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2013/09/20
Uomo si finge Justin Bieber su Internet, seduce minorenni alla webcam
Questo articolo era stato pubblicato inizialmente il 20/09/2013 sul sito della Rete Tre della Radiotelevisione Svizzera, dove attualmente non è più disponibile. Viene ripubblicato qui per mantenerlo a disposizione per la consultazione.
Avviso ai
giovani internauti: se vi contatta qualcuno dicendo di essere Justin
Bieber e vi chiede di spogliarvi davanti alla webcam in cambio della
sua amicizia, non è Justin Bieber e non è un amico. Può sembrare
l'avviso più ovvio e inutile della storia degli avvisi di sicurezza
informatica, ma la notizia è terribilmente seria: nel Regno Unito un
uomo di 35 anni è stato condannato a 14 anni di carcere perché si
spacciava per Justin Bieber allo scopo di convincere ragazze e
ragazzi molto giovani a compiere atti sessuali davanti alla
telecamera del proprio computer.
Fra gli 800
video trovati dagli inquirenti sul computer del pedofilo c'erano
video che ritraevano bambini e bambine anche di nove anni, residenti
in vari paesi del mondo e contattati su Facebook, Skype e MSN. L'uomo
usava poi queste registrazioni per convincere altre vittime a fare
altrettanto, pensando di avere a che fare con un coetaneo o una
coetanea, e così via. Se una vittima si rifiutava di proseguire
nell'esibizione, il pedofilo minacciava di pubblicare sui social
network le immagini già catturate. Il ricatto ha portato almeno una
delle sue vittime, una dodicenne, a tagliarsi sulle braccia.
Purtroppo non
si tratta di casi isolati: a parte i pedofili, c'è anche una
fiorente industria del ricatto a scopo di lucro. I truffatori si
spacciano per belle ragazze, convincono i giovani a esibirsi alla
webcam e poi estorcono denaro minacciando di pubblicare i video.
Molti utenti, specialmente i più giovani (ma non solo), sono
convinti di essere troppo furbi per cascarci, ma questi truffatori
sono professionisti e sanno come rendersi estremamente credibili.
Viene da
chiedersi cosa ci facciano su Internet da soli dei bambini di nove
anni. Casi come questo sono un forte promemoria per i genitori che
Internet non è una babysitter e che la prevenzione inizia collocando
il computer in un luogo condiviso e non nella cameretta e prosegue
informando i giovani dell'esistenza concreta di questi pericoli ed
evitando di dare loro telefonini e lettori musicali che si connettono
a Internet e sono dotati di telecamera.
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