La Federazione degli Editori di Giornali ha chiesto ad Agcom un provvedimento esemplare e urgente di sospensione di Telegram, sulla base di un’analisi dell’incremento della diffusione illecita di testate giornalistiche sulla piattaforma che, durante la pandemia, ha raggiunto livelli intollerabili per uno Stato di diritto”: ad annunciarlo è il Presidente della FIEG, Andrea Riffeser Monti, che ricorda come di recente si sia pronunciato con preoccupazione anche il Sottosegretario per l’editoria, Andrea Martella. [...]
C’è proprio scritto “sospensione di Telegram”. Non dei gruppi nei quali si scambierebbero illecitamente giornali, ma proprio dell’intero servizio. E ora chi è che se la sente di spiegare ad Andrea Riffeser Monti come funziona Internet? Con parole piccole, e senza ridere?
No, dico, le basi. Le basi. Siamo nel 2020 e c'è ancora chi crede che Internet sia una radio o una TV, nella cui sede si può irrompere per ordinarne la chiusura. Come se questa questione non fosse già stata chiarita dalle bastonate giuridiche prese per anni dall’industria del disco e del cinema mondiale che si lamentava della pirateria online, adesso arriva Riffeser Monti a pretendere che si sospenda Telegram perché girano troppe copie abusive dei giornali italiani.
Vorrei tanto sperare che si tratti di una sparata intenzionale, fatta sapendo di dire una cretinata con l’intento di far parlare della questione delle copie abusive dei giornali, ma se davvero è questo il livello di incompetenza tecnica di chi presiede gli editori di giornali in Italia, non stupiamoci della situazione disastrosa dell’editoria italiana.
Offro cento euro al primo che, in tutta serietà e in video, va a dire a Riffeser Monti “Mi scusi, ma se vuole sospendere Telegram, le basta togliere l'app di Telegram dal suo telefonino, lo sanno tutti”. Senza scoppiare a ridere.
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