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2016/09/20
Giornalismo 2.0: le foto private “hackerate” di Diletta Leotta sono sul sito de La Voce di Napoli
Questo articolo vi arriva gratuitamente grazie alle donazioni dei lettori. Se vi piace, potete farne una per incoraggiarmi a scrivere ancora (anche con un microabbonamento). Ultimo aggiornamento: 2020/06/30 12:55.
ANSA ha annunciato oggi, citando una nota dell’ufficio stampa della giornalista di Sky Sport Diletta Leotta, che il “telefono portatile [sic] di Diletta è stato hackerato e alcune sue foto privatissime di alcuni anni fa, in realtà insieme ad evidenti fotomontaggi, in queste ore sono distribuite in rete da moltissime persone”. La giornalista “ha subito sporto denuncia alla Polizia di Stato (Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni di Milano) chiedendo che si dia inizio all'azione penale contro chiunque risulti concorrente di tutti i reati perseguibili e cioè della pubblicazione e distribuzione delle foto.”
Diletta Leotta sembra insomma intenzionata seriamente ad agire penalmente contro chiunque pubblichi e distribuisca le foto in questione, come è suo sacrosanto diritto. Come prevedibile, è partito il coretto dei giornalisti casti e puri, indignati per questa nuova violazione della privacy di una donna, che puntano il dito giudicatore contro gli utenti comuni che stanno distribuendo le foto personali della Leotta su WhatsApp, Dropbox, Imgur e su tanti altri siti e servizi. Ma la cosa interessante è che fra questi disseminatori c’è anche una testata giornalistica italiana: La Voce di Napoli.
Almeno due delle foto in questione, infatti, sono pubblicate sul server web de La Voce di Napoli. Hanno un indirizzo accessibile a chiunque, facilissimo da trovare con una banale ricerca in Google. Per ora non pubblico qui i link diretti, caso mai Sky Sport, la Polizia Postale o Diletta Leotta volessero sporgere denuncia. Su La Voce di Napoli le foto sono parzialmente mascherate con i quadrettoni in alcuni punti, ma non nel volto.
Ho salvato una copia delle foto su Archive.is e su Archive.org, in modo da avere una prova indipendente di quello che affermo. Visto che la Leotta parla di “gravissima violazione della privacy” e di “azione penale” nei confronti di chi pubblica le sue foto personali, sarà interessante vedere come procederà con i colleghi giornalisti che le mettono sui propri siti di testata.
2016/09/21 21:45. Questo articolo è già diventato, in meno di ventiquattr’ore, il mio pezzo più letto di sempre: oltre 172.000 visualizzazioni, secondo le statistiche di Blogger.com. Altri miei articoli, per arrivare a questi livelli, ci hanno messo anni. Mi sento profondamente demotivato :-)
2016/09/21 23:55. Ho appena guardato le statistiche sulle parole chiave di ricerca che hanno portato lettori a questo blog in questa settimana. Sono sconfortanti. Datemi una birra.
2020/06/30 12:55. A distanza di anni, questo articolo rimane il più letto in assoluto, con oltre 267.000 visualizzazioni. Ho sbagliato mestiere.
ANSA ha annunciato oggi, citando una nota dell’ufficio stampa della giornalista di Sky Sport Diletta Leotta, che il “telefono portatile [sic] di Diletta è stato hackerato e alcune sue foto privatissime di alcuni anni fa, in realtà insieme ad evidenti fotomontaggi, in queste ore sono distribuite in rete da moltissime persone”. La giornalista “ha subito sporto denuncia alla Polizia di Stato (Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni di Milano) chiedendo che si dia inizio all'azione penale contro chiunque risulti concorrente di tutti i reati perseguibili e cioè della pubblicazione e distribuzione delle foto.”
Diletta Leotta sembra insomma intenzionata seriamente ad agire penalmente contro chiunque pubblichi e distribuisca le foto in questione, come è suo sacrosanto diritto. Come prevedibile, è partito il coretto dei giornalisti casti e puri, indignati per questa nuova violazione della privacy di una donna, che puntano il dito giudicatore contro gli utenti comuni che stanno distribuendo le foto personali della Leotta su WhatsApp, Dropbox, Imgur e su tanti altri siti e servizi. Ma la cosa interessante è che fra questi disseminatori c’è anche una testata giornalistica italiana: La Voce di Napoli.
Almeno due delle foto in questione, infatti, sono pubblicate sul server web de La Voce di Napoli. Hanno un indirizzo accessibile a chiunque, facilissimo da trovare con una banale ricerca in Google. Per ora non pubblico qui i link diretti, caso mai Sky Sport, la Polizia Postale o Diletta Leotta volessero sporgere denuncia. Su La Voce di Napoli le foto sono parzialmente mascherate con i quadrettoni in alcuni punti, ma non nel volto.
Ho salvato una copia delle foto su Archive.is e su Archive.org, in modo da avere una prova indipendente di quello che affermo. Visto che la Leotta parla di “gravissima violazione della privacy” e di “azione penale” nei confronti di chi pubblica le sue foto personali, sarà interessante vedere come procederà con i colleghi giornalisti che le mettono sui propri siti di testata.
2016/09/21 21:45. Questo articolo è già diventato, in meno di ventiquattr’ore, il mio pezzo più letto di sempre: oltre 172.000 visualizzazioni, secondo le statistiche di Blogger.com. Altri miei articoli, per arrivare a questi livelli, ci hanno messo anni. Mi sento profondamente demotivato :-)
2016/09/21 23:55. Ho appena guardato le statistiche sulle parole chiave di ricerca che hanno portato lettori a questo blog in questa settimana. Sono sconfortanti. Datemi una birra.
2020/06/30 12:55. A distanza di anni, questo articolo rimane il più letto in assoluto, con oltre 267.000 visualizzazioni. Ho sbagliato mestiere.
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giornalismo spazzatura,
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