Un blog di Paolo Attivissimo, giornalista informatico e cacciatore di bufale
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2018/11/02
Halloween informatico: “Mamma, la voce che mi parla non è quella di papà”
Sembra l’inizio di una storia horror arrivata in leggero ritardo per Halloween, ma è in realtà una notizia di cronaca: a Long Island, negli Stati Uniti, un bambino di cinque anni è andato di corsa dalla mamma e le ha detto che nella sua cameretta c’era la voce di un uomo. E non era quella di papà.
La madre, che ha chiesto l’anonimato all’emittente PIX11 alla quale ha raccontato la propria storia, ha spiegato che lei e il marito avevano installato in tutta la casa una serie di telecamere di sorveglianza domestica della Nest e che il marito aveva l’abitudine di usarle per chiacchierare con il figlio quando era fuori casa, collegandosi alle telecamerine Nest tramite il proprio smartphone.
Ma stavolta, racconta la madre, al posto del marito c’era qualcun altro, una voce maschile che “ha chiesto a mio figlio se prendeva lo scuolabus per tornare a casa e gli chiedeva dei suoi giocattoli, e quando mio figlio mi ha chiamato lui gli ha detto di stare zitto.” Quando lei è entrata nella cameretta, la voce si è rivolta a lei direttamente.
Ora la donna si chiede da quanto tempo questo sconosciuto ha sorvegliato la sua famiglia. La polizia le ha detto che non può fare granché, mentre Nest si è limitata a consigliarle di cambiare password e di usare l’autenticazione a due fattori per proteggere la telecamera. Sottoscrivo il consiglio e aggiungo una domanda: ma fare una telefonata normale al figlio non bastava?
La madre, che ha chiesto l’anonimato all’emittente PIX11 alla quale ha raccontato la propria storia, ha spiegato che lei e il marito avevano installato in tutta la casa una serie di telecamere di sorveglianza domestica della Nest e che il marito aveva l’abitudine di usarle per chiacchierare con il figlio quando era fuori casa, collegandosi alle telecamerine Nest tramite il proprio smartphone.
Ma stavolta, racconta la madre, al posto del marito c’era qualcun altro, una voce maschile che “ha chiesto a mio figlio se prendeva lo scuolabus per tornare a casa e gli chiedeva dei suoi giocattoli, e quando mio figlio mi ha chiamato lui gli ha detto di stare zitto.” Quando lei è entrata nella cameretta, la voce si è rivolta a lei direttamente.
Ora la donna si chiede da quanto tempo questo sconosciuto ha sorvegliato la sua famiglia. La polizia le ha detto che non può fare granché, mentre Nest si è limitata a consigliarle di cambiare password e di usare l’autenticazione a due fattori per proteggere la telecamera. Sottoscrivo il consiglio e aggiungo una domanda: ma fare una telefonata normale al figlio non bastava?
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