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“A settembre un asteroide colpirà la terra. E l’umanità si estinguerà” titola Libero Quotidiano. Lo ribadisce Affaritaliani: “Asteroide colpirà la Terra a settembre. Gli esperti: tsunami e migliaia di morti”. Ci aspetta dunque un brutto rientro dalle vacanze? Possiamo dar fondo ai nostri risparmi perché tanto a settembre moriremo tutti?
Parrebbe di sì, se si considera che la notizia non è pubblicata da blogger catastrofisti anonimi: Affaritaliani e Libero Quotidiano sono testate giornalistiche regolari e registrate, con tanto di direttori responsabili, con tutti i doveri che questo comporta. Questo fatto ha messo parecchio in allarme chi s'informa tramite Internet, anche perché vengono specificate le fonti scientifiche dell'imminente fine del mondo e vengono fatte delle date precise: “L'allarme è dei ricercatori dell'Università di Southampton, Inghilterra” scrive infatti Affaritaliani, aggiungendo che “Secondo alcuni scienziati tra il 22 e il 28 settembre di quest'anno un asteroide enorme colpirà la Terra. Paura sui social, anche se la Nasa tenta di smentire”.
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La pseudonotizia è riportata anche da altri giornali, come il britannico Mirror, che però mette in chiaro subito nel titolo che si tratta di congetture di complottisti.
Ma che c'entrano i ricercatori dell'Università di Southampton? Di uno viene fatto persino il nome: Clemens Rumpf. Non è un nome inventato, perché c'è davvero un Clemens Rumpf a quell'Università. Ma non ha affatto previsto un impatto di un asteroide per settembre: ha semplicemente pubblicato un articolo tecnico nel quale evidenzia quali sono le zone del mondo che, in caso di un eventuale impatto, subirebbero le maggiori conseguenze. Fra queste zone ci sono quelle costiere, che subirebbero l'effetto devastante di uno tsunami.
Nell'articolo tecnico manca qualunque previsione nefasta per il 22 o 28 settembre o per i giorni fra queste due date (notate che Affaritaliani attribuisce la data ad “alcuni scienziati”, senza farne i nomi; un classico sintomo di poca attendibilità). I giornalisti a caccia di titoli attira-clic hanno usato questo articolo tecnico come spunto per imbastire un annuncio da paura. Perché, si sa, la paura fa novanta. E fa fare novantamila clic che portano incassi pubblicitari.
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