Un blog di Paolo Attivissimo, giornalista informatico e cacciatore di bufale
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2018/12/21
Alexa, voci captate in casa e inviate a uno sconosciuto
Amazon Echo, l’assistente vocale che risponde al nome di Alexa, è sostanzialmente un microfono sempre aperto e connesso a Internet. Forse è il caso di pensarci prima di comperarlo. Perché a volte quello che viene detto in casa viene captato e trasmesso a uno sconosciuto.
È successo a un cittadino tedesco, che ha chiesto ad Amazon di ricevere i dati riguardanti la sua attività presso questo negozio online e ha ricevuto 1700 registrazioni audio di comandi impartiti ad Alexa. Un risultato sorprendente, visto che non possiede un Echo.
Amazon gli aveva infatti inviato le registrazioni di qualcun altro. Il cittadino ha avvisato Amazon, che non gli ha risposto, però ha reso inattivo il link dal quale erano scaricabili le registrazioni.
I giornalisti di Heise.de le hanno ascoltate e sono stati in grado di “ricostruire un quadro dettagliato del cliente in questione e delle sue abitudini personali. Era ovvio che il ‘Cliente X’ usava Alexa in più di un posto. Aveva almeno un Echo in casa e ha un dispositivo Fire, comandato a voce, collegato alla sua TV. Anche una voce femminile si rivolgeva ad Alexa, e quindi c’era evidentemente una donna almeno per parte del tempo.”
Prosegue Heise: “Alexa era chiaramente in grado di sentire il nostro ‘soggetto’ nella doccia e i comandi dati a termostati e simili ci hanno mostrato che usa Alexa per comandare vari apparecchi smart di casa. Usa Alexa a casa, sul suo smartphone, e quando è in giro [...] siamo stati in grado di esplorare la vita privata di uno sconosciuto senza che lui lo sapesse [...] gli allarmi, i comandi Spotify, le richieste di informazioni sui trasporti pubblici incluse nei dati hanno rivelato molto sulle abitudini personali, il lavoro e i gusti musicali delle vittime. Usando questi file, è stato piuttosto facile identificare la persona e la sua compagna.”
Vi lascio leggere il resto della storia presso Heise.de. È molto interessante il modo in cui Amazon ha minimizzato e ha gestito il problema, prendendosi il merito di averlo scoperto, dicendo che si è trattato di “errore umano” ed evitando di contattare la persona di cui aveva inviato ad altri le registrazioni fino al momento in cui ne ha parlato Heise.de.
Se avete Alexa e volete riesaminare quello che ha registrato, potete visitare amazon.de/alexaprivacy (o il link equivalente del vostro account Amazon).
È successo a un cittadino tedesco, che ha chiesto ad Amazon di ricevere i dati riguardanti la sua attività presso questo negozio online e ha ricevuto 1700 registrazioni audio di comandi impartiti ad Alexa. Un risultato sorprendente, visto che non possiede un Echo.
Amazon gli aveva infatti inviato le registrazioni di qualcun altro. Il cittadino ha avvisato Amazon, che non gli ha risposto, però ha reso inattivo il link dal quale erano scaricabili le registrazioni.
I giornalisti di Heise.de le hanno ascoltate e sono stati in grado di “ricostruire un quadro dettagliato del cliente in questione e delle sue abitudini personali. Era ovvio che il ‘Cliente X’ usava Alexa in più di un posto. Aveva almeno un Echo in casa e ha un dispositivo Fire, comandato a voce, collegato alla sua TV. Anche una voce femminile si rivolgeva ad Alexa, e quindi c’era evidentemente una donna almeno per parte del tempo.”
Prosegue Heise: “Alexa era chiaramente in grado di sentire il nostro ‘soggetto’ nella doccia e i comandi dati a termostati e simili ci hanno mostrato che usa Alexa per comandare vari apparecchi smart di casa. Usa Alexa a casa, sul suo smartphone, e quando è in giro [...] siamo stati in grado di esplorare la vita privata di uno sconosciuto senza che lui lo sapesse [...] gli allarmi, i comandi Spotify, le richieste di informazioni sui trasporti pubblici incluse nei dati hanno rivelato molto sulle abitudini personali, il lavoro e i gusti musicali delle vittime. Usando questi file, è stato piuttosto facile identificare la persona e la sua compagna.”
Vi lascio leggere il resto della storia presso Heise.de. È molto interessante il modo in cui Amazon ha minimizzato e ha gestito il problema, prendendosi il merito di averlo scoperto, dicendo che si è trattato di “errore umano” ed evitando di contattare la persona di cui aveva inviato ad altri le registrazioni fino al momento in cui ne ha parlato Heise.de.
Se avete Alexa e volete riesaminare quello che ha registrato, potete visitare amazon.de/alexaprivacy (o il link equivalente del vostro account Amazon).
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