Federica e Marta, respiriane: «Il cibo non è utile, ci nutriamo d’energia. A casa non ci sono più pentole». Questo è il titolo dell’articolo pubblicato da Livia Fonsatti sul Corriere della Sera: un’intervista totalmente acritica che pubblicizza una cretinata pericolosissima come l‘“alimentazione pranica”, secondo la quale il cibo non serve: “normalmente non mangiano e se lo fanno è solo per voglia, non per appetito. Perché si saziano dell’energia positiva che le circondano,” spiega Livia Fonsatti.
Il resto dell’articolo, ora rimosso ma custodito qui presso Archive.is, è una incosciente, irresponsabile istigazione all’anoressia:
Federica: «Oramai ho quasi del tutto abbandonato i cibi solidi. Io non ho desiderio di assumere cibo, perché sono immersa in quello che mi circonda. Questo senso di pienezza interiore mi soddisfa e non mi fa avere bisogno di null’altro».
Marta: «Ogni tanto mangio, ma il più delle volte mi basta un brodino o delle tisane».
Federica e Marta sono due “respiriane”: due persone che sono state sedotte dall’idea folle che si possa vivere senza mangiare o con regimi alimentari da denutrizione. Parliamoci chiaro: le “energie positive” al posto del cibo sono una cazzata. Il respirianesimo ha già causato morti. Promuoverlo è una pazzia letale.
Se una testata come il Corriere pubblica un articolo come questo, vuol dire non solo che assume giornalisti incoscienti, ma anche che c’è un processo redazionale in crisi profonda. Non è la prima volta che succede: qualcuno di voi ricorderà quell’articolo sul respirianesimo intitolato “Vivere senza cibo, sempre più italiani scoprono il 'respirianesimo'” e pubblicato senza pudore da ADN Kronos nel 2015.
Sarebbe interessante andare a vedere quanti, di quei “respiriani” che si vantavano di vivere d’aria tre anni fa, praticano ancora questa forma di suicidio al rallentatore e sono ancora vivi e in salute. E prego solo che Livia Fonsatti non debba, fra qualche mese, scrivere un articolo che racconta l’epilogo amarissimo della storia di Federica e Marta. Perché gli articoli irresponsabili si rimuovono facendo finta di niente: i morti di anoressia no.
2018/04/15 16:10. Il Corriere sembra voler mettere una pezza e pubblica un’intervista a un medico, Stefano Erzegovesi, “psichiatra, nutrizionista e responsabile del Centro per i disturbi alimentari dell’Ospedale San Raffaele di Milano”, che spiega la pericolosità di questi comportamenti e il loro effetto euforizzante iniziale:
[...] si scatena una sorta di effetto drogante nel loro cervello dovuto al digiuno, [...] l’organismo risponde tirando fuori una reazione dei nostri antenati: la ricerca di cibo tiene il corpo sveglio, tonico, reattivo e allo stesso tempo il cervello è lucido, il pensiero è rapido. [...] [P]er chi soffre di anoressia questo periodo viene definito come “luna di miele”. [...] [I]l tempo di reazione è lungo diverse settimane, in alcuni casi può durare qualche mese, [poi] [i]l cervello va in tilt, iniziano le ossessioni, l’umore è instabile e con sbalzi rilevanti, i nervi sempre scoperti. La “luna di miele” finisce.
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