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2014/11/12
Abbiamo mandato un robot su una cometa. Con tre euro e mezzo a testa
L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.
Si è da poco conclusa una giornata storica per l'esplorazione spaziale: per la prima volta un veicolo spaziale è atterrato dolcemente su una cometa. La sonda europea Rosetta, dopo un viaggio tortuoso lungo dieci anni che l'ha accelerata fino a raggiungere l'orbita della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko (per gli amici Chury), oggi ha sganciato Philae, un veicolo d'atterraggio grande all'incirca quanto una lavatrice, che si è appoggiato dolcemente sulla superficie della cometa, a oltre mezzo miliardo di chilometri dalla Terra. Così dolcemente (a causa della bassissima gravità di Chury) che ha effettuato due rimbalzi, per cui in realtà Philae in un certo senso detiene il record per il primo atterraggio su una cometa ma anche per il secondo e il terzo.
Con quest'impresa l'Europa (Svizzera compresa) ha dimostrato di saper fare cose che né la NASA né l'ente spaziale russo o quello cinese o indiano sono in grado di fare. Rosetta e Philae ci stanno trasmettendo una quantità straordinaria di dati scientifici sulla natura della cometa Chury che ci stanno aprendo una finestra sull'origine del nostro sistema solare.
Visitare una cometa è come sfogliare l'album delle foto di famiglia: il fascino di vedere come eravamo, da dove proveniamo, come siamo cambiati è eterno, e il bisogno di saperlo è irrefrenabile e indispensabile. La differenza è che in questo caso la famiglia è l'umanità intera. È la Terra stessa.
Questa è Philae, fotografata da Rosetta mentre si avvicina lentamente alla cometa:
E questa è Rosetta, fotografata da Philae:
Chury vista durante la discesa di Philae:
L'atterraggio è stato accompagnato dall'esultanza decisamente esuberante del direttore di volo, Andrea Accomazzo, che s'è dimenticato di avere il microfono aperto (video).
Tutto questo, e la scienza e la conoscenza delle nostre origini che ne scaturiranno insieme alla formazione dei tanti giovani europei che hanno partecipato al progetto Rosetta, è costato al contribuente europeo ben tre euro e mezzo spalmati su diciannove anni.
Si è da poco conclusa una giornata storica per l'esplorazione spaziale: per la prima volta un veicolo spaziale è atterrato dolcemente su una cometa. La sonda europea Rosetta, dopo un viaggio tortuoso lungo dieci anni che l'ha accelerata fino a raggiungere l'orbita della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko (per gli amici Chury), oggi ha sganciato Philae, un veicolo d'atterraggio grande all'incirca quanto una lavatrice, che si è appoggiato dolcemente sulla superficie della cometa, a oltre mezzo miliardo di chilometri dalla Terra. Così dolcemente (a causa della bassissima gravità di Chury) che ha effettuato due rimbalzi, per cui in realtà Philae in un certo senso detiene il record per il primo atterraggio su una cometa ma anche per il secondo e il terzo.
Con quest'impresa l'Europa (Svizzera compresa) ha dimostrato di saper fare cose che né la NASA né l'ente spaziale russo o quello cinese o indiano sono in grado di fare. Rosetta e Philae ci stanno trasmettendo una quantità straordinaria di dati scientifici sulla natura della cometa Chury che ci stanno aprendo una finestra sull'origine del nostro sistema solare.
Visitare una cometa è come sfogliare l'album delle foto di famiglia: il fascino di vedere come eravamo, da dove proveniamo, come siamo cambiati è eterno, e il bisogno di saperlo è irrefrenabile e indispensabile. La differenza è che in questo caso la famiglia è l'umanità intera. È la Terra stessa.
Questa è Philae, fotografata da Rosetta mentre si avvicina lentamente alla cometa:
E questa è Rosetta, fotografata da Philae:
Chury vista durante la discesa di Philae:
L'atterraggio è stato accompagnato dall'esultanza decisamente esuberante del direttore di volo, Andrea Accomazzo, che s'è dimenticato di avere il microfono aperto (video).
Tutto questo, e la scienza e la conoscenza delle nostre origini che ne scaturiranno insieme alla formazione dei tanti giovani europei che hanno partecipato al progetto Rosetta, è costato al contribuente europeo ben tre euro e mezzo spalmati su diciannove anni.
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