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2013/10/01
Torna l’auto ad aria, stavolta in Sardegna. Grande assente: l’auto ad aria
Questo articolo vi arriva grazie alla gentile donazione di “lorenza1”.
Ricordate Eolo/AirPod, l'auto ad aria? Se ne parla sempre come se fosse imminente. Dal 2001. La storia di questo veicolo è costellata di promesse e di fallimenti, non solo tecnici ma anche economici. Nel 2002 doveva essere costruita a Rieti: non è successo. Nel 2008 l'indiana Tata ha annunciato un accordo per la ricerca e la produzione, con vendite previste entro un anno: non s'è visto nulla. Nel 2009 Guy Negre, il progettista dell'auto, ha annunciato che il veicolo sarebbe stato in vendita nel Regno Unito entro tre anni: il 2012 è arrivato ed è passato senza che la promessa venisse mantenuta.
Adesso si parla dell'apertura imminente, entro la prossima estate, di uno stabilimento in Sardegna, nell’area industriale tra Ottana e Bolotana. La Nuova Sardegna ne parla in questo articolo, citando Pier Paolo Pisano, “responsabile della comunicazione di AirMobility, la società cagliaritana che da circa due anni ha contatti con Nègre per produrre la vettura”.
Pisano promette entro “dicembre, massimo gennaio 2014” la prima distribuzione dell'auto, costruita nello stabilimento francese della Mdi a Carros e annuncia che “a dicembre uscirà per il solo mercato indiano con un modello ad aria compressa, modificando un'auto che ha già in catalogo ma è a benzina”. Poi offre una descrizione dettagliata del “modello seriale” di fabbrica che “costituirà la base di future nano-fabbriche ‘clonate’ in tutto il mondo, secondo un modello economico simile al franchising”. Ma forse, prima di parlare di modelli economici e di clonazioni di nano-fabbriche, bisognerebbe avere un prodotto da fabbricare. Ed è qui il problema.
La Nuova Sardegna raccoglie le mie perplessità, basate su quelle dei tecnici, che sono le solite: la fisica indica che l'efficienza promessa avrebbe del prodigioso. Ma senza entrare in disquisizioni di fisica, c'è un fatto imbarazzante di fondo: a quanto mi risulta nessuno ha mai portato in giro una vettura ad aria compressa realizzata da Guy Negre per una prova estesa e indipendente, in condizioni realistiche, ed è riuscito a confermare l'autonomia e le prestazioni promesse. L'auto ad aria, per ora, è priva di qualunque riscontro.
Non è questione di malafede o di scetticismo ad oltranza. Si tratta semplicemente di chiedere quel che si chiede sempre di fronte a chi fa affermazioni straordinarie: dimostrate quello che dite, e ne saremo contenti insieme a voi. Fatecela provare. Ma fino a quel momento, visti i precedenti ampiamente documentati e visto che ci sono di mezzo soldi pubblici e privati e posti di lavoro, il dubbio è decisamente sensato. Tutto il resto è cortina fumogena. O forse, visto l'argomento, è aria fresca.
Ricordate Eolo/AirPod, l'auto ad aria? Se ne parla sempre come se fosse imminente. Dal 2001. La storia di questo veicolo è costellata di promesse e di fallimenti, non solo tecnici ma anche economici. Nel 2002 doveva essere costruita a Rieti: non è successo. Nel 2008 l'indiana Tata ha annunciato un accordo per la ricerca e la produzione, con vendite previste entro un anno: non s'è visto nulla. Nel 2009 Guy Negre, il progettista dell'auto, ha annunciato che il veicolo sarebbe stato in vendita nel Regno Unito entro tre anni: il 2012 è arrivato ed è passato senza che la promessa venisse mantenuta.
Adesso si parla dell'apertura imminente, entro la prossima estate, di uno stabilimento in Sardegna, nell’area industriale tra Ottana e Bolotana. La Nuova Sardegna ne parla in questo articolo, citando Pier Paolo Pisano, “responsabile della comunicazione di AirMobility, la società cagliaritana che da circa due anni ha contatti con Nègre per produrre la vettura”.
Pisano promette entro “dicembre, massimo gennaio 2014” la prima distribuzione dell'auto, costruita nello stabilimento francese della Mdi a Carros e annuncia che “a dicembre uscirà per il solo mercato indiano con un modello ad aria compressa, modificando un'auto che ha già in catalogo ma è a benzina”. Poi offre una descrizione dettagliata del “modello seriale” di fabbrica che “costituirà la base di future nano-fabbriche ‘clonate’ in tutto il mondo, secondo un modello economico simile al franchising”. Ma forse, prima di parlare di modelli economici e di clonazioni di nano-fabbriche, bisognerebbe avere un prodotto da fabbricare. Ed è qui il problema.
La Nuova Sardegna raccoglie le mie perplessità, basate su quelle dei tecnici, che sono le solite: la fisica indica che l'efficienza promessa avrebbe del prodigioso. Ma senza entrare in disquisizioni di fisica, c'è un fatto imbarazzante di fondo: a quanto mi risulta nessuno ha mai portato in giro una vettura ad aria compressa realizzata da Guy Negre per una prova estesa e indipendente, in condizioni realistiche, ed è riuscito a confermare l'autonomia e le prestazioni promesse. L'auto ad aria, per ora, è priva di qualunque riscontro.
Non è questione di malafede o di scetticismo ad oltranza. Si tratta semplicemente di chiedere quel che si chiede sempre di fronte a chi fa affermazioni straordinarie: dimostrate quello che dite, e ne saremo contenti insieme a voi. Fatecela provare. Ma fino a quel momento, visti i precedenti ampiamente documentati e visto che ci sono di mezzo soldi pubblici e privati e posti di lavoro, il dubbio è decisamente sensato. Tutto il resto è cortina fumogena. O forse, visto l'argomento, è aria fresca.
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