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2013/11/29
Datagate: il mito di non avere niente da nascondere
Questo articolo era stato pubblicato inizialmente il 29/11/2013 sul sito della Rete Tre della Radiotelevisione Svizzera, dove attualmente non è più disponibile. Viene ripubblicato qui per mantenerlo a disposizione per la consultazione.
Molti hanno
interpretato il Datagate,
la fuga di notizie riguardanti le intercettazioni a tappeto
effettuate dall'NSA statunitense, come un problema che riguarda
soltanto terroristi, criminali e politici. Safe and
Savvy, un blog dedicato
alla sicurezza informatica e gestito da una nota marca del settore
degli antivirus, ha pubblicato un articolo
che smonta il mito diffuso secondo il quale soltanto i disonesti
hanno qualcosa da nascondere e quindi chi è onesto non si dovrebbe
preoccupare di essere sorvegliato.
Quella che
segue è una traduzione in sintesi degli spunti offerti
dall'articolo, intitolato Yes, you do have something
to hide (Si,
hai qualcosa da nascondere).
È interessante notare come delle considerazioni tecniche abbiano
delle implicazioni sociali così profonde.
“Ma io non ho nulla da nascondere” è
un'argomentazione che ultimamente sentiamo molto spesso. Diventiamo
sempre più consapevoli dei metodi usati dai governi e dalle imprese
per sorvegliarci, e le rivelazioni di Snowden hanno aumentato di
colpo la nostra consapevolezza. Possiamo già dire di vivere in una
società sorvegliata. Ma c'è chi nega che questo sia un problema,
dicendo appunto di non avere nulla da nascondere.
Non sapete quello che avete.
Non potete ricordarvi di tutti i vostri documenti elettronici e di
tutte le vostre conversazioni digitali, quindi come potete affermare
che non contengono nulla di male? Se si va a frugare nei vecchi
archivi, praticamente tutti esclamano “Ops, no, quello non lo
voglio mostrare”. Tenete presente, inoltre, che enti e imprese
potrebbero avere vecchie informazioni su di voi che nemmeno voi
avete. Magari avete perso o distrutto le vostre copie, ma questo non
svuota gli archivi delle agenzie.
Non sapete cosa potrebbe danneggiarvi.
La nostra vita di tutti i giorni è regolata da leggi così complesse
che nessuno riesce a padroneggiarle tutte. Nemmeno gli avvocati
possono essere esperti in ciascun settore della nostra vita
quotidiana. Quindi come potete essere sicuri di non aver mai violato
la legge? Non potete. È probabile che ciascuno di noi violi ogni
giorno qualche oscuro cavillo.
Non sapete come potrebbe cambiare la
vostra situazione. State agendo secondo le regole morali
richieste dal vostro ruolo sociale. Ma i ruoli cambiano nel tempo e
potreste trovarvi costretti ad adottare un sistema morale totalmente
differente. In tal caso il vostro passato potrebbe essere in
conflitto con la nuova morale ed è quindi meglio che non ci sia un
archivio dettagliato di quello che abbiamo fatto in passato.
Non sapete come può cambiare la società.
Pensate agli anni '50, '60 e '70 del secolo scorso: il mondo era
molto diverso ed erano diversi anche i valori. Questi cambiamenti non
si sono fermati, anzi. I valori riguardanti la morale, l'etica, la
politica, l'attivismo, la religione, la sessualità, l'ambiente,
l'intrattenimento, eccetera cambiano più rapidamente di prima.
Potete essere abbastanza certi di vivere secondo le norme valide
oggi, ma non potete sapere quali saranno le regole di domani. Fra
trent'anni il vostro intero profilo di vita potrebbe essere
considerato decisamente negativo.
Non sono solamente i vostri dati, ma anche
quelli dei vostri amici. Considerate i dati che
possedete: documenti, fotografie, comunicazioni. Quanti di quei dati
riguardano solamente voi? Probabilmente pochi. Quindi rinunciare alla
privacy non è solamente un problema vostro, ma coinvolge anche tutti
i vostri amici. Se decidete di non avere nulla da nascondere, vi
siete chiesti se i vostri amici vorranno ancora condividere qualche
confidenza con voi?
Il vostro ambiente digitale può rendervi
sospetti. Il sistema di raccolta dati delle autorità si
basa in gran parte sulla creazione di un enorme modello di come le
persone interagiscono tra loro. Chi comunica e si incontra con chi?
C'è il rischio concreto che il profilo della vostra vita quotidiana
possa creare uno schema sospetto. Immaginate che qualcuno dei vostri
amici conosca qualcuno che è sotto sorveglianza per sospetto
terrorismo e che un altro membro del gruppo terroristico vada in un
bar nello stesso momento in cui ci siete anche voi. Entrambi avete
degli smartphone che trasmettono la loro posizione alla rete di
sorveglianza e d'un tratto vi trovate nell'elenco di persone che
potrebbero potenzialmente aver incontrato un terrorista. Potreste
trovarvi in guai seri, per esempio quando viaggiate, se si sommano un
paio di coincidenze come queste. E tutto avviene senza che sappiate
l'origine di questi guai.
La privacy è importante anche quando non
tenete alla vostra. Una società democratica può
funzionare senza privacy? Le elezioni possono essere eque se uno dei
partiti sorveglia le comunicazioni e ha una visione completa di
quello che stanno facendo gli altri partiti? Possiamo combattere la
corruzione e la criminalità tra le autorità, se chi denuncia questi
abusi non ha la protezione dell'anonimato? La risposta è no in tutti
e tre i casi. Forse siete pronti a rinunciare alla vostra privacy, ma
così facendo contribuireste a un'evoluzione distruttiva che minaccia
le basi della nostra società democratica.
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