Il 3 aprile Agenzia Giornalistica Italia (Agi.it) ha pubblicato questo articolo a firma di Patrizia Caraveo, intitolato “Le foto mai viste dello sbarco sulla Luna” (copia su Archive.is; pseudolink).
Se mi conoscete, sapete che l’esplorazione della Luna è una delle mie passioni, e quindi vedere che qualcuno parla di presunte “foto mai viste” mi fa ribollire il sangue, perché so già in partenza che la notizia è una fandonia. Vediamo quante perle ci sono in questo articolo di Agi.it.
2017/04/06 17:40. Dopo la pubblicazione iniziale di questo mio articolo, Riccardo Luna (direttore di AGI) ha pubblicato una dettagliata risposta. Ho aggiornato il testo seguente per tenerne conto. A mio avviso restano, anche dopo la risposta, due errori storici importanti (descritti nei punti 3 e 5). Agi.it insiste a dire che:
- esisterebbe una foto della prima impronta di Neil Armstrong;
- non esisterebbero fotografie di Neil Armstrong sulla Luna.
I dati tecnici e le fonti dirette smentiscono entrambe le affermazioni. Queste due affermazioni false (e ribadite insistendo di aver ragione anche dopo che è stato segnalato documentatamente l’errore), insieme al titolo ingannevole, per me classificano questo articolo di Agi.it come una bufala.
1. Foto “mai viste”
Il titolo è “Le foto mai viste dello sbarco sulla Luna”, ma in realtà tutte le foto mostrate nell’articolo sono elencate e archiviate da oltre quarant’anni nei cataloghi pubblici della NASA, che dalla fine degli anni Sessanta sono a disposizione di chiunque li voglia consultare (ho le copie cartacee d’epoca). Forse non le avrà mai viste Patrizia Caraveo, ma titolare che sono “mai viste” è falso e suggerisce rivelazioni clamorose che in realtà non ci sono.
Obiezione di Agi.it: “il titolo è un errore della redazione di AGI e quindi mio.... Ma in che senso? Dice “foto mai viste” intendendo al grande pubblico, cosa che è vera. Si poteva fare un titolo migliore però: e non ci consola che anche tutti (forse, tutti: tutti quelli che ho controllato su Google: magari qualcuno no), tutti i giornali del mondo che hanno raccontato questa storia abbiano deciso di titolare “mai viste”. O meglio, in inglese, “Unseen”, che poi è anche il titolo del libro che è stato tratto dalle foto. Unseen, mai viste. Perché la sostanza è quella. E quindi si tratta di un titolo migliorabile, ma di bufale stavolta non vedo traccia.”
Risposta mia: Bastava scrivere “rare”.
2. Rullini speciali
L’articolo dice che “La NASA aveva fatto sviluppare una pellicola ultrasottile ed anche il loro rullino era stato modificato per contenere 200 pose (invece delle 24 o 36 canoniche).” Falso: anche i caricatori o dorsi (non “rullini”) standard delle fotocamere Hasselblad comunemente acquistabili (dalle quali furono derivate quelle usate sulla Luna) erano in grado di tenere fino a 200 pose, anche se i dorsi abitualmente utilizzati ne tenevano 12 o 16. Basta guardare un manuale Hasselblad o consultare qualche fonte tecnica. E la pellicola era derivata da quelle usate per le ricognizioni fotografiche in alta quota (supporto in poliestere Estar).
Obiezione di Agi.it: “la Caraveo dice che le pose “canoniche” erano 24 o 36 (mentre per Attivissimo “i dorsi standard” erano 12-16 pose); ma mica dice che non esistevano quelle da 200 pose: dice anzi che la NASA aveva fatto sviluppare una pellicola ultrasottile” e che “anche il loro rullino era stato modificato per contenere 200 pose”. Quindi, dice la Caraveo, la macchina fotografica conteneva già 200 pose e la NASA aveva modificato il rullino in modo che potesse servire nelle condizioni proibitive di una missione lunare. Anche qui, non vedo bufale: ma probabilmente fra le “pose canoniche” la Caraveo avrebbe potuto dire 12-16 invece di 24 e 36.”
Risposta mia: Apprezzo la rettifica sulle 24 e 36 pose, ma “modificato per contenere 200 pose” implica che prima di questa modifica non c’erano caricatori da 200 pose. La documentazione che ho fornito dimostra che questi caricatori c’erano già, per cui l’errore di Agi.it rimane.
3. Esiste una foto della prima impronta di Neil Armstrong
Tra le immagini “mai viste”, dice la Caraveo, ci sarebbe “la prima impronta di Neil Armstrong”. Falso: non esiste alcuna documentazione fotografica della prima impronta umana sulla Luna. La foto di un’impronta che viene spesso spacciata per “prima impronta” (la AS11-40-5877) mostra in realtà una delle tante orme fatte dal collega Buzz Aldrin (non da Armstrong) e fotografata non per motivi storici ma semplicemente per documentare il modo in cui si comporta la polvere che copre la superficie lunare.
