Avete mai avuto la sensazione che il vostro telefonino vi ascolti e vi proponga pubblicità sulla base di quello che dite? Non è così; si tratta soltanto di pubblicità mirata, generata sulla base di dove siete, vicino a chi siete, che siti visitate, che informazioni cercate e altri dati personali. Ma ora è stata annunciata un’app che estende questo concetto: SayPal. La trovate presso Saypal.app.
SayPal, infatti, vi paga per citare nomi di marche celebri nelle vostre conversazioni. A differenza del tracciamento pubblicitario convenzionale, inoltre, vi avvisa subito di quanto avete incassato con ciascuna menzione della marca, e l’incasso va a voi, non a chissà chi.
Una volta concessi i permessi, SayPal vi ascolta tramite il microfono del telefonino e adopera sofisticate tecniche di intelligenza artificiale ed elaborazione del linguaggio naturale per identificare le parole chiave.
SayPal include inoltre un wallet Bitcoin, sul quale vengono accreditati automaticamente gli incassi.
Come vi siete sentiti leggendo questa descrizione? Tentati di monetizzare le vostre conversazioni o inorriditi all’idea di essere costantemente ascoltati o i vedere che i vostri amici si convertono a SayPal e cominciano a parlarvi intercalando citazioni di marche famose in cambio di soldi?
È esattamente questo lo scopo di SayPal, che non esiste se non come provocazione da parte di Matt Reed, “tecnologo creativo” presso redpepper e già autore di altre burle digital come il Rickroll per Zoom e lo Zoombot che crea un ”gemello” virtuale da far partecipare alle riunioni online. Se continuiamo ad accettare la sorveglianza commerciale, SayPal rischia di essere un’anticipazione profetica di quello che ci aspetta nel nostro futuro iperpubblicitario.
Ancora una volta, con sentimento: Idiocracy era un avvertimento, non un manuale di cose da fare.
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