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2014/03/21
L’App Store di Apple non è infallibile: il caso Tor Browser
Rispondo a una domanda ricorrente dei Disinformatici: ci si può fidare al 100% delle app presenti nell'App Store di Apple? Versione breve: no. Versione meno breve: solitamente sì.
Apple si vanta di esercitare un controllo molto rigoroso su tutte le app che distribuisce attraverso l'App Store; è un ambiente ben diverso da quello del rivale Google Play, nel quale le app ostili o scorrette superano spesso i controlli. La proposta commerciale di Apple è, in sostanza, che se l'utente accetta di rinunciare a qualunque altro negozio di app al di fuori dell'App Store, avrà in cambio una sicurezza maggiore.
Non si sa quale sia, di preciso, il processo di verifica usato da Apple, e questa dipendenza da un distributore unico non va giù a molti perché offre occasioni di monopolio e censura molto allettanti, ma per molti utenti è un compromesso che offre sicurezza (a patto, ovviamente, di non eludere tutti i controlli facendo il jailbreak del proprio iPhone, iPod touch o iPad per installarvi a scrocco app trovate nei peggiori anfratti di Internet).
Di solito questo patto funziona bene, ma non è una garanzia totale. È stato infatti segnalato che Tor Browser, un'app usata per sfogliare la parte di Internet “sommersa” accessibile soltanto tramite il sistema Tor, è un falso che ha funzioni di violazione della privacy (spyware) e di diffusione incontrollata di pubblicità indesiderata (adware). La segnalazione è stata fatta dai gestori del vero Tor a dicembre scorso, ma l'app è ancora al suo posto [aggiornamento: è stata rimossa poco dopo la pubblicazione iniziale di questo articolo] e Apple, come consueto, non ha ancora rilasciato alcun commento sulla vicenda.
Almeno una mela marcia, insomma, nell'App Store c'è, per cui formalmente non si può parlare di sicurezza al cento per cento. Ma il numero molto basso di contestazioni indica che il livello di sicurezza è ragionevole.
Fonti: Ars Technica, ThreatPost. L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale per rispecchiare la rimozione dell'app Tor Browser dall'App Store.
Apple si vanta di esercitare un controllo molto rigoroso su tutte le app che distribuisce attraverso l'App Store; è un ambiente ben diverso da quello del rivale Google Play, nel quale le app ostili o scorrette superano spesso i controlli. La proposta commerciale di Apple è, in sostanza, che se l'utente accetta di rinunciare a qualunque altro negozio di app al di fuori dell'App Store, avrà in cambio una sicurezza maggiore.
Non si sa quale sia, di preciso, il processo di verifica usato da Apple, e questa dipendenza da un distributore unico non va giù a molti perché offre occasioni di monopolio e censura molto allettanti, ma per molti utenti è un compromesso che offre sicurezza (a patto, ovviamente, di non eludere tutti i controlli facendo il jailbreak del proprio iPhone, iPod touch o iPad per installarvi a scrocco app trovate nei peggiori anfratti di Internet).
Di solito questo patto funziona bene, ma non è una garanzia totale. È stato infatti segnalato che Tor Browser, un'app usata per sfogliare la parte di Internet “sommersa” accessibile soltanto tramite il sistema Tor, è un falso che ha funzioni di violazione della privacy (spyware) e di diffusione incontrollata di pubblicità indesiderata (adware). La segnalazione è stata fatta dai gestori del vero Tor a dicembre scorso, ma l'app è ancora al suo posto [aggiornamento: è stata rimossa poco dopo la pubblicazione iniziale di questo articolo] e Apple, come consueto, non ha ancora rilasciato alcun commento sulla vicenda.
Almeno una mela marcia, insomma, nell'App Store c'è, per cui formalmente non si può parlare di sicurezza al cento per cento. Ma il numero molto basso di contestazioni indica che il livello di sicurezza è ragionevole.
Fonti: Ars Technica, ThreatPost. L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale per rispecchiare la rimozione dell'app Tor Browser dall'App Store.
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