Obiezione di Agi.it: “Patrizia Caraveo, che di mestiere, come vedremo fra poco, fa l’astrofisica, mi scrive al riguardo: “Negli archivi ci sono sia la foto di Neil con stivale, sia quella dell'impronta fatta da Aldrin (solo impronta, senza scarpa). Si può dibattere quale sia la più iconica ma se la foto non c'è nel mio articolo non si può dire a quale ci si riferisca.”
Risposta mia: Ho chiesto ad Agi e alla Caraveo quale sia questa “foto di Neil con stivale” e sono in attesa di chiarimenti. Attenzione: secondo il testo originale della Caraveo, non è un’impronta qualsiasi, ma è “la prima impronta di Neil Armstrong”. In attesa della risposta, resta il fatto, storicamente documentato in dettaglio, che la prima impronta di Armstrong sulla Luna fu fatta dal suo piede sinistro, quando lasciò cautamente l’appoggio sulla zampa del Modulo Lunare situata sotto la scaletta. Poi Armstrong calpestò la zona ripetutamente, come si vede nelle riprese video, per cui non ci può essere una foto della prima impronta di Neil Armstrong. Se esistesse davvero una foto della prima impronta del primo essere umano sulla Luna, sarebbe una foto documentatissima e di certo sarebbe citata dalla Bibbia delle missioni lunari, l’Apollo Lunar Surface Journal. Non c’è.
4. Umidità esterna sui finestrini
L’articolo dice che sui finestrini del veicolo spaziale si accumulava “umidità dell’atmosfera (che bisognava attraversare durante il lancio)”.
La foto è della missione Apollo 12, è la AS12-50-7372 e non mostra “umidità dell’atmosfera”: è condensa formatasi fra le lastre di vetro del finestrino (fonte: Apollo 12 Mission Report, pagina 7-17) molto dopo l’uscita dall’atmosfera terrestre.
Obiezione di Agi.it: Scrive la Caraveo: “La foto dell'oblò voleva solo essere un esempio. Anche perché oltre all'umidità c'è il gasamento dei materiali esposti al vuoto cosmico. Noi lo vediamo nei nostri rivelatori ma non volevo farla troppo lunga”. E aggiunge Riccardo Luna: “non vedo ancora delle clamorose bufale, ma quando si scrivono queste cose è giusto essere precisi anche a costo di farla lunga”.
Risposta mia: Su Internet lo spazio non manca: bastavano due parole in più, senza farla “troppo lunga”, ma comunque l’errore è parzialmente ammesso. Nessun problema.
5. Non ci sono foto di Armstrong sulla Luna
La Caraveo dice che “l’unica foto di Neil Amstrong che passeggia sulla Luna è un "selfie" che mostra Neil riflesso nella visiera del casco di Buzz.”. Falso: esiste la foto AS11-40-5886, che ritrae Armstrong al lavoro accanto al Modulo Lunare. Qui sotto ne vedete un dettaglio:
Obiezione di Agi.it: In sintesi, Riccardo Luna invoca Gene Kranz (direttore delle missioni Apollo), dicendo che Kranz ha dichiarato che l’unica foto di Neil Armstrong sulla Luna che può mostrare è il suo riflesso nella visiera del collega Aldrin, come dice la Caraveo.
Risposta mia: Gene Kranz è un mostro sacro della direzione dei voli spaziali, ma non è l’autorità finale in materia di fotografia delle missioni spaziali (esattamente come un’astrofisica, per quanto indubbiamente competente nella propria materia, non è la persona giusta alla quale far scrivere un articolo di storia dell’astronautica). L’autorità finale è l’Apollo Lunar Surface Journal della NASA, e in particolare lo stesso Neil Armstrong, che dice: “In May 1987 after studying a copy of the 'Apollo 11 70mm Photographic catalog' sent to him by Lee Saegesser (NASA HQ History Office) Armstrong confirmed to me that 5886 was the one.” Inizialmente, insomma, si credette che non ci fossero foto di Armstrong sulla Luna, ma nel 1987 un riesame delle foto e della cronologia della missione dimostrò che la AS11-40-5886 mostrava Neil Armstrong e non Buzz Aldrin come si pensava.
5. Chicca finale: l’articolo di Agi.it è sostanzialmente copiato dal Daily Mail (aggiornamento: no, ho sbagliato: da Time)
Confrontate l'articolo di Agi.it con questo articolo del Daily Mail (copia su Archive.is; pseudolink) uscito il giorno prima: stesse foto, stesse didascalie, stessa promozione a un nuovo libro di fotografie delle missioni Apollo. Qualcuno direbbe “Sarà un caso? Noi crediamo di no”.
