Esplosione in Argentina, sensazionalismo spaziale e palle. Di fuoco
Non accenna a calare la febbre da satellite in caduta che sta affliggendo il giornalismo sensazionalista dopo il rientro innocuo del satellite UARS.
A Monte Grande, alla periferia di Buenos Aires, c'è stata un'esplosione che ha causato la morte di una donna e il ferimento di altre otto persone, distruggendo alcune case e automobili. Subito TGCom ha titolato “Argentina, misteriosa "palla di fuoco" dal cielo”, dicendo che “testimoni hanno riferito di aver visto cadere dal cielo una "palla di fuoco"” e parlando senza mezzi termini di “impatto”.
Paid2write (classificato come sito di notizie da Google) scrive senza mezzi termini “Meteorite Cade Sulla Terra In Argentina” e ipotizza subito un insabbiamento (“sembra che ci siano già alcune autorità (chissà perché) che cercano d’insabbiare il tutto e farlo passare come un normale incidente domestico”). Russia Today parla addirittura di “palla di fuoco aliena” (“‘Alien fireball’ blamed for wrecking Argentine town”); per La Tercera si tratterebbe di un relitto spaziale o di un meteorite. Anche l'agenzia AGI titola “ARGENTINA: 'PALLA DI FUOCO' DAL CIELO, UN MORTO E 8 FERITI”.
Ma è tutta una bufala che un briciolo di buon senso e di analisi delle foto e dei video che ritrarrebbero la “palla di fuoco” avrebbero evitato di far montare. Infatti MeteoWeb, dopo aver pubblicato la notizia iniziale, ha segnalato che il testimone della “palla di fuoco” ha confessato di essersi inventato tutto e di aver falsificato la fotografia della scia infuocata (quella mostrata qui sopra), come riferisce anche Infobae.com.
La causa della distruzione è con tutta probabilità molto più terrena, secondo queste ultime fonti: una bombola di gas collegata in modo improvvisato a un forno. Bad Astronomy ha una lista di eventi normalmente banali che l'eccitazione di questi giorni sta attribuendo a satelliti e meteore.
Si conferma, insomma, la sensazione frequente che certi giornalisti credono che il rasoio di Occam sia quello che usa la moglie per depilarsi e vivono secondo un motto che ha ben poco a che fare con la deontologia: mai farsi intralciare dalla verità se c'è una storia ghiotta da raccontare.
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