Nota: a scanso di equivoci, tutte le foto sono state scattate da me mentre non guidavo. Prima di lanciarsi nelle solite critiche sulle auto elettriche si prega di leggere le risposte alle obiezioni più frequenti su Fuoriditesla.ch. Ultimo aggiornamento: 2021/07/11 00:15.
6 luglio 2021. Dobbiamo andare da Lugano a Firenze e ritorno (circa 790 km), fermandomi una notte, per un mordi e fuggi personale: siamo in tre (io, la Dama del Maniero e un’amica), per cui andarci in treno sarebbe poco conveniente, e in più c’è ancora una pandemia in corso, per cui anche se siamo tutti vaccinati preferiamo non esporci e non stare per ore in treno con una mascherina incollata alla faccia, insieme a gente che non sappiamo se e quanto sia vaccinata.
Inoltre
vorrei cogliere l’occasione per fare qualche test: con una berlina elettrica del
2016 che ha una batteria relativamente piccola è possibile fare un viaggio del genere, a velocità autostradali normali,
senza assolutamente preoccuparsi dell’autonomia e senza perdere tempo in
ricarica? Il pianificatore dell’auto è affidabile? Al Maniero abbiamo abbandonato definitivamente l’auto a carburante oltre un anno fa, ma finora abbiamo avuto poche occasioni di fare viaggi lunghi ed è ora di mettere alla prova dei fatti la nostra scelta.
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Uno dei modi per ridurre o eliminare l’incombenza della ricarica di un’auto elettrica è scegliere un albergo dotato di colonnina di ricarica. Per sceglierne uno a Firenze potremmo usare Booking.com, che ha l’opzione di selezionare gli alberghi in base alla disponibilità di una stazione di ricarica per veicoli elettrici (è nella sezione Servizi di Booking.com), ma c’è un sistema più semplice: avendo una Tesla (una Model S di seconda mano, soprannominata TESS), possiamo usare il pianificatore online fornito dall’azienda oppure la mappa interattiva delle colonnine Tesla per farci dire quali sono gli alberghi dotati di colonnina Tesla nelle vicinanze della nostra destinazione. Scopro che ce ne sono quattro.
In base alla vicinanza del luogo del Mordi e Fuggi, la scelta si riduce a due: il
Classic Hotel e l’UNA Hotel Vittoria, situati in modo da consentirci di fare due passi a piedi o in taxi fino alla nostra destinazione.
Non vogliamo complicazioni con ZTL e simili, per cui consulto anche la
mappa della ZTL di Firenze. Alla fine scegliamo il Classic: molto tranquillo, con cortile interno, situato in
una villa con tanto verde intorno.
Pianifico il viaggio con Abetterrouteplanner (ABRP), che mi propone all’andata 4 ore e 4 minuti di viaggio, compresa una tappa di 21 minuti di ricarica al Supercharger Tesla di Modena, che non pago (grazie ai referral ho accumulato circa 8500 km di carica gratuita) ma richiede una piccola deviazione fuori dall’autostrada (è all’Hotel Real Fini Baia del Re, uscita autostradale Modena Sud della A1) che si aggiunge ai tempi di ricarica e comporta la leggera scomodità di doverla trovare, visto che è la prima volta che la uso (beh, non proprio: l’ho usata nel 2015 per andare a Roma, ma con un’auto non mia). Potremmo caricare alle colonnine presenti all’autogrill di Secchia Ovest, ma non appartengono alla rete Tesla, per cui le pagheremmo: le tengo come Piano B in caso di imprevisti. Lungo il percorso abbiamo comunque una discreta scelta di colonnine rapide Tesla: Melegnano, Piacenza, Campogalliano e Firenze.
Il piano di ABRP (a 120 km/h di velocità massima, senza tenere conto del traffico), in dettaglio:
- 8:00 Partenza da Lugano con il 100% di carica.
- 10:33 Arrivo al Supercharger di Modena con il 15% di carica residua, dopo 262 km. Carica per 21 minuti.