Obiezione di Agi.it: “La fonte del post della Caraveo, e di tutti gli articoli che sono stati pubblicati nel mondo nei giorni scorsi sul tema, non è il Daily Mail. E’ il TIME. Nel post della Caraveo viene correttamente citato il libro della NASA, ma non il TIME. Con il senno di poi andava fatto, è una regola che in AGI ci siamo dati e la colpa non è della Caraveo, che l’autrice del blog, ma della redazione di AGI e quindi mia.” E inoltre: “A me preme aggiungere due cose. La prima è una nota sull’autrice del pezzo. Che francamente è inaccettabile spacciare per una “spacciatrice di bufale”. Patrizia Caraveo è una astrofisica di fama mondiale”.
Risposta mia: Accetto sulla parola la dichiarazione che la fonte usata dalla Caraveo sia TIME invece del Daily Mail. Mea culpa, e ho rettificato per tenerne conto. Ma se confrontate le didascalie delle foto usate da Time e Daily Mail capirete perché ho sospettato che la fonte fosse il copiatissimo Mail. Queste, per esempio, sono le didascalie per la foto del finestrino bagnato:
AGI: Le foto servivano anche per fare capire i problemi riscontrati, come questo finestrino decisamente difficile da utilizzare. L’umidità dell’atmosfera (che bisognava attraversare durante il lancio) poteva fare questi scherzi. Per fortuna, l’intervento del Sole faceva evaporare l’umidità e ripuliva gli oblò.
Daily Mail: During the Apollo missions, NASA made photography a high priority by redesigning cameras that could operate in space. Gas trapped between layers of glass or moisture picked up on the way out of the atmosphere could make windows (pictured) impossible to use, though the fogging or streaking would often clear up as the sun warmed the spacecraft skin.
TIME: Spaceflights were often reconnaissance missions and dirty portholes could make that job impossible. Gas trapped between layers of glass or moisture picked up on the way out of the atmosphere could make windows impossible to use, though the fogging or streaking would often clear up as the sun warmed the spacecraft skin. The public saw only the pretty pictures shot through clear windows, but here the Apollo 12 crew took a shot to show NASA the challenges they faced.
E queste sono le didascalie per la foto del parafango rotto:
AGI: Oppure le scene di vita vissuta come quando Gene Cernan, missione Apollo XVII, utilizzò quattro mappe lunari ripiegate per riparare un parafango del rover lunare (altrimenti si sarebbe sollevata troppa regolite lunare finissima e appiccicosa che avrebbe potuto rovinare gli ingranaggi del motore).
TIME: After the first of three lunar expeditions, the fender on the right rear wheel of the Apollo XVII lunar rover broke off. “Oh, there goes a fender. Oh shoot!” commander Gene Cernan could be heard exclaiming on the air-to-ground loop. That was a problem because lunar dust is finer than confectioner’s sugar and in the 1/6th gravity of the moon, it got kicked up easily by the rover’s tires, potentially fouling machinery and even the astronauts’ life support equipment. The solution: four lunar maps folded just so and fastened with what Cernan called “good old-fashioned American gray tape.”
Daily Mail: After the first of three lunar expeditions, the fender on the right rear wheel of the Apollo XVII lunar rover broke off. 'There goes a fender', Commander Gene Cernan could be heard exclaiming on the air-to-ground loop over the fender mishap. The solution: four lunar maps folded just so and fastened with what Cernan called 'good old-fashioned American gray tape'
Cosa più importante, non metto in dubbio la competenza della Caraveo in astrofisica e non la chiamerei mai una “spacciatrice di bufale”. Ma i fatti dimostrano che questo suo articolo contiene degli errori fattuali gravi, che non corregge nonostante io le abbia portato prove documentali dirette (compresa persino la conferma personale di Neil Armstrong). E l’errore più importante, a mio avviso, è quello di metodo della redazione, ossia prendere un’astrofisica per scrivere un articolo di storia dell’astronautica, quando serviva semmai uno storico dell’astronautica.
2017/05/05 23:00
L'articolo della Caraveo è stato corretto togliendo le frasi errate che avevo segnalato e aggiungendo questa nota: “Questo post è stato corretto in alcuni passaggi dopo il fact-checking fatto da Paolo Attivissimo sul sito Il Disinformatico (al quale AGI ha risposto con un post del direttore RIccardo Luna). In particolare è stato corretto il fatto che in una delle foto ci sia la prima impronta di Neil Armstrong. Ed è stato levato il passaggio sul fatto che non esisterebbero foto di Neil Armstrong sulla Luna”. Ma per arrivare a questo risultato non è bastato questo articolo: è stato necessario un incontro personale e un giro di telefonate e di mail con Riccardo Luna. E tanta, tanta insistenza da parte mia per difendere la storia dell'astronautica.