Un blog di Paolo Attivissimo, giornalista informatico e cacciatore di bufale
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2017/08/01
Antibufala mini: “robot di Facebook” che parlano fra loro una lingua sconosciuta
Questo articolo vi arriva gratuitamente e senza pubblicità grazie alle donazioni dei lettori. Se vi piace, potete farne una anche voi per incoraggiarmi a scrivere ancora. Ultimo aggiornamento: 2017/08/02 1:05.
No, non c’è nessuna “paura nella Silicon Valley”, come scrive Il Messaggero (copia su Archive.is) titolando “Due robot iniziano a parlare fra loro in una lingua sconosciuta: sospeso l'esperimento di Facebook”. Huffington Post, invece, titola “Facebook sospende il test per l'Intelligenza Artificiale: "Due bot hanno inventato un proprio linguaggio, incomprensibile all'uomo"” (copia su Archive.is).
La realtà, come spiega divertita la BBC invece di fare terrorismo luddista, è che la notizia, pubblicata inizialmente da Facebook, risale a giugno scorso, quando era passata inosservata (a parte qualche commento di riviste scientifiche divulgative): due chatbot di Facebook avevano dialogato tra loro in modo curioso. Tutto qui.
Ma adesso la storia è stata ripresa dai tabloid britannici (Mirror e dal Sun, per esempio, che mi rifiuto di linkare) con toni catastrofici, da insurrezione robotica imminente, come se domattina dovessimo temere l’attacco dei tostapane che hanno preso coscienza della propria condizione sociale. E guarda caso la notizia viene pubblicata solo ora dai media italofoni. Sarà un caso? Noi crediamo di no, direbbe qualcuno.
Non c’è nessuna intelligenza artificiale ostile che trama contro l’umanità in lingue segrete e non c’è stato nessun panico: semplicemente l’esperimento di intelligenza artificiale (due programmi che dialogavano tra loro, non due robot) “è stato chiuso perché faceva cose che al team di ricercatori non interessavano -- non perché i ricercatori pensavano di essersi imbattuti in un rischio per l’esistenza dell’umanità.”
Ancora una volta e con sentimento: non perdete tempo a leggere notizie tecniche o scientifiche sui giornali generalisti. Con pochissime eccezioni (per esempio Il Post), chi le scrive non capisce un’acca della materia e per di più copia dai peggiori giornali britannici invece che dalle pubblicazioni divulgative competenti. Procuratevi una rivista tecnica e leggetela: se non potete, date per scontato che quello che leggete sui giornali generalisti è una bufala.
No, non c’è nessuna “paura nella Silicon Valley”, come scrive Il Messaggero (copia su Archive.is) titolando “Due robot iniziano a parlare fra loro in una lingua sconosciuta: sospeso l'esperimento di Facebook”. Huffington Post, invece, titola “Facebook sospende il test per l'Intelligenza Artificiale: "Due bot hanno inventato un proprio linguaggio, incomprensibile all'uomo"” (copia su Archive.is).
La realtà, come spiega divertita la BBC invece di fare terrorismo luddista, è che la notizia, pubblicata inizialmente da Facebook, risale a giugno scorso, quando era passata inosservata (a parte qualche commento di riviste scientifiche divulgative): due chatbot di Facebook avevano dialogato tra loro in modo curioso. Tutto qui.
Ma adesso la storia è stata ripresa dai tabloid britannici (Mirror e dal Sun, per esempio, che mi rifiuto di linkare) con toni catastrofici, da insurrezione robotica imminente, come se domattina dovessimo temere l’attacco dei tostapane che hanno preso coscienza della propria condizione sociale. E guarda caso la notizia viene pubblicata solo ora dai media italofoni. Sarà un caso? Noi crediamo di no, direbbe qualcuno.
Non c’è nessuna intelligenza artificiale ostile che trama contro l’umanità in lingue segrete e non c’è stato nessun panico: semplicemente l’esperimento di intelligenza artificiale (due programmi che dialogavano tra loro, non due robot) “è stato chiuso perché faceva cose che al team di ricercatori non interessavano -- non perché i ricercatori pensavano di essersi imbattuti in un rischio per l’esistenza dell’umanità.”
Ancora una volta e con sentimento: non perdete tempo a leggere notizie tecniche o scientifiche sui giornali generalisti. Con pochissime eccezioni (per esempio Il Post), chi le scrive non capisce un’acca della materia e per di più copia dai peggiori giornali britannici invece che dalle pubblicazioni divulgative competenti. Procuratevi una rivista tecnica e leggetela: se non potete, date per scontato che quello che leggete sui giornali generalisti è una bufala.
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