Video di atterraggio con un'ala spezzata, è pubblicità virale
Ecco la soluzione al quiz di stamattina del Disinformatico radiofonico: il video dell'aereo acrobatico che perde un'ala in volo ma riesce ad atterrare lo stesso è un falso, prodotto per fare pubblicità a una marca di vestiario, secondo la formula del marketing virale.
I sintomi sono numerosi. Innanzi tutto, il modo in cui l'aereo viene ripreso ha sfocature sospette: sembrano fatte apposta per simulare la perdita di messa a fuoco di un obiettivo autofocus, ma avvengono in momenti (per esempio durante l'atterraggio) in cui non c'è motivo tecnico per perdere la messa a fuoco. Questo difetto si manifesta quando il soggetto è indistinto o troppo uniforme, cosa che qui non avviene.
E' sospetta anche la dinamica da cartone animato dell'atterraggio, i cui sobbalzi troppo bruschi ricordano molto quelli degli aeromodelli e sono tipici di un oggetto che ha pochissima massa. In effetti su Youtube si trovano filmati di aeromodelli che perdono un'ala e vengono portati a terra sfruttando la potenza del motore per scendere "appesi" all'elica a mo' di elicottero, ma non riescono ad atterrare così elegantemente.
La voce femminile che dice "Dov'è la sua ala destra?" ("Where's his right wing?") è decisamente implausibile. Che razza di domanda è? Se vedeste un aereo perdere un'ala, vi chiedereste in tono semiperplesso dov'è andata a finire l'ala? E precisereste che si tratta dell'ala destra o sinistra? Un "omioddio ha perso un'ala!!" sarebbe forse un tantinello più logico.
Sul piano strettamente aerodinamico, c'è un altro elemento sospetto: la direzione in cui si avvita l'aereo. Se l'aereo perde l'ala destra, ha portanza solo sul lato sinistro, per cui l'ala sinistra dovrebbe sollevarsi e l'aereo dovrebbe quindi avvitarsi in senso orario. Invece nel video si avvita in senso antiorario. Anche l'atterraggio è decisamente troppo corto.
Anche senza essere esperti d'aviazione o di manipolazione video, basta notare il nome del sito scritto a lettere fin troppo chiare sull'aereo (Killathrill.com) e cercarlo in Google. Oltre al sito in questione, che vende abbigliamento, saltano fuori subito fra i risultati indagini come quella di Hoax Slayer, quella di Truthorfiction.com e quella di Reggiepaulk.com, che notano l'esistenza di un sito del presunto pilota, James Andersson, che parla di partecipazione alle gare della Red Bull, ma non c'è nessun pilota con questo nome nel campionato Red Bull del 2008. Inoltre le foto del suo sito sembrano tutte ritoccate digitalmente, e il "pilota" è fotografato con il logo della marca stranamente sempre in risalto.
Salta fuori anche un'intervista che sembra decisamente falsa e recitata (e il pilota indossa molto vistosamente abbigliamento della stessa marca). I siti antibufala notano anche che non c'è stata notizia di questo atterraggio decisamente spettacolare nei telegiornali, e la cosa è piuttosto strana.
Infine c'è il modello di aereo, che sul sito del "pilota" è descritto come un "old G-300 with a modified Boxer engine", ma le gare della Red Bull non usano questo tipo di aereo.
In sintesi: una bufala abbastanza ben confezionata, ma con troppi elementi fuori posto che tradiscono la manipolazione. In ogni caso si tratta di un successo dal punto di vista pubblicitario e di un'ottima palestra per esercitarsi come detective antibufala.
2009-01-09
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