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2014/03/06
Corriere, Panorama e Repubblica colti a copiare da Wikipedia: per loro, “Fra Martino” l’ha scritta Manlio Sgalambro
Questo articolo vi arriva grazie alla gentile donazione di “ilaria.f” e “orsymp” e alla segnalazione di Silvo C.
La morte del filosofo Manlio Sgalambro ha messo in luce, ancora una volta, come lavorano le redazioni dei principali giornali di oggi. Qualcuno ha modificato la voce di Wikipedia dedicata a Sgalambro, inserendo (anche in altre occasioni) la frase “è anche l'autore del testo di canzoni per bambini, come Madama Dorè, Fra Martino campanaro, Il merlo ha perso il becco, su musica di Giovanni Ferracin” o sue varianti. Una frase che dovrebbe suscitare perlomeno qualche perplessità, per ovvie ragioni storiche. La modifica ora è stata rimossa.
Cosa ha fatto la redazione del Corriere? Ha pubblicato questo, a firma di Redazione online:
Sì, avete letto bene: “È morto Manlio Sgalambro, il filosofo di Battiato - Il paroliere, scrittore e poeta aveva scritto anche i testi di famose canzoni per bambini come «Madama Dorè» e «Fra Martino campanaro»”.
Cosa ha fatto invece Repubblica? Ha pubblicato questo, firmato da Andrea Silenzi, nel quale si legge:
Cos'ha preferito scrivere, per contro, Panorama? Questo, firmato da Redazione:
Panorama ha scritto che “sono suoi anche i testi di canzoni per bambini come il famoso canone "Fra Martino campanaro", "Il merlo ha perso il becco", "Madama Doré".”
Notate qualche somiglianza?
Come Corriere, Repubblica e Panorama, innumerevoli altre redazioni hanno copiaincollato: provate a cercare "manlio sgalambro" "fra martino campanaro" in Google.
La storia che Sgalambro avrebbe scritto Fra Martino campanaro esiste solo in quella fugace apparizione in Wikipedia (e in questa, segnalata dal Giornale della Musica, apparsa sempre su Wikipedia). Nessun altro sito la riporta prima di ieri. Nessuno s'è fermato a chiedersi se era plausibile. Nessuno s'è fermato a verificarla (s'è salvato Avvenire).
Da parte mia, a questi che pretendono di essere giornalisti, che guardano Internet, blogger e Wikipediani dall'alto in basso, difendendosi dal plebeo olezzo sventolandosi sotto il naso la tessera dell'Ordine dei Giornalisti e poi da quella disprezzata Wikipedia attingono a piene mani, senza fare il minimo controllo, posso solo dire una parola: mavaffactchecking.
La morte del filosofo Manlio Sgalambro ha messo in luce, ancora una volta, come lavorano le redazioni dei principali giornali di oggi. Qualcuno ha modificato la voce di Wikipedia dedicata a Sgalambro, inserendo (anche in altre occasioni) la frase “è anche l'autore del testo di canzoni per bambini, come Madama Dorè, Fra Martino campanaro, Il merlo ha perso il becco, su musica di Giovanni Ferracin” o sue varianti. Una frase che dovrebbe suscitare perlomeno qualche perplessità, per ovvie ragioni storiche. La modifica ora è stata rimossa.
Cosa ha fatto la redazione del Corriere? Ha pubblicato questo, a firma di Redazione online:
Sì, avete letto bene: “È morto Manlio Sgalambro, il filosofo di Battiato - Il paroliere, scrittore e poeta aveva scritto anche i testi di famose canzoni per bambini come «Madama Dorè» e «Fra Martino campanaro»”.
Cosa ha fatto invece Repubblica? Ha pubblicato questo, firmato da Andrea Silenzi, nel quale si legge:
Cos'ha preferito scrivere, per contro, Panorama? Questo, firmato da Redazione:
Panorama ha scritto che “sono suoi anche i testi di canzoni per bambini come il famoso canone "Fra Martino campanaro", "Il merlo ha perso il becco", "Madama Doré".”
Notate qualche somiglianza?
Come Corriere, Repubblica e Panorama, innumerevoli altre redazioni hanno copiaincollato: provate a cercare "manlio sgalambro" "fra martino campanaro" in Google.
La storia che Sgalambro avrebbe scritto Fra Martino campanaro esiste solo in quella fugace apparizione in Wikipedia (e in questa, segnalata dal Giornale della Musica, apparsa sempre su Wikipedia). Nessun altro sito la riporta prima di ieri. Nessuno s'è fermato a chiedersi se era plausibile. Nessuno s'è fermato a verificarla (s'è salvato Avvenire).
Da parte mia, a questi che pretendono di essere giornalisti, che guardano Internet, blogger e Wikipediani dall'alto in basso, difendendosi dal plebeo olezzo sventolandosi sotto il naso la tessera dell'Ordine dei Giornalisti e poi da quella disprezzata Wikipedia attingono a piene mani, senza fare il minimo controllo, posso solo dire una parola: mavaffactchecking.
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