Un blog di Paolo Attivissimo, giornalista informatico e cacciatore di bufale
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2013/06/13
Per Facebook, una foto di un cane trascinato a sangue dietro un’auto è OK. Pensiamoci
Questo articolo vi arriva grazie alla gentile donazione di “siunimtao” ed è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.
Una lettrice, Ester, mi segnala una foto terribile che sta girando su Facebook. Non la pubblico integralmente perché è rivoltante, e non importa se sia falsa o vera: è comunque una rappresentazione di crudeltà estrema nei confronti di un animale inerme.
La foto mostra un cane trascinato dietro un'automobile fino a lasciare una scia di sangue sull'asfalto sotto il corpo accasciato.
No, non metterò neanche il link, perché non voglio regalare visibilità a questo genere di contenuti e perché mi sembra ovvio che chi li ha pubblicati inizialmente (non è la persona che mi ha segnalato la foto) cerca proprio attenzione e desidera provocare.
Quello che voglio segnalare qui è il comportamento di Facebook. Ho segnalato la foto usando l'apposita procedura: ho cliccato su Segnala e ho scelto l'opzione “Non credo che debba essere su Facebook”.
Poi ho scelto la categoria a mio parere più adatta fra le motivazioni disponibili, ossia “Contenuti grafici violenti”.
Nella schermata successiva ho scelto di segnalare la foto direttamente a Facebook, in modo che fossero i responsabili di Facebook a decidere cosa fare della foto.
La schermata finale:
Stamattina mi è arrivata la risposta: la foto “non è stata rimossa” perché Facebook ha “riscontrato che non viola i nostri Standard della comunità su contenuti grafici violenti”.
Certo, Facebook mi offre delle alternative: chiedere la rimozione all'utente che ha pubblicato la foto oppure bloccarlo. E va detto che il modo migliore per contrastare le foto di violenza non è segnalarle e condividerle, come invece fanno in tanti, ma appunto chiederne la rimozione a chi le ha postate e/o bloccare chi le pubblica.
Rimane il fatto che per gli “Standard della comunità” una foto di un cane ammazzato trascinandolo al guinzaglio dietro un'auto fino a fargli sanguinare le zampe è OK. Mentre un nudo femminile parziale di un museo è inaccettabile. Interessante.
Una lettrice, Ester, mi segnala una foto terribile che sta girando su Facebook. Non la pubblico integralmente perché è rivoltante, e non importa se sia falsa o vera: è comunque una rappresentazione di crudeltà estrema nei confronti di un animale inerme.
La foto mostra un cane trascinato dietro un'automobile fino a lasciare una scia di sangue sull'asfalto sotto il corpo accasciato.
No, non metterò neanche il link, perché non voglio regalare visibilità a questo genere di contenuti e perché mi sembra ovvio che chi li ha pubblicati inizialmente (non è la persona che mi ha segnalato la foto) cerca proprio attenzione e desidera provocare.
Quello che voglio segnalare qui è il comportamento di Facebook. Ho segnalato la foto usando l'apposita procedura: ho cliccato su Segnala e ho scelto l'opzione “Non credo che debba essere su Facebook”.
Poi ho scelto la categoria a mio parere più adatta fra le motivazioni disponibili, ossia “Contenuti grafici violenti”.
Nella schermata successiva ho scelto di segnalare la foto direttamente a Facebook, in modo che fossero i responsabili di Facebook a decidere cosa fare della foto.
La schermata finale:
Stamattina mi è arrivata la risposta: la foto “non è stata rimossa” perché Facebook ha “riscontrato che non viola i nostri Standard della comunità su contenuti grafici violenti”.
Certo, Facebook mi offre delle alternative: chiedere la rimozione all'utente che ha pubblicato la foto oppure bloccarlo. E va detto che il modo migliore per contrastare le foto di violenza non è segnalarle e condividerle, come invece fanno in tanti, ma appunto chiederne la rimozione a chi le ha postate e/o bloccare chi le pubblica.
Rimane il fatto che per gli “Standard della comunità” una foto di un cane ammazzato trascinandolo al guinzaglio dietro un'auto fino a fargli sanguinare le zampe è OK. Mentre un nudo femminile parziale di un museo è inaccettabile. Interessante.
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