Cade proprio in questo giorni il cinquantenario della videoregistrazione: il 14 aprile 1956 fu infatti presentato a Chicago il primo videoregistratore affidabile. Come racconta TVTechnology.com, la presentazione ebbe luogo a sorpresa in una riunione dei responsabili e dei proprietari delle stazioni della rete statunitense CBS.
L'oratore era ripreso dalle telecamere, e c'erano vari monitor sparsi per la sala. Finì il discorso ma non lasciò il podio, standosene in silenzio. I monitor si oscurarono un istante, e poi iniziarono a mostrare l'oratore che stava ancora facendo il proprio discorso.
Questo era un effetto assolutamente impossibile per l'epoca. L'unico modo per registrare una trasmissione televisiva, a quei tempi, era estremamente rozzo: una cinepresa piazzata davanti a un monitor filmava su pellicola le immagini, che poi dovevano essere sviluppate prima di poter essere proiettate (mi rendo conto che le nuove generazioni digitali, come per esempio le mie figlie di otto anni, non sapranno mai cosa significa sviluppare una pellicola). La qualità era scadente, mentre la videoregistrazione mostrata quel giorno era identica all'originale.
Si aprì un sipario e fu rivelata la macchina, producendo l'entusiasmo incontenibile dei presenti. La gente cominciò a salire in piedi sulle poltrone pur di vedere l'oggetto incredibile: il prototipo Ampex Mark IV, successivamente ribattezzato VRX-1000. Prezzo al pubblico (o meglio, ai network che se lo potevano permettere): 45.000 dollari dell'epoca, ossia circa 320.000 dollari attuali (265.000 euro).
Nonostante la ricerca di mercato avesse indicato che al mondo c'era richiesta per non più di una dozzina di queste macchine, nel giro di una settimana ne furono ordinate più di settanta. I network statunitensi erano disposti a spendere queste cifre notevolissime perché permettevano di evitare la costosa tecnica usata fino a quel momento per poter mandare in onda lo stesso telegiornale alla stessa ora nei fusi orari differenti del continente americano: ripetere in diretta il programma. La prima a usare il videoregistratore fu la CBS, a novembre del 1956.
Videoregistrare, oggi, ci sembra una cosa banale, una semplice estensione della registrazione audio su nastro, ma non lo è affatto. In un video, la quantità di informazioni da registrare è molto superiore a quella di un segnale audio. L'unico modo per aumentare la quantità d'informazioni era aumentare la velocità di scorrimento del nastro. Ci provò, per esempio, la BBC, con la macchina denominata VERA (foto), che faceva viaggiare il nastro a quasi cinque metri al secondo. Una bobina durava quindici minuti, e la dotazione standard degli accessori includeva guanti pesanti di cuoio per affrontare le frequenti rotture delle bobine.
La soluzione venne da un'invenzione italiana: un brevetto datato 1938 che concepiva la testina rotante. In pratica, invece di far scorrere a folle velocità il nastro davanti a una testina fissa (come nei registratori audio a cassette), si poteva far muovere velocemente la testina intanto che il nastro le scorreva davanti. La combinazione di questi due movimenti produceva una traccia di registrazione non lineare e parallela alla lunghezza del nastro, ma elicoidale.
Fra gli inventori della Ampex che realizzarono il videoregistratore a testina rotante spicca un nome che passerà alla storia: quello di uno studente d'ingegneria, di nome Ray Dolby. Sì, quello del Dolby System.
Il videoregistratore mostrato a Chicago usava una testina rotante quadrupla e trascinava il nastro a 38 centimetri al secondo, velocità tutto sommato ragionevole, e offriva 90 minuti di registrazione. Certo, rispetto ai mini-videoregistratori tascabili di oggi, fa quasi ridere pensare che la macchina Ampex pesava cinquecento chili e non ci passava da una porta normale. Oltretutto consumava una quantità spropositata di corrente (era a valvole) e richiedeva aria compressa e un sistema di aspirazione, oltre a una squadra di tecnici per farla funzionare. Un'ora di nastro costava centinaia di euro e la testina andava buttata dopo qualche centinaio di ore.
Per complicare ulteriormente le cose, i nastri erano leggibili soltanto sulla macchina che li aveva registrati, perché le testine erano una diversa dall'altra. Così bisognava spedire non soltanto la bobina, ma anche la testina con la quale era stata registrata. Ma nonostante queste limitazioni, fu un successo clamoroso, che fece diventare la parola Ampex sinonimo di registrazione video fra gli addetti ai lavori.
Oggi si è passati quasi completamente al disco rigido e ai DVD, e una registrazione video istantanea non stupisce più nessuno; anzi, magari tedia chi subisce l'ennesimo filmino delle vacanze degli amici. Ma l'arrivo della videoregistrazione ha consentito di immortalare infiniti eventi, tragici e felici, che hanno fatto la storia. Il modo di tramandare gli eventi ai posteri è cambiato per sempre quel giorno di cinquant'anni fa.
Se n'è fatta davvero tanta, di strada, da quei tempi in cui la macchina da mezza tonnellata ronzava per il rumore della testina massiccia che ruotava su se stessa a oltre quattordicimila giri al minuto e incideva letteralmente il rivestimento del nastro, producendo un caratteristico odore. Ricordiamoci, allora, di quanta fatica, quanta ricerca e quanto progresso si nasconde dietro la delicata pressione con la quale oggi possiamo pigiare pigramente il tasto REC.