Adieu, Minitel
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La chiave del suo successo fu la cessione gratuita dei terminali, affidati agli abbonati in sostituzione della guida telefonica cartacea (i numeri di telefono di tutta la Francia erano cercabili gratuitamente tramite Minitel), che favorì una diffusione rapidissima. Il fatto che ci fossero servizi a pagamento (prenotazioni di biglietti ferroviari e aerei, per esempio) aiutò inoltre a creare un mercato dell'informazione e dell'intrattenimento digitale (chat e servizi d'ogni genere, anche a luci rosse).
Il sistema di pagamento era semplice: il fatto stesso di sfogliare una data pagina comportava un costo, che veniva addebitato direttamente sulla bolletta telefonica dell'abbonato. Un sistema gestito in regime di monopolio da France Télécom e che Internet non è ancora riuscita a implementare decentemente, nel bene e nel male.
Ci sono lezioni da imparare da questo antenato della Rete (e dal flop del suo omologo italiano, il Videotel), perché dalla libertà e flessibilità del personal computer stiamo tornando verso terminali “stupidi” e lucchettati sui quali non siamo più liberi di installare quello che desideriamo (iPad) e verso fornitori unici di servizi (Facebook, Google). Funziona, certo: ma è quello che vogliamo?
Ars Technica ha un bell'articolo sulla storia del Minitel.