Chi è su Clubhouse può seguire uno specifico utente, per esempio una delle numerose celebrità che si sono iscritte, oppure un argomento o un cosiddetto club a tema, e selezionare delle stanze virtuali temporanee nelle quali è in corso una conversazione che può includere anche migliaia di persone che ascoltano conferenze o discorsi di qualcuno che ritengono interessante.
Si può “applaudire” premendo rapidamente l’icona del microfono, e chi vuole dire qualcosa, “alza la mano” virtualmente e l’amministratore della stanza può dargli la facoltà di parlare a tutti i presenti.
La caratteristica principale di Clubhouse è che tutto è basato appunto sulla voce e sulla diretta: le conversazioni, una volta fatte, svaniscono per sempre (o almeno così dice Clubhouse). La voce è uno strumento molto immediato e dà la sensazione di essere molto più presenti e partecipi rispetto a una chat di testo. È come trovarsi seduti a tavola con una persona famosa. Diretta e solo voce: una volta queste cose si chiamavano radio.
A seconda dei gusti, Clubhouse può essere una forma di intrattenimento facilmente fruibile (basta ascoltare, non c’è nemmeno bisogno di leggere o guardare uno schermo) oppure una colossale perdita di tempo, visto che a differenza di una chat di testo non è possibile fare ricerche per parole chiave o citare facilmente le parole di una persona, e a differenza della radio la registrazione delle conversazioni è formalmente vietata, anche se il divieto è facilmente aggirabile con qualunque registratore esterno all’app e le norme di privacy di Clubhouse avvisano che Alpha Exploration, l’azienda che gestisce Clubhouse, è la prima a registrare tutto temporaneamente per motivi di sicurezza.
Come tutti i social network, anche Clubhouse raccoglie montagne di dati personali sui suoi utenti: i tipi di conversazioni ai quali si partecipa, le persone con le quali si conversa, la durata e l’orario delle conversazioni, e la localizzazione approssimativa. E gli utenti sono scarsamente tutelati, tanto che alcuni esperti parlano di lacune pesanti nella conformità al GDPR e alla normativa europea sulla protezione dei dati (Cybersecurity360.it).
Dal punto di vista della sicurezza c’è solo una raccomandazione di fondo: attenzione a quello che dite su Clubhouse. La voce identifica le persone con molta precisione, anche dal punto di vista legale. In una chat di testo è sempre possibile negare di aver detto una certa cosa affermando che è stato qualcun altro che ha avuto accesso all’account (il classico “non l’ho scritto io, signor giudice, mi hanno hackerato”). In una chat vocale è proprio la vostra voce a dire le cose che vi vengono contestate.
Fonti aggiuntive: The Conversation, Bloomberg.