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2013/07/26
Il virus-truffa della falsa FBI acciuffa un criminale vero
Questo articolo era stato pubblicato inizialmente il 26/07/2013 sul sito della Rete Tre della Radiotelevisione Svizzera, dove attualmente non è più disponibile. Viene ripubblicato qui per mantenerlo a disposizione per la consultazione.
Avete
presente i vari virus truffaldini che bloccano il computer mostrando
una schermata che sembra un avviso della polizia che afferma che
l’utente è stato colto a scaricare da Internet materiale illegale
e intima il pagamento di una multa? Circolano da anni e causano danni
notevoli agli utenti che navigano senza protezioni adeguate. Ma a
volte sono utili in maniere che forse i loro creatori non
immaginavano.
Cosa succede,
infatti, se un virus del genere blocca il computer di una persona che
ha realmente scaricato da Internet contenuti altamente illegali?
Succede che la persona in questione va dalla polizia e rivela il
proprio crimine. È andata così negli Stati Uniti, in Virginia, dove
il ventunenne Jay Matthew Riley si è presentato al comando di
polizia, portando con sé il computer bloccato e chiedendo se per
caso c’era a suo carico un mandato d’arresto per pedopornografia,
visto che aveva ricevuto un avviso informatico che doveva pagare una
multa oppure rischiare un’indagine da parte dell’FBI.
Non c’era
nessun mandato a carico di Riley, ma la domanda è sembrata un po’
poco casuale agli agenti, che hanno esaminato il computer e vi hanno
scoperto immagini pedopornografiche e una corrispondenza in corso con
una vittima tredicenne di un altro stato. Il giovane è stato
incriminato e arrestato. L’avviso che gli era comparso sul computer
era in realtà un virus generato da truffatori, ma Riley ha creduto
di essere stato colto in flagrante dall’FBI.
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