- 10:54 Partenza dal Supercharger di Modena con il 49%.
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12:04 Arrivo al Classic Hotel dopo 122 km con il 6% di carica residua.
Il pianificatore di Tesla, invece, basandosi su una Model 3 Standard range Plus (l‘auto attuale la cui autonomia si avvicina maggiormente a quella di TESS), propone un piano assurdo: una tappa di 10 minuti di ricarica a Melide, subito dopo la partenza, e poi una tappa di cinque minuti di ricarica a Firenze (screenshot qui accanto). Non ha senso; lascio perdere.
La previsione più accurata, però, dovrebbe essere quella fatta da TESS stessa, che “conosce” la propria autonomia e i propri consumi. Il problema è che non posso sapere la sua proposta fino al momento in cui partiamo, perché il pianificatore di bordo fa i suoi calcoli sulla base della carica corrente della batteria, e io avrò il “pieno” solo domattina, appena prima di partire. Infatti per allungare la vita operativa della batteria conviene evitare di tenerla carica al 100% senza utilizzarla, per cui ho impostato la carica notturna in modo che termini poco prima dell’orario previsto per la partenza.
In ogni caso, la tratta è ben coperta da colonnine rapide e abbiamo almeno 300 km
di autonomia a velocità autostradale, per cui quello che importa sapere è che
sarà necessaria una sola tappa da qualche parte e che possiamo permetterci di
arrivare a destinazione con la batteria quasi scarica perché siamo certi di poter caricare all’arrivo (abbiamo chiamato l’albergo e avvisato che ci servirà la colonnina).
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7 luglio 2021, 8:00. Partenza con il 100% di carica fatta a casa di
notte in garage, monitorando la carica con l’app sul telefono. Costo della carica (circa 48 kWh, l’auto era già parzialmente carica): circa
9,60 CHF (8,85 EUR).
Primo problema: il pianificatore di bordo è rimbambito. Come il pianificatore online, mi propone di fermarmi a caricare dopo 30 km per poi fare una tratta lunga con una tappa ulteriore a Piacenza. Per fortuna l’esperienza acquisita in due anni di guida elettrica mi permette di capire che posso ignorare il suggerimento dell’auto: è assurdo, visto che quando la batteria è quasi piena la carica è molto più lenta.
Voglio essere comunque prudente, per cui partiamo viaggiando a non più di 120 km/h fino alla tappa di ricarica. In Svizzera 120 km/h è in ogni caso la velocità massima consentita, e so che la differenza di consumi fra 120 km/h e 130 km/h (la massima velocità consentita in Italia) è notevole. La differenza di tempo di viaggio, invece, è modesta: ipotizzando 120 km/h fissi, 383 km si fanno in tre ore e 12 minuti; a 130 km/h si fanno in 2 ore e 56 minuti: teoricamente una ventina di minuti in meno, ma tanto i 130 fissi in autostrada trafficata sono solo un sogno, come vedrete nel riepilogo dei dati.
11:06. A causa del traffico, i 120 o 130 km/h sono appunto un sogno lontano e quindi arriviamo al Supercharger di Modena in tre ore e sei minuti, dopo 268 km, avendo consumato 49,8 kWh (185 Wh/km), secondo i dati indicati dall’auto; la velocità media è stata di circa 90 km/h. Ci resta il 22% di carica: sufficiente, in emergenza, ad arrivare a una colonnina successiva, ma tanto TESS ci ha avvisato che le colonnine sono operative e ce ne sono parecchie disponibili.
Dato interessante: durante il viaggio noto a un certo punto che abbiamo
coperto 170 km consumando il 50% di carica, per cui l’autonomia
teorica di TESS alle velocità autostradali che abbiamo potuto tenere sarebbe
pari a 340 km, ben più di quella che considero prudenzialmente. Con modelli di Tesla dotati di batterie più capienti (ne esistono anche da 100 kWh) l’autonomia sarebbe molto maggiore.
