Un blog di Paolo Attivissimo, giornalista informatico e cacciatore di bufale
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2014/06/29
Airpod, 13 anni di promesse mancate: l’auto ad aria è una bufala fino a prova contraria
L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.
Sono ormai passati tredici anni (sì, tredici) da quando fu annunciata da Guy Negre l'auto ad aria che avrebbe rivoluzionato i trasporti. In questi tredici anni, per quel che mi risulta, nessuno l'ha mai vista funzionare come promesso. Abbiano pazienza gli imprenditori sardi che ora ne annunciano (di nuovo) l'imminente produzione, ma a questo punto la loro auto ad aria puzza proprio di bufala.
La Rai ha pubblicato oggi un articolo secondo il quale l'Airpod “sarà prodotta e distribuita a Bolotana (Nu) da Airmobility, una società di imprenditori sardi”. Ha scritto che “Tata Motors è in fase di predisposizione dei suoi modelli su tecnologia Mdi per il mercato indiano” e “la Sardegna si è candidata per la prima produzione europea del veicolo, prevista per il tardo autunno del 2014.”
Secondo l'articolo ci saranno “due versioni: motore 7 KW (guida con patente B) 80 km/h con autonomia di circa 120 km (circuito urbano); motore 4 KW (guida con patente A, motocicli) 45 km/h e stessa autonomia, entrambi dotate di un bagagliaio da 500 litri con incluso uno scomparto refrigerato da trenta litri.” L'Airpod “entrerà sul mercato con un modello base dal costo di 7.500 euro e sarà destinata al trasporto passeggeri... un pieno da 4 euro permette di percorrere 100 km alla velocità massima di 80 km/h... il rifornimento di aria compressa può avvenire tramite stazioni abilitate (2,5 minuti per un pieno) o presa di corrente domestica da almeno 10kw (3,5 ore per un pieno)”.
Sì, avete letto bene: per fare il pieno serve una presa di corrente da almeno 10 kW. Sa un tantinello di presa in giro, visto che in Italia il contratto domestico tipico è da 3 kW.
Non so voi, ma io dopo tredici anni senza mai vedere un veicolo funzionante come promesso (almeno 100 km con un pieno) mi sento legittimato a dire che l'Airpod è una bufala fino a prova contraria. Spetta ad Airmobility dimostrare che non lo è.
Se volete leggere tutta la storia di questa vicenda grottesca, leggete il mio articolo di approfondimento.
Sono ormai passati tredici anni (sì, tredici) da quando fu annunciata da Guy Negre l'auto ad aria che avrebbe rivoluzionato i trasporti. In questi tredici anni, per quel che mi risulta, nessuno l'ha mai vista funzionare come promesso. Abbiano pazienza gli imprenditori sardi che ora ne annunciano (di nuovo) l'imminente produzione, ma a questo punto la loro auto ad aria puzza proprio di bufala.
La Rai ha pubblicato oggi un articolo secondo il quale l'Airpod “sarà prodotta e distribuita a Bolotana (Nu) da Airmobility, una società di imprenditori sardi”. Ha scritto che “Tata Motors è in fase di predisposizione dei suoi modelli su tecnologia Mdi per il mercato indiano” e “la Sardegna si è candidata per la prima produzione europea del veicolo, prevista per il tardo autunno del 2014.”
Secondo l'articolo ci saranno “due versioni: motore 7 KW (guida con patente B) 80 km/h con autonomia di circa 120 km (circuito urbano); motore 4 KW (guida con patente A, motocicli) 45 km/h e stessa autonomia, entrambi dotate di un bagagliaio da 500 litri con incluso uno scomparto refrigerato da trenta litri.” L'Airpod “entrerà sul mercato con un modello base dal costo di 7.500 euro e sarà destinata al trasporto passeggeri... un pieno da 4 euro permette di percorrere 100 km alla velocità massima di 80 km/h... il rifornimento di aria compressa può avvenire tramite stazioni abilitate (2,5 minuti per un pieno) o presa di corrente domestica da almeno 10kw (3,5 ore per un pieno)”.
Sì, avete letto bene: per fare il pieno serve una presa di corrente da almeno 10 kW. Sa un tantinello di presa in giro, visto che in Italia il contratto domestico tipico è da 3 kW.
Non so voi, ma io dopo tredici anni senza mai vedere un veicolo funzionante come promesso (almeno 100 km con un pieno) mi sento legittimato a dire che l'Airpod è una bufala fino a prova contraria. Spetta ad Airmobility dimostrare che non lo è.
Se volete leggere tutta la storia di questa vicenda grottesca, leggete il mio articolo di approfondimento.
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