Un blog di Paolo Attivissimo, giornalista informatico e cacciatore di bufale
Informativa privacy e cookie: Questo blog include cookie di terze parti. Non miei (dettagli)
Prossimi eventi pubblici – Sostegno a questo blog – Sci-Fi Universe
Cerca nel blog
2015/07/03
Ransomware, danni per oltre 18 milioni di dollari
Il ransomware, il software che ricatta le vittime chiedendo soldi per sbloccare l'accesso ai loro dati, cifrati da una password complicatissima generata dal criminale, fa soldi. Tanti soldi.
L'Internet Crime Complaint Center dell'FBI ha pubblicato un comunicato che fa il punto sul dilagare di questo crimine e in particolare sul successo – dal punto di vista dei criminali – di un ransomware specifico, denominato Cryptowall, che ha fatto la propria comparsa ad aprile scorso.
Sono ben 992 le vittime che hanno contattato l'FBI per lamentare di essere state attaccate da Cryptowall, con danni complessivi per oltre 18 milioni di dollari.
E questa è la proverbiale punta dell'altrettanto proverbiale iceberg, perché si presume che siano moltissime le vittime che non segnalano alle autorità di essere state prese di mira e di aver dovuto pagare il riscatto oppure di aver dovuto rinunciare per sempre ai propri dati lucchettati dai criminali.
I consigli dell'FBI per evitare questo tipo di attacco valgono in qualunque paese e sono piuttosto semplici e senz'altro meno costosi di un riscatto o di una bonifica della rete informatica aziendale: usare antivirus e firewall prodotti da società di sicurezza informatica di buona reputazione e tenerli aggiornati; fare sempre delle copie di sicurezza dei dati (custodite offline, fuori dalla rete informatica); attivare un software che blocchi i pop-up; disinstallare o limitare Flash; e soprattutto non cliccare su messaggi o allegati inattesi e non navigare con i computer di lavoro su siti non attinenti al lavoro.
L'Internet Crime Complaint Center dell'FBI ha pubblicato un comunicato che fa il punto sul dilagare di questo crimine e in particolare sul successo – dal punto di vista dei criminali – di un ransomware specifico, denominato Cryptowall, che ha fatto la propria comparsa ad aprile scorso.
Sono ben 992 le vittime che hanno contattato l'FBI per lamentare di essere state attaccate da Cryptowall, con danni complessivi per oltre 18 milioni di dollari.
E questa è la proverbiale punta dell'altrettanto proverbiale iceberg, perché si presume che siano moltissime le vittime che non segnalano alle autorità di essere state prese di mira e di aver dovuto pagare il riscatto oppure di aver dovuto rinunciare per sempre ai propri dati lucchettati dai criminali.
I consigli dell'FBI per evitare questo tipo di attacco valgono in qualunque paese e sono piuttosto semplici e senz'altro meno costosi di un riscatto o di una bonifica della rete informatica aziendale: usare antivirus e firewall prodotti da società di sicurezza informatica di buona reputazione e tenerli aggiornati; fare sempre delle copie di sicurezza dei dati (custodite offline, fuori dalla rete informatica); attivare un software che blocchi i pop-up; disinstallare o limitare Flash; e soprattutto non cliccare su messaggi o allegati inattesi e non navigare con i computer di lavoro su siti non attinenti al lavoro.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento