Un blog di Paolo Attivissimo, giornalista informatico e cacciatore di bufale
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2005/10/16
Antispam, attenti a chi vende già i dominii .eu
Si possono fare i milioni (di euro) con lo spam? Sì, ma poi finisce male. La BBC riferisce che Peter Francis-Macrae, è risultato essere uno dei peggiori spammer del Regno Unito. Le sue attività illegali gli hanno fruttato un milione e mezzo di sterline (circa 2,2 milioni di euro), prima di finire in tribunale per aver lanciato minacce di morte quando la polizia ha iniziato a stringere il cerchio intorno alle sue operazioni online.
Francis-Macrae era uno spammer un po' particolare. Invece di vendere Viagra falso o Rolex-patacca, fingeva di avere un servizio dall'aria molto più legittima: la registrazione di dominii Internet con il suffisso .EU. Spammava le aziende offrendosi come intermediario per questa registrazione, piuttosto ghiotta per le aziende europee che vogliono stabilire una presenza transnazionale online. Solo che i dominii .EU non sono ancora in vendita.
Lo spammer diceva di avere un centro elaborazioni all'avanguardia nel cuore di Londra, ma in realtà operava da una comunissima abitazione nel Cambridgeshire.
Questo caso ribadisce che è essenziale, per evitare di essere truffati, smettere di fidarsi del primo nome che si incontra in Rete. E' facilissimo mettere in piedi su Internet una "vetrina virtuale" che conferisce un'aria di assoluta rispettabilità, dietro la quale c'è il nulla (o peggio). Il fatto di avere un sito Web non significa niente.
Oltretutto ricevere un'offerta non richiesta avrebbe dovuto mettere in allarme: e poi dovrebbe essere prassi comune prendere informazioni sui propri fornitori. Ma quando c'è di mezzo la Rete, chissà perché, le abitudini e il buon senso volano fuori dalla finestra.
Francis-Macrae era uno spammer un po' particolare. Invece di vendere Viagra falso o Rolex-patacca, fingeva di avere un servizio dall'aria molto più legittima: la registrazione di dominii Internet con il suffisso .EU. Spammava le aziende offrendosi come intermediario per questa registrazione, piuttosto ghiotta per le aziende europee che vogliono stabilire una presenza transnazionale online. Solo che i dominii .EU non sono ancora in vendita.
Lo spammer diceva di avere un centro elaborazioni all'avanguardia nel cuore di Londra, ma in realtà operava da una comunissima abitazione nel Cambridgeshire.
Questo caso ribadisce che è essenziale, per evitare di essere truffati, smettere di fidarsi del primo nome che si incontra in Rete. E' facilissimo mettere in piedi su Internet una "vetrina virtuale" che conferisce un'aria di assoluta rispettabilità, dietro la quale c'è il nulla (o peggio). Il fatto di avere un sito Web non significa niente.
Oltretutto ricevere un'offerta non richiesta avrebbe dovuto mettere in allarme: e poi dovrebbe essere prassi comune prendere informazioni sui propri fornitori. Ma quando c'è di mezzo la Rete, chissà perché, le abitudini e il buon senso volano fuori dalla finestra.
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