Un blog di Paolo Attivissimo, giornalista informatico e cacciatore di bufale
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2014/02/28
In fuga da WhatsApp, ma verso dove?
L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.
Dopo il blackout di alcune ore che ha colpito WhatsApp e soprattutto dopo l'acquisto di WhatsApp da parte di Facebook c'è stata una diffusa reazione istintiva di abbandonare quest'app così popolare. Molti utenti erano infatti riluttanti ad affidare a Facebook anche il proprio numero di telefonino (ironico, considerato che spesso affidano al social network in blu anche le foto delle proprie mutande e del relativo contenuto) e si erano rifugiati da WhatsApp. Ma ora che WhatsApp e Facebook sono sotto lo stesso ombrello di proprietà molti temono che gli archivi di numeri di telefonino di WhatsApp verranno incorporati nell'immensa schedatura collettiva di Facebook.
Se pensate di uscire da WhatsApp per non dare a Facebook il vostro numero di telefono cellulare, tenete presente che è del tutto inutile. Infatti è sufficiente che una sola delle persone che ha il vostro numero in rubrica sia utente di WhatsApp e il vostro numero resterà comunque negli archivi di WhatsApp: l'app, infatti, legge periodicamente tutta la rubrica degli indirizzi di ogni suo utente, acquisendo sia i numeri degli utenti che usano WhatsApp, sia quelli degli utenti che non usano quest'app di messaggistica istantanea.
Detto questo, se state cercando un'app che sostituisca WhatsApp perché siete preoccupati per la vostra privacy, buona fortuna: infatti è facile trovarne, ma è meno facile convincere tutti i nostri contatti a migrare insieme a noi verso la medesima app.
L'ideale sarebbe un'app che non archivi le nostre conversazioni, le trasmetta in modo cifrato, non abbia un server centrale che possa andare in tilt, usi uno standard che le consenta di dialogare con le altre, non si legga automaticamente tutti i numeri della nostra rubrica e sia open source, in modo da poter verificare che sia davvero sicuro e rispettoso della privacy. Tutte le app seguenti fanno una o più di queste cose, ma nessuna le fa tutte: per ora dobbiamo rassegnarci a un compromesso. Se vogliamo tutelare la nostra privacy, la soluzione migliore è non usare app di messaggistica.
BitTorrent Chat (sperimentale; i sistemi supportati non sono ancora stati annunciati; gratuita)
Kik (iOS, Android, Windows Phone, BlackBerry; gratuita)
iO (iOS, Android; gratuita)
Line (Windows, Mac, iOS, Android, Windows Phone, BlackBerry, Nokia, Firefox OS; gratuita)
SureSpot (iOS, Android; gratuita e open source)
Tango (Windows, iOS, Android, Windows Phone; gratuita)
Telegram (iOS, Android, con supporto non ufficiale per Windows, Mac e Linux; gratuita, parzialmente open source e con protocollo aperto)
Threema (iOS, Android; app svizzera con server in Svizzera; a pagamento)
Viber (Windows, Mac, iOS, Android, Windows Phone, Nokia; gratuita)
WeChat (iOS, Android, Windows Phone, BlackBerry, Nokia; gratuita)
Wickr (iOS, Android; gratuita)
Ci sarebbe un'alternativa: imparare a usare la mail cifrata. Funziona su qualunque sistema e dispositivo, è indipendente dal provider, è riservata ed ha una sicurezza verificabile (open source). Non è difficile, ma l'argomento merita un po' di dettaglio, per cui ne parlerò per bene prossimamente.
Dopo il blackout di alcune ore che ha colpito WhatsApp e soprattutto dopo l'acquisto di WhatsApp da parte di Facebook c'è stata una diffusa reazione istintiva di abbandonare quest'app così popolare. Molti utenti erano infatti riluttanti ad affidare a Facebook anche il proprio numero di telefonino (ironico, considerato che spesso affidano al social network in blu anche le foto delle proprie mutande e del relativo contenuto) e si erano rifugiati da WhatsApp. Ma ora che WhatsApp e Facebook sono sotto lo stesso ombrello di proprietà molti temono che gli archivi di numeri di telefonino di WhatsApp verranno incorporati nell'immensa schedatura collettiva di Facebook.
Se pensate di uscire da WhatsApp per non dare a Facebook il vostro numero di telefono cellulare, tenete presente che è del tutto inutile. Infatti è sufficiente che una sola delle persone che ha il vostro numero in rubrica sia utente di WhatsApp e il vostro numero resterà comunque negli archivi di WhatsApp: l'app, infatti, legge periodicamente tutta la rubrica degli indirizzi di ogni suo utente, acquisendo sia i numeri degli utenti che usano WhatsApp, sia quelli degli utenti che non usano quest'app di messaggistica istantanea.
Detto questo, se state cercando un'app che sostituisca WhatsApp perché siete preoccupati per la vostra privacy, buona fortuna: infatti è facile trovarne, ma è meno facile convincere tutti i nostri contatti a migrare insieme a noi verso la medesima app.
L'ideale sarebbe un'app che non archivi le nostre conversazioni, le trasmetta in modo cifrato, non abbia un server centrale che possa andare in tilt, usi uno standard che le consenta di dialogare con le altre, non si legga automaticamente tutti i numeri della nostra rubrica e sia open source, in modo da poter verificare che sia davvero sicuro e rispettoso della privacy. Tutte le app seguenti fanno una o più di queste cose, ma nessuna le fa tutte: per ora dobbiamo rassegnarci a un compromesso. Se vogliamo tutelare la nostra privacy, la soluzione migliore è non usare app di messaggistica.
BitTorrent Chat (sperimentale; i sistemi supportati non sono ancora stati annunciati; gratuita)
Kik (iOS, Android, Windows Phone, BlackBerry; gratuita)
iO (iOS, Android; gratuita)
Line (Windows, Mac, iOS, Android, Windows Phone, BlackBerry, Nokia, Firefox OS; gratuita)
SureSpot (iOS, Android; gratuita e open source)
Tango (Windows, iOS, Android, Windows Phone; gratuita)
Telegram (iOS, Android, con supporto non ufficiale per Windows, Mac e Linux; gratuita, parzialmente open source e con protocollo aperto)
Threema (iOS, Android; app svizzera con server in Svizzera; a pagamento)
Viber (Windows, Mac, iOS, Android, Windows Phone, Nokia; gratuita)
WeChat (iOS, Android, Windows Phone, BlackBerry, Nokia; gratuita)
Wickr (iOS, Android; gratuita)
Ci sarebbe un'alternativa: imparare a usare la mail cifrata. Funziona su qualunque sistema e dispositivo, è indipendente dal provider, è riservata ed ha una sicurezza verificabile (open source). Non è difficile, ma l'argomento merita un po' di dettaglio, per cui ne parlerò per bene prossimamente.
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