Un blog di Paolo Attivissimo, giornalista informatico e cacciatore di bufale
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2018/02/23
Le ricerche di immagini in Google ora sono più facili
SearchReSearch ha pubblicato una bella analisi della novità che si trova da qualche tempo in Google Immagini: la serie di rettangoli colorati, contenente una o più parole, appena al di sotto della casella di ricerca. SearchReSearch spiega che si chiamano chip (non nel senso di “patatina”, ma di “fiche da gioco”) e sono dei suggerimenti per affinare la ricerca.
Se cliccate su di uno di questi chip, diventa bianco, cambia posizione spostandosi a sinistra e i risultati di ricerca proposti si aggiornano per tenere conto delle parole presenti nel chip che avete selezionato. Potete cliccare di nuovo sui chip già cliccati per disattivarli.
Questi suggerimenti sono molto pratici e spesso offrono spunti che non verrebbero in mente facilmente per migliorare i criteri di ricerca delle immagini, ma occorre fare attenzione a un equivoco potenziale: il colore dei chip non c’entra nulla con il colore delle immagini corrispondenti ma serve solo per separarli visivamente in categorie concettuali, come nello screenshot qui sopra.
Provate a pasticciarvi un po’ e scoprirete spesso ispirazioni originali per trovare più facilmente e rapidamente il tipo d’immagine che stavate cercando.
Tutto chiaro, insomma, tranne una cosa: non capisco perché le parole che Google Immagini propone nei chip quando cerco il mio nome e cognome sono bufale, blogger, delfini, incontro, festival, trento, 2011. Lusingato dell’accostamento, per carità, ma che c’entrano i delfini?
Se cliccate su di uno di questi chip, diventa bianco, cambia posizione spostandosi a sinistra e i risultati di ricerca proposti si aggiornano per tenere conto delle parole presenti nel chip che avete selezionato. Potete cliccare di nuovo sui chip già cliccati per disattivarli.
Questi suggerimenti sono molto pratici e spesso offrono spunti che non verrebbero in mente facilmente per migliorare i criteri di ricerca delle immagini, ma occorre fare attenzione a un equivoco potenziale: il colore dei chip non c’entra nulla con il colore delle immagini corrispondenti ma serve solo per separarli visivamente in categorie concettuali, come nello screenshot qui sopra.
Provate a pasticciarvi un po’ e scoprirete spesso ispirazioni originali per trovare più facilmente e rapidamente il tipo d’immagine che stavate cercando.
Tutto chiaro, insomma, tranne una cosa: non capisco perché le parole che Google Immagini propone nei chip quando cerco il mio nome e cognome sono bufale, blogger, delfini, incontro, festival, trento, 2011. Lusingato dell’accostamento, per carità, ma che c’entrano i delfini?
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