Altro dato interessante, a proposito di capienza: se 49,8 kWh sono il 78% di carica, vuol dire che la capacità di carica effettiva della batteria di TESS è circa 64 kWh. Non sono i 70 kWh indicati dalla targhetta dell’auto: non so ancora se si tratta di un fenomeno dovuto al degrado della batteria o a una limitazione introdotta da Tesla su alcuni tipi di batteria per estenderne la vita. Lo scoprirò prossimamente.
Mettiamo l‘auto sotto carica ed entriamo a fare pausa toilette e bombolone/caffè/mail (necessaria per fisiologia e lavoro, non per autonomia del veicolo) all’Hotel Real Fini Baia del Re, che ospita il Supercharger, come previsto nella pianificazione pre-viaggio. Il Supercharger è appena fuori dal casello autostradale di Modena Sud e si raggiunge in un paio di minuti. TESS carica inizialmente a 88 kW, per poi rallentare man mano che il livello di carica sale (le Tesla più recenti caricano molto più rapidamente, fino a 250 kW).
11:35. Prima che finisca la pausa, TESS ha già caricato a sufficienza per arrivare con ampio margine a destinazione. Il tempo di sosta (29 minuti) è stato dettato dalle esigenze umane. Cinque minuti prima di finire la pausa, attiviamo da remoto tramite l’app il condizionatore, per avere l’auto fresca nonostante sia sotto il sole. Funziona ed è una gran comodità. Ripartiamo, stavolta senza limitazioni di velocità salvo quelle del codice della strada. Ci sono 37°C e il condizionatore lavora intensamente. Anche così, l’autonomia rimane ampiamente sufficiente.
13:10. Arriviamo a destinazione al Classic Hotel dopo altri 126 km
autostradali, consumando 25,4 kWh, e ci resta il 23% di carica. Parcheggiamo
TESS in uno dei due posti auto dedicati alle auto elettriche (con colonnine da
11 kW), la mettiamo sotto carica e ce ne andiamo in albergo e poi a compiere
il Mordi e Fuggi (è una piacevole faccenda personale, vi risparmio i dettagli)
intanto che TESS ricarica gratis. Abbiamo percorso in tutto 394 km e consumato
in tutto 75,2 kWh, pari a 191 Wh/km. Tempo impegnato dalla ricarica: zero,
visto che tanto avremmo dovuto fermarci per motivi non tecnici e abbiamo
lasciato che fossero questi motivi a decidere la durata della sosta.
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8 luglio 2021, 8:00. Sveglia e avvio da remoto dell’ultima parte di carica di TESS in modo che arrivi al 100% per quando partiremo. Il grosso della carica è già stato fatto durante la giornata di ieri. Un ipotetico “pieno” dallo 0% richiederebbe circa 7 ore, ma ci è bastato parecchio meno. Non so quanto, perché il bello è che non me ne sono dovuto preoccupare: l’auto ha caricato mentre facevamo altro.
10:05. Partenza e guida a 130 km/h di velocità massima, senza risparmiare i cavalli, fino all’ora di pranzo.
12:33. Pausa pranzo, che facciamo mentre TESS si abbevera (sempre gratis) al Supercharger di Piacenza, situato anche in questo caso appena fuori dal casello autostradale. Bonus: incontriamo a sorpresa un famoso utente Tesla di cui per privacy ometto il nome; dico solo che a Modena lo conoscono in tanti. Arriviamo al Supercharger con il 20% di carica residua dopo 241 km percorsi e 48,9 kWh consumati (203 Wh/km).
Pranziamo in una trattoria adiacente al Supercharger e ancora una volta lasciamo che siano i tempi umani, non quelli del mezzo tecnico, a dettare la durata della sosta. Altro dato interessante di questo viaggio: le pause “naturali” si confermano molto più lunghe di quello che si immagina. Ho dovuto ricontrollare gli orari dei log di bordo per rendermi conto che un pranzo leggero ha richesto un’ora e mezza: avrei giurato che ci fossimo fermati in tutto un’ora. Così TESS ha ricaricato fino al 96%, ampiamente sufficiente per arrivare fino al Maniero Digitale con un grosso avanzo.
