Gira sui social network e su WhatsApp l’insinuazione che i venditori ambulanti di Barcellona, i cosiddetti manteros, fossero misteriosamente assenti nel giorno dell’attentato avvenuto nella città il 17 agosto scorso.
L’accusa, gravissima, viene proposta spesso con post come quello qui accanto, che dicono di mostrare “la foto di un giorno qualsiasi sulla Rambla” (una frequentatissima via centrale di Barcellona) e dicono che “Ieri non c’erano i ‘manteros’ [...] erano in sciopero o sapevano qualcosa?”.
Una delle fonti di questa tesi di complotto è la pagina Facebook España libre información, che oltre ad avere una colorazione politica decisamente nazionalista a quanto pare confonde la libertà d’informazione con la libertà di diffondere accuse infamanti e di non controllare l’autenticità di quello che si scrive.
In realtà la foto non risale a “un giorno qualsiasi”, ma a una protesta dei venditori avvenuta nel 2016, come nota El Diario, sottolineando in un articolo dedicato a questa diceria che invece i venditori ambulanti erano già da tempo scarsi sulla Rambla a causa dell’aumentata pressione della polizia (“Los vendedores ambulantes han tenido que abandonar en las últimas semanas la zona alta de las Ramblas debido a la presencia policial en la zona [...] este verano la concentración de vendedores ambulantes en el corazón de la capital catalana ha sido mucho menor, hecho que se debe principalmente a un aumento de la presión policial desde el pasado mes de mayo”). Questa situazione è stata successivamente confermata anche da foto recenti della Rambla pubblicate su Facebook da vari utenti e segnalate da Repubblica.
Il collega David Puente ha segnalato che circola anche un’altra versione della diceria, che usa una foto che non solo risale al 2016 ma mostra tutt’altra zona di Barcellona.
Falsità delle foto a parte, c’è una questione di buon senso: come sarebbe stato possibile avvisare tutti i venditori ambulanti, senza che nessuno si lasciasse sfuggire qualcosa? Questa non è altro che una versione riconfezionata della leggenda metropolitana classica “il giorno dell’attentato il gruppo etnico X era misteriosamente assente (e quindi è coinvolto nell’attentato)”, il cui esempio più tristemente celebre è quello che asserisce che il giorno degli attentati a New York dell’11 settembre 2001 gli ebrei che lavoravano nelle Torri Gemelle non si presentarono al lavoro (falso: ne morirono almeno 119).
In altre parole, questa non è una semplice bufala: è un’azione intenzionale per soffiare sul fuoco della xenofobia e dell’ansia da terrorismo. Diffonderla significa fare il gioco di razzisti e complottisti, quindi non cadete nella trappola di dire “mah, io nel dubbio la inoltro, che male vuoi che faccia?”: fa male. Molto.
Questa storia ha uno strascico piuttosto bizzarro: infatti mi sono trovato a discuterne online nientemeno che con Rita Pavone, che sosteneva su Twitter la veridicità di quest’insinuazione:
La reazione della Pavone è stata leggermente scomposta: mi ha bloccato e ha minacciato di segnalare alla polizia altri utenti che le hanno segnalato (a volte con toni decisamente inaccettabili) il suo errore. Quotidiano.net riassume i punti salienti di questo alterco surreale.
La Pavone, fra l’altro, non si fida della spiegazione di El Diario, ma non c’è solo questa fonte:
Il 19 giugno era alla rambla ed era pieno di ambulanti? Bene, smentisca questo video del 21 giugno, se può: https://t.co/XTslTHSGqg— Gianni Ceccano (@gianner) 21 agosto 2017
E ce n’è una che per me è particolarmente diretta, ossia mio nipote Riccardo Carcano Casali, che a Barcellona è uno dei titolari di una agenzia che offre visite turistiche (è questo che intendevo con “ho amici a Barcellona” nello scambio con la Pavone) e mi ha scritto: “Ci occupiamo di giri turistici guidati a piedi per il centro, perciò la città la conosciamo bene in ogni aspetto quotidiano [...] da maggio c'è stato un inasprimento nella lotta ai manteros. La Guardia Civil in particolar modo ha cominciato a passare periodicamente per farli sloggiare da Plaça Catalunya. Loro entravano in metro e poi ritornavano. Ultimamente se ne vedono sempre meno e la loro presenza è quasi nulla. Inoltre la Rambla, sempre come dice El Diario, è uno dei posti dove i controlli sono più severi.”
E a proposito della tesi di complotto che circola, Riccardo nota che “tra le 34 nazionalità coinvolte nell'attentato c'erano tra gli altri anche cittadini marocchini, egiziani, turchi e pachistani, dato che tutti i giorni, compreso quello dell'attentato, un discreto numero di persone provenienti da paesi di cultura musulmana vive e lavora nei pressi della Rambla. Non sono stati avvisati perché cattivi musulmani, perché avevano dimenticato il cellulare a casa o, più semplicemente, questa storia non regge in piedi?”
Non pensavo, sinceramente, che un giorno mi sarei trovato a dire “Rita Pavone mi ha bloccato su Twitter perché le ho segnalato che ha postato una bufala”.
Fonti aggiuntive: Bufale.net, Corriere della Sera, Il Post.
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