, che conterrà sicuramente notizie importanti sul fenomeno reale delle scie di condensazione anche a prescindere dallo sbufalamento delle teorie complottiste, l'ingresso è libero e potete chiedere informazioni al numero italiano 02-88463337.
Nel frattempo, godetevi l'ennesima dimostrazione della paranoica imbecillità degli sciachimisti: un lettore, Achille (che ringrazio), mi segnala questo articolo su Comedonchisciotte.org. Mostra quella che viene presentata come una fotografia dell'interno di uno degli aerei spruzzatori di morte, ottenuta miracolosamente da un impavido investigatore. L'articolo dice, senza alcun dubbio o esitazione, che "questa foto, ottenuta in qualche modo da Tim White, è dell’interno di uno degli aerei di linea “retro-attrezzati” per spandere le scie chimiche".
Ecco il dettaglio della foto, cliccabile per ingrandirla:
Sembra indubbiamente inquietante, con quei fusti misteriosi in primo piano, ma basta un attimo di raziocinio per chiedersi a cosa servono tutti quegli apparati che occupano metà dell'enorme cabina, se si tratta solo di spruzzare della roba chimica durante il volo: sarebbe più intelligente riempire l'intero aereo di tante cisterne. Se di attimi ne spendiamo due, anziché uno, sorge spontanea la domanda successiva: ma basteranno quei pochi fusti per fare scie lunghe centinaia di chilometri?
Eh già. Questa, al di là di tutte le disquisizioni tanto care agli sciachimisti, è una delle obiezioni trancianti alle loro fantasie malate: nessun aereo, neanche un'aerocisterna, è abbastanza capiente da contenere liquidi sufficienti a generare nebulizzazioni chilometriche, come quelle che si osservano nelle scie di condensazione persistenti (quelle che gli sciachimisti credono siano "scie chimiche"). Basta notare che un Canadair fa fuori il proprio pieno d'acqua in pochi istanti: come farebbe un'aerocisterna "assassina" a nebulizzare i suoi presunti veleni per ore e ore?
Le lunghe scie di condensa devono quindi essere generate non scaricando qualcosa che sta dentro l'aereo, ma aspirando qualcosa che sta fuori, nell'aria, in grande quantità ed espellendolo: quel qualcosa è, per l'appunto, il vapore acqueo contenuto nell'atmosfera, che passa attraverso i motori, si scalda, e poi si raffredda, condensandosi.
Ma torniamo alla nuova prova schiacciante degli sciachimisti. Facciamo un salto sul sito della Boeing, e guardiamo un po' cosa troviamo nella sezione dedicata ai collaudi del modello 777, nella versione 777-200LR Worldliner, per esempio qui (il link è oggi obsoleto, ma maggiori dettagli e aggiornamenti sono pubblicati qui):
Vi sembrano familiari quei rack di apparecchiature? Allora questa foto vi sembrerà ancora più familiare: guardate cosa c'è sotto il tavolo.
C'è di meglio: andando a spulciare lo splendido archivio pubblico di Airliners.net, troviamo proprio la foto incriminata. E' questa, e si riferisce al Boeing 777-200LR matricola N60659.
La foto è stata scattata il 25 maggio 2005 al McClellan Airfield di Sacramento, in California. Da questa foto manca la dicitura "HAZMAT" (sigla tecnica che indica una sostanza pericolosa) sulla parete dietro le poltrone di destra, evidentemente aggiunta da qualche burlone per prendere in giro gli sciachimisti o da qualche imbecille che aveva bisogno di fabbricare prove per giustificare la propria fantasia cospirazionista.
L'aereo è appunto attrezzato, come già si intuiva dalle foto precedenti, per una serie di collaudi tecnici. Il blog della Boeing che segue questi collaudi spiega anche a cosa servono quei fusti: contengono acqua e sono collegati da tubi a una pompa che permette di travasare l'acqua da una serie di fusti all'altra per spostare il centro di gravità dell'aereo secondo quanto richiesto dalle norme di collaudo, esattamente come si sposterà durante i voli di linea.
Ricordatevi che noi effettuiamo collaudi ai limiti dell'inviluppo di peso e centro di gravità. Questo ci impone di controllare il centro di gravità sia a terra, sia in volo. Possiamo spostare del peso, sotto forma di acqua, in avanti o all'indietro usando il sistema di zavorra d'acqua. Il sistema è composto da 48 fusti, ciascuno in grado di contenere 208 kg, collegati da tubazioni a una pompa. Un sistema computerizzato tiene traccia della collocazione del carburante, della combustione del carburante, dell'ubicazione delle persone, della zavorra, del settaggio dei flap, della posizione del carrello e della quantità di fusti d'acqua. Le informazioni vengono elaborate per visualizzare il centro di gravità corrente dell'aereo. Spostiamo acqua o specifichiamo l'uso di un serbatoio di carburante per configurare il centro di gravità entro i requisiti specificati del test.
Traduzione: ancora una volta, gli sciachimisti sono stati colti a presentare prove false e hanno dimostrato di non essere capaci di fare la benché minima ricerca prima di dichiararsi assolutamente certi delle accuse gravissime che fanno. Dicevano di poter dimostrare le proprie teorie con una foto dell'interno di "uno degli aerei di linea 'retro-attrezzati' per spandere le scie chimiche", ma hanno dimostrato soltanto di essere degli incapaci incompetenti. Nessuno di loro si è preso la briga di controllare le fonti o di vagliare ipotesi alternative. E' ironico che proprio queste persone, che ripetono in continuazione che non bisogna credere ciecamente alle verità ufficiali senza spirito critico, finiscono per credere ciecamente alle proprie verità. E tutti i loro seguaci fanno altrettanto.
Dov'è il vostro spirito critico, anzi autocritico, cari sciachimisti? Quando sbagliate, dove sono le vostre scuse e rettifiche? Un vero ricercatore, quando sbaglia, ammette l'errore, si scusa, e avvisa pubblicamente del fatto. Voi no. Zitti e mosca. Anzi, continuate a ripetere l'esibizione delle stesse "prove" anche dopo che sono state sbufalate (e voi sapete che sono state sbufalate).
Achille mi segnala anche un'altra foto dei test, fatta da un pilota privato che si è imbattuto nel Worldliner durante un atterraggio in un aeroporto fuori mano in California, in una serie di immagini che a prescindere dallo sbufalamento merita di essere vista per conoscere un aspetto dell'aviazione civile poco conosciuto:
Complimenti vivissimi a Christopher Gussa, l'autore dell'articolo originale, e a Gianni Ellena, colui che ha "scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org" questa perla di complottismo. Di gente così abile nello scovare e verificare c'è proprio da fidarsi ciecamente.
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