La Serie Classica di Star Trek, oggetto di culto nella Rete, compie quarant'anni e si concede un lifting digitale. Le avventure di Kirk, Spock, McCoy e della loro cosmopolita e colorata compagine cosmica, alla perenne ricerca di nuovi mondi, di lezioni morali e di un paio di tasche (notoriamente assenti nei costumi del telefilm), vengono ritrasmesse in questi giorni negli USA in una nuova versione in alta definizione, con audio ed effetti speciali completamente rifatti.
C'è chi grida al MLMFC ("mungi la mucca finché crepa"), considerandolo uno squallido quanto sacrilego espediente per spillare altri soldi ai fan creando un falso storico (l'Iliade con pistole e telefonini, insomma) secondo la moda lanciata da Guerre Stellari con le sue contestatissime ma vendutissime "edizioni speciali", nelle quali le basette anni Settanta cozzano con l'ultimo grido digitale del ventunesimo secolo. Ma c'è anche chi trova che tutto sommato i nuovi effetti svecchino gli episodi senza snaturarli.
A differenza di Guerre Stellari, E.T. e altri film sottoposti a rifacimento, che hanno visto cambiare radicalmente aspetti essenziali della trama (Han sparava per primo, dannazione), la nuova versione di Star Trek preserva rigorosamente le trame originali. Gli effetti aggiornati ricalcano fedelmente le limitazioni e lo stile di quelli dell'epoca: per esempio, l'astronave Enterprise non si mette a fare virate da Frecce Tricolori, ma fa le stesse manovre di prima, solo in forma più pulita, senza sgommate e senza i vistosi bordi blu del blue screen su pellicola degli anni Sessanta. I pianeti non sono più palle da ping-pong dipinte, ma hanno una vera e propria geografia.
Cosa ben più importante per i Veri Fan, nei quali mi includo se non altro per meriti d'anzianità, la recitazione è intatta, nel bene e nel male: nulla è stato cambiato, per esempio, nella... dizione... scandita... delle... battute... drammatiche... del capitano Kirk e soprattutto nel suo celebre gastrospasmo (chi conosce la serie sa cosa intendo: il gesto di portare i gomiti all'addome e divaricare le braccia, a mani aperte, tipico di William Shatner -- sto cercando una foto in archivio, ma non la trovo, se l'avete, mandatemela). Né sono state rivedute le minigonne oggi politically incorrect dei componenti femminili dell'equipaggio. E a differenza dell'operazione analoga fatta da George Lucas con la sua trilogia, gli originali non sono stati fatti sparire dal mercato (le edizioni originali di Guerre Stellari – senza le oscene scritte Episodio IV, V e VI e con Han che fa quel che deve fare un contrabbandiere canaglia – sono finalmente in vendita dai primi di settembre, dopo dieci anni di proteste dei fan).
Purtroppo il ritocco digitale non si estenderà, a quanto mi risulta, al doppiaggio italiano, ricolmo di strafalcioni di traduzione tali da indurre il gastrospasmo (appunto): per esempio, molti si chiedono tuttora come mai il capitano Kirk insista a chiamare "Olmo" (Elm) il tenente Hikaru Sulu, manco fosse un personaggio di Mai dire gol. In realtà l'audio originale diceva "helm", ossia "timone", riferimento alla mansione di Sulu, ma l'Einstein di turno al quale fu rifilata la traduzione pensò che si trattasse del nome del tenente. Ehi, che diamine, se il primo ufficiale ha le orecchie a punta, il timoniere potrà anche chiamarsi come un albero; è fantascienza, no?
Rifacimenti digitali o meno, nessun fan della serie classica ne è diventato appassionato per le battaglie e le esplosioni; contano le trame, le sfide morali, le battute e l'interazione dei personaggi, che la nuova edizione preserva fedelmente. Il fatto che i phaser ora non facciano più gli schizzi come nell'originale probabilmente permette alle nuove generazioni di apprezzare senza imbarazzo questi piccoli capolavori realizzati in estrema povertà. Povertà grazie alla quale fu necessario, a differenza di tanta fantascienza moderna e antica, concentrarsi sulla qualità delle storie e dei personaggi anziché risolvere tutto con dodicimila watt di botti e battaglie.
Per chi volesse valutare i risultati della "nuova" edizione di Star Trek, il filmato promozionale permette il confronto fra l'originale e il rifacimento. Chi ha già fatto la migrazione alla nuova newsletter Internet per tutti riceverà un invito a partecipare a un sondaggio (rigorosamente anonimo) sul tema del ritocco digitale dei film classici (non soltanto di fantascienza).
Aggiornamento (2006/09/20)
Ecco i risultati del sondaggio:
- E' un falso storico; i film vanno visti come furono girati, 28.42%
- E' necessario per evitare che vengano dimenticati, 11.58%
- Va bene, basta che sia indicato chiaramente, 55.79%
- Non me ne può fregar di meno, 4.21%
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