13:57. Partiamo per il Maniero. Il viaggio è assolutamente normale e privo di eventi significativi.
15:43. Arriviamo al Maniero con il 44% di carica residua, dopo aver percorso altri 154 km e consumato 32,2 kWh (210 Wh/km).
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Tirando le somme, il viaggio è stato molto meno complicato delle mie previsioni: ormai l’ansia da autonomia comincia a scemare, un po’ per via dell’esperienza, un po’ perché l’auto calcola molto correttamente l’autonomia prevista (anche se i criteri di pianificazione delle ricariche sono piuttosto bislacchi).
Dati riepilogativi:
- Lugano-Firenze: 394 km, 4h 41m di viaggio (soste escluse), 84 km/h di media (soste escluse), 75,2 kWh, 191 Wh/km
- Firenze-Lugano: 395 km, 4h 04m di viaggio (soste escluse), 97 km/h di media (soste escluse), 81,1 kWh, 205 Wh/km
- Spesa di ricarica: 9,60 CHF / 8,85 euro (64,1 CHF / 59,1 EUR se avessi pagato a tariffa normale, 0,41 CHF/kWh, le ricariche Tesla)
- Spesa equivalente con un’auto a benzina: 107,6 EUR (ipotizzando 12 km/litro e 1,634 EUR/litro, che è il prezzo medio italiano corrente)
Serve comunque un po’ di pianificazione, e in questo senso gli alberghi dotati di colonnina di carica sono una manna dal cielo: poter caricare, anche lentamente, una volta arrivati a destinazione è una comodità enorme che fa tutta la differenza. Albergatori, se volete attirare clienti, dotatevi di colonnine elettriche, anche “lente”.
Avere una rete di ricarica garantita è un altro bonus enorme. Lo stesso vale anche per la facilità d’uso: ai Supercharger non servono app o tessere. Basta parcheggiare l’auto alla colonnina e inserire il cavo di carica nella presa dell’auto. Fine. Nessuna perdita di tempo e nessuna incognita. E per di più, nel mio caso, gratis.
Per contro la segnaletica dei punti di ricarica è pessima, e questo vale per tutte le marche di colonnine. Sui cartelli lungo l’autostrada non c’è alcuna indicazione della presenza di stazioni di ricarica (anche in Svizzera, dove c’è, bisogna aguzzare l’occhio per trovarla). Non ci sono insegne o cartelli indicatori per individuare dove si trova la stazione di ricarica. Per fortuna mi sono informato prima sull’ubicazione di quella di Piacenza guardando le recensioni in Google, perché altrimenti non l‘avremmo mai trovata: dalla strada non si vede nulla.
Se Tesla, Ionity e gli altri fornitori di colonnine rapide vogliono far partire il mercato, secondo me devono dotarsi di insegne ben visibili come quelle delle pompe di benzina. Non solo per aiutare gli utenti di auto elettriche (che possono comunque sfruttare il navigatore apposito), ma anche per rassicurare chi sta semplicemente pensando di fare la transizione alla mobilità elettrica: se il pubblico non vede che le colonnine ci sono, sono tante e sono ben distribuite, non comprerà mai un’auto elettrica.
Insomma, c’è ancora molta strada da fare, ma già ora un viaggio di questo genere è fattibile anche con un‘auto elettrica che ha già cinque anni di anzianità tecnologica. Ed è un viaggio confortevole, silenzioso e non inquinante, oltre a costare pochissimo (8,85 euro di “carburante” per 790 km). Ma se vi piace stressarvi con rumore, puzze, file alle casse, fretta di arrivare e un Camogli trangugiato in piedi, lasciate perdere l’auto elettrica.
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