Dio non gioca ai dadi. Preferisce la geometria
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Questo è il polo nord del pianeta Saturno, visto da sopra. L'esagono che vedete non è un effetto fotografico, ma una struttura reale, grande più di due volte la nostra Terra, che dura da almeno trent'anni, quando la videro di sfuggita le sonde Voyager della NASA negli anni Ottanta del secolo scorso. Per via dell'inclinazione dell'asse del pianeta rispetto al piano in cui orbita lentamente, queste nubi dalla sagoma straordinariamente regolare sono rimaste al buio fino a pochi mesi fa: l'inverno polare saturniano dura quasi quindici anni.
La sonda Cassini era riuscita a catturarne immagini nell'infrarosso, ma ora ha potuto scattarne fotografie in luce normale e ritrasmetterle a Terra. Riunite in questo collage, il cui centro è nero per mancanza di dati (la regione polare estrema è ancora al buio), rivelano in un dettaglio mai visto prima una struttura la cui genesi e stabilità almeno trentennale sono per ora inspiegate. Al polo opposto del pianeta, fra l'altro, non c'è un esagono analogo, ma un ciclone grande come il nostro pianeta.
Si suppone che l'esagono sia una forte corrente atmosferica simile al jetstream terrestre, ma non si sa cosa ne regoli la forma. Maggiori dettagli sull'esagono più colossale mai visto da occhio umano (o robotico) sono nel PhotoJournal della NASA e nel sito della sonda Cassini.
Va ricordato che alla missione Cassini collaborano anche l'Agenzia Spaziale Italiana e l'ESA.
Di fronte a meraviglie e misteri del genere, le storielle trite di visite di alieni umanoidi e di presunte sfighe annunciate dai Maya impallidiscono e assumono il sapore del pane ammuffito. In tutto il loro partorire di fantasie malate, i vari veggenti, ufologi, viaggiatori astrali e fanfaroni assortiti non sono mai riusciti a concepire nulla del genere.
E a riprova delle scempiaggini che dicono, va notato che se avessero voluto dimostrare di viaggiare davvero nello spazio a bordo di navi aliene, avrebbero potuto semplicemente dire "c'è un colossale esagono al polo nord di Saturno" quarant'anni fa, prima che se ne sapesse qualcosa grazie alle missioni spaziali. Ancora una volta, la paziente fatica degli scienziati e dei tecnici dimostra che l'universo non è soltanto più strano di quello che immaginiamo: è più strano di quello che possiamo immaginare.
Giacobbo, Ruggeri, andate a cuccia. Questa non è roba per voi.
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