Ultimo aggiornamento: 2023/06/13 12:25.
Qualche mese fa mi è stata diagnosticata una cataratta nucleare a entrambi gli
occhi; a giugno installerò cristallini artificiali per risolverla. Da
appassionato di informatica, non so resistere all’idea di considerare la cosa
come un caso di body hacking interessante da raccontare. Ma confesso
che quest’idea mi serve anche per esorcizzare la fifa blu di farmi perforare
gli occhi come Jean-Luc Picard in Star Trek: Primo Contatto. Beh, non proprio allo stesso modo, però...
Prima di tutto, vorrei sdrammatizzare la situazione. Sto bene, tutto sommato, e mi rendo perfettamente conto che c’è tanta gente che sta infinitamente peggio di me e non ha accesso al livello di cure mediche al quale ho il privilegio di accedere io.
La mia condizione attuale è che la cataratta mi vela la vista di notte o al buio e crea aloni intorno alle luci, riducendo la nitidezza e il contrasto, per cui andare al cinema è uno strazio (soprattutto per un appassionato di alta definizione come me), le luci laterali mi abbagliano (lavorare negli studi TV è una faticaccia) e per maggiore sicurezza ho deciso di smettere di guidare quando c’è buio (gli aloni intorno ai fanali sono un fastidio fortissimo e rendono molto più faticosa la percezione delle distanze).
Di giorno, invece, vedo benissimo, anzi
paradossalmente meglio di qualche anno fa, tanto che ho smesso di portare gli
occhiali. Questa “seconda vista” è un fenomeno frequente in queste condizioni
ed è una delle crudeli ironie della natura: proprio quando devi trovare il
coraggio di farti mettere delle lame negli occhi ci vedi meglio. Ma razionalmente so
che è un miglioramento che passerà in fretta se non faccio un upgrade. Me ne sono reso conto, in particolare, qualche mese fa, quando ho indicato alla Dama del Maniero un bellissimo arcobaleno circolare intorno alla Luna piena e lei mi ha chiesto perplessa “Quale arcobaleno?”.
Detto questo, avviso subito che questo articolo conterrà immagini e concetti che potranno creare ansia o disgusto negli animi sensibili. In fin dei conti, si tratta di un intervento chirurgico agli occhi. Se questo pensiero vi crea agitazione, non leggete oltre. Ne riparleremo tra qualche settimana.
Aggiungo infine che
questo articolo non costituisce informazione medica. È solo uno
spiegone da nerd. Se avete bisogno di informazioni mediche, consultate
un medico (non Google).
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Cominciamo dalle basi: la cataratta nucleare è un graduale offuscamento della parte centrale (nucleo) del cristallino, che è la lente naturale che mette a fuoco le immagini sulla retina (fonte: Manuale MSD). Speravo che c’entrasse qualcosa l’energia atomica, ma no. Nell’illustrazione qui sotto, che mostra schematicamente un occhio umano in sezione, il cristallino è l’ovale al centro.
Per risolvere la cataratta, il cristallino va rimosso e sostituito con una lente artificiale. Ma farlo senza danneggiare l’occhio non è banale: è necessario praticare due piccoli tagli laterali nell’occhio, raggiungere il cristallino attraverso quei tagli, all’interno della capsula che lo contiene, farlo a pezzi e poi estrarre i pezzi con un aspiratore, inserendo infine appunto una lente sintetica. Questo intervento viene fatto da svegli, sotto anestesia locale e lieve sedazione, e ovviamente si vede tutto. Almeno fino al momento in cui viene distrutto il cristallino. Brrr.
Fare a pezzi un cristallino significa usare un emettitore di ultrasuoni che lo sbriciolano, cosa piuttosto traumatica per l’occhio ma comunque gestibile, oppure usare un laser per tagliare il cristallino a dadini. Il vantaggio del laser è che agisce dall’esterno, attraverso la parte trasparente frontale dell’occhio, è meno traumatico per l’occhio rispetto agli ultrasuoni ed evita il rischio di tagli posteriori alla capsula prodotti dagli strumenti chirurgici. Questo laser emette impulsi che durano femtosecondi (milionesimi di miliardesimi di secondo) e sono posizionati e orientati usando un sistema in realtà aumentata che pianifica tutti i puntamenti del raggio che trapassano progressivamente il cristallino fino a sezionarlo. Ho scelto la soluzione laser.
Una volta aspirati i dadini di cristallino (attraverso uno dei piccoli tagli laterali praticati dal chirurgo), viene inserita la lente sostitutiva, passando attraverso i piccoli tagli laterali già praticati per inserire gli strumenti precedenti. La lente è flessibile e viene inserita arrotolata, dispiegandosi all’interno dell’occhio, dentro la parte rimanente della capsula, e poi viene posizionata dal chirurgo e agganciata con due bracci o uncini morbidi.
