Un blog di Paolo Attivissimo, giornalista informatico e cacciatore di bufale
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2006/03/09
Rimborso Windows? ASUS lo fa
Questo articolo vi arriva grazie alle gentili donazioni di "crispinogian****" e "luigi.fracca****".
Punto Informatico segnala il successo di un suo lettore nel farsi rimborsare il Windows non utilizzato, come previsto dalla licenza d'uso. Sì, si può: qualcuno ricorderà la mia esperienza analoga nel lontano 1999.
So di molti utenti che si sono scontrati con Asus senza ottenere soddisfazione, per cui questo caso è particolarmente meritevole, in quanto segnala un cambiamento di rotta da parte del produttore di computer.
Vincenzo Ampolo, studente di Caltagirone, racconta a Punto Informatico di aver acquistato un notebook Asus e di aver chiesto subito l'applicazione della clausola di rimborso prevista dalla licenza (EULA) di Windows XP, dato che non gli serviva Windows: lo voleva sostituire con Linux.
Dopo un rifiuto iniziale, alla fine Asus si è offerta di dare allo studente 512 MB di RAM in più per il notebook, purché lo studente restituisse i CD di installazione e il "certificato di autenticità" (il bollino Microsoft) appiccicato sul notebook. Asus ha consigliato un metodo efficace per rimuoverlo senza danneggiare il computer: un asciugacapelli.
La vicenda si è poi complicata un po' per motivi indipendenti dalla questione del rimborso (leggete l'articolo di PI o il racconto illustrato dello studente per i dettagli), ma alla fine, complice forse la visibilità ottenuta dalla pubblicazione degli inizi della vicenda su Punto Informatico, tutto è andato per il meglio. La RAM è arrivata, i CD e il bollino sono stati restituiti, e la licenza è stata finalmente rispettata.
La questione curiosa è che Asus afferma, nelle sue risposte allo studente, che "è vero, infatti, che in forza del contratto di licenza, l'utente ha la facoltà di non accettare il software installato", ma precisa che "il rimborso a lui eventualmente riconosciuto è di esiguo ammontare, in quanto il sistema operativo in dotazione ha un'incidenza trascurabile sul prezzo di acquisto del portatile."
Strano; non mi risulta che zio Bill sia diventato ricco vendendo sistemi operativi a prezzi "trascurabili". Guardando i siti di altri rivenditori di PC, come per esempio Essedi, risulta che la differenza di prezzo fra un PC con Windows XP Home e senza XP Home è 76 euro. Se si vuole XP Professional, la differenza sale a 141 euro.
I casi sono due: o Asus ha un accordo molto, ma molto speciale con Microsoft, per cui non paga questi prezzi, oppure Asus ha un concetto estremamente soggettivo del termine "trascurabile".
Punto Informatico segnala il successo di un suo lettore nel farsi rimborsare il Windows non utilizzato, come previsto dalla licenza d'uso. Sì, si può: qualcuno ricorderà la mia esperienza analoga nel lontano 1999.
So di molti utenti che si sono scontrati con Asus senza ottenere soddisfazione, per cui questo caso è particolarmente meritevole, in quanto segnala un cambiamento di rotta da parte del produttore di computer.
Vincenzo Ampolo, studente di Caltagirone, racconta a Punto Informatico di aver acquistato un notebook Asus e di aver chiesto subito l'applicazione della clausola di rimborso prevista dalla licenza (EULA) di Windows XP, dato che non gli serviva Windows: lo voleva sostituire con Linux.
Dopo un rifiuto iniziale, alla fine Asus si è offerta di dare allo studente 512 MB di RAM in più per il notebook, purché lo studente restituisse i CD di installazione e il "certificato di autenticità" (il bollino Microsoft) appiccicato sul notebook. Asus ha consigliato un metodo efficace per rimuoverlo senza danneggiare il computer: un asciugacapelli.
La vicenda si è poi complicata un po' per motivi indipendenti dalla questione del rimborso (leggete l'articolo di PI o il racconto illustrato dello studente per i dettagli), ma alla fine, complice forse la visibilità ottenuta dalla pubblicazione degli inizi della vicenda su Punto Informatico, tutto è andato per il meglio. La RAM è arrivata, i CD e il bollino sono stati restituiti, e la licenza è stata finalmente rispettata.
La questione curiosa è che Asus afferma, nelle sue risposte allo studente, che "è vero, infatti, che in forza del contratto di licenza, l'utente ha la facoltà di non accettare il software installato", ma precisa che "il rimborso a lui eventualmente riconosciuto è di esiguo ammontare, in quanto il sistema operativo in dotazione ha un'incidenza trascurabile sul prezzo di acquisto del portatile."
Strano; non mi risulta che zio Bill sia diventato ricco vendendo sistemi operativi a prezzi "trascurabili". Guardando i siti di altri rivenditori di PC, come per esempio Essedi, risulta che la differenza di prezzo fra un PC con Windows XP Home e senza XP Home è 76 euro. Se si vuole XP Professional, la differenza sale a 141 euro.
I casi sono due: o Asus ha un accordo molto, ma molto speciale con Microsoft, per cui non paga questi prezzi, oppure Asus ha un concetto estremamente soggettivo del termine "trascurabile".
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