Un blog di Paolo Attivissimo, giornalista informatico e cacciatore di bufale
Informativa privacy e cookie: Questo blog include cookie di terze parti. Non miei (dettagli)
Prossimi eventi pubblici – Sostegno a questo blog – Sci-Fi Universe
Cerca nel blog
2011/02/09
Antibufala: il masso fluttuante di Al-Hassa
Questo articolo era stato pubblicato inizialmente su Wired.it, dove ora non è più disponibile, per cui lo ripubblico qui.
Ad Al-Hassa, in Arabia Saudita, una volta l'anno, durante il mese di aprile, si compirebbe il prodigio che vedete nella foto qui accanto: “una pietra enorme... rimane sollevata ad 11 cm dal suolo... e rimane sospesa in aria per circa 30 minuti”.
Le leggende locali raccontano che nell'aprile del 1989 un mujaheddin si nascose dietro questa pietra ma fu ucciso. Da allora la sua anima fa levitare il masso. “Sembra che tutt'ora sia possibile scorgere le macchie di sangue fresco sulla roccia” e che “queste chiazze, quando la roccia si solleva da terra, diventino più scure, più fresche e umide.” Così almeno scrive Roberta Puddu su 2012magazine, e lo stesso fanno tanti altri blogger traendo ispirazione da Marco Frico di Express News.
La storia circola in tutto il mondo, indicando talvolta luoghi diversi (la pietra si troverebbe in Palestina o a Gerusalemme) e c'è chi la vede come una prova della potenza divina. Il fenomeno viene descritto come “incredibile e inspiegabile” e “un vero mistero”, senza porsi il più semplice dei dubbi: e se fosse un banale fotoritocco?
È sorprendente come nell'era di Photoshop ci sia ancora così tanta gente disposta a credere ciecamente a qualunque fotografia, scattata chissà dove da chissà chi e trovata su Internet, anche se mostra fenomeni che sfidano il buon senso e la fisica. Ma ci sono anche persone che considerano offensive ed empie queste “prove” del divino. È il caso di Al-Habib.info, che fa un buon debunking di quest'immagine sulla base del buon senso: “se fluttuasse e fosse all'aperto, vicino a un villaggio (notate l'auto, i cavi elettrici e la casa), sicuramente orde di persone e di troupe radio e televisive e media di tutti i generi ne avrebbero pubblicato le immagini e la storia. [Il masso] dovrebbe avere un blog tutto suo. Invece abbiamo solo quest'unica immagine e vaghi commenti su dove si trovi.”
Infatti si tratta di un fotoritocco di una pietra che in realtà poggia al suolo nel pieno rispetto della legge di gravità. Al-Habib.info ha trovato altre immagini del masso, come quella qui accanto o questa e questa su Flickr, che ne mostrano i sottili supporti naturali, probabilmente scolpiti dall'erosione.
Una ricerca per immagini simili rivela versioni ad alta risoluzione dell'immagine della pietra “fluttuante”, che mostrano chiaramente i segni di un fotoritocco molto grossolano e senza sfumature per eliminare i supporti.
Come per l'ufologia e il paranormale, di fronte a queste dimostrazioni di quanto sia facile e diffusa la frode fotografica, sarebbe ora di stabilire una regola semplice: una foto non è una prova. Ma per molti la voglia di credere è più forte del buon senso.
Ad Al-Hassa, in Arabia Saudita, una volta l'anno, durante il mese di aprile, si compirebbe il prodigio che vedete nella foto qui accanto: “una pietra enorme... rimane sollevata ad 11 cm dal suolo... e rimane sospesa in aria per circa 30 minuti”.
Le leggende locali raccontano che nell'aprile del 1989 un mujaheddin si nascose dietro questa pietra ma fu ucciso. Da allora la sua anima fa levitare il masso. “Sembra che tutt'ora sia possibile scorgere le macchie di sangue fresco sulla roccia” e che “queste chiazze, quando la roccia si solleva da terra, diventino più scure, più fresche e umide.” Così almeno scrive Roberta Puddu su 2012magazine, e lo stesso fanno tanti altri blogger traendo ispirazione da Marco Frico di Express News.
La storia circola in tutto il mondo, indicando talvolta luoghi diversi (la pietra si troverebbe in Palestina o a Gerusalemme) e c'è chi la vede come una prova della potenza divina. Il fenomeno viene descritto come “incredibile e inspiegabile” e “un vero mistero”, senza porsi il più semplice dei dubbi: e se fosse un banale fotoritocco?
È sorprendente come nell'era di Photoshop ci sia ancora così tanta gente disposta a credere ciecamente a qualunque fotografia, scattata chissà dove da chissà chi e trovata su Internet, anche se mostra fenomeni che sfidano il buon senso e la fisica. Ma ci sono anche persone che considerano offensive ed empie queste “prove” del divino. È il caso di Al-Habib.info, che fa un buon debunking di quest'immagine sulla base del buon senso: “se fluttuasse e fosse all'aperto, vicino a un villaggio (notate l'auto, i cavi elettrici e la casa), sicuramente orde di persone e di troupe radio e televisive e media di tutti i generi ne avrebbero pubblicato le immagini e la storia. [Il masso] dovrebbe avere un blog tutto suo. Invece abbiamo solo quest'unica immagine e vaghi commenti su dove si trovi.”
Infatti si tratta di un fotoritocco di una pietra che in realtà poggia al suolo nel pieno rispetto della legge di gravità. Al-Habib.info ha trovato altre immagini del masso, come quella qui accanto o questa e questa su Flickr, che ne mostrano i sottili supporti naturali, probabilmente scolpiti dall'erosione.
Una ricerca per immagini simili rivela versioni ad alta risoluzione dell'immagine della pietra “fluttuante”, che mostrano chiaramente i segni di un fotoritocco molto grossolano e senza sfumature per eliminare i supporti.
Come per l'ufologia e il paranormale, di fronte a queste dimostrazioni di quanto sia facile e diffusa la frode fotografica, sarebbe ora di stabilire una regola semplice: una foto non è una prova. Ma per molti la voglia di credere è più forte del buon senso.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento