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2018/10/04
Elettrica Renault a 9000 euro? Non proprio
Molti lettori mi stanno segnalando un articolo di Repubblica (copia su Archive.is) a firma di Vincenzo Borgomeo, che parla di un’auto elettrica Renault, la K-ZE Concept, che “Costerà poco (9000 euro), avrà una forma
alla moda (Suv) e un'autonomia QB, quanto basta come dicono gli chef con
il sale (250 km)”. Addirittura “Si ricarica come un cellulare a una normale presa di corrente”.
Contenete il vostro entusiasmo: non so da dove Borgomeo abbia preso quel prezzo, ma per quel che mi risulta il prezzo europeo non è stato ancora dichiarato pubblicamente. Il comunicato stampa completo di Renault è qui su InsideEVs.com.
Non solo: l’autonomia dichiarata è misurata secondo lo standard NEDC (fonte: Renault), che è totalmente irrealistico e va cautelativamente ridotto: un’auto che dichiara 250 km NEDC di solito nella realtà sta sotto i 200 km di autonomia. In altre parole, “quanto basta” soltanto per un uso come auto per brevi tragitti. Con un’autonomia del genere, è più una seconda auto da città che un vero sostituto dell’auto tradizionale.
Per quel che mi risulta, non sono state rilasciate le specifiche tecniche di quest’auto, per cui non si sa qual è la capienza della sua batteria, l’elemento più costoso e cruciale di qualunque auto elettrica: Renault dice solo che la carica rapida (secondo quale standard, non si sa) richiede 50 minuti per arrivare all’80% e la carica al wallbox richiede “meno di 4 ore”. Su questi dati si può ipotizzare una capienza di circa 40 kWh. Considerato che una batteria oggi costa spesso più di 150 dollari al kWh, una batteria da 40 kWh costerebbe 6000 dollari. Quindi se questa mia rapida spannometria è esatta, pare davvero difficile un prezzo finale all’utente di 9000 euro, anche se l’auto è basata sulla Kwid a benzina già esistente.
Infine, dire che un’auto si ricarica “come un cellulare a una normale presa di corrente” è fuorviante: qualunque auto, per caricarsi in tempi umanamente ragionevoli, deve assorbire parecchia energia per molte ore, e questo può causare surriscaldamenti negli impianti non perfettamente a norma. Non è come collegare un telefonino a una prolunga.
Fonte aggiuntiva: Electrek. Questo articolo vi arriva gratuitamente e senza pubblicità grazie alle donazioni dei lettori. Se vi è piaciuto, potete incoraggiarmi a scrivere ancora facendo una donazione anche voi, tramite Paypal (paypal.me/disinformatico), Bitcoin (3AN7DscEZN1x6CLR57e1fSA1LC3yQ387Pv) o altri metodi.
Contenete il vostro entusiasmo: non so da dove Borgomeo abbia preso quel prezzo, ma per quel che mi risulta il prezzo europeo non è stato ancora dichiarato pubblicamente. Il comunicato stampa completo di Renault è qui su InsideEVs.com.
Non solo: l’autonomia dichiarata è misurata secondo lo standard NEDC (fonte: Renault), che è totalmente irrealistico e va cautelativamente ridotto: un’auto che dichiara 250 km NEDC di solito nella realtà sta sotto i 200 km di autonomia. In altre parole, “quanto basta” soltanto per un uso come auto per brevi tragitti. Con un’autonomia del genere, è più una seconda auto da città che un vero sostituto dell’auto tradizionale.
Per quel che mi risulta, non sono state rilasciate le specifiche tecniche di quest’auto, per cui non si sa qual è la capienza della sua batteria, l’elemento più costoso e cruciale di qualunque auto elettrica: Renault dice solo che la carica rapida (secondo quale standard, non si sa) richiede 50 minuti per arrivare all’80% e la carica al wallbox richiede “meno di 4 ore”. Su questi dati si può ipotizzare una capienza di circa 40 kWh. Considerato che una batteria oggi costa spesso più di 150 dollari al kWh, una batteria da 40 kWh costerebbe 6000 dollari. Quindi se questa mia rapida spannometria è esatta, pare davvero difficile un prezzo finale all’utente di 9000 euro, anche se l’auto è basata sulla Kwid a benzina già esistente.
Infine, dire che un’auto si ricarica “come un cellulare a una normale presa di corrente” è fuorviante: qualunque auto, per caricarsi in tempi umanamente ragionevoli, deve assorbire parecchia energia per molte ore, e questo può causare surriscaldamenti negli impianti non perfettamente a norma. Non è come collegare un telefonino a una prolunga.
Fonte aggiuntiva: Electrek. Questo articolo vi arriva gratuitamente e senza pubblicità grazie alle donazioni dei lettori. Se vi è piaciuto, potete incoraggiarmi a scrivere ancora facendo una donazione anche voi, tramite Paypal (paypal.me/disinformatico), Bitcoin (3AN7DscEZN1x6CLR57e1fSA1LC3yQ387Pv) o altri metodi.
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