Poco fa IP ha postato questo tweet, nel quale cita un articolo del Sole 24 Ore che tesse le lodi del diesel parlando di “motore virtuoso per emissioni di CO2” dimenticandosi allegramente tutte le altre emissioni dei motori a gasolio:
Questa fuga dal diesel di ultima generazione non ha alcun senso per le auto medio/grandi e percorrenze elevate, se circolassero solo Euro 6 il problema non ci sarebbe #mobilitàsostenibile #mobilità #carburanti pic.twitter.com/uP63P0Cvvs— IP (@gruppoapi) October 30, 2018
Dice IP che “Questa fuga dal diesel di ultima generazione non ha alcun senso per le auto medio/grandi e percorrenze elevate, se circolassero solo Euro 6 il problema non ci sarebbe”.
Non ho saputo resistere:
Se mio nonno avesse le ruote, sarebbe una carriola :-)— Paolo Attivissimo (@disinformatico) October 30, 2018
Ci date voi i soldi per una Euro 6 per tutti? E per la manutenzione?
Non c'è nulla di "sostenibile" nel bruciare petrolio. Fatevene una ragione, la festa è finita.
IP ha risposto prontamente, ed è nata una conversazione interessante:
Come già raccontato ci stiamo preparando a ospitare nei nostri distributori sempre più ricariche elettriche e a metano. Ciò non toglie che c'è enorme differenza tra una euro 3 e una euro 6. Le transizioni sono processi complessi, meglio evitare slogan è semplificazioni.— IP (@gruppoapi) October 30, 2018
"c'è enorme differenza tra una euro 3 e una euro 6". Vero. Una inquina tanto, l'altra inquina. E in più mi devo pagare urea, filtri, eccetera. Dove sta la convenienza? /— Paolo Attivissimo (@disinformatico) October 30, 2018
Lieto di sapere che vi state "preparando" all'elettrificazione. Prepararsi è un po' poco: bisognerebbe fare, come stanno facendo Shell e BP https://t.co/O7bqjs6rwA— Paolo Attivissimo (@disinformatico) October 30, 2018
Sarò lietissimo di ricaricare quando avrete colonnine agli autogrill e in autostrada. /
I primi ci sono già... la aspettiamo!https://t.co/1CHKeQHyeY— IP (@gruppoapi) October 30, 2018
IP cita un articolo di ottobre 2017; ma da allora non sembra che ci siano stati grandi progressi nelle installazioni di colonnine presso i distributori in Italia, specialmente lungo le autostrade (qualche indizio qui). Perché l'ultima cosa che vuoi fare, se sei in autostrada, è dover uscire e rientrare soltanto per fare rifornimento. Se avete notizie di colonnine installate presso distributori di carburante sulle autostrade italiane, ditemelo.
Ottimo. Questo risale al 2017. Quanti altri ne avete installati in autostrada?— Paolo Attivissimo (@disinformatico) October 30, 2018
Nessuna risposta da parte di IP, per ora.
Se riusciste a convincere per esempio i cocciutissimi dell'autogrill Villoresi Ovest, diventerei immediatamente vostro cliente (passo spesso di lì). Ma a quanto mi risulta non ne vogliono sapere. Stessa storia in tanti altri autogrill. Datevi da fare :-)— Paolo Attivissimo (@disinformatico) October 30, 2018
Spiego la mia richiesta così specifica: ormai l’unico viaggio ricorrente che faccio ancora con l’auto a benzina è quello da Lugano a Pavia. Tutti gli altri li faccio con la mia piccola auto elettrica. Potrei fare anche Lugano-Pavia-Lugano, se ci fosse una stazione di ricarica a quell’autogrill, così come c’è (e pure gratuita) all’autogrill opposto sulla via del ritorno (grazie a Loginet).
In generale, è fondamentale che le società che gestiscono gli autogrill italiani la smettano con questa loro ottusa resistenza: non hanno ancora capito che installare una colonnina elettrica significa invogliare il viaggiatore a fermarsi per una quarantina di minuti intanto che carica. E intanto che carica, mangia. In altre parole, spende. Mentre l’automobilista a pistoni passa, fa rifornimento e se ne va.
Ma a parte questo, mi ha intrigato questa tesi della “fuga dal diesel di ultima generazione“ che “non ha alcun senso per le auto medio/grandi e percorrenze elevate” sostenuta da IP, e così ho provato a fare due conti veloci lasciando da parte considerazioni ecologiche e guardando soltanto la convenienza economica.
Ho preso due “auto medio/grandi” paragonabili, una diesel e una elettrica, nel mercato italiano. Da una parte ho scelto una BMW Serie 5 540d xDrive Sport Steptronic, dall’altra una Tesla Model S 75 (le ragioni di questa scelta specifica saranno più chiare a fine novembre, quando potrò spiegarle pubblicamente; per ora vi dico solo che è questione di corretta paragonabilità).
La BMW costa 73.000 euro, mentre la Tesla costa 81.400 euro (prezzi indicati da Alvolante.it qui e qui). L’auto elettrica costa 8400 euro in più. Ma costa molto meno usarla.
La BMW, infatti, ha un consumo dichiarato di 5,4 litri per 100 km, e un litro di gasolio, al prezzo più basso indicato oggi da Prezzibenzina.it, costa 1,35 euro. 100 km costano quindi 7.29 euro.
La Tesla, invece, ha un consumo dichiarato di 20 kWh per 100 km, e un kWh, al prezzo medio indicato da Taglialabolletta.it, costa 0,22 euro. 100 km costano quindi 4,4 euro.
Prendiamo il caso proprio delle “percorrenze elevate” tirate in ballo specificamente da IP.
Dopo 100.000 km, con la BMW ho speso 7.290 euro di gasolio contro 4.400 euro di corrente elettrica con la Tesla. Dopo 150.000 km, ho speso 10.935 euro di gasolio contro 6.600 euro di corrente. Dopo 200.000 siamo a 14.580 contro 8800. Dopo 300.000 km, con la BMW ho speso 21.870 euro; con la Tesla ne ho spesi 13.200 e mi sono ripagato la differenza di costo.*
300.000 km sono tanti? Beh, si parlava appunto di “percorrenze elevate”, e chilometraggi del genere sono abbastanza normali sia per una Tesla, sia per una grande berlina diesel.
Ma non è finita: se si tratta di una Tesla che ha l’abbonamento a vita ai Supercharger oppure se carica spesso da colonnine gratuite o presso il posto di lavoro, il punto di pareggio arriva molto prima. Nel caso ottimale (cariche sempre gratuite) intorno ai 115.000 km.
Però il caso della carica sempre gratuita non è sempre fattibile. Proviamo a tenere conto del bollo auto, che sulla BMW (235 kW) ammonta a circa 780 euro l’anno mentre sulla Tesla (in quanto elettrica) è zero: in quattro anni la BMW sarà costata 3.120 euro, riducendo la differenza di costo a 5280 euro. Anche pagando sempre ogni ricarica, si raggiunge il punto di pareggio dopo 180.000 km.
In sintesi, se faccio percorrenze elevate, più uso l’auto elettrica più aumenta il risparmio. Senza contare le la minore spesa di manutenzione, perché in un’elettrica i freni si consumano meno (la frenata è solitamente elettromagnetica e recupera energia invece di buttarla via) e non ci sono filtri antiparticolato, cartucce di urea o altri marchingegni inventati per tentare di ridurre l’inquinamento del motore diesel.
Quindi ho risposto così:
Ma evitiamo slogan. Facciamo il caso pratico di "auto medio/grandi e percorrenze elevate". BMW 540d xDrive Sport vs Tesla Model S 75. 73.000€ vs 81.400€. Dopo 115.000 km ho speso in gasolio la differenza di prezzo. Da lì in poi è tutto guadagno. Perché dovrei stare col diesel?— Paolo Attivissimo (@disinformatico) October 30, 2018
Ripeto: lascio da parte l’ecologia e guardo solo egoisticamente al portafogli. Certo, è un esempio riferito ad auto molto costose: ma è proprio l’esempio scelto da IP. Attendo risposta.
2018/10/31 21:10
IP ha risposto costruttivamente:
Con @disinformatico (che ringraziamo per la punzecchiatura) abbiamo iniziato proprio un bel dibattito! ps per chiarezza noi alla sostenibilità ci teniamo, e guardiamo al metano, al gpl, e anche all'elettrico: venite a trovarci! https://t.co/1CHKeQHyeY— IP (@gruppoapi) October 31, 2018
Io ho teso la mano e ho corretto pubblicamente i miei conticini.
Volentieri: se mi segnalate le aperture dei punti di ricarica presso i vostri distributori, sarà mio piacere farlo sapere ai miei lettori.— Paolo Attivissimo (@disinformatico) October 31, 2018
Colgo l'occasione per correggere i conti che ho fatto maldestramente ieri: il punto di pareggio che citavo è a circa 180.000 km, non 115.000. Il concetto non cambia: da lì in poi è tutto guadagno. Perché dovrei stare col diesel? :-)— Paolo Attivissimo (@disinformatico) October 31, 2018
Se son rose, fioriranno.
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