Esistono vari tipi di lente intraoculare, anche con focali multiple che permettono di vedere a fuoco sia da vicino sia da lontano, ma le loro prestazioni sono un compromesso, per cui ho scelto una lente monofocale che mi dovrebbe dare una messa a fuoco perfetta, anche di notte, da circa un metro di distanza fino all’infinito. Per le distanze inferiori userò gli occhiali, come prima.
La lente artificiale ha una messa a fuoco fissa, a differenza del cristallino, la cui forma viene modificata dai muscoli intraoculari per mettere a fuoco a distanze differenti. Con la lente sostitutiva si perde la possibilità di mettere a fuoco, ma non è un grosso problema, dato che la forma della lente mette a fuoco tutto sempre (entro la gamma di distanze scelta).
Il video seguente, già posizionato al punto giusto, mostra in dettaglio la procedura di eliminazione della cataratta. Su YouTube trovate anche le riprese delle operazioni, che sono un po’ più splatter di queste animazioni pulitine e rassicuranti.
Quest’altro video mostra una procedura leggermente differente ma chiarisce bene le varie fasi:
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L’operazione in sé è piuttosto breve; si torna subito a casa e nel giro di qualche ora si può usare l’occhio operato senza problemi. Le uniche precauzioni sono di non guidare subito (per via della sedazione e del riadattamento del cervello alla nuova visione), indossare occhiali scuri per qualche ora, mettere regolarmente gocce disinfettanti, e non fare sforzi o assumere posizioni che possano aumentare la pressione intraoculare, perché questo potrebbe far riaprire i tagli laterali (che normalmente si rimarginano da soli). Vi risparmio l’elenco delle posizioni e soprattutto degli, uhm, sforzi, che è particolarmente pittoresco. Ovviamente vanno evitate per qualche giorno anche le nuotate e gli ambienti polverosi.
I medici che mi stanno seguendo sanno che lavoro faccio e quindi hanno prevenuto subito la “sindrome del dottor Google” dandomi loro le parole chiave da cercare online per conoscere meglio la procedura medica: femto cataract lensar (da usare anche su YouTube). Lensar è il nome della ditta che produce questi apparecchi medicali laser. Mi hanno ovviamente spiegato personalmente in dettaglio tutta la procedura e tutti i pro e contro delle varie opzioni.
Da fuori non si nota nulla a occhio nudo (salvo forse in certe condizioni di luce, nelle quali si vede un riflesso come quello degli occhi dei gatti, dice Francesco via Twitter). Purtroppo l’intervento non sembra conferire superpoteri o un miglioramento dello spettro visibile. I Rettiliani mi dicono che i miei impianti bioplasmatici non verranno influenzati.
Ho già fatto tutti gli esami medici preliminari e non ci sono complicazioni. Il 13 giugno farò il primo intervento; se tutto va bene, il 20 giugno farò il secondo. Nel frattempo, farfalle nello stomaco a parte, tutto va avanti come prima.
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Venerdì 9 giugno. Ho fatto un ultimo controllo agli occhi e ho scelto da quale occhio iniziare: quello sinistro (nessun motivo particolare, è stata una scelta mia del tutto casuale). Iniziano i preliminari: una goccia di soluzione oftalmologica antinfiammatoria (Nevanac) al giorno. Nessun fastidio.
Sabato 10 giugno. Una goccia, come sopra.
Domenica 11 giugno. Altra goccia, come sopra. Mi sforzo di memorizzare come ci vedo adesso con l’occhio sinistro, per poter poi fare il confronto.
Lunedì 12 giugno. Ultima goccia di antinfiammatorio, ultima cena pre-intervento (ci si deve presentare a digiuno). L’intervento è domattina.
Martedì 13 giugno, 6:00. Sveglia alle sei, senza colazione, poi doccia e preparativi: mi è stato chiesto di portare un pigiama o una tuta in cui cambiarmi per l’intervento. Un’amica porterà la Dama e me al luogo dell’intervento, a Lugano (dopo l’intervento non si può guidare, perché un occhio è coperto e la sedazione leggera potrebbe causare problemi, come dicevo), alle 8 del mattino. Chicca: oggi è il nostro anniversario di matrimonio. È un modo bizzarro di festeggiarlo, ma non c’erano altre date libere e quindi abbiamo deciso di chiudere un occhio.
Martedì 13 giugno, 12:25. Rieccomi al Maniero, dopo una dormita per recuperare lo stress dell’intervento, che è stato un pochino più impegnativo del normale ma sembra essere andato bene. Cose che capitano a noi Rettiliani. Racconto tutti i dettagli nella seconda parte di questa